PALESTINA - BALSAM

MONITOR PALESTINA: newsletter n. 17 del 21 MARZO 2002

http://www.monitorpalestina.supereva.it

monitorpalestina@gaza.net

In occasione della partita tra la squadra del Milan e l’Hapoel Tel Aviv alcune associazioni milanesi di solidarietà con la Palestina organizzano

un presidio per la pace e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese giovedì 21 marzo alle ore 18

presso il centro sociale Il Cantiere via Monte Rosa 84,

con successivo spostamento verso lo Stadio Meazza di San Siro

per volantinare.

(definitivamente confermato!)

.

INDICE

1) METTIAMO FUORIGIOCO SHARON. GIOVEDÌ 21 MARZO 2002 IN OCCASIONE DELLA PARTITA MILAN-HAPOEL TEL AVIV (comunicato stampa)

2) METTIAMO FUORIGIOCO SHARON. GIOVEDÌ 21 MARZO 2002 IN OCCASIONE DELLA PARTITA MILAN-HAPOEL TEL AVIV (volantino)

3) IL SITO DEL FORUM PALESTINA

4) MONITORAGGIO CORRIERE DELLA SERA 1 GEN - 31 GENNAIO 2002

5) PRC E PALESTINA: UN ORDINE DEL GIORNO

6) PERLE DI SAGGEZZA

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METTIAMO FUORIGIOCO SHARON. GIOVEDÌ 21 MARZO 2002 IN OCCASIONE DELLA PARTITA MILAN-HAPOEL TEL AVIV (comunicato stampa)

Comunicato stampa

In occasione della partita tra la squadra del Milan e l’Hapoel Tel Aviv alcune associazioni milanesi di solidarietà con la Palestina organizzano

un presidio per la pace e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese.

Ritrovo Giovedì 21 marzo 2002 ore 18 presso il centro sociale Il Cantiere via Monte Rosa 84, poi ci sposteremo verso lo Stadio Meazza di San Siro per volantinare.

METTIAMO IN FUORIGIOCO SHARON

Per il ritiro dell’esercito israeliano dai territori occupati palestinesi

Per la presenza delle forze ONU a protezione delle popolazioni

Due Stati per due popoli con Gerusalemme capitale di entrambi

Milano 18 marzo 2001

Salaam Ragazzi dell’Olivo comitato di Milano; Comitato di appoggio alla resistenza palestinese, Donne in Nero di Milano; Action for Peace Milano; Ass.Italia-Nicaragua di Milano, Associazione di Amicizia Italia Palestina, Farid Adly (presidente Associazione Culturale Mediterraneo), Monitor Palestina, ..Circolo Quarto Stato PRC (Milano, Gallaratese).

2) METTIAMO FUORIGIOCO SHARON. GIOVEDÌ 21 MARZO 2002 IN OCCASIONE DELLA PARTITA MILAN-HAPOEL TEL AVIV (Volantino da distribuire)

METTIAMO IN FUORIGIOCO SHARON !

In soli 18 mesi oltre 1000 civili uccisi , il 20 % sotto i 18 anni; centinaia le case distrutte, decine di migliaia gli alberi abbattuti; colpiti ospedali, ambulanze, scuole; centinaia di migliaia i disoccupati, fabbriche e uffici distrutti.

Tragedie quotidiane si consumano in Palestina. Paura, disperazione, rabbia, umiliazioni ma anche 350 ufficiali dell’esercito israeliano che dicono NO all’occupazione.

Calciatori, tifosi, cittadini milanesi , SE NON ORA QUANDO ?

Un gesto per chiedere

Il ritiro dell’esercito israeliano dai Territori Occupati palestinesi

 

La presenza delle Nazioni Unite a difesa dei civili

 

Due Stati per due popoli con Gerusalemme capitale di entrambi

 

Smantellamento di tutte le colonie

Sosteniamo il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e quello dei pacifisti israeliani a manifestare il dissenso alla politica militare del governo di Sharon-Peres

Questa partita è per la vita !

