UNA PASSEGGIATA PER IL PAESE

 

Piazza Umberto I

 

Il centro storico di Bassano Romano mantiene ancora intatto lo stile medioevale che ha conservato per secoli, ed è dalla sua piazza che il forestiero deve iniziare la sua visita.

Piazza Umberto I. Oggi è la piazza principale del paese; essa esisteva già al tempo degli Anguillara. La sua forma quadrangolare è il risultato delle trasformazioni urbanistiche iniziate nel '600 e terminate nell'800. Il lato est è occupato da palazzetti settecenteschi tra i quali vi è l'attuale sede del comune. Nel lato nord troviamo la facciata della chiesa parrocchiale "Maria Santissima Assunta". Risalente al XVIII secolo, essa è il frutto di restauri operati sull'originale facciata romanica, di cui rimane il campanile tagliato alla sommità. Il lato ovest è dominato dalla facciata principale del palazzo Giustiniani-Odescalchi. Essa presenta il portale d'ingresso in peperino incorniciato da due lesene portanti un'architrave che è il rifacimento degli ordini classici risalenti al tardo '500. La parte sottostante l'architrave porta scolpite due anguille incrociate interposte da una rosa, simboli dello stemma degli Anguillara. Sempre sulla facciata notiamo quattro busti virili, individuati dalla tradizione popolare come le quattro stagioni. La loro collocazione risalente al '600, di quest'epoca sono il busto e il basamento di peperino mentre le teste in marmo sono di epoca romana (II sec. D.C. età Antoniana).Uno tra i 4 busti che la tradizione popolare vuole che siano le 4 stagioni

Al centro della piazza è posta una fontana del XIX sec.. Su un piedistallo circolare poggia una vasca di travertino a forma di croce greca. Al centro vi è una colonna allargata alla base, sostenente una vasca con bordo ondulato su due livelli in ghisa. Il lato sud, da dove, tramite una rampa proveniente dal portale bugnato del palazzo, si accede alla piazza, è aperto sul verde paesaggio dei boschi che circondano il paese; tra gli alberi si intravede una grande croce di ferro essa indica all'osservatore la "piazza dei mortaletti", chiamata così in quanto è il luogo da dove, in occasione delle vari feste, vengono sparati i fuochi d'artificio.

Diana e Atteone del Domenichino

Come abbiamo già detto sulla piazza si erge il Palazzo Giustiniani -Odescalchi, esso è il risultato delle trasformazioni operate sul primitivo castello degli Anguillara nei primi anni del '600. Risale all'epoca degli Anguillara il piano interrato e il piano terra che presenta una planimetria a C aperta con vista sui giardini all'italiana (oggi poco curati ), secondo i canoni architettonici del '500.Da un'analisi delle cornici, marcapiani, aperture, impostazione planimetrica, la progettazione si può attribuire alla scuola dei Sangallo. Il portale di ingresso a "bugnato" è simile al portale del palazzo Farnese a Roma progettato da Antonio da Sangallo.Nel 1595 il palazzo diviene proprietà della famiglia Giustiniani. Vincenzo Giustiniani, grande mecenate e collezionista d'arte, inizia i lavori di trasformazione e completamento del complesso architettonico, aggiungendo alle strutture preesistenti il piano nobile collegandolo con i giardini all'italiana tramite un ponte levatoio e attuando l'ampliamento dei giardini con un casino di caccia e un parco ricco di fontane, viali e giochi d'acqua, oggi purtroppo in cattive condizioni. Il cortile è affrescato con scene di trionfi e allegorie da Antonio Tempesta nel 1604, oggi tali affreschi sono in pessime condizioni. Dal cortile per mezzo di una scalinata si accede al loggiato affrescato con grottesche della scuola degli Zuccari.Cortile interno al Palazzo Odescalchi, fotogramma del film L'Avaro di A. Sordi Nelle nicchie erano collocate statue antiche, e in quella della più grande della parete di fondo troneggia la statua di un imperatore romano. Dal loggiato si accede al piano nobile. Gli affreschi dell'ala sud sono opera di Bernardo Castello (1605) "Amore e Psiche"; quattro sale intitolate alle stagioni sono opera della scuola degli Zuccari e presentano richiami stilistici agli affreschi di Caprarola. Quelli dell'ala nord sono opera di Paolo Guidotti Borghese (1610) con l'allegoria "Felicitas aeterna", Domenico Zampieri detto il Domenichino (1609) con l "Historia di Diana", e Francesco Albani (1609) autore del "Concilio degli Dei" e la "Caduta di Fetonte".Quello che resta della "Rocca" Come abbiamo già detto, dal palazzo si può accedere ai giardini interni di cui ammirare, dagli archi del loggiato, un bellissimo scenario con scale elissoidali tra le verdi spalliere e lo sfondo delle alte e secolari piante del parco. Esso si compone di lunghi e ombrosi viali di alberi ad alto fusto come leggi, abeti, querce, castagni e lecci. In fondo al viale principale domina il casino di caccia detto "La Rocca" perché riproduceva nelle sue linee architettoniche una parte dello stemma Giustiniani. Oggi il palazzo, i giardini e la "Rocca", proprietà della principessa Odescalchi, versano in cattive condizioni, ma mantengono intatto lo stesso fascino che avevano nei secoli passati, tanto che gli stessi sono stati protagonisti di numerosi film come l'Avaro di Alberto Sordi.

