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Da qualche tempo non parliamo della Rai TV. Mercoledi
27 giugno alle 22.45
e' andato in onda il solito TG3. Come sempre dopo
varie amenita' italiane e'
stato trasmesso un servizio su Palestina-Israele;
tregua tiene non tiene,
Bush/Sharon, mama non mama, ecc. ma il bello e'
giunto alla fine. La
conduttrice da studio ha detto : "Intanto a Hebron
sono arrivati gli
osservatori internazionali, tra cui carabinieri
italiani e una crocerossina.
Vero ???? Vuoi vedere che gli israeliani hanno accettato
la richiesta
avanzata da mesi per la protezione internazionale
dei palestinesi? e poi a
Hebron ? qualcuno di loro deve aver bevuto troppo......abbiamo
pensato.
Intanto le immagini hanno fatto intravedere un gruppo
con giubotti e la
scritta TIPH !!! Eccoli li', scoperto l'inghippo.
Il TG3, oltre che mandare
servizi di parte, di parte israeliana chiaramente,
e' anche incompetente.
Arrivati gli osservatori ? il TIPH ? ma se quelli
stanno li' dal 1996 a fare
nulla !!! Pardon, non a far nulla, a farsi far portare
alle discoteche di
Tel Aviv a spese dei contribuenti italiani !! Diteci
il nome del
redattore.......che gli diamo una lezioncina!
(Iena Secondo)
Anche stamattina la sveglia e' alle sei, bisogna
affrettarsi per non
rimanere bloccati nel traffico di Deir el Balah,
correre verso il magazzino
a caricare il camion con gli aiuti per "la prigione
dentro la prigione". Ci
spostiamo veloci sulle strade palestinesi torturate
dai carriarmati (ora un
po' nascosti, visto che ci sono gli accordi) per
scoprire subito quale
tipologia di soldato c'e' di guardia nelle solite
garitte grigie di cemento
poste a "controllo" del territorio, eccoci sotto
la prima, passiamo e'
andata bene non c'e' quello che odia le ong e ti
ferma con qualsiasi
pretesto. Sfiliamo veloci lungo il muro costruito
per dividere i buoni dai
cattivi (in ordine coloni e palestinesi) e arriviamo
al semaforo...peccato
e' rosso qualche camionetta militare o qualche colono
sta arrivando e se e'
a meno di un chilometro si fermano tutti (i palestinesi),
loro devono
passare...la macchina passa e un bambino affacciato
urla qualche insulto, ma
e' andata, ora e' di nuovo verde abbiamo strada.
Riscatta il rosso arriva
qualcun altro? no nella seconda garritta c'e' chi
odia le ong; scendo mostro
il passaporto italiano e via, dopo il solito rituale
possiamo prendere di
nuovo la strada per il magazzino.(spesso mi sono
immaginato una situazione
del genere ad un qualsiasi incrocio di Roma...ci
sarebbero molti piu'
scontri di qui) Nel frattempo chiamo il dipartimento
che fornisce "un aiuto
alle ong" per "entrare" a Mawasi sperando che questa
volta il fax inviato
due giorni prima per avvertirli sia arrivato e non
si sia perso
miracolosamente nei meandri telefonici israeliani.
La voce gentile mi
risponde che posso provare a parlare direttamente
con i soldati e semmai
richiamare dopo. Passiamo in magazzino prendiamo
i camion con gli aiuti e
via verso il fatidico checkpoint. Arriviamo e naturalmente
fino alle 9
niente si muove i soldati non fanno entrare nessuno,
neanche i residenti
(gli unici autorizzati a tornare alle loro case).
Li (dove ormai ho speso
molte ore e molte energie per mantenere la pazienza)
fai conoscenza con le
tecniche di repressione.
Premesso che Mawasi e' una zona incastonata tra
i settlement e che e' chiusa
ormai da 8 mesi, e che chiusa significa che solo
i residenti possono
entrare,(un po' come sara' Genova), e che se stai
via piu' di due giorni
(magari per vendere qualcosa al mercato o per andare
in ospedale...) ti
cancellano dalle liste (e addio rientro a casa)
e che e' vietato ai
pescatori di 650 famiglie persino andare a farsi
il bagno al mare, dove il
semplice atto di entrare ed uscire e' faticoso anche
per chi ha fatto della
pazienza un'arte, le tecniche di repressione consistono
nel far "giocare",
soldati non piu' "vecchi" di ventanni, con tutti
e dico tutti,
indistintamente dal sesso o dall'eta', i palestinesi...e
quindi senti
insulti alle ragazze, parole pesanti, forti del
loro potere mandano avanti
indietro le persone chiamandoli e rimandandoli via
anziani, giovani,
giocando con la dignita' della gente. I soprusi
sono all'ordine del secondo,
ogni ora passata li ad attendere il permesso e'
una vera collezione di
umiliazioni di tutti i tipi, con bambin@ anzian@
uomini e donne, solo per
far sentire il potere sulle spalle di questa gente
stanca. Chi e' dietro
quel microfono e' allenato a questo, ogni volta
che mi sono trovato li' non
ho mai trovato lo stesso atteggiamento nei diversi
soldati.
Questi soldati si arrabbiano molto quando qualcuno
non risponde ai loro
ordini e noi avendo piu' o meno uno status diverso
(cioe' a noi non
potrebbero sparare...ma mai insistere troppo) a
volte ce lo permettiamo, ma
non per vendetta o chissa' che cosa solo per poter
fare il nostro lavoro e
cioe' portare gli aiuti in quella prigione a cielo
aperto, dove circa 11.000
persone sono tenute agli arresti domiciliari. Comunque
anche oggi non si e'
entrati, e' saltato fuori un altro pretesto e bisogna
ricominciare la
trafila, niente aiuti a Mawasi oggi, magari se va
bene dopodomani si
entra...non credete ai giornali dove si dice che
gli israeliani non vietano
l'ingresso agli aiuti umanitari, come questa ce
ne sono tante altre di
storie su tutta la piccola palestina.
(G.D.L.)