Balsam
Lettera dei cooperanti italiani in Palestina del 21 maggio 2001

 

Il nostro sito http://www.web.tiscalinet.it/intifada2000/ e' aggiornato al 18.05.2001. In esso troverete: - l'Appello per la Protezione Internazionale del Popolo Palestinese, pubblicato anche da Il Manifesto e da inviare alle autorita' italiane e israeliane (sottoscrivete!!) - l'adesione all'appello da parte degli/lle ebrei/e italiani/e - CAMPAGNA INTERNAZIONALE - STOP ALL'OCCUPAZIONE ISRAELIANA 1967/2001 UN APPELLO ALLA COMUNITĖ INTERNAZIONALE CHE HA COSCIENZA Campagna di mobilitazione in Italia, in Palestina, in Israele e in altri paesi lanciata dalla Coalizione internazionale di Donne per una Pace Giusta - La RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA SITUAZIONE IN MEDIO ORIENTE del 17 mmaggio 2001 - uno spazio dibattiti.


Appuntamenti: 3-10 giugno 2001 - Le Donne in nero saranno nuovamente in Palestina per un altra settimana di iniziative insieme ad israeliani e palestinesi in occasione dell'anniversario dell'occupazione militare israeliana. L' 8 Giugno  prevista una iniziativa delle Donne Coalizione per la Pace


In questa lettera: - Liberta' e diritto di espressione in Italia: la Feltrinelli di Milano impedisce la distribuzione della Risoluzione UE sul medio oriente - Anche la Francia vendera' ad Israele aerei radiocomandati - Ultime da Gaza: "nuove regole" o violazioni?


INFORMAZIONE E REPRESSIONE - FERMATE DALLA POLIZIA ITALIANA 4 PERSONE In Italia c'e' ancora la liberta' di espressione o il nuovo corso fa gia' vedere i suoi effetti? Se lo sono chiesto alcuni attivisti di Milano di Salaam Ragazzi dell'olivo e dell'associazione Italia - Palestina. E lo chiedono ai parlamentari italiani ed europei ed anche alla direzione delle Librerie Feltrinelli . E' in corso in Italia una "settimana della letteratura israeliana" sponsorizzata e finanziata dall'Ambasciata di Israele e promossa dalle Librerie Feltrinelli (Giangiacomo si sta rivoltando nella tomba ? ). C'e' chi sostiene che la cultura possa essere asettica e avulsa dal contesto politico. Non lo crediamo e sicuramente non in questo caso, vista la presenza ingombrante dell'Ambasciata rappresentante di quel governo Sharon che sta massacrando i palestinesi. E non e' asettica la presenza di David Grossman, le cui posizioni contro i palestinesi e i rifugiati sono state espresse pubblicamente insieme agli altri due "fenomeni culturali" israeliani, Amos Oz e A.B.Yehoshua. Un Grossman introdotto al dibattito di Milano da quel "campione" di parzialita' che si chiama Lorenzo Cremonesi, ex corrispondente da Israele per il Corriere della sera, i cui servizi ci sembravano non molto pertinenti con la letteratura. Ma veniamo a quanto successo. Proprio per le presenze "politiche" citate, gli attivisti volevano esporre al pubblico un'altra voce che ricordasse come quello scrittore ( e ancor di piu' l'Ambasciata israeliana) avesse un ruolo non secondario rispetto al dramma palestinese. Lo si voleva fare intervenendo nel dibattito e distribuendo il testo della risoluzione del Parlamento Europeo sulla situazione in Palestina approvata nei giorni scorsi. Risoluzione quindi di una istituzione parlamentare e sovranazionale, non un libello terroristico. Un gruppo di poliziotti lo ha impedito, fermando 4 persone appena messo piede nella libreria dove si sarebbe svolto il dibattito, senza che avessero fatto alcunche'. I 4 sono stati identificati e trattenuti per circa un'ora. Sono stati sequestrati i volantini con la risoluzione usando metodi verbali e fisici assolutamente sproporzionati alla situazione. Un'azione repressiva messa in atto contro cittadini italiani che non avevano espresso alcun atteggiamento di disturbo o "pericoloso" per l'incolumita' del pubblico. Ci sembra importante riportare l'avvenimento non solo perche' si valuti l'opportunita' di un intervento politico e istituzionale ma soprattutto per richiamare ancora l'attenzione di chi ci legge sulla necessita' della controinformazione e del contrasto alle iniziative propagandistiche e strumentali che le autorita' israeliane sono cosi' brave a mettere in campo, ammantandole sotto varie spoglie e trovando la complicita', a volte inconsapevole, di soggetti italiani. In questo caso ci risulta difficile pensare all'ingenuita' delle Librerie Feltrinelli. A loro non ci resta che chiedere , in una situazione come quella attuale nei Territori Occupati, perche' scegliere un partner come lo Stato di Israele e un personaggio cosi' schierato politicamente. Non siamo per gli equilibrismi e non sosteniamo che ad un israeliano vada sempre affiancato un palestinese per par condicio. Diciamo che la letteratura palestinese,come tutte le arti palestinesi, debole, senza soldi, emarginata nel mondo, ha bisogno di essere conosciuta come sostegno alla cultura e alla storia di un popolo a rischio di distruzione e in Italia la Feltrinelli avrebbe potuto fare questa operazione, piuttosto che affiancarsi agli occupanti e agli assassini di Stato. (di Lino Zambrano)


