Lettera Palestina

Lettera del 24 novembre 2001

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Nella lettera : MATTANZA - COMUNICATO DI GUSH SHALOM - AMNESTY e UNICEF DENUNCIANO TORTURE - ARRESTATO UN MEDICO - UN ARTICOLO DI HAIDER ABDUL SHAFI - 29 NOVEMBRE


MATTANZA CINQUE BAMBINI UCCISI DA UNA MINA ISRAELIANA ; UN BAMBINO UCCISO DA UN PROIETTILE ISRAELIANO ; TRE UOMINI UCCISI DA UN MISSILE ISRAELIANO; DUE DONNE E UN UOMO UCCISI DA PROIETTILI ISRAELIANI AD UN POSTO DI BLOCCO ISRAELIANO, tutto in 24 ore: questa e' la sospensione della violenza da parte israeliana. E la violenza dei palestinesi ? forse la violenza e' quella di esistere !! ma, in coscienza, chi potra' condannarli se reagiranno in modo "violento" ? MUHAMED NAIM AL-ASTAL, 14 ANNI; AMR AL-ASTAL, 13 ANNI; ANIS IDRIS AL-ASTAL, 12 ANNI; MUHAMED SULTAN AL-ASTAL, 12 ANNI ; AKRAM AL-ASTAL, 6 ANNI. In una trasmissione televisiva la responsabile di Emergency ci ricordava che quel pseudo esperto militare di Andrea Nativi ha affermato che la gente in Afganistan non deve andare a "paciugare" tra le bombe a grappolo inesplose se non vuole lasciarci la pelle. CINQUE bambini a Khan Younis sono andati a "paciugare" su una mina messa apposta li' da soldati israeliani poche ore prima. CINQUE figli di una stessa famiglia mentre andavano a scuola sono saltati in aria perche' Israele voleva colpire i "terroristi". E li ha colpiti perche' per il governo israeliano TUTTI i palestinesi, donne, anziani e bambini, sono terroristi. Ma il governo e il parlamento italiani pensano la stessa cosa ? Non abbiamo sentito parole di commozione. Vorremmo pero' sentire piu' alta la voce del popolo italiano , della sinistra, dei democratici, dei pacifisti; ma anche dei vari D'Alema e Fassino, Vespa e Costanzo, sempre pronti a versare lacrime in altre occasioni. Le prime notizie parlavano di una cannonata, poi di proiettile di carroarmato inesploso. Infine e' venuta fuori la notizia della mina, riportata dalle agenzie internazionali e dalla stampa israeliana poi confermata dal governo israeliano che ha espresso "rincrescimento". Invece la Tv e giornali come laRepubblica cosa hanno detto e scritto ? Il balconista inviato RAI Longo, nei Tg della sera ha fatto riferimento al proiettile inesploso presentando la cosa come un incidente, che sono cose che capitano in un conflitto come questo, che sia chiaro la violenza e' di entrambe le parti e infine quasi accusando l'autorita' palestinese di non aver bonificato in tempo la zona. Il giorno dopo, quando la notizia della mina era nota, nulla , nulla di nulla, nei Tg non si e' parlato della Palestina. Ieri, sempre nel servizio del balconista, si e' detto del missile sparato sui tre uomini (con la solita enfasi che erano terroristi!), ma nulla sui morti al posto di blocco e tantomeno e' stata corretta la notizia sul proiettile inesploso diventato mina. Ormai notizia vecchia, che bisogno c'era di dire la verita', solo e unicamente la verita' ? e poi non c'erano neanche immagini, quindi di fatto la notizia non esiste, come quella dei tre uccisi a sangue freddo dai soldati israeliani giorni prima. Possibile che nessuno in commissione di vigilanza o gli stessi dirigenti RAI possano intervenire ? Ma anche l'altro campione di correttezza informativa che e' la Repubblica, con il suo Enrico Franceschini, ancora ieri mattina nel sito web parlava di "proiettile" e non di mina. Sul giornale cartaceo nulla. Incidente, morte accidentale, questi alcuni commenti del governo degli Stati Uniti, di politici e giornalisti. Come se fosse accidentale morire su una mina piazzata in un'area affollata come un campo profughi, vicino una scuola. Questo non e' terrore, questo non e' omicidio premeditato ? non chiediamo la pena di morte, come altri cosidetti civili vogliono e praticano altrove, ma qualcuno processera' mai i colpevoli israeliani ? Immaginiamo che anche il Vespa Bruno non abbia fatto alcuna trasmissione "straordinaria". In effetti cosa c'e' di straordinario ? Cinque bambini in piu' dopo i quasi duecento ammazzati in un anno non fanno notizia. Ma vedrete come fara' notizia la vendetta gia' annunciata da gruppi palestinesi e che purtroppo per loro sembra l'unica via per avere l'attenzione internazionale. Come spesso facciamo vogliamo farvi leggere cosa scrive una parte degli israeliani: 23/11/2001 Comunicato stampa di Gush Shalom - Blocco della Pace, associazione israeliana "L'esplosione che ha tolto la vita a cinque bambini non e' stato un incidente. La morte di quei bambini sulla strada della scuola arriva a poche ore da un incursione di un commando di soldati israeliani. I soldati sono arrivati di notte come riportato da testimoni palestinesi e dalla radio e Tv israeliane. Probabilmente a quei giovani soldati e' stato detto che dovevano combattere il terrorismo. Ma non e' terrorismo piazzare esplosivo vicino un campo profughi dove bambini passano ogni giorno per andare a scuola? Cio' che piu' sconvolge della morte di quei bambini - tutti della stessa famiglia- e' il fatto che sia successo il giorno dopo aver visto alla televisione israeliana gli enormi sforzi della polizia palestinese nella striscia di Gaza per fermare ogni possibile violenza. Era come se dicessero: guarda signor Powell facciamo il massimo per soddisfare le tue richieste. Ma ora come possono calmare la gente del campo profughi di Khan Younis dove vivevano i bambini ? Gia' durante la manifestazione dopo i funerali dei bambini c'e' stato un altro morto: un ragazzo di 15 anni - forse mentre tirava sassi - e' stato ucciso dal fuoco dell'esercito israeliano. Cio' prova ancora una volta che solo un controllo internazionale puo' fermare il circolo di violenza e contro-violenza, vendetta e contro-vendetta. Il mantenimento delle regole del gioco deve essere protetto da un arbitro credibile e riconosciuto."