Salaam Ragazzi dell’Olivo comitato di Milano; Comitato di appoggio alla resistenza palestinese, Donne in Nero di Milano; Action for Peace Milano; Ass.Italia-Nicaragua di Milano, Associazione di Amicizia Italia Palestina, Farid Adly (presidente Associazione Culturale Mediterraneo), Monitor Palestina, .Circolo Quarto Stato PRC (Milano, Gallaratese).

Cicl. in prop. 21-3-2002 PRC Quarto Stato, via Appennini 173, Milano

3) IL SITO DEL FORUM PALESTINA

http://www.arcipelago.org/palestina/intifada_fino_alla_vittoria.htm

Un sito ricco di documentazione e strumento di lavoro prezioso per gli attivisti della causa palestinese.

Si tratta di coloro che hanno organizzato la grand emanifestazione dei 50.000 di Roma del 9 marzo a sostegno dell’Intifada.

Consultatelo, utilizzatelo, intervenite.

Rappresenta quella parte degli attivisti italiani che riconosce l’intifada come leggittimo esercizio del diritto, riconosciuto dalle convenzioni e risoluzioni internazionali, alla resistenza da parte del popolo paelstinese contro l’illegittima occupazione legale israeliana.

In sostanza si stabilisce una analogia tra la lotta deii partigfiani antifascisti che liberarono l’Italia dall’occupazione straniera e quella del popolo palestinese.

Si tratta di una parte militante che vede crescenti adesioni alle proprie tesi.

Segnaliamo in particolare la preziosissima sezione sul boicottaggio dei prodotti israeliani, già partita da tempo e con successo in Francia e in Gran Bretagna (dove ha anche aderito, tra le molte personalità, la nota atttrice Emma Thomson).

4) MONITORAGGIO CORRIERE DELLA SERA 1-28 FEBBRAIO

a cura di renzodife@inwind.it

VEN 1 FEB PAG 12 GUIDO OLIMPIO

(...) esponenti della difesa e un gruppo di generali della riserva, guidati dal superfalco effi eitan "fein", hanno proposto una massiccia invasione dei territori palestinesi. (...) il progetto di eitan - che comunque rappresenta una minoranza estremista - contempla la rioccupazione dei territori, l'eliminazione dell'autorità palestinese e, secondo alcuni, l'uccisione di arafat. (...)

è corretto dire "territori palestinesi", ma... non vuole dire nulla se non si aggiunge che si sta parlando delle zone A, autonome, come dagli accordi di oslo 93.

la "massiccia invasione", o la "rioccupazione", di queste zone non è altro che una palese violazione degli accordi presi da parte di israele.

questo non viene denunciato e in più con quel "il progetto di eitan (...) contempla la rioccupazione dei territori" si vuole dare per scontato che i "territori" (ora non più anche "palestinesi") in questione siano liberi, mentre ci si dimentica di ricordare come la occupazione militare della cisgiordania e della striscia di gaza prosegua ininterrotta da 35 anni.

si continua deliberatamente a parlare di "territori" e/o di "territori palestinesi" senza entrare nello specifico, i primi sono territori occupati nella guerra del 67, i secondi sono le zone A autonome situate all'interno dei territori occupati.

questo mese per 37 volte!! un record.

(...) ieri due estremisti sono stati uccisi durante un fallito attacco a un bus nella striscia di gaza. (...)

michele giorgio su "il manifesto" lo stesso giorno:

(...) due palestinesi uccisi a gaza dall'esercito mentre cercavano di colpire un convoglio. (...)

(...) un alto funzionario del governo ha rivelato che israele non ha mai approvato formalmente il cosiddetto piano mitchell, il pacchetto che prevede la fine dell'infifada e il congelamento delle colonie come primi passi di un processo politico.

così finisce l'articolo.

...fa piacere che anche il nostro giornalista si sia accorto, leggermente in ritardo, del rifiuto israeliano al piano mitchell, ma dovrebbe fare ammenda per tutte le volte che ha scritto che il suddetto piano fosse fallito o per l'intransigenza di arafat, o per la sua incapacità a fermare i "terroristi", o per non aver accettato il periodo di "calma assoluta" per una settimana (o due o tre come chiedeva ripetutamente sharon), ecc...

