Il nostro sito http://www.web.tiscalinet.it/intifada2000/ e' aggiornato
al 18.05.2001. In esso troverete: - l'Appello per la Protezione
Internazionale del Popolo Palestinese, pubblicato anche da Il Manifesto
e da inviare alle autorita' italiane e israeliane (sottoscrivete!!)
- l'adesione all'appello da parte degli/lle ebrei/e italiani/e -
CAMPAGNA INTERNAZIONALE - STOP ALL'OCCUPAZIONE ISRAELIANA 1967/2001
UN APPELLO ALLA COMUNITĖ INTERNAZIONALE CHE HA COSCIENZA Campagna
di mobilitazione in Italia, in Palestina, in Israele e in altri
paesi lanciata dalla Coalizione internazionale di Donne per una
Pace Giusta - La RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA SITUAZIONE
IN MEDIO ORIENTE del 17 mmaggio 2001 - uno spazio dibattiti.
Appuntamenti: 3-10 giugno 2001 - Le Donne in nero saranno nuovamente
in Palestina per un altra settimana di iniziative insieme ad israeliani
e palestinesi in occasione dell'anniversario dell'occupazione militare
israeliana. L' 8 Giugno prevista una iniziativa delle Donne Coalizione
per la Pace
In questa lettera: - Liberta' e diritto di espressione in Italia:
la Feltrinelli di Milano impedisce la distribuzione della Risoluzione
UE sul medio oriente - Anche la Francia vendera' ad Israele aerei
radiocomandati - Ultime da Gaza: "nuove regole" o violazioni?
INFORMAZIONE E REPRESSIONE - FERMATE DALLA POLIZIA ITALIANA 4
PERSONE In Italia c'e' ancora la liberta' di espressione o il nuovo
corso fa gia' vedere i suoi effetti? Se lo sono chiesto alcuni attivisti
di Milano di Salaam Ragazzi dell'olivo e dell'associazione Italia
- Palestina. E lo chiedono ai parlamentari italiani ed europei ed
anche alla direzione delle Librerie Feltrinelli . E' in corso in
Italia una "settimana della letteratura israeliana" sponsorizzata
e finanziata dall'Ambasciata di Israele e promossa dalle Librerie
Feltrinelli (Giangiacomo si sta rivoltando nella tomba ? ). C'e'
chi sostiene che la cultura possa essere asettica e avulsa dal contesto
politico. Non lo crediamo e sicuramente non in questo caso, vista
la presenza ingombrante dell'Ambasciata rappresentante di quel governo
Sharon che sta massacrando i palestinesi. E non e' asettica la presenza
di David Grossman, le cui posizioni contro i palestinesi e i rifugiati
sono state espresse pubblicamente insieme agli altri due "fenomeni
culturali" israeliani, Amos Oz e A.B.Yehoshua. Un Grossman introdotto
al dibattito di Milano da quel "campione" di parzialita' che si
chiama Lorenzo Cremonesi, ex corrispondente da Israele per il Corriere
della sera, i cui servizi ci sembravano non molto pertinenti con
la letteratura. Ma veniamo a quanto successo. Proprio per le presenze
"politiche" citate, gli attivisti volevano esporre al pubblico un'altra
voce che ricordasse come quello scrittore ( e ancor di piu' l'Ambasciata
israeliana) avesse un ruolo non secondario rispetto al dramma palestinese.
Lo si voleva fare intervenendo nel dibattito e distribuendo il testo
della risoluzione del Parlamento Europeo sulla situazione in Palestina
approvata nei giorni scorsi. Risoluzione quindi di una istituzione
parlamentare e sovranazionale, non un libello terroristico. Un gruppo
di poliziotti lo ha impedito, fermando 4 persone appena messo piede
nella libreria dove si sarebbe svolto il dibattito, senza che avessero
fatto alcunche'. I 4 sono stati identificati e trattenuti per circa
un'ora. Sono stati sequestrati i volantini con la risoluzione usando
metodi verbali e fisici assolutamente sproporzionati alla situazione.
Un'azione repressiva messa in atto contro cittadini italiani che
non avevano espresso alcun atteggiamento di disturbo o "pericoloso"
per l'incolumita' del pubblico. Ci sembra importante riportare l'avvenimento
non solo perche' si valuti l'opportunita' di un intervento politico
e istituzionale ma soprattutto per richiamare ancora l'attenzione
di chi ci legge sulla necessita' della controinformazione e del
contrasto alle iniziative propagandistiche e strumentali che le
autorita' israeliane sono cosi' brave a mettere in campo, ammantandole
sotto varie spoglie e trovando la complicita', a volte inconsapevole,
di soggetti italiani. In questo caso ci risulta difficile pensare
all'ingenuita' delle Librerie Feltrinelli. A loro non ci resta che
chiedere , in una situazione come quella attuale nei Territori Occupati,
perche' scegliere un partner come lo Stato di Israele e un personaggio
cosi' schierato politicamente. Non siamo per gli equilibrismi e
non sosteniamo che ad un israeliano vada sempre affiancato un palestinese
per par condicio. Diciamo che la letteratura palestinese,come tutte
le arti palestinesi, debole, senza soldi, emarginata nel mondo,
ha bisogno di essere conosciuta come sostegno alla cultura e alla
storia di un popolo a rischio di distruzione e in Italia la Feltrinelli
avrebbe potuto fare questa operazione, piuttosto che affiancarsi
agli occupanti e agli assassini di Stato. (di Lino Zambrano)
Gli Stati Uniti hanno fornito ad Israele i potentissimi cacciabombardieri
F-16 e, dopo che quest'ultimo li ha usati (per la prima volta dopo
il 67 Israele ha infatti attaccato i territori palestinesi con aerei
da guerra), se ne sono lamentati. Purtroppo molti paesi hanno accordi
di fornitura di armi letali ad Israele, ad esempio la Francia. La
politica economica segue sempre e solo le sue regole...cosi', mentre
il parlamento europeo ha finalmente detto la sua sul conflitto che
si consuma quaggiu' con un'apposita risoluzione, uno dei suoi stati
membri piu' importanti fa accordi sporchi. Ma a voi non sembra un'assurdo
controsenso?? La Francia firma un accordo con Israele per la vendita
di aerei radiocomandati da guerra "Aquila 1" per un valore di 50
milioni di dollari, riporta il Jerusalem Post. L'aereo ha un raggio
d'azione di 1000 chilometri e un'autonomia di volo di 30 ore. L'accordo
e' stato duramente condannato da padre Stephane Joulain della congregazione
cattolica "White Father" con una lettera al console francese a Gerusalemme.