Gli Stati Uniti hanno fornito ad Israele i potentissimi cacciabombardieri F-16 e, dopo che quest'ultimo li ha usati (per la prima volta dopo il 67 Israele ha infatti attaccato i territori palestinesi con aerei da guerra), se ne sono lamentati. Purtroppo molti paesi hanno accordi di fornitura di armi letali ad Israele, ad esempio la Francia. La politica economica segue sempre e solo le sue regole...cosi', mentre il parlamento europeo ha finalmente detto la sua sul conflitto che si consuma quaggiu' con un'apposita risoluzione, uno dei suoi stati membri piu' importanti fa accordi sporchi. Ma a voi non sembra un'assurdo controsenso?? La Francia firma un accordo con Israele per la vendita di aerei radiocomandati da guerra "Aquila 1" per un valore di 50 milioni di dollari, riporta il Jerusalem Post. L'aereo ha un raggio d'azione di 1000 chilometri e un'autonomia di volo di 30 ore. L'accordo e' stato duramente condannato da padre Stephane Joulain della congregazione cattolica "White Father" con una lettera al console francese a Gerusalemme. Occorre chiedere al governo francese (in passato sempre attento agli equilibri politici nel medio oriente ma che con Jospin ha gia' deviato da questa linea) direttamente e tramite l'Unione Euorpea, i governi e le associazioni europee di bloccare tale accordo , che fornira' a Israele altre armi che non avra' scrupoli ad usare rendendo sempre piu' difficile la situazione nella regione.


Gaza: 21.05.2001 La giornata e' cominciata molto presto a Gaza oggi, all'una e mezzo di questa notte, quando gli elicotteri e i carri armati israeliani hanno compiuto la loro ennesima missione distruttrice. Obiettivi: un'officina meccanica, una fabbrica di marmo e una libreria. Perche'? perche' l'officina e' potenzialmente un luogo dove possono essere costruiti i mortai. E perche' la libreria e la fabbrica di marmo? perche' semplicemente erano nei paraggi. Come erano nei paraggi le varie case che sono state colpite dai proiettili da 800 mm sparati dalle mitragliatrici pesanti posizionate sugli elicotteri. E, intanto che c'erano, gli elicotteri hanno colpito ancora le solite sedi di Forza 17 (il servizio di sicurezza di al-Fatah). Ma la ritorsione e l'attacco continuano. Per tutta la mattinata si sono registrati attacchi con carri armati e razzi dagli elicotteri, nella citta' di Gaza, a Khan Yunis e a Qarara. Proprio a Qarara, dove sono stati occupati e confiscati circa 40.000 ettari di terreno, sono ancora in corso scontri tra le forze d'occupazione e residenti palestinesi che cercano di impedire la distruzione (e l'occupazione) di altri ettari di terreno. Intanto al campo profughi di al-Burej altre due persone hanno perso la vita sotto i colpi dei soldati israeliani.

"Nuove regole" o "gravi violazioni"? Questa mattina ci siamo recati al check point di Tuffah, che marca il confine tra Khan Yunis e l'area di Mawasi, strettamente controllata dall'esercito israeliano ed ermeticamente chiusa ai non residenti da 7 mesi. Come al solito, per visitare i beneficiari del nostro progetto, abbiamo chiesto il permesso per entrare nell'area alle autorita' di competenza, l'ufficio di coordinamento israelo-palestinese per l'amministrazione delle aree B, con almeno quattro giorni di anticipo. In questi mesi e con questa pratica, siamo entrati sempre senza molte difficolta' nell'area, ma stamattina il soldato di turno ci ha fermati negandoci, dopo un'ora di attesa, l'ingresso. Il motivo era che da OGGI c'e' una nuova regola: TUTTI i non residenti CIVILI devono chiedere NECESSARIAMENTE i relativi permessi di ingresso all'area di Mawasi al referente di turno israeliano, responsabile del "Dipartimento internazionale dell'ufficio di coordinamento per l'amministrazione delle aree B". Al telefono tal funzionario, che e' un militare, e' apparso molto agitato dicendoci che lui non era informato della nostra visita ma non ha parlato di "nuove regole". Nelle aree B, l'amministrazione CIVILE e' PALESTINESE, e pertanto se l'amministrazione MILITARE (che e' ISRAELIANA), non adduce motivi che puo' provare, e che riguardano strettamente la sicurezza, per negare l'ingresso ai CIVILI gia' AUTORIZZATI DA CHI DI COMPETENZA ad entrare nell'area, commette ancora una volta una grave VIOLAZIONE DEGLI ACCORDI DI OSLO. Inoltre il problema risulta essere interno all'ufficio di coordinamento israeliano: i palestinesi hanno fatto il loro lavoro informando l'ufficio circa i permessi concessi e fornendo i dati riguardanti persone e mezzi autorizzati. E prova di cio' e' il fatto che al check point i soldati sapevano perfettamente quanti e chi eravamo e con quali mezzi eravamo li'...qualcuno li aveva dunque informati e aveva fornito i nostri dati e costui non era certo un palestinese, poiche' questa gestione ha delle regole gerarchiche molto evidenti. L'accaduto sembra percio' essere specchio di un tentativo di nascondere da un lato la confusione e la disorganizzazione dell'ufficio israeliano di coordinamento per le aree B a Gaza, e dall'altro di espropriare ai palestinesi un altro diritto, quello cioe' di gestire amministrativamente le aree affidate loro fin dai lontani accordi di Oslo. (C.P.)