AGENTI PATOGENI ISRAELIANI

di Benedetto Palombo

 

Mentre in Palestina continua ad infuriare la carneficina israeliana ai danni dei Palestinesi armati al massimo di sassi, un’altra carneficina israeliana, fatte le debite distinzioni, infuria in questi giorni contro i siti palestinesi e non che diffondono notizie e informazioni sulla reale situazione nei Territori.

Insomma Israele, ancora una volta, ha dichiarato guerra a tutti coloro che hanno opinioni differenti rispetto alla sua o a quella americana. Il tentativo in corso e’ di impedire la circolazione di notizie e informazioni che non possono essere opportunamente "epurate", come viene fatto per quelle diffuse dalla CNN, dal NY Times e dalle agenzie stampa "di parrocchia". Paradossalmente per Israele e’ piu’ facile controllare i grandi circuiti mediatici mondiali che non i siti tenuti da singole persone.

Per esempio, in questi giorni molti di noi ricevono una E-mail inviata da un certo Ahmad Mahmud che all’apparenza contiene foto di Palestinesi uccisi dagli Israeliani, ma in realta’ contiene un virus che cancella le direttories di Windows. Un altro simpatico virus e’ quello inviato da un tizio che ha per nick-name "a-ra-Fat".

Inutile dire che inviare virus agli avversari e’ un reato previsto dai Codici degli Stati Uniti e dell’Europa; non sarebbe difficile rintracciare gli autori di simili reati qualora ci fosse una reale volonta’ di farlo.

I modi usati dagli Israeliani per abbattere gli avversari sono fondamentalmente due. Il primo e’ quello di utilizzare una serie di server proxy per camuffare il vero indirizzo IP (Internet Protocol) del server d’origine. Il secondo modo e’ quello di bersagliare un dato server che si trova in un paese "nemico" con una quantita’ ingestibile di E-mail; cio’ e’ sufficiente a mettere fuori uso il server per alcuni giorni se non per mesi. Cio’ che rende appetibile questo secondo modo e’ il fatto che, a differenza del primo, non e’ legalmente perseguibile. Con questo sistema e’ stato per esempio bersagliato il server del sito degli Hezbollah, ma questi avevano gia’ pronti altri server su cui dirottare i dati di cui avevano fatto la copia di riserva (backup) continuando cosi’ a mantenere attiva la pagina web e l’E-mail. In questo modo questo sito ha potuto continuare ad avere da 200.000 a 300.000 contatti al giorno.

Ovviamente a questo stesso trattamento sono stati sottoposti molti altri siti, come www.nasrallah.net, www.hamas.org, www.manartv.com, www.pna.org, www.almanar.com.lb, www.palestine-info.net, www.moqawama.org etc…

A questo punto vale forse la pena ricordare gli indirizzi da cui provengono gli attacchi in questi giorni:

http://www.israel.org/

http://www.idf.il/

http://www.wizel.com/

Da questi siti si possono apprendere con precisione le istruzioni su come mettere knock out i siti del nemico.

Esulando dall’aspetto legale che in questa sede non ci riguarda, ci troviamo di fronte ad un attacco massiccio contro quei media che ci aiutano ad apprendere le notizie in maniera non inquinata e contro la circolazione elettronica di queste notizie.

Insomma, dopo che il Popolo Palestinese e’ stato privato delle proprie terre, dei propri diritti civili, delle proprie carte di identita’ e tanto altro ancora, non possiamo e non dobbiamo permettere che i palestinesi vengano privati anche di quel diritto, non previsto da nessun trattato, per cui il mondo deve conoscere i fatti e i delitti che avvengono nei Territori.

Nel panorama giornalistico e televisivo italiano e’ possibile, facendo gli opportuni slalom, apprendere qualche notizia non troppo inquinata, ma la cosa migliore da fare per coloro che conoscano l’arabo o l’inglese, credo, sia quella di contattare in rete tutte le ONG palestinesi che si trovano in Palestina o altrove e anche le diverse associazioni che si occupano dei problemi riguardanti i Territori.

 

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