All'attacco di Porta a Porta


Era prevedibile. L'ultimo show di Silvio Berlusconi a Porta a Porta e la conseguente scena muta dei giornalisti invitati (Paolo Franchi, commentatore politico del Corriere della Sera e Paolo Graldi, direttore del Messaggero) hanno liberato la discussione sui talk show di contenuto politico."Ridateci le tribune politiche di una volta", ha scritto polemicamente sul Corsera Paolo Franchi mercoledi' 14 febbraio. Vespa ha risposto per le rime giovedi' 15. Buona discussione a chi vuole intervenire nel dibattito.



21 Febbraio 2001 - L'agilità da salotto di Paolo  secondo

La stimolante intervista al prof. Battistelli mi ha, appunto, stimolato un pensiero cattivo. Paolo Franchi non era l'unico giornalista presente al "Berlusconi show" in casa Vespa; ma è l'unico che se ne sia lamentato. L'altro Paolo non si è lamentato di nulla.

Del resto, il "secondo Paolo" è stato ospite di quasi tutti i "Berlusconi show" andati in onda negli ultimi mesi (cito a memoria un paio di 'Porta a Porta', un 'Telecamere' ed un 'Costanzo show', e dunque se avesse provato la stessa sensazione di inutilità di Paolo Franchi, stavolta avrebbe declinato l'invito).

Sicuramente saranno stati sempre i conduttori a sceglierlo come interlocutore del Cavaliere, perché comunque parliamo di giornalisti e non di una spalla chiamata a porgere la battuta al capocomico.

Ma non sarà, visto che la comunicazione politica obbedisce alle terribili regole sulle quali ci ha istruito Battistelli, che il "secondo Paolo" si trova così spesso negli stessi salotti tv del Cavaliere perché considerato adatto a non turbare la logica dell'"ospite unico", o perché dotato dell' "agilità tecnica da salotto" necessaria per riempire in qualche modo il video senza disturbare il primo attore? Il pensiero è cattivo? La colpa è vostra, e delle interviste intelligenti che fate.
Spartaco


21 Febbraio 2001 - Alzati e vattene

Trovo francamente una perdita di tempo dibattere sulla questione sollevata da Franchi dopo l'ennesimo monologo consumato da un politico a "Porta a Porta" con gli ospiti a fare le belle statuine.

Chiunque accetti quell'invito sa già in partenza cosa lo aspetta. Allora: o ha il coraggio di aprire la bocca o quello di alzare il sedere e togliere più o meno clamorosamente il disturbo. Oppure, ma capisco che la vanità di ognuno di noi possa avere il sopravvento, si può anche declinarlo in partenza quell'invito. Il resto è aria fritta.

Stefano


16 Febbraio 2001 - Viene prima Vespa o la "G"?

Cara Mata, sei davvero sicura di volerne parlare. Pensi davvero che per noi stessi la nostra categoria l'unica cosa dignitosa o meno sia prestarsi a fare le comparse e comparsate nel salotto del Vespa nazionale?

Vogliamo cominciare, ma davvero e una volta per tutte, a vedere come si arriva ad essere Vespa, prima di pensare se andarci o meno? Vogliamo pensare come si arriva ad essere invitati da Vespa, prima di pensarci se andarci o meno?

Vogliamo, insomma, pensare che se non conosci le persone giuste, se non sei figlio o figlia, se non hai la borsite (la malattia dei porta borse) o la linguite (quella dei lecca quello che vuoi) non si arriva alla G maiuscola? Non parlo, lo hai capito, di professionisti o praticanti o pubblicisti o in attesa di. Parlo di assunzioni (A S S U N Z I O N I non collaborazioni) in Rai, Mediaset, Corrierone, Repubblica e affini.

Tu stessa, che trovi comodo e divertente usare un nomignolo piuttosto che nome e cognome, come sei arrivata a matare? Nel mio piccolo io mi ritengo la solita eccezione che conferma la regola e non mi lamento. Non sono pubblicista ma collaboro con Mediaset e Tele Più; sono praticante in un piccolo giornale di Bari (Barisera) e collaboro con la tv privata di Andria (TeleSveva) nella quale sono nato professionalmente nel 1985. Sto bene, amo mia moglie, adoro mio figlio, adoro la professione e cerco di farla al meglio, da bravo autodidatta che ogni giorno si legge una decina di quotidiani (per la disperazione di mia moglie!).

E forse un giorno, neanche tanto lontano, riuscirò ad arrivare alla G maiuscola. Magari grazie all'amico dell'amico o al nipote del figlio o ad un attacco improvviso e imprevisto di borslinguite. Sono allora comincerò a pensare se andare o meno da Vespa. Tanto lui ci sarà sempre
Giuseppe Simone

P.S. Dirne quattro, prendere cappello e andarsene a che serve? Solo, secondo me, a lasciare l'ultima parola a chi resta. Non ho visto Porta a Porta ma ho letto Franchi. Le stesse cose poteva dirle in trasmissione, se solo avesse voluto. Con la stima di sempre.


15 Febbraio 2001 - A casa del cinese si mangia con le bacchette

Caro Franchi, ho visto il Porta a Porta di lunedì dove eri ospite e ho letto oggi sul Corsera il tuo pezzo. Due premesse: la prima, per quel poco che ti potrà interessare, è che hai tutta la mia stima e ti considero, nella categoria, uno dei più garbati e attenti. La seconda, che sono in disaccordo con quanto hai scritto.

