GERUSALEMME OVEST

INCONTRO BAT SHALOM

MANIFESTAZIONE DONNE IN NERO

Venerdì 8 dicembre 2000

 

La mattina dell'otto dicembre siamo andate a Gerusalemme ovest ad incontrare le donne di Bat Shalom of the Jerusalem Link, un' associazione di donne pacifiste israeliane che costituiscono la parte israeliana del Jerusalem Center for Women che abbiamo incontrato ad Al Rahm.

Ci hanno accolto quattro donne del centro con molta emozione perche' in tutte tornava l'immagine forte della presenza di Hagar Roublev, tra le fondatrici delle donne in nero, morta improvvisamente l'estate scorsa in Grecia mentre si trovava in vacanza con Luisa e la famiglia. Hagar ha lavorato nell’ultimo anno al centro e in altri luoghi difficili del mondo per costruire giustizia e possibilita' di convivenza. Erella Shadni, Judith Blank, Yael Cohen ci hanno espresso la loro gioia e la loro approvazione per la nostra iniziativa che già conoscevano e avevano discusso nei viaggi precedenti di Luisa.

Ci parlano della loro visione della situazione, denunciano la politica espansionistica dell'attuale governo di "sinistra" e il ruolo dei media che lavorano contro la pace influenzando anche tutta l'informazione internazionale. Specialmente in questo momento soffrono un grosso isolamento nella loro società ma anche nei confronti di quei gruppi di donne palestinesi che fino alla scorsa estate hanno lavorato con loro, infatti, gli ultimi avvenimenti, in modo particolare l'aumento degli insediamenti permesso dal governo, la repressione israeliana e la divisione nel movimento pacifista israeliano hanno sospeso la possibilta' di dialogo e di cooperazione anche se ultimamente c’è una ripresa di rapporti, soprattutto dopo che vi sono state prese di posizione che distinguevano le responsabilità tra occupati e occupanti.

Erella ci parla dell’esperienza delle femministe israeliane che oggi sono più coinvolte anche nella presenza del movimento per la pace e di alcuni nuovi gruppi di donne che si sono formati in questi ultimi tempi come per esempio New Profile, un gruppo che lavra sul militarismo nella società israeliana.

Stanno organizzando una grande iniziativa di donne per il 29 dicembre per la quale hanno elaborato un documento in nove punti che hanno sottoscritto insieme alle donne palestinesi, cittadine di israeliane in cui chiedono.

  1. la fine dell'occupazione
  2. riconoscimento dello Stato di Palestina ai i confini del 1967
  3. riconoscimento di Gerusalemme capitale di due Stati
  4. Israele deve riconoscere la propria responsabilita' per la guerra del'48 e trovare una giusta soluzione per la questione dei rifugiati politici palestinesi
  5. opposizione al militarismo che permea la societa' israeliana
  6. pari diritti per i cittadini palestinesi di Israele e cittadini isrealiani
  7. pari diritti per le donne e per tutti i residenti di Israele
  8. totale coinvolgimento delle donne nei negoziati di pace
  9. giustizia sociale ed economica per tutti i cittadini di Israele, integrazione nella regione mediorientale

 

Ci chiedono dei nostri incontri con le palestinesi e scambiamo con loro le informazioni che abbiamo avuto e le nostre impressioni, Luisa in modo particolare rilancia le possibilità di inziative comuni che secondo lei possono trovare in questo momento possibilità di attuazione, una prima potrebbe essere quella del Sabato al check point di Al Rahm dove se anche le palestinesi hanno deciso di non partecipare può essere un punto di partenza per organizzare in futuro azioni comuni e si impegna a parlare con alcune palestinesi perchè siano presenti anche se per questa manifestazione in in modo individuale.

Prima di saluturci ribadiscono quanta importanza danno al nostro essere con loro per il sostegno e la partecipazione e per aiutarle a ricreare relazioni con le donne palestinesi e per la rete internazionale delle donne in nero e per diffondere una giusta informazione in Europa. Proponiamo di ricominciare ad organizzare in Italia incontri con la loro presenza e quella di donne palestinesi, se fosse possibile meglio insieme altrimenti, anche di sole israeliane perché ribadiamo come sia importante che le loro voci di pace siano conosciute.

Poi con Judith ed Erella ci avviamo per la consueta manifestazione delle donne in nero.

