Ci mancava il cazziatone del sociologo dopo il caso Paolo Franchi-Bruno Vespa

Vi rimarra' solo la posta del cuore 


Figaro

 


16 Febbraio 2001

Buongiorno. Che ne pensa di questo litigio Paolo Franchi – Bruno Vespa sulla conduzione di “Porta a Porta”?

”Scusi ma perche’ lo viene a chiedere proprio a me?”.

Perche’ lei ha scritto un libretto intitolato “Il candidato perfetto” (Editori Riuniti), in cui, tra l’altro, si offrono consigli su come servirsi della Tv nella corsa a un seggio parlamentare. 

E poi perche’ lei e’ il professor Fabrizio Battistelli dell’Universita’ di Roma la Sapienza, un professore di sociologia, insomma, uno di quelli che sanno un sacco di cose e che i giornalisti interpellano chiedendo opinioni sulle materie piu’ improbabili.

Infine, provi a vederla cosi’: lei ha scritto un libro, il Barbiere ne parla, i giornalisti lo notano, magari lo recensiscono, le fanno un po’ di pubblicita’, che se aspetta la promozione della casa editrice sta fresco, insomma lei ha tutto da guadagnare a rispondere alle nostre domande.

Caro Figaro, lei mi ha convinto”.

Non e' stato difficile. Allora, che ne pensa?

”E’ uno scontro epocale”.

Guardi che se ci prende in giro non se ne fa niente.

”Ma le pare? Dico davvero. Sono due epoche che si scontrano. Paolo Franchi interpreta il passato, il tempo che fu, il giornalista come mediatore dell’informazione, quello che spiega al potente le aspettative dell’opinione pubblica e traduce per l’opinione pubblica le intenzioni del potente. Una visione illuministica del lavoro del giornalista”.

E Vespa?

Vespa e’ il futuro. Fa giustizia delle ingenue pretese della corporazione e costruisce le sue trasmissioni come una fiction. Gli attori giusti, una signorina e il suo abito con lo spacco, le luci. Spettacolo. Anzi, le diro’ che la trasmissione con Berlusconi non e’ stata nemmeno la puntata meglio riuscita”.

Cosa le e’ piaciuto di piu’?

”Ma la scazzottata tra Alessandra Mussolini e il ministro Katia Belillo, naturalmente. Grande cinema. Vespa sapeva cosa stava per accadere o comunque aveva tutti gli elementi per prevederlo”.

Non ci sta mica dicendo che ha organizzato la rissa apposta?

”Naturalmente no. Ma la Mussolini non faceva altro che provocare mentre la Belillo parlava. Ora, dico io, un giornalista tradizionale avrebbe apostrofato la Mussolini con cortese fermezza: “Lasci parlare la ministra e poi le daro’ la parola. Invece niente. Vespa ha fatto si' che la tensione raggiungesse il punto di rottura. Ripeto, grande e pittoresco spettacolo. Uno come Paolo Franchi, per dire, non lo avrebbe mai permesso. Mi rendo conto di darle una brutta notizia, ma Bruno Vespa e’ il futuro. Interpreta la tv d’informazione dell’  ospite unico”.

Questa poi… Dopo il pensiero unico, anche l’ospite unico?

"Ma naturale. Ragioni con me. Qual e’ l’essenza della politica nella societa’ civile?"

Dico la prima che mi viene in mente: il confronto delle idee.

"Bravo. E qual e’ una televisione che si occupa di politica?"

Provo a indovinare, professore: quella che da’ spazio al confronto delle idee.  


Fantastico. Per essere un barbiere lei e’ davvero in gamba. Ora, secondo lei, a Porta a Porta, si sono confrontate le idee di Berlusconi con quelle di qualcun altro? Naturalmente no. Quindi, come vede, siamo all'eliminazione definitiva della politica dalla comunicazione. La teoria vespiana dell’ “Ospite unico”, tradotta in azione dall’”Impresario Unico”, ovvero Vespa medesimo.

Incredibile non ci avevo mai pensato. L’ospite unico e quindi il candidato unico.

”Eh no. Sbagliato. Mi dispiace perche’ stava andando bene. Affermarsi come candidato unico non e’ producente. L’avversario ci vuole, ci legittima. L’importante e’ che sia solo una presenza marginale e evanescente, mai veramente definita. Prima regola della comunicazione politica: mai confrontarsi con l’avversario. Va benissimo avere intorno la signorina scosciata di cui sopra o Pietro Taricone, ma non l’avversario. L’ OSPITE deve poter saturare l’etere. In fondo non e’ questo che ha gia’ fatto Berlusconi? L’etere e’ un bene pubblico e lui se n’e’ preso almeno la meta’ . Ora si tratta di conquistare l’altra meta’”.