Occorre chiedere al governo francese (in passato sempre attento
agli equilibri politici nel medio oriente ma che con Jospin ha gia'
deviato da questa linea) direttamente e tramite l'Unione Euorpea,
i governi e le associazioni europee di bloccare tale accordo , che
fornira' a Israele altre armi che non avra' scrupoli ad usare rendendo
sempre piu' difficile la situazione nella regione.
Gaza: 21.05.2001 La giornata e' cominciata molto presto a Gaza
oggi, all'una e mezzo di questa notte, quando gli elicotteri e i
carri armati israeliani hanno compiuto la loro ennesima missione
distruttrice. Obiettivi: un'officina meccanica, una fabbrica di
marmo e una libreria. Perche'? perche' l'officina e' potenzialmente
un luogo dove possono essere costruiti i mortai. E perche' la libreria
e la fabbrica di marmo? perche' semplicemente erano nei paraggi.
Come erano nei paraggi le varie case che sono state colpite dai
proiettili da 800 mm sparati dalle mitragliatrici pesanti posizionate
sugli elicotteri. E, intanto che c'erano, gli elicotteri hanno colpito
ancora le solite sedi di Forza 17 (il servizio di sicurezza di al-Fatah).
Ma la ritorsione e l'attacco continuano. Per tutta la mattinata
si sono registrati attacchi con carri armati e razzi dagli elicotteri,
nella citta' di Gaza, a Khan Yunis e a Qarara. Proprio a Qarara,
dove sono stati occupati e confiscati circa 40.000 ettari di terreno,
sono ancora in corso scontri tra le forze d'occupazione e residenti
palestinesi che cercano di impedire la distruzione (e l'occupazione)
di altri ettari di terreno. Intanto al campo profughi di al-Burej
altre due persone hanno perso la vita sotto i colpi dei soldati
israeliani.
"Nuove regole" o "gravi violazioni"? Questa mattina ci siamo recati
al check point di Tuffah, che marca il confine tra Khan Yunis e
l'area di Mawasi, strettamente controllata dall'esercito israeliano
ed ermeticamente chiusa ai non residenti da 7 mesi. Come al solito,
per visitare i beneficiari del nostro progetto, abbiamo chiesto
il permesso per entrare nell'area alle autorita' di competenza,
l'ufficio di coordinamento israelo-palestinese per l'amministrazione
delle aree B, con almeno quattro giorni di anticipo. In questi mesi
e con questa pratica, siamo entrati sempre senza molte difficolta'
nell'area, ma stamattina il soldato di turno ci ha fermati negandoci,
dopo un'ora di attesa, l'ingresso. Il motivo era che da OGGI c'e'
una nuova regola: TUTTI i non residenti CIVILI devono chiedere NECESSARIAMENTE
i relativi permessi di ingresso all'area di Mawasi al referente
di turno israeliano, responsabile del "Dipartimento internazionale
dell'ufficio di coordinamento per l'amministrazione delle aree B".
Al telefono tal funzionario, che e' un militare, e' apparso molto
agitato dicendoci che lui non era informato della nostra visita
ma non ha parlato di "nuove regole". Nelle aree B, l'amministrazione
CIVILE e' PALESTINESE, e pertanto se l'amministrazione MILITARE
(che e' ISRAELIANA), non adduce motivi che puo' provare, e che riguardano
strettamente la sicurezza, per negare l'ingresso ai CIVILI gia'
AUTORIZZATI DA CHI DI COMPETENZA ad entrare nell'area, commette
ancora una volta una grave VIOLAZIONE DEGLI ACCORDI DI OSLO. Inoltre
il problema risulta essere interno all'ufficio di coordinamento
israeliano: i palestinesi hanno fatto il loro lavoro informando
l'ufficio circa i permessi concessi e fornendo i dati riguardanti
persone e mezzi autorizzati. E prova di cio' e' il fatto che al
check point i soldati sapevano perfettamente quanti e chi eravamo
e con quali mezzi eravamo li'...qualcuno li aveva dunque informati
e aveva fornito i nostri dati e costui non era certo un palestinese,
poiche' questa gestione ha delle regole gerarchiche molto evidenti.
L'accaduto sembra percio' essere specchio di un tentativo di nascondere
da un lato la confusione e la disorganizzazione dell'ufficio israeliano
di coordinamento per le aree B a Gaza, e dall'altro di espropriare
ai palestinesi un altro diritto, quello cioe' di gestire amministrativamente
le aree affidate loro fin dai lontani accordi di Oslo. (C.P.)