Probabilmente io avrei declinato l’invito sapendo della presenza di Silvio Berlusconi ma se avessi malauguratamente accettato certamente avrei preso cappello e dopo essermi, come si dice dalle mie parti, “sciacquata la bocca”, avrei salutato e piantato tutti nel bel mezzo della trasmissione.

Il mio comportamento sarebbe stato diverso non perché sia o mi ritenga più lungimirante di te ma solo perché i geni presenti nel mio Dna (ancora non modificato) di siciliana sanguigna, permalosa e incazzosa mi avrebbero spinto ad un diverso atteggiamento. Tu hai deciso di andare e, come dici, hai fatto “la bella statuina”.

Dove ancora non sono d’accordo è quando metti nello stesso calderone il Silvio Berlusconi tracimante e il Bruno Vespa acquiescente. Neanche qui siamo in sintonia. Per il semplice motivo che Berlusconi fa bene il suo mestiere, Vespa no.

Berlusconi straripa con gessi e lavagnette? E perché non dovrebbe farlo se gli viene consentito? Perché non dovrebbe mettere i piedi sul tavolo se l’anfitrione glielo permette?

La domanda che hai fatto a te stesso (retorica, non posso pensare diversamente perché offenderei la tua intelligenza) è “mi chiedo, piuttosto, se Vespa, che pure è persona affabile, non si renda conto del fatto che il galateo impone al padrone di casa....”.

La risposta la conosciamo tutti e stavolta sarei io ad offendere i lettori se la dessi.

Mi stupisce il tuo stupore: ma come pensavi che sarebbe andata? Credevi forse che “l’affabile padrone di casa” ti avrebbe consentito di incalzare con domande scomode l’ahimé probabile futuro inquilino di Palazzo Chigi o, per usare una poco felice definizione (sempre dell’affabile) di qualche anno addietro, “l’editore di riferimento” della Rai?.

Caro Franchi, si può anche andare a cena a casa di un cinese, ma non ci si può poi lamentare se invece che mangiare con le posate bisogna arrangiarsi con le bacchette o se invece di un buon piatto di pasta con le sarde si è costretti a ingollare uno scipito riso alla cantonese. Tua affezionatissima 

Mata Hari 

P.S. Un sondaggio fra i colleghi, sempre che il padrone della Barberia lo consenta. Pensate che sia dignitoso per noi stessi e per la categoria prestarsi a fare le comparse e comparsate nel salotto del Vespa nazionale?
M.H.


15 Febbraio 2001 - Pansa si' che e' uno strafico

Ragazzi non riesco a non dirlo e fate quello che volete di quanto sto per raccontarvi. Pansa sull'Espresso on line ha commentato la confessione di Paolo Franchi - frequentatore di salotti televisivi - incappato in un Super-Berlusca da Vespa.

Franchi, che è del "Corrierone" scrive: «Per un paio d’ore, ho fatto la bella statuina di fronte a un incontenibile Berlusconi, una parte poco commendevole e anche imbarazzante» e chiede il ritorno alle Tribune politiche. 

Già, scrive Pansa: "Alle tribune politiche di un tempo ci sono andato spesso. E ricordo che anche lì ti accadeva di fare la bella statuina, se il carattere ti portava a questo. Dunque, il problema è un altro. Si può svelarlo semplicemente così: non si tratta di tornare alle antiche tribune, si tratta di mandare nei salotti della Rai dei giornalisti diversi. Ossia delle signore e dei signori che non abbiano la domanda debole. E siano così fieri del loro mestiere da provarsi a mordere le caviglie d’oro anche dei Super-Berlusca."

Semplice no? Così come è semplice per quei poveretti che negli ultimi tempi continuate a pubblicare e che sembrano finiti "ai piombi" più che in un giornale o telegiornale. Tutti a lamentarsi che Ciccio-Mentana li schiavizza, a lamentarsi che Studio Aperto è in balia dell'audience. Ma che vadano...

Quanto a Pansa, mano sul fuoco. Una volta è venuto a Vicenza a presentare un suo libro ospite di quelli della Rete di Leoluca Orlando, ve li ricordate? Lui è un grande mattatore e se li sapeva cucinare bene bene. Siccome a qualcuno era venuta la balzanissima idea di fare intervistare Pansa da alcuni giornalisti del posto, tra questi anch'io, a un certo punto gli dissi che stava sbagliando e che i democristiani, al contrario di quello che andava dicendo lui, sarebbero tornati, tutti o quasi (per democristiani si intendeva Cossiga, Andreotti, Forlani, (vedi Casini), eccetera...).

Fui assalito da bordate di fischi, insofferenze e malumori.
Il grande mattatore redarguì la platea e mi fece finire la domanda.
Pansa è uno strafico di giornalista, proponetelo al posto di Vespa a Porta a Porta, se non altro, per la par condicio.

V
ip di Veneto-Internet-Press


VUOI INTERVENIRE NEL DIBATTITO?
SCRIVI AL BARBIERE DELLA SERA


Barba e capelli - Una spia in redazione - Sempre meglio che lavorare?
Diritto di Replica - Bacheca - Sala stampa - PressKit - Curricula
Offerte e convenzioni - Cdr - Associazioni professionali
Inpgi, Casagit, Ordine dei giornalisti - Scrivici - Home