Ok, ora che abbiamo fatto un po’ di teoria sull’ospite torniamo ai giornalisti e al loro ruolo in queste occasioni.  

“Rischiano di far la fine del pubblico delle partite di calcio”.  

Si spieghi.

Molti sostengono che oggi sarebbe piu’ opportuno far giocare le partite di calcio a porte chiuse, con le sole telecamere. Niente pubblico. Si risparmierebbero un sacco di soldi in forze dell’ordine, trasporti speciali, sicurezza, danneggiamenti vari  e cosi’ via. Niente pubblico alle partite, niente giornalisti ai dibattiti. Il politico ha tutto l’interesse a liberarsi dei mediatori e a comunicar direttamente con l’elettorato. Anche D’Alema, mi pare, teorizza lo scavalcamento della mediazione giornalistica. La comunicazione politica del futuro e’ come il calcio del futuro”.

Carino. Saremo tutti teletrasportati nell’etere. Non c’e’ modo di trovare ai giornalisti un sistema per guadagnarsi onestamente lo stipendio?

"Bah, io sono pessimista. Leggo che Vespa ha invitato Paolo Franchi a migliorare la sua “agilita’ tecnica”. La trovo un’espressione straordinariamente arguta".

Cosa vuol dire secondo lei? Che uno deve sbattere i piedi, urlare per farsi sentire? Interrompere?

"Vuol dire, per come la vedo io, che chi urla di piu’, chi occupa piu’ spazio, ottiene piu’ ascolto. Naturalmente, per essere ascoltati quando si urla ci vuole anche carisma. Berlusconi ce l’ha e lo usa. Franchi, in quella trasmissione, si aspettava, gentilmente, che qualcuno, ovvero Vespa, a un certo punto dicesse: “Ecco, ora diamo la parola al collega Franchi del Corriere della Sera…. Questa ormai e’ roba dei tempi di Ugo Zatterin e del mitico Mangione, redattore del quotidiano socialdemocratico La Giustizia”.

Tutto questo e’ terribile, professore.

"Sono d’accordo. Anche nell’universo della comunicazione politica andiamo verso una sorta di liberismo, ma senza nessuna etica della responsabilita’".

Senta non la facciamo complicata e me la dica in modo piu’ semplice.  

Abbiamo detto che la politica e’ libero confronto sul mercato delle idee. Ma dov’e’ il mercato se l’Ospite Unico rifiuta il confronto con il competitor? Da questo punto di vista Berlusconi (e i politici che si comportano come lui) tutto e’ meno che liberale

In questo c’e’ una grande differenza con il modello americano. Negli Usa del libero mercato, le due merci si misurano ad armi pari davanti al potenziale acquirente. Qui abbiamo un leader del centro destra che si rifiuta, non solo di incontrare l’avversario, ma persino di NOMINARLO, lasciando questa incresciosa incombenza ai suoi collaboratori. E’ una novita’ assoluta. E’ una nuova forma di delegittimazione”.

Se ben capisco, siamo passati dalla “delegittimazione per criminalizzazione”, utilizzata dalla sinistra nei confronti di Berlusconi, alla “delegittimazione per cancellazione”, che Berlusconi applica nei confronti di Francesco Rutelli.

Precisamente. Bravo. Se continua cosi’ le firmo un trenta.  

Sono lusingato, professor Battistelli. Ora pero’ mi dica, le viene in mente qualche buona idea per non sprofondare tutti nella spirale dell’Ospite Unico?

”E che ne so io? Mica faccio il giornalista. Io guardo, osservo. E pian pianino mi allontano dalla politica come fanno moltissimi cittadini. Certo, l’informazione politica sottratta al confronto delle idee, soprattutto se veicolata dalla televisione di Stato, e’ un pericolo serio per la coscienza civile di noi tutti. Datevi da fare voi che siete gli esperti del mestiere” .

Ora ci  mancava anche il cazziatone alla categoria.

”Ma no, non e’ un cazziatone. Piuttosto e’ un allarme. Il punto e’: volete limitarvi a sopravvivere con le cronache delle partite e la posta del cuore, o volete ancora contribuire alla definizione dell’agenda politica? La scelta e’ tra “l’agilita’ tecnica” da salotto e la grinta professionale di chi canta davvero fuori dal coro”.
 
Grazie professore. Mi ha tirato su il morale.

Grazie un corno, non abbiamo parlato del libro. Era nei patti.

Ah, e’ vero. Si intitola Il Candidato Perfetto, l’ha pubblicato Editori Riuniti, costa 15 mila lire ed e’ molto divertente. Va bene cosi?

Spero che anche lei sia presto teletrasportato nell’etere berlusconiano. Addio.

Figaro

 

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