Dubbi e certezze

di Israel Shamir*

La discoteca russa , Dolphi, devastata dall'esplosione di venerdi sera, si colloca sulla riva del Manshieh, un quartiere palestinese in rovina di Jaffa, non lontano dalla mia abitazione. Quando i miei figli erano adolescenti, i loro amici avevano l'abitudine di andarci. Sono dei giovan innocenti, arrivati sul litorale palestinese con i loro genitori dopo lo smantellamento dell'Unione sovietica. Quei giovani parlano russo, i loro contatti con i giovani israeliani, ragazze e ragazzi della stessa et, sono molto limitati cos come il loro interesse per ci che accade nel paese. Un certo numero di essi sono biondi, con gli occhi azzurri ed alcuni hanno un look "punk" gi superato e bevono pi del dovuto. Essi stessi si qualificano come "generazione perduta". Pochi sono ebrei secondo i criteri normali di appartenenza. D'altra parte la radio israeliana ha fatto sapere che sarebbe assolutamente impossibile seppellire le vittime nel santuario che rappresenta il cimitero ebraico. Il loro destino nello Stato ebraico non facile: sono tenuti a fare il servizio militare, ma l'esercito si mostra reticente all'idea di far loro pronunciare il giuramento di fedelt sul Vangelo. Se muoiono vengono sepolti al di l de muro di cinta, insieme ai suicidi. Cos come le minoranze druse e circasse, la comunit russa, forte di un milione di persone, non evidentemente una compagna fedele per i sostenitori della supremazia ebraica. I Russi sono oggetto di discriminazione. I loro impieghi, mal retribuiti, non assicurano loro alcuna garanzia di reddito. Pagano degli interessi enormi (tre volte pi alti che negli USA) per dei prestiti che sono loro consentiti a titolo di " sussidio per la sistemazione" o come "aiuto al prestito ipotecario". Un certo numero di Russi battezzano i propri figli, e le belle giovani di questa comunit si sposano spesso con dei Palestinesi. Di fatto, malgrado le regole di separazione, i Russi che si sposano con dei Palestinesi sono numerosi come quelli che si sposano con degli Israeliani. A questo punto, necessario perci sottolineare che le circostanze dell'esplosione restano circondate da una nube di mistero. INFOPAL ha espresso dei dubbi sulla capacit o meno di "qualsiasi movimento islamico" di condurre un'azione cos vigorosa, dato che la maggior parte degli attentati-suicidi di questi ultimi giorni non hanno causato n vittime n gravi danni. Per contro, le forze di sicurezza israeliane hanno la capacit ed i mezzi necessari a provocare, d'un solo colpo, un maggior riorientamento di alleanze nelle comunit russe. Tali forze hanno dato prova di totale assenza di scrupoli nel 1949, quando bombardarono la sinagoga di Bagdad per far precipitare la partenza degli Ebrei irakeni in Israele . Negli anni 90, avevano diffuso voci di imminenti progroms a Mosca, inducendo cos i genitori dei giovani di Dolphi a decidere di partire per Tel-Aviv. D'altronde, Madeleine Albright ha qualificato come "mezzo giustificato" il fatto di uccidere dei bambini non ebrei. Certamente, essa parlava dei bambini irakeni che morivano a causa dell'embargo imposto dagli Stati Uniti, ma a Tel-Aviv i suoi amici hanno saputo trarre le loro conclusioni. Fra qualche anno i Palestinesi chiariranno le circostanze misteriose dell'ondata di attentati suicidi falliti del 2001. Essi scopriranno chi aveva preso di mira la discoteca russa (e perch), oppure i quartieri hassidi pi sfavoriti di Gerusalemme o altri luoghi emarginati. Allora scopriranno le ragioni per cui i soli attentati "coronati da successo" erano quelli che prendevano di mira innanzitutto giovani che in gran parte non erano ebrei. Ma il dubbio cos espresso non il solo. Susanna Scheidt (Italia) s'interroga in modo perfettamente lecito: " Come stato possibile, l'estate scorsa, quando non si prevedeva ancora nessuna intifada palestinese, che i giornali riportassero numerosi articoli secondo i quali, ogni volta che dei Palestinesi si presentavano alla spiaggia di Tel-Aviv, col costume da bagno in borsa, venivano immediatamente individuati e respinti