SAB 2 FEB PAG 14 GUIDO OLIMPIO

(...) ma intanto (sharon, ndr) deve vedersela con un boicottaggio più spinoso. quello dei 50 ufficiali e soldati della riserva che si rifiutano di servire nei territori occupati perchè testimoni di brutalità (...) a favore dei riservisti invece amy ayalaon, ex capo degli 007 (shin bet): "ogni soldato ha il dovere di rifiutarsi di obbedire a ordini palesemente illegali. (...) quando uccidiamo dei bimbi disarmati, vuol dire che i soldati hanno ricevuto disposizioni illegali". (...)

- i riservisti, in netta prevalenza ufficiali, fin dall'inizio erano 53;

- al 2 febbraio (cioè oggi) erano 104;

- non hanno proprio detto che siano stati "testimoni di brutalità"..., ma, tra le altre cose, "che non continueremo a combattere per dominare, espellere, affamare e umiliare un intero popolo";

- non si coglie l'occasione per denunciare che israele ha ratificato le numerose leggi internazionali a difesa dell'infanzia e che, con i ferimenti o le uccisioni di minorenni che avvengono quasi quotidianamente, continua a non rispettare;

- non si coglie l'occasione per denunciare l'esistenza del famigerato decreto militare n. 132 che autorizza i soldati israeliani a sparare a bambini di età superiore ai 12 anni...e voglio aggiungere: come si può pretendere di far determinare ad un soldato l'anno di nascita di un bambino attraverso il mirino di un mitragliatore??

MAR 5 FEB PAG 13 GUIDO OLIMPIO

(...) gli sforzi ruotano attorno ad una iniziativa diplomatica che punta su: accordo ad interim; proclamazione dello stato palestinese "entro poche settimane" su un area che comprende il 40-45% dei territori; il destino delle colonie e di gerusalemme dovranno essere discussi in futuro. si tratta ovviamente di idee tutte da discutere. i palestinesi non sorridono certo e sharon ha ribadito che non vuole essere vincolato a scadenze. (...)

il chiaro tentativo israeliano di rinegoziare la risoluzioni dell'onu n. 242, ritiro dai territori occupati nel 67 compresa gerusalemme est, la ininterrotta colonizzazione di territorio occupato militarmente vietata dalla IV convenzione di ginevra, ridotte ad un "idee (...) da discutere" ....per di più "ovviamente"...

GIO 7 FEB PAG 13 GUIDO OLIMPIO i numeri li ho aggiunti io

1 - (...) un estremista palestinese ha attaccato la colonia di hamra, nella valle del giordano, uccidendo 4 israeliani e ferendone altri 7 in modo grave. (...)

2 - (...) un kamikaze, con indosso una cintura esplosiva, è salito su un pullman in servizio tra gerusalemme e la colonia di male adumin. (...)

3 - (...) e ad aumentare l'angoscia giunta la notizia dell'arresto, nel centro di israele, di due palestinesi trovati in possesso di una cintura esplosiva. (...)

vorrei farvi notare come anche la geografia possa servire a dire e non dire...:

1 - "la colonia di hamra, nella valle del giordano", certo, è vero, ma non si fa notare che la valle in questione è in cisgiordania, territorio occupato;

2 - "in servizio tra gerusalemme e la colonia di maAle adumiM": la strada che percorre il pullman è in cisgiordania, territorio occupato;

3 - "arresto, nel centro di israele"...ma anche la strada del pullman, se si ha presente la zona, è NEL CENTRO DELLA CISGIORDANIA...e questa strada è una by-pass road costruita illegalmente, che collega gerusalemme con un insediamento ebraico costruito illegalmente, secondo la IV convenzione di ginevra che vieta la colonizzazione di territorio occupato militarmente...

(...) tensione sempre forte a gaza dove i militari hanno ucciso un palestinese di 16 anni. (...)

il "palestinese di 16 anni" è soprattutto un minorenne ed è desolante la totale mancanza di particolari riguardo il fatto: cosa stava facendo la futura vittima? i soldati come si sono comportati? quale fonte di informazione ha riferito dell'uccisione? siamo di fronte alla versione israeliana o cos'altro?

