Intervento di Luisa Morgantini

5.9.2001

Signora Presidente, questa mattina non avrei voluto parlare perché in realtà le parole sono più pesanti delle pietre della Palestina. Sono molto stanca di parole non conseguenti ai fatti e comincio a dubitare della forza e della efficacità di questo Parlamento e delle nostre Istituzioni.

 

A volte mi sento come la bambina della favola "Il re è nudo". Tutti sappiamo esattamente quello che sta succedendo. Sharon parla e agisce in modo chiaro, lo dice negli interventi parlamentari: bombardare, uccidere mirando, tra l'altro, ai leader palestinesi, radere al suolo le case, non per demolire solo le case ma con un piano preciso. Se guardate le cartine - e io, dal 23 luglio al 22 agosto, quando sono stata in Palestina e in Israele - ho visto radere al suolo le case là dove vi sono le colonie, per per conquistare più territorio, ho visto l'occupazione della Orient House e la bandiera israeliana issata immediatamente, un gesto puramente colonialista. Sharon continua quindi il suo piano, che è quello di restituire solo il 42 per cento dei territori ai palestinesi, costretti a vivere nei bantustan, senza uno Stato, senza confini. Lo dice chiaro, perchè non crediamo alle cose che Sharon dice esplicitamente?

Perchè si mettono sullo stesso piano occupati e occupanti?

 

Anch'io, come riporta la Ministra del COnsiglio, trovo rivoltante e mostruosa la situazione, ma trovo rivoltante e mostruoso però, a volte, come noi descriviamo i fatti; trovo certamente rivoltanti e criminali le bombe che vengono gettate contro i civili a Tel Aviv, ma credo importante dire che la questione di fondo sia porre fine all'occupazione militare israeliana.l

 

Ho incontrato diverse volte Arafat - l' ultima volta insieme a delegazioni francesi e americane - ci ha detto: "Non chiediamo la luna. Chiediamo il rispetto della legalità internazionale. Questo è quello che chiediamo, e ho accettato tutto, il G8, Sharm El Sheik, Mitchell ". Il piano Mitchell non è stato rifiutato da Arafat ma da Sharon, perché il piano Mitchell prevede la fine degli insediamenti, e gli insediamenti continuano anche oggi. Dietro gli scontri e le violenze in realtà c'è un piano che procede: la crescita delle case demolite e la crescita degli insediamenti. Questo è un ostacolo fondamentale alla possibilità della pace. Ho partecipato con Hanan Ashrawi, Yaser Abed Rabbo, Yossi Beilin, Galia Golan al documento presentato a Ramalah: chiedono pace, una pace giusta. Come la chiedono anche quegli israeliani coraggiosi e che difendono I diritti di tutti che, insieme a me e a tanti altri, sono stati a dormire nelle case palestinesi bombardate a Beit Jala.

 

L'Europa deve sicuramente agire! Ringrazio il Commissario Patten per le cose che ha detto e condivido la proposta che l'onorevole Galeote ha fatto per rinforzare colà la nostra presenza politica. Ritengo veramente essenziale che siano inviati osservatori internazionali, ma ancora una volta chi li rifiuta è Israele, perché non dirlo? Perchè non farlo pesare ? Il dialogo è fondamentale per la la pace, ma il rispetto del diritto e dei diritti umani lo sono altrettanto e non vanno separati.

 

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