GAZZETTA DI PARMA, Lunedì 26 febbraio 2001

BORGOTARO - Una decina di carri e tante maschere simpatiche hanno divertito il numeroso pubblico

Coriandoli e sorrisi nel vento gelido

La banda ha guidato la sfilata con i musicisti in divisa da pagliacci e le parrucche colorate

La sfilata a Porta Portello con la banda in testa

La sfilata a Porta Portello

BORGOTARO - Nasi lunghi, corti e a patata. Occhi truccati, guance rosse e orecchie come Topolino o allungate alla Roger Rabbit, dentro ai vestiti cuciti dalle sarte del posto. E dietro, un polverone di coriandoli, lanciati verso il cielo agitati dal vento delle nostre montagne. Un vento freddo, che ha accompagnato la lieve nevicata di questo fine settimana.

Ma a Borgotaro, nonostante l'aria gelida, il Carnevale è ritornato per le strade: per le vie periferiche, passando dal Ponte di San Rocco fino alla piazza, davanti al "Firenze", intorno ai giardini e sulla strada principale del centro, via Nazionale. Lì, bande di bambini, cowboy, indiani, cinesi, superman e diavoletti con la coda hanno fatto festa, mentre la sfilata riscaldava l'atmosfera. A guidare la carovana mascherata, la banda del paese, per l'occasione in divisa da pagliacci, con le parrucche rosse, gialle e azzurre. Di seguito, la bellissima trovata dei borgotaresi travestiti da strumenti musicali: il pianoforte, la tromba, l'arpa, e il leggio. E, una decina di carri, circondati da gruppi tradizionali, attuali e divertenti, come gli eretici condannati dalla Santa Inquisizione e la simpatica messinscena di alcune ragazze ricoperte da una pelliccia a chiazze bianche e nere: "Non siamo pazze, ma siamo vacche".

Oppure, a scopo sociale, con vere e proprie provocazioni: è il caso del Ponte di Sugremaro, caduto per due volte e non ancora recuperato; è il caso del Fratello, portato in sfilata da due amanti, divisi da un Passo, che dovrebbe unire Borgotaro e La Spezia. Casi portati in piazza o meglio in sfilata, con la speranza che almeno l'ironia possa sensibilizzare un intervento tempestivo. Insomma, un Carnevale che ha coinvolto più generazioni, in compagnia dei Puffi, di Braccio di Ferro, della balena di Pinocchio, degli M&MS e della zucca di Cenerentola. E come nella favola del pifferaio magico, dietro alla carovana l'intero paese e gli abitanti della vallata. Un appuntamento molto atteso e non solo dai bambini, perché ha riunito famiglie, anziani e numerosi gruppi di giovani, elettrizzati da un Carnevale senza età:

"E' una tradizione storica - spiega italo Ravenna dell'associazione Carnevale Borgotarese - ma da dodici anni si fanno carri di cartapesta. Quest'anno in collaborazione con l'associazione culturale Emanuelli abbiamo pubblicato un libro sulla storia del Carnevale borgotarese: le fonti dimostrano che risale al Settecento, con maschere fatte in casa che venivano chiamate "sabbioni", in quanto venivano riciclati vestiti vecchi, anche da lavoro. Si riprendevano scenette a livello locale, personaggi e leggende della vallata. Una tradizione che prosegue in questo nuovo Millennio: da un paio di anni abbiamo deciso di seguire il tema della fantasia per coinvolgere anche i bambini e non solo di satira locale. E per gli organizzatori diventa sempre più un lavoro impegnativo. Ci siamo messi in moto alla fine d'agosto per quanto riguarda la fase organizzativa, e a ottobre per la fase operativa. I carri sono rigorosamente di cartapesta: c'è una fase di progettazione a tavolino, in cui si decide il tema; poi vengono fatti i disegni preliminari e poi si costruisce la struttura in ferro, tenendo presente le misure dell'impalcatura per passare nelle vie del nostro paese che sono piuttosto strette. La struttura viene ricoperta in rete e applicati più strati di cartapesta, fatta con i ritagli di giornale e colla, di farina e acqua."

La banda di Borgotaro in gruppo

La banda di pagliacci

L'associazione è formata da venti persone, che si occupano dei vari aspetti organizzativi: "In realtà, intorno al Carnevale gravitano settecento persone mascherate - dice Mirco Carretta -: basti pensare che l'intero allestimento comprende otto carri e nove gruppi a piedi e le due bande, quella di Borgotaro in testa e quella di Bedonia in chiusura alla sfilata. Il nostro Carnevale inizia giovedì grasso e dura dieci giorni fino al martedì. E c'è gente che per l'impegno assunto prende le ferie sul lavoro. Senza dimenticare il pubblico che viene a guardare la sfilata: nella prima domenica c'erano quattro mila persone, mentre nella seconda c'erano tremila persone. E molti sono stati bloccati dal freddo. E' una festa animata dall'allegria, per stravolgere completamente la vita normale. Abbiamo organizzato spettacoli all'interno del teatro, appuntamenti gastronomici con pasta fritta, castagnole e salume, "chiacchiere" mignon e "padeletti" di mele e castagne ovvero le frittelle tipiche del nostro Carnevale.

Ci si ritrova a casa degli amici per una cena abbondante oppure per una merenda da fuori orario e si balla, si balla fino a notte tarda, anche per le strade e nei bar. Praticamente una piccola Venezia: abbiamo recuperato l'antico veglione al Teatro Farnese - aggiunge Corrado Spagnoli -. Una serata perfetta con mille e duecento paganti. Abbiamo ballato con un complesso, Son Las Che Son con cinque cubane e due ballerine brasiliane. Musica latino americana suonata con i classici strumenti cubani e grossi tamburi. Tutti i presenti erano mascherati. E comunque tutte maschere realizzate con materiale povero, costruiti con la fantasia individuale e collettiva. E almeno i tre quarti degli uomini di Borgotaro vestiti da donna."

Gli stessi che poi hanno animato la festa della domenica. Una festa popolare che alla sera ha visto spaghettate in piazza, pasta e fagioli a tema western e il veglione al Teatro Farnese. E martedì, tutti aspettano la sfilata a Begonia dei bambini delle scuole elementari, mentre la neve continua a cadere, contrastando il colore vivace delle stelle filanti, dei cappellini, delle trombette e dei coriandoli, spazzati via dal vento.

Mara Varoli