VEN 8 FEB PAG 15 GUIDO OLIMPIO articolo sulla strage nella colonia di hamra

hamra (valle del giordano)

così comincia l'articolo, ...e si ripete la mezza verità.

LUN 11 FEB PAG 9 trafiletto non firmato

6 febbraio

un commando palestinese attacca la colonia di hamra, nella valle del giordano: uccisi un militare di guardia, una donna e la figlia disabile.

- gio 7 si parlava di estremista e non di commando;

- la colonia illegale di hamra si trova nella valle del giordano in cisgiordania, territorio occupato.

ALESSANDRA FARKAS intervista zbigniew brzezinsky, ex consigliere di jimmy carter.

D.: "il generale zinni ha affermato che arafat si è "comportato da boss mafioso". che cosa pensa di tale affermazione?"

R.: "zinni ha esplicitatamente negato di aver mai fatto una tale affermazione che quindi è un'invenzione. non bisognerebbe ripeterla se non si è sicuri che l'abbia detta veramente."

- si menziona una bufala risaputa e smentita da zinni su tutti i mezzi di informazione nel periodo, e quindi anche da questo giornale;

- ci si fa riprendere dall'intervistato con quel "non bisognerebbe ripeterla...";

- nonostante tutto si pubblica lo stesso la domanda e la risposta...(odio viscerale per la censura o amore sconfinato per le gaffe??);

- che dire...sorprendente.

MAR 12 FEB PRIMA PAGINA

sopra il titolo: (...) estremisti assaltano due carceri dell'autorità di arafat: liberati capi islamici

alla fine dell'articolo: (...) evasione portata a termine, invece, a hebron, dove i dimostranti hanno assalito le guardie e liberato diversi estremisti in carcere.

quindi: prima estremisti che liberano capi islamici, poi dimostranti che liberano estremisti...

PAG 9 GUIDO OLIMPIO

(...) assalto riuscito, invece, a hebron, dove i dimostranti hanno travolto le guardie e liberato numerosi estremisti islamici. (...)

ora, i dimostranti, liberano estremisti islamici...

MER 13 FEB PAG 13 GUIDO OLIMPIO

(...) arafat si anima alla domanda "perchè è fallito camp david". alle sue spalle c'è una grande foto della spianata delle moschee, con attorno la città vecchia di gerusalemme. usa la gigantografia come una mappa. "non c'è stato fallimento ma loro mi hanno chiesto cose inaccettabili". punta il dito sul quartiere armeno. "gli israeliani pretendevano di controllarlo. non potevo certo tradire gli armeni". e giocando con le parole , dice: "sapete, il mio vero nome è yasser arafatian".

lorenzo cremonesi il 29 ottobre 2001:

"arafat ha scherzato: - a barak dissi che un mio nome è arafatian, rappresento anche gli armeni - ma le sue parole riaprono le domande di un anno fa: perchè rifiutò?".

oggi, come allora, si continua a descrivere arafat incontentabile e bizzoso facendo credere che rifiutò le "offerte generose di barak" a camp david e che il tutto sia naufragato per piccoli ed inutili cavilli pretestuosi di arafat.

riportare la battuta di spirito di arafat riguardo al destino del quartiere armeno tra le "cose inaccettabili" e, visto che nell'articolo non ne vengono menzionate altre, come unico motivo del rifiuto della parte palestinese e/o fallimento di camp david, è fuorviante: il rifiuto palestinese è riguardo al tentativo israeliano di rinegoziare le ris. onu in merito (242 - 194), di annettersi ufficialmente la zona municipalizzata intorno a gerusalemme, di non evacuare tutte le colonie ebraiche, di non lasciare liberi confini allo stato palestinese, ecc...

GIO 14 FEB PAG 11 GUIDO OLIMPIO

titolo: incursione israeliana, uccisi cinque palestinesi

sottotitolo: mini-invasione a gaza a caccia dei missili di hamas. (...)