Amnesty International in un rapporto da Ginevra accusa Israele di praticare la tortura contro i prigionieri palestinesi e chiede l'intervento delle Nazioni Unite. L'UNICEF invece in un altro rapporto presentato a Parigi denuncia maltrattamenti su circa 160 minori palestinesi tra i 12 e i 18 anni detenuti nelle carceri israeliane. Diverse le testimonianze riportate che raccontano di percosse e intimidazioni psicologiche. Non sarebbe un dovere di informazione riportare queste notizie da parte del balconista RAI ?


Il 19 novembre gli israeliani hanno arrestato il direttore di una ONG palestinese che lavora nel settore della salute, Ahmad Maslamani, medico. Non vi sono notizie sulla sua sorte , l'avvocato non ha potuto incontrarlo. Abbiamo avuto modo di conoscere Maslamani perche' ha lavorato con alcune ong italiane e possiamo assicurare che mai ci e' sembrato un "pericoloso terrorista". Ma ormai basta esprimere le proprie idee, in Israele come negli USa o in italia per essere considerato tale. Le Ong palestinesi hanno deciso di inviare la seguente lettera al responsabile dell'agenzia delle Nazioni Unite presente a Gerusalemme. Vi invitiamo a farlo anche voi. To: unsco@palnet.com Subject: letter to UN regarding the arrest of Dr.Maslamani Dear Mr. Larsen, In the morning of 19 November, the Israeli security forces arrested the director of the Palestinian NGO "Health Work Committees", Dr. Ahmad Maslamani, outside his home in Jerusalem. Until now, we have no idea as to the reasons for his detention or where he is being held. His lawyer has been denied visitation privileges. Dr. Ahmad Maslamani is not only the leader of one of the largest Palestinian non-governmental organizations working in health and development in Palestine, but is also well known for his efforts and dedication in advocating for a civil society in Palestine. He is a member of the Jordanian Medical Association and, for several years, was chairperson of its Jerusalem branch. The arrest of Dr. Maslamani represents a severe setback in the building of a civil society in Palestine and constitutes a breach of the most basic human and civil rights. We kindly request you to advocate with the Israeli authorities for the immediate release of Dr. Maslamani. firma, luogo e data