Venerdi’ ore 13 siamo ad HAGAR SQUARE (PARIS SQUARE) Jerusalem

Arriviamo in Piazza Paris a Gerusalemme ovest, ribattezzata ora Hagar Square, dove tutte le settimane, il venerdi' dalle 13 alle 14 le donne in nero manifestano dal gennaio '88, senza interruzione, contro l’occupazione militare israeliana. Quaranta donne e circa dieci uomini e poi noi donne in nero italiane abbiamo nanifestato con cartelli che dicevano: no agli insediamenti, basta con l'occupazione, basta con l'uccisione dei bambini delle donne e degli uomini palestinesi. Appena siamo entrate nella piazza ci siamo rese conto di un clima di tensione molto forte: un gruppo di ragazzi, uomini e alcune donne stavano facendo una contromanifestazione a fianco della nostra. Anche noi abbiamo esposto i nostri cartelli con scritte in inglese, stop occupation e stop settlements. Immediatamente siamo state investite dalle urla di un altro gruppo di persone, coloni, che si trovavano sul luogo per partecipare al funerale di una donna israreliane uccisa in un insediamento vicino a Hebron. A presidiare la manifestazione solo tre o quattro poliziotti che non potevano in alcun modo fermare la violenza dei coloni alcuni di loro armati con i fucili a tracolla. Dopo le prime urla ci hanno direttamente attaccato e minacciato, strappando i cartelli, rubando i volantini e il materiale informativo di Bat Shalom. In alcuni momenti si e' arrivati anche allo scontro fisico, Luisa Morgantini e' stata colpita ad una gamba dal calcio di un colono,

la scelta è stata però quella di non rispondere alle provocazioni e alla violenza.

Lino Zambrano, un cooperante italiano, e altri uomini israeliani per la pace

Hanno dovuto intervenire per allontanare un uomo che si era avvicinato al nostro gruppo e aveva cercato di tirarci in mezzo alla strada. Scontri fisici sono avvenuti anche tra le donne del Bat Shalom e alcuni coloni che avevano rovinato il loro materiale. Solo a questo punto sono arrivati rinforzi perche' i pochi poliziotti presenti nulla potevano contro una situazione cosi' violenta e non governabile. Alcuni soldati hanno quindi allontanato a forza i coloni e nella colluttazione che ne e' seguita un colono ha avuto un braccio spezzato. Abbiamo sostato nella piazza fino alle 14 continuamente insultate dalla gente che passava e dai coloni che erano rimasti. Ad un certo punto i coloni che seguivano il funerale che aveva sostato di fronte alla casa di Barak sono passati per Hagar Square. Ci sono state trattative e le donne in nero hanno convenuto che nel momento del passaggio del funerale avremmo abbassato i cartelloni per rispetto della donna uccisa. Naturalmente alcune di noi hanno provato paura, ma siamo state rassicurate dalle parole e dall’atteggiamento delle donne israeliane presenti. La situazione per noi era resa difficile dal fatto che non compredevamo quanto veniva urlato attorno a noi. Quando, dopo i saluti, ci siamo allontanate a piedi, abbiamo incontrato due giovani coloni che ci hanno ricoosciute ci hanno inseguite insultandoci e cercando di coinvolgere la gente contro di noi additandoci. Luisa naturalmente era tranquilla e ci diceva di non rispondere, poi all’entrata di Ben Yeuhda visto che i due continuavano ad inseguirci e ad urlare Luisa è andata da due soldati per dire di fermare i due che ci disturbavano. I due soldati non hanno fatto nulla, allora Luisa è andata da altri militari dichiarando di essere parlamentare europea e che avrebbe immediatamente avvertito i parlamentari della Knesset se non li avessero ferma. A quel punto ha funzionato i due sono stati fermati e noi abbiamo proseguito verso la parte est della città. Discutendo tra noi abbiamo colto la rottura all’interno della società civile israeliana e quanto questo provochi preoccupazione e difficoltà di comunicazione tra le donne in nero e altre. In modo particolare abbiamo colto lo scontro tra le donne, attivissime tra i coloni e particolarmente aggressive sono le donne in verde (alcune erano presenti in piazza), cosituitesi in risposta alle donne in nero, hanno anche un sito web. Ci siamo ripromesse di discutere di questo nei prossimi incontri con le donne in nero o altre associazione israeliane.

Marinella, Lara, Luisa, Gabriella, Cecilia, Lalla, Patrizia

 

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