Loggiato cortile Palazzo Giustiniani-Odescalchi

La Chiesa parrochiale sorge su una preesistente chiesa romanica della quale rimane ben poco. Essa è conseguente al Palazzo e fino a qualche tempo fa essa era collegata tramite un passaggio ad esso, per mezzo del quale i Signori di Bassano accedevano ad un balconcino dal quale assistevano alle funzioni religiose. Oggi sul balconcino è posto un organo a canne del '700. L'interno della chiesa, a navata unica con volta a botte, riproduce lo schema del Gesù di Roma a croce latina. La decorazione frutto di un recente restauro che ha nascosto i resti della decorazione settecentesca, presenta motivi neo-barocchi. Gli altari presentano una prospettiva con colonne e timpani in finto marmo. Le tele degli altari sono di pregevole scuola settecentesca con originali cornici in legno dorato. In una cappella è posta una statua lignea raffigurante una Madonna con Bambino databile al XVI secolo.

 Stemma della famiglia Giustiniani

Dalla piazza si snoda l'antica via di collegamento fra le due porte del paese : via Maria Giustiniani. Essa è fiancheggiata da abitazioni e palazzetti rinascimentali ed è caratterizzata da balconcini sempre fioriti e da numerose immagini votive attaccate al muro. In essa è situata l'antica fontana pubblica "Fonte Bullico", gli antichi magazzini, le antiche carceri e il vecchio forno per la panificazione. A metà della via sulla destra per chi arriva dalla piazza, si trova un oratorio appartenente all'antica confraternita della Rossa, così chiamata per il colore della tunica che i fratelli indossavano durante le funzioni religiose. E' un'associazine laica risalente al medioevo, tutt'oggi presente nella processione del Venerdì Santo. L'interno dell'oratorio presenta un altare barocco con stucchi in cattivo stato di conservazione, oggi è adibito a deposito per i paramenti sacri che vengono usati nelle processioni annuali.

Altare della Chiesa S. Maria AssuntaPochi metri più avanti dell'oratorio, a sinistra, si trova via del Governo Vecchio che dà l'accesso ad una singolare piazzetta di forma triangolare, la "Pujarella", circondata da casette a tre piani con scale interne. Qui è ubicato il Palazzo Savellii, oggi abitazione privata che, pur nel suo frazionamento, conserva ancora pregevoli elementi architettonici del XVI secolo. Tutte le porte presentano stipiti profilati e sagomati in peperino il cui motivo prosegue lungo la sovrastante incorniciatura, al centro della quale è riprodotto uno stemma ovale a cartoccio con motivi a nappo. L'ovale ha sulla destra riprodotta una biscia o anguilla con collarini lungo il corpo e bocca aperta, sulla sinistra in alto una stella a sette punte. Lo stemma si attribuisce alla famiglia Savelli del Ramo Anguillara.
Uscendo da Via Maria Giustiniani ci inoltriamo nel
borgo. Esso presenta una tipologia a schiera di abitazioni con caratteri uniformi (XVII sec). La via termina con la chiesa di San Filippo Neri iniziata dal cardinale Benedetto Giustiniani nel 1635. L'alto prelato ne volle la costruzione per onorare il santo al quale era particolarmente devoto, lui stesso ne aveva proposto la pontefice la canonizzazione. L'interno di semplice fattura, a navata unica, presenta un controsoffitto ligneo sul quale vi è dipinto il trionfo del santo. Sovrastano nei quattro altari le tele (XVII sec.) che sono copie di opere di Guido Reni. L'altare maggiore oggi conserva la veneranda immagine della Madonna della Pietà.Maiolica del Terchi