Riportiamo la traduzione di un articolo di Haider Abdul Shafi, sulla situazione politica palestinese. Shafi era capodelegazione palestinese a Madrid nel 1991 e una delle voci piu' autorevoli nel panorama politico palestinese Alcune posizioni politiche espresse negli ultimi giorni riempiono il mio cuore della speranza che si possa uscire dallo stato di silenzio e indifferenza che pervade la societa' palestinese e affrontare con attenzione, serieta' e efficacia la portata della dura realta'. La mia posizione non puo' definirsi una terza corrente tra l'Autorita' palestinese e l'opposizione islamica. Vorrei mettere in evidenza che la mia posizione e' stata indipendente sin da quando e' nato il mio interesse nella nostra causa nazionale. Non ho mai aderito ad una forza o blocco politico. La mia opposizione all'accordo di Oslo non e' stata una posizione partigiana ma di principio e obiettivita' , probabilmente confermata dagli eventi. Sempre la mia preoccupazione e' stata quella di vedere una seria trasformazione democratica nella societa' palestinese, e questa e' la cosa piu' importante che possiamo fare. Ho paura che senza una trasformazione democratica noi non possiamo affrontare le minacce correnti. Noi dipendiamo tuttora da fattori esterni sul come affrontare queste minacce. Democrazia significa innazitutto legge, rispetto dei diritti umani e di coscienza e un effettivo uso dei fondi pubblici. Questo richiede ordine e disciplina , necessari per ogni realizzazione. Abbiamo lanciato vari richiami e appelli sul bisogno di rimettere in ordine la casa palestinese. Il processo di costruzione della democrazia non e' nato dopo la diminuzione degli aiuti finanziari e per lo stato di caos e indifferenza che prevalgono nella societa' palestinese. Ho partecipato alle elezioni generali del gennaio 1996 nonostante la mia opposizione agli accordi di Oslo perche' speravo che quelle elezioni avrebbero condotto all'aspirata trasformazione democratica. Sono dispiaciuto che questa speranza non sia stata realizzata perche' il consiglio legislativo palestinese non ha assunto le sue responsabilita' nazionali con fermezza. Si e' proseguito su una strada che non riflette i nostri interessi. I negoziati per applicare gli accordi di Oslo hanno fornito una buona copertura alle violazioni israeliane sul terreno come la nota strategia colonizzatrice e dei fatti compiuti, che e' la strategia di base del movimento sionista. Il rimanere al tavolo della trattativa ha dato alla comunita' internazionale la scusa per ignorare la sua responsabilita' di fronte alla sfacciata aggressione israeliana contro il popolo palestinese e alle violazioni delle convenzioni internazionali. Il fatto che la autorita' palestinese non abbia indirizzato la spontaneita' dell'Intifada, non abbia dato rilievo alle caratteristiche positive dell'intifada e non abbia organizzato l'aiuto per alleviare le difficolta' economiche dei cittadini palestinesi, con la possibilita' di non aver nulla alla fine di tutto cio', significa che la situazione e' minacciata al punto che tutto questo sangue e sacrificio potrebbero rilevarsi inutili. La logica di richiedere di unirsi in un comando di unita' nazionale che includa tutte le fazioni politiche con il compito di adottare decisioni per far fronte alla realta' dell'intifada e' quella di mantenere l'unita' nazionale. Gli eventi hanno provato che questo comando di unita' nazionale e' importante. Questo compito non ha nulla a che fare con gli accordi di Oslo. Non credo che l'autorita' palestinese sia legittimata dagli accordi di Oslo. La legittimita' dell'Autorita' Palestinese e' basata sul nostro diritto all'autodeterminazione. In ogni caso non vedo ragione perche' cio' costituisca ostacolo per costituire un comando di unita' nazionale. Ammetto di non essere sicuro che tutte le fazioni sul terreno concordino con la mia insistenza per un comando di unita' nazionale. Comunque penso che la migliore alternativa sia la riforma dell'attuale Autorita'. Devo dire che abbiamo chiesto questa riforma ma nessuno ci ha ascoltato o dato attenzione. Forse altri dovranno prendersi la responsabilita' di promuovere e domandare ancora una volta di perseguire questo obiettivo. Gli eventi dell'11 settembre e quello che e' successo dopo ci possono assistere in questa strada. giornale Al Quds 18 Novembre 2001


Il 29 novembre sara' l'annuale giornata internazionale di solidarieta' con il popolo palestinese indetta dall"assemblea dell'ONU con la risoluzione 32/40 del 1977. Ci saranno iniziative a New York, Ginevra e Vienna presso le sedi ONU. Pensiamo che altre iniziative in Italia saranno opportune vista la situazione. Per altre informazioni : http://www.un.org/depts/dpa/ngo/cttee.htm