(...) sembra di essere nell'estate dell'82 in libano, alla vigilia dell'invasione. (...) invece siamo nel febbraio 2002, in israele. e una mini-invasione c'è stata. colonne di tank e ruspe israeliane sono entrate ieri all'alba nella striscia di gaza. i soldati hanno occupato il villaggio di beit hanoun, imponendo il coprifuoco e arrestando una ventina di sospetti. poi con la notte hanno iniziato a ritirarsi. (...)

- il non rispetto degli accordi di oslo 93 da parte israeliana diventa qui "incursione" e "mini-invasione";

- il villaggio di beit hanoun, nel febbraio 2002, è nella striscia di gaza;

- scrivere che l'esercito è entrato "ieri all'alba nella striscia di gaza" fa presumere che i militari israeliani siano partiti da israele, ... voglio ricordare che l'esercito israeliano è tuttora presente nella striscia di gaza (ne controlla circa il 40%) e che, se ieri c'è stata questa "mini-invasione", nel 67 avvenne la SUPER-INVASIONE.

- la IV convenzione di ginevra impone all'esercito occupante il rispetto della popolazione sotto occupazione militare.

VEN 15 FEB PAG 12 GUIDO OLIMPIO

titolo: agguato ai coloni a gaza, tre morti

ancora sangue a gaza. tre israeliani hanno perso la vita in una trappola tesa da estremisti palestinesi nei pressi della colonia di netzarim. (...)

i "tre morti" e i "tre israeliani" erano soldati all'interno del carro armato saltato per aria sopra una potente mina palestinese, come viene così spiegato più avanti nello stesso articolo, ma perchè, allora, iniziare con "tre israeliani hanno perso la vita in una trappola..."?

SAB 16 FEB PAG 12 ALESSANDRA COPPOLA

(...) per la prima volta i palestinesi sono riusciti a portare a termine un attentato contro un tank (e non uno qualunque, ma un merkava 3, il gioiello dei blindati israeliani), uccidendo tre uomini a bordo. (...)

- gli attentati si attuano nei confronti di civili e/o di infrastrutture, quello in questione è un attacco militare;

- i "tre uomini a bordo" erano soldati.

- vedete la differenza: attentato - uomini

attacco militare - soldati

MAR 19 FEB PAG 10 GUIDO OLIMPIO

kamikaze a ondate, questa è la tragica quotidianità di israele. un primo attentatote suicida si è fatto saltare vicino a un posto di blocco sulla strada che da gerico porta a gerusalemme. (...) due ore dopo un secondo kamikaze ha attaccato un convoglio nei pressi di kissufim, a gaza. (...) un palestinese è stato invece ucciso mentre cercava di infiltrarsi in una colonia sempre a gaza. (...)

- la strada da gerico a gerusalemme è in cisgiordania (non israele), territorio occupato;

- kissufim, appunto, è a gaza, (non israele) territorio occupato;

- "una colonia sempre a gaza", (sempre non israele) sempre territorio occupato! lo scrive pure, ma all'inizio dell'articolo si parla di "tragica quotidianità di israele"...

MER 20 FEB PRIMA PAGINA

sopra il titolo: kamikaze e rappresaglie nei territori

titolo: un giorno di guerra, 14 morti in israele

i "territori" sono territori occupati.

PAG 9

si pubblica, per descrivere le notizie riguardo i 14 morti, una cartina della palestina.

compaiono israele, la cisgiordania e la striscia di gaza, con evidenziate le zone in cui sono avvenuti gli scontri mortali: tutti gli scontri sono avvenuti in cisgiordania e la striscia di gaza, non uno in israele...si usa la stessa tattica di ieri, facendo credere che gli scontri avvengano all'interno dei confini di israele.

di fianco alla cartina, la prima scheda esplicativa sull'attacco palestinese a ein arik:

sei israeliani restano uccisi ieri sera in un attacco in cisgiordania. tre i feriti. le vittime sono cadute in un agguato nei pressi del villaggio di ein arik, a nord ovest di ramallah.

erano sei soldati, israeliani, di un check-point.

SAB 23 FEB PAG 12 GUIDO OLIMPIO

(...) la revoca delle restrizioni di movimento imposte, dal 3 dicembre, ad arafat. ma sharon si è opposto: "non se ne parla, per ora resta a ramallah". l'arresto da parte della polizia palestinese dei killer del ministro zeevi - la condizione chiave posta dallo stesso premier - non è sufficiente. è la legge del bazar.

così finisce l'articolo.

non si perde mai un occasione per definire arafat inaffidabile e doppiogiochista, ma quando è sharon chiaramente a rimangiarsi la parola, come in questo caso, ..."la condizione chiave...", diventa "la legge del bazar"...

LUN 25 FEB PAG 10 GUIDO OLIMPIO

(...) il ministro degli esteri (shimon peres, ndr), insieme al suo collega della difesa ben eliezer, aveva infatti perorato la completa libertà d'azione per arafat, assediato nel suo palazzo dal 3 dicembre. (...)

michele giorgio, su "il manifesto", il giorno dopo

(...) domenica il governo di ariel sharon aveva deciso di togliere l'assedio all'ufficio di yasser arafat ma di tenere ancora confinato nella città, con il voto favorevole del premio nobel e ministro "pacifista" shimon peres, il presidente palestinese. (...)

devoto oli - perorare: sostenere con impegno, calore e convinzione, per ottenere consensi o suscitare adesione.

un articoletto non firmato

sopra il titolo: visita a gerusalemme

titolo: hillary clinton: "colpa di yasser"

hillary clinton non ha dimenticato il no palestinese al summit di camp david. la ex first lady americana e oggi senatrice, nel corso di una breve visita in israele, ha confermato il severo giudizio del marito su yasser arafat: "ha fallito come leader perchè non ha saputo dominare le forze della violenza e del terrorismo". (...)

michele giorgio, su "il manifesto", il giorno dopo

(...) hillary clinton, che due giorni fa ha visitato israele allo scopo di affermare che la "colpa di tutto" è dei palestinesi. (...) nei mesi scorsi ha anche sostenuto la raccolta di fondi per rifornire di caschi e giubbotti anti-proiettili i coloni israeliani che occupano terre palestinesi. (...)

ci si dimentica di far notare che il "no" di arafat era riferito al tentativo israeliano di rinegoziare a proprio favore, le risoluzioni dell'onu in merito: ritiro dell'esercito ai confini pre-guerra del 67, rientro e/o indennizzo ai profughi del 48, gerusalemme capitale dei due stati, ecc...

MAR 26 FEB PRIMA PAGINA

titolo: israele vuole trattare, i kamikaze sparano

PAG 10 GUIDO OLIMPIO

israele ha risposto con un invito al dialogo all'offerta - pace totale in cambio del ritiro dai territori - presentata dall'arabia saudita. (...) il principe ereditario saudita abdallah (...) in un lungo colloquio con il new york times ha affermato: ci impegnamo a una normalizzazione dei rapporti con israele in cambio di un completo ritiro dai territori arabi occupati nel 67, (...). termine che intende il golan (siriano), le zone ad ovest della linea verde (palestinesi) e la striscia di gaza.

queste non sono nient'altro che il contenuto di parte delle risoluzioni dell'onu, rifiutate da israele a camp david nel luglio 2000, eppure, in prima pagina, si titola con un "israele vuole trattare".

...israele vuole sempre "trattare" e non rispettare le risoluzioni dell'onu, non è una novità.

e per la precisione: le zone sono ad EST della linea verde.

poi di seguito:

una posizione non nuova arricchita però da elementi importanti: il riconoscimento della sovranità di israele sul muro del pianto e la possibilità di scambi di territori (per consentire il mantenimento sotto la bandiera israeliana di blocchi di colonie attorno a gerusalemme e lungo la linea verde). un piano simile a quello elaborato da clinton e alle proposte dell'israeliano barak (naufragato nell'estate del 2000 a camp david quando arafat rifiutò). ma la novità oggi sta nel fatto che siano i sauditi a rilanciarlo. furono proprio i sauditi - si dice - ad aver spinto arafat a dire di no. (...)

- attenzione, "per consentire il mantenimento sotto la bandiera israeliana di blocchi di colonie attorno a gerusalemme", da per scontato che le suddette colonie siano annesse ad israele, si sta parlando della zona municipalizzata unilateralmente annessa nel luglio 80 dalla knesset.

un mese dopo il consiglio di sicurezza ha rifiutato e condannato tale autoannessione.

- appunto, "una posizione non nuova"!! si è già vista a camp david, negoziati "naufragati" per il "rifiuto" di arafat ad una rinegoziazione delle ris. dell'onu.

non conoscevo la posizione saudita in merito...e la fonte di provenienza è relegata ad un "si dice".

un altro articolo a firma GUIDO OLIMPIO

(...) ma lo strangolamento continua a distanza. con la miriade di check-point che cingono come un cappio le principali città palestinesi. (...) pochi giorni fa sei militari sono stati falciati a ein arik, a nord di ramallah, da due militanti che li hanno sorpresi nella loro postazione. uno sbarramento in una gola stretta, in pieno territorio palestinese. a presidiare il nulla e a costringere gli abitanti di decine di villaggi a lunghe attese. (...)

- il "pieno territorio palestinese" sono i territori occupati.

- "a presidiare il nulla", ...ma come, allora questi check-points a cosa servono?

- ...ah, si, a "costringere gli abitanti di decine di villaggi..." ...ma i check-points non sono intorno alle "principali città palestinesi"...?? cingono anche decine di villaggi...??...un pò più di chiarezza non sarebbe risultata sgradita.

GIO 28 FEB PAG 10 GUIDO OLIMPIO

(...) gli scontri hanno raffreddato i commenti locali alla proposta saudita: ritiro israeliano dai territori occupati nel 1967 in cambio di una normalizzazione dei rapporti con il mondo arabo. (...) una fonte vicina al premier sharon ha gelato tutti: israele non accetterà mai di tornare ai confini del 1967, non rinuncerà a gerusalemme e ritiene le proposte fatte a camp david "non più sul tavolo". (...)

la "fonte vicina" non fa altro che ripetere quello che sharon va dicendo da quando ha vinto le elezioni (primavera 2001) e cioè che la parte palestinese si può scordare le "generose offerte" di barak (già descritte ampiamente sui miei monitoraggi).

niente di nuovo sotto il sole.

5) PRC E PALESTINA: UN ORDINE DEL GIORNO

Ordine del giorno approvato all’unanimità al congresso del Circolo Quarto Stato del PRC di Milano (Gallaratese) il 16 marzo 2002 (presenti 27 iscritti su 31). Ripropone, in modo letterale, le parole scritte dal Segretario nazionale Fausto Bertinotti su Liberazione domenica 24.02.2002 (p. 3) e sabato 9.03.2002 (p. 2).

Palestina, solidarietà e impegno per la pace

Bisogna fare in fretta, trasformare la denuncia e l'indignazione in azione immediata, perché la situazione sta precipitando, essendo chiaro il tentativo di Sharon di decapitare il popolo palestinese della propria rappresentanza politica e istituzionale e ridurre quindi la questione palestinese a un problema di terrorismo.

In ciò Israele è appoggiata dagli Usa, il cui comportamento è anche finalizzato a trovare sostegni in vista di una nuova possibile e prossima inziativa militare nei confronti dell'Iraq. L'Europa intanto tace, oppure balbetta.

Le nostre parole d’ordine sono contro la guerra e il neoliberismo, contro i meccanismi perversi della globalizzazione capitalistica, contro il dominio di pochi e le profonde disuguaglianze del mondo.

Si era detto che la cosiddetta guerra infinita contro il terrorismo internazionale, avrebbe consentito di risolvere quelle situazioni di sofferenza di cui il terrorismo si alimenta, prima fra tutte la questione palestinese. È vero il contrario, il falco Sharon, con la sua logica guerrafondaia e terroristica, utilizza il clima determinato dallo stato di guerra globale per scatenare la sua offensiva contro i palestinesi e per chiudere qualsiasi spiraglio di dialogo.

Diciamo con forza che il massacro che ogni giorno di più infiamma i Territori Occupati e la stessa Israele trae origine da un'occupazione militare di territori invasi da un esercito straniero che deve essere ritirato, come più volte ribadito dalle risoluzioni dell'Onu. Ci riconosciamo in una piattaforma che chiede:

- all'Europa e all'Onu, di inviare nei territori palestinesi forze di interposizione e di pace per impedire le violenze sulle popolazioni civili e per imporre la fine delle operazioni belliche e il rafforzamento delle relazioni con la legittima autorità palestinese;

- ritiro dell'occupazione militare e civile israeliana dai territori occupati,

- riconoscimento dello stato palestinese indipendente e sovrano (due stati per due popoli),

- Gerusalemme capitale dei due stati, quello palestinese e quello israeliano,

- il rientro dei profughi palestinesi.

Sono straordinarie, in questa situazione drammatica e angosciante, la lucidità e la lungimiranza dell'autorità palestinese nel riproporre una soluzione generale del conflitto che si fa carico sia delle aspirazioni del popolo palestinese che delle esigenze di pace, stabilità e sicurezza che danno una risposta per un futuro diverso anche al popolo israeliano. Ed è veramente fondamentale, per la medesima prospettiva della pace, la sponda pacifista e democratica in Israele.

La strada di Sharon è devastante per i palestinesi, è porta al vicolo cieco, al baratro della guerra totale, anche il popolo israeliano. Va valorizzata la disobbedienza civile di centinaia i riservisti richiamati al fronte che rifiutano di andare in armi nei territori occupati.

Si tratta di una iniziativa di disobbedienza civile di straordinario coraggio. Un no alla guerra pronunciato da chi si riconosce nelle istituzioni israeliane e le ha servite con dedizione e lealtà e che oggi si rifiuta di imbracciare le armi in una guerra di invasione.

Vi sono ebrei israeliani democratici che lanciano un appello per il boicottaggio, come per il Sudafrica dell'apartheid.

Occorre dare continuità ad ogni iniziativa dal basso di solidarietà ed impegno per la pace quali le manifestazioni del 27 febbraio Bruxelles, quella del 9 marzo a Roma, le delegazioni di pacifisti ed esponenti di associazioni e movimenti di solidarietà, coordinati da Action for Peace che raggiungono periodicamente Israele e la Palestina.

Va intensificata la pressione per l'invio di osservatori internazionali, anche ai fini di proteggere le popolazioni civili, per mettere in campo tutti gli strumenti di pressione politica, economica e diplomatica di cui si dispone.

Il movimento contro la globalizzazione deve farsi carico di tutto ciò portando la propria azione entro i territori occupati.

È necessario lottare per questi obiettivi fondamentali per la pace nel mondo intero, cominciando a praticarli in tutte le condizioni e i modi possibili. Proprio qui, dentro le ferite aperte da questa crisi di civiltà, siamo chiamati a costruire un nuovo mondo possibile.

6) PERLE DI SAGGEZZA

Dall’opera del noto studioso statunitense Thomas Cleary, La saggezza del Profeta — i detti di Maometto, Oscar Mondadori, Milano 1999, che scrive: "la nostra opera presenta racconti sul Profeta che ne illustrano la profonda saggezza e l’elevata visione".

Aiuto

Il Profeta disse: "Aiutate ogni vostro fratello, oppresso od oppressore che sia".

Qualcuno gli domandò: "O Messaggero di Dio, va bene aiutare un fratello oppresso; ma come possiamo aiutarlo se è un oppressore?".

Il profeta rispose: "Fermandolo".

Terre rubate

Il Profeta disse: "Chiunque si appropri illegalmente di un pezzo di terra verrà sprofondato nel giorno della sua resurrezione a una profondità pari a sette volte l’ampiezza della terra".

I debiti del ricco

Il Profeta disse "Non è giusto che un ricco rimandi il pagamento dei suoi debiti".

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