Uscendo dal centro storico e dirigendoci verso la parte nuova del paese, passiamo sotto il ponte levatoio del Palazzo Giustiniani-Odescalchi, dove tra l'altro sorge il monumento ai caduti di Bassano durante le Guerre Mondiali. Più avanti incontriamo il ponte delle "Vaschie" che fu fatto costruire da Vincenzo Giustiniani nel XVII secolo per collegare più comodamente il palazzo alla chiesa di San Vincenzo e all'annesso borgo rurale. Su un parapetto del ponte si trova un'edicola sacra contenente l'immagine di una "Madonna con Bambino" su maiolica dipinta. La Vergine è rappresentata sotto forma di una giovane dai lineamenti classici, indossa una tunica violacea con manto azzurro, copricapo verde, volto color bianco e giallo oro. Il Bambino sulla sinistra è nudo, è parzialmente ricoperto da un lenzuolo celeste chiaro e solleva in alto la mano destra. Sullo sfondo bianco azzurro vi è un paesaggio agreste. In basso a sinistra si legge:" Io Bartolomeo Terchi in Bassano feci 1739 ". Sotto l'edicola troviamo murato lo stemma della famiglia Giustiniani. Esso è sormontato da una corona palatina, a forma di scudo ovale con bordi rientranti e volute, reca nella parte superiore, divisa da un listello, un'aquila ad ali spiegate con il capo sormontato da una corona, nel campo inferiore posto sopra una base rocciosa un castello merlato con un alto portale in basso, due finestre ai lati e tre torri in alto.

Chiesa di San VincenzoA circa 1 km dal centro storico sorge la Chiesa di San Gratiliano martire. Un tempo era situata in aperta campagna mentre oggi, raggiunta dalla nuova espansione urbanistica, si trova all'interno di un giardinetto. La chiesette risale al XVI secolo, a navata unica, con un'abside semicircolare. Recenti lavori hanno riportato alla luce, nell'abside, resti di affreschi rappresentanti il santo su uno sfondo agreste sormontato dal trionfo della Vergine con Angeli. Sempre nell'abside, sopra l'altare, è posta una tela del santo che regge nella mano sinistra il paese di Bassano (sec.XVII). Ai lati dell'abside notiamo degli affreschi illustranti la vita e il martirio del santo di mediocre scuola.

Chiesa di Santa Maria dei Monti

Oltre alle Chiesa di San Gratiliano e a quella Parrocchiale a Bassano ci sono altre chiese a testimonianza della presente e passata devozione dei bassanasi. Procedendo in ordine di importanza dopo la Parrocchiale segue la chiesa di San Vincenzo risalente al XVI sec., oggi santuario del Volto Santo di Gesù. Tale chiesa fa parte del monastero dei Padri Benettini. Al suo interno conserva la statua del "Cristo Redentore", opera incompiuta di Michelangelo. Come testimonia la cartolina riportata di seguito, per molto tempo (soprattutto prima e dopo la seconda Guerra Mondiale) la Chiesa di San Vincenzo era data per scontata alla mano del Vignola, ma oggi sembra sicuro che sia opera di altri. San Vincenzo -Cartolina del dopoguerra

Altare Chiesa di San VincenzoTra le altre chiese troviamo: la Chiesa della Madonna della Pietà di cui si è già parlato in questa sessione; la chiesa di Santa Maria dei Monti, una chiesetta di campagna situata sulla strada che dal centro conduce alla Faggeta e che a parte per le cerimonie private, le celebrazioni avvengono solo il girono di 1° Maggio quando i bassanesi si radunano in una processione e dal centro del paese raggiungono appunto questa chiesa passando, tra l'altro, all'interno del Parco degli Odescalchi . In località Sant'Angelo si trova un'altra chiesetta di campagna ed un'altra più piccola, ma molto caratteristica, si trova in prossimità della piazza del mercato ed è nota come chiesa della Madonna del Canale.
Durante l'anno 2000 presso il Convento di San Vincenzo, una statua messa in disparte, è stata riconosciuta come un'opera di Michelangelo, la statua del Redentore, prima versