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e' ospitato a quest'indirizzo: http://web.tiscali.it/intifada2000/
Appuntamenti: il 18-19 giugno 2001 a Roma, alla Facolta'
di Ingegneria dell' Universita' di Roma "La Sapienza" IL CONFLITTO
PALESTINA-ISRAELE: PER UNA PACE GIUSTA E SOSTENIBILE Seminario Internazionale
promosso e organizzato dal Gruppo di lavoro Palestina-Israele afferente
al Comitato "Scienziate e scienziati contro la guerra"
Ieri 8 giugno 2001 in occasione del 34^ anniversario dell'occupazione
israeliana della Palestina, movimenti e associazioni hanno manifestato
e promosso iniziative in 144 citta' del mondo aderendo all'Appello
delle Donne della Coalizione per la Pace per una Campagna Internazionale
- Stop all'occupazione israealiana 1967-2001.
Cercate in libreria EMERGENZA PALESTINA, Diario della seconda intifada
(PROSPETTIVA EDIZIONI), di Marco Grazia con una prefazione di Tano
D'Amico. I primi cinque mesi di Intifada, raccontati da uno di noi.
Lo trovate in tutte le librerie.
in questa lettera: - il blocco per l'Universita' di Birzeit - gli
insediamenti israeliani in Palestina: segreti e bugie
COME FACILE A BIRZEIT MARINARE LA SCUOLA (F.B.) Da sabato scorso
la strada per Birzeit interrotta da un posto di blocco israeliano
che ormai sembra essere diventato permanente. Alle macchine impedito
di passare, i pedoni, invece, possono attraversare quella terra
di nessuno tra le due jeep israeliane che bloccano il traffico:
circa 200 metri su e gi per la collina. La solita storia, ma con
qualche inquietante dettaglio in pi. Sabato: la strada era completamente
chiusa a qualsiasi tipo di passaggio, che fossero autoveicoli o
pedoni. Prevedibile, conoscendo la ben nota politica israeliana
di punizioni collettive, condannate ma forse ve lo avevamo gi
detto - dalle leggi internazionali. Il risultato stato: niente
lezioni per gli studenti di Birzeit. Domenica e luned: seppure
con difficolt e solamente a piedi, stato possibile muoversi e
viaggiare da Ramallah a Birzeit e viceversa. Il risultato stato:
niente lezioni per gli studenti di Birzeit, perch domenica il
fine settimana e luned era una festivit musulmana. Marted: secondo
una logica facilmente intuibile, il passaggio tra Birzeit e Ramallah
era permesso solo in un senso. Chi da Birzeit voleva andare a Ramallah
poteva farlo, ma chi invece avesse voluto recarsi a Birzeit da Ramallah
poteva pure scordarselo. Il risultato stato: niente lezioni per
gli studenti di Birzeit che hanno aspettato invano e per ore con
alcuni professori che la chiusura venisse sospesa e fosse reso possibile
il passaggio. A nulla valso lintervento del preside dellUniversit
Hanna Nasser, che ha cercato invano un dialogo con i soldati israeliani.
Al mio passaggio, e al passaggio di altri viaggiatori, era in corso
una leggera sassaiola contro i soldati che stavano rispondendo con
sparuti colpi di arma da fuoco. Da dove venissero i colpi e dove
mirassero, nessuno voleva chiederselo, limportante era arrivare
ai taxi parcheggiati dallaltra parte nellattesa di passeggeri
per Ramallah. Qualcuno ha protestato contro i ragazzi, sgridandoli
perch tiravano sassi mentre passava gente di una certa et e bambini
piccoli. La risposta dei ragazzi stata che ormai erano l da due
ore e invano avevano tentato di passare. Dallaltra parte della
strada parecchie decine di studenti, ragazze e ragazzi, aspettavano
cercando di capire se gli israeliani fossero intenzionati ad aprire
il passaggio oppure no. La notizia arrivata anche in Italia, ma
naturalmente mancavano quei piccoli dettagli: che la chiusura
sembrava essere una misura punitiva non giustificabile contro gli
studenti di Birzeit, che giugno la fine del semestre scolastico,
periodo in cui terminano le lezioni, ci sono gli esami, gli studenti
si laureano. Un periodo delicato nella vita accademica dei ragazzi
palestinesi. Non stato detto che queste ulteriori chiusure, che
si aggiungono alle precedenti numerose, danneggiano seriamente le
attivit delluniversit, che costretta a ritardare tutti i programmi.
Quello che non stato detto che non cՏ stata nessuna manifestazione
degli studenti, ma che semplicemente stavano aspettando di poter
andare Birzeit. Quello che non stato detto che gli israeliani
hanno sparato agli studenti anche senza la presenza di una minaccia,
senza che ci fosse un lancio di sassi. Ma che gli israeliani sparavano
a vista sui ragazzi che tentavano di passare per la collina e sugli
altri forse per scoraggiarli a farlo. Sono tornata a Birzeit alle
sette di sera, e il posto di blocco era ancora l, cos come i giovani
che speravano ancora di poter rientrare a Birzeit. Questa volta,
il passaggio per Birzeit era permesso alle donne e agli uomini con
pi di 45 anni. Qualcuno tra i ragazzi che abitavano a Birzeit ed
erano bloccati a Ramallah aveva deciso di fermarsi da amici in citt,
il resto aveva portato un materasso al posto di blocco e aspettava
seduto con la schiena appoggiata ai grossi blocchi di cemento che
gli israeliani avevano messo in mezzo alla strada. Marted sera
arrivata la notizia che forse gli israeliani avrebbero alleggerito
la morsa dei territori: gli studenti di Birzeit ringraziano.
LA FALSITA' DELL'INCREMENTO NATURALE (di Lino Zambrano) E' dei
giorni scorsi la notizia diffusa da Peace Now secondo cui il governo
Sharon-Peres (Nobel ricordate?) ha gia' costruito 15 nuove colonie.
Allora vorremmo fare un riepilogo della situazione. Dal 1993 ( Oslo
1) i coloni nei territori occupati sono passati da 112.000 a 200.000
( + 80 % ) escludendo Gerusalemme est dove ce ne sono altri 180.000.
Solo nel 1999 con il governo Barak ( ricordate l'uomo delle grandi
concessioni? ) c'e' stato un aumento del 7,5% mentre l'incremento
naturale annuo risulta del 1,8%. I coloni hanno a disposizione 145
colonie e in 9 di queste e' concentrato il 50%(100.000). Da una
ricerca del 1997 risulta che per il 47% c'e' una motivazione economica
al risiedere nelle colonie; mentre per il 27 % pesano motivi ideologici/religiosi.
Il 30% dei coloni ha comunque una casa di proprieta' all'interno
dello stato di Israele. Si puo' dedurre che la voglia di colonizzare
e' legata a fattori economici dato che le sovvenzioni in denaro
e servizi fornite dal governo israeliano sono enormi. Altro che
crescita naturale, e' una precisa scelta politica, piu' terra si
occupa con le colonie maggiore e' la merce di scambio nelle trattati
ve. L'8 dicembre 2000 il quotidiano israeliano Yediot Aharonot ha
pubblicato un sondaggio tra gli israeliani da cui risulta che il
60% non e' mai stato in una colonia negli ultimi 5 anni; l'82 %
non sa esattamente dove sia la colonia di Kiriat Arba ( quella famosissima
per la concentrazione di fondamentalisti e fanatici) mentre solo
il 16% ha familiari nelle colonie. Cio' conferma il fatto che nelle
colonie vengono mandati i nuovi immigranti dell'est, i fanatici
che tornano apposta dall'estero o intere famiglie che non lasciano
nessuno alle spalle. E cio' vuol dire che anche da questo punto
di vista non vi e' una necessita' di espansione per incremento naturale.
Ma veniamo agli ultimi giorni e al No israeliano di bloccare la
costruzione di colonie chiesto sommessamente dal rapporto Mitchell.
Come ricordavamo prima la crescita in Israele tra la popolazione
ebrea e' dell' 1,8 %. Secondo indagini delle associazioni pacifiste
israeliane al momento ci sono almeno 9.500 unita' abitative vuote
e il ministro delle costruzioni ha dato il permesso per costruirne
ulteriori 7.000. Se ci fermiamo alle 9.500 esistenti e vuote possiamo
dire che con queste ( tenendo conto dell'incremento naturale 1,8%
, dei coloni esistenti 380.000, del numero delle perone per famiglia
n.5 in ogni unita' abitativa abbiamo un eventuale necessita' naturale
di 1300 unita' annue) possono stare a posto per i prossimi SETTE
ANNI !!!!! Ma allora Sharonperes/Peressharon non sanno fare di conto
? non crediamo. Siamo convinti che ancora vogliono calpestare le
risoluzioni internazionali e portare avanti il loro sogno sionista.
Sta a tutti noi buttarli giu' dal letto!!