dalla polizia israeliana?" E' possibile che un Palestinese con una borsa sulle spalle possa inserirsi nelle code di una discoteca senza la connivenza dei servizi di sicurezza? A tutt'oggi conserviamo dei dubbi. Vediamo se possiamo trasformarli in certezza. L'anno scorso abbiamo assistito ad una temibile guerra di bande per mettere le mani sui night clubs russi. I contendenti avevano l'abitudine di lanciare delle bombe a mano all'interno dei club concorrenti, ci che finiva con un certo numero di vittime. I proprietari delle discoteche di Tel-Aviv si battevano per lo stesso mercato, con metodi non del tutto civili. Non sarebbe impossibile far capire che l'attacco mortale all'entrata della discoteca russa sia il risultato di una guerra fra bande e non l'atto di un kamikaze palestinese. Un anno fa, la spaventosa esplosione, avvenuta alla stazione della metro moscovita Pouchkine, era stata immediatamente imputata a dei terroristi ceceni. Si saputo in seguito che la stazione venne presa di mira dai fautori di racket, poich i commercianti si erano rifiutati di pagare il pizzo per la protezione. Se dovesse avverarsi che l'attentato sia stato effettivamente opera di una banda rivale, originaria del villaggio accanto a Netania, per esempio, gli aerei delle forze israeliane di difesa lo bombarderebbero? L'esercito assedierebbe Netania? Il Consiglio municipale di Netania sarebbe denunciato come organizzazione terrorista? Niente affatto! Questo metodo di punizione collettiva riservato ai soli Palestinesi. Ci che un errore. Gaza dovrebbe essere trattata nello stesso modo di Netania, Mahmud e Anton dovrebbero avere gli stessi diritti di Doron e Boris. E' fortemente probabile che allora non sarebbero pi fondati i sospetti n i dubbi. Ci conviene impugnare il falso non solo di fronte alle ipotesi premature di una partecipazione palestinese, ma anche di fronte al razzismo che sottende la nozione di sanzione collettiva. Gli Israeliani corrono in fretta in materia. Quando un solo ed unico terrorista ebreo ha ucciso un diplomatico tedesco a Parigi, nel 1938, il governo nazista ha reagito scatenando la "Notte dei cristalli", un proghrom massiccio dove delle centinaia di ebrei trovarono la morte. Quando un terrorista pro-irakeno isolato ha ucciso un diplomatico israeliano nel 1982, il governo israeliano ha scatenato l'invasione israeliana del Libano, che fece quarantamila morti. Questi metodi erano probabilmente in uso all'epoca di Gengis Khan, ma non pi cos oggi. All'indomani dell'attacco suicida, la plebaglia israeliana ha voluto linciare dei Palestinesi e distruggere le moschee di Jaffa. La polizia si opposta alla loro avvanzata e i media israeliani le hanno attribuito un vanto. Per parte mia non vedo alcuna ragione di congratularsi con la polizia: essa sapeva, come noi tutti, che si pu contare sull'esercito israeliano per linciare la folla palestinese. Non vi dubbio su questo: i Palestinesi sono presi di mira semplicemente perch appartenenti allo stesso gruppo etnico del cosidetto terrorista. Nessuno esige "dagli Ebrei" che paghino per le malversazioni di Milken, Rich o Maxwell, n per i massacri perpetrati da Sharon. "Il popolo palestinese" non deve pagare per i misfatti di certi individui. Mentre si pu ancora ragionevolmente dubitare dei lanciatori di bombe, una cosa certa: le sanzioni collettive fondate sulla nozione di etnia costituiscono un crimine contro l'umanit.

(Tradotto in francese da Annie Coussemant e dal francese in italiano da A. Manca)


* Israel Shamir uno degli scrittori e giornalisti israeliani di origine russa fra i pi noti ed i pi rispettati. Ha scritto per Ha'Aretz, la BBC, la Pravda ed ha tradotto Agnon, Joyce e Omero in russo. Vive a Tel-Aviv e pubblica ogni settimana una cronaca in Vesti, il giornale in lingua russa a pi forte tiratura che esce in Israele. I suoi articoli vanno quasi sempre contro corrente per rapporto alle idee che circolano in Israele. L'ultimo, del 3 giugno, rimette in questione ancora una volta le tesi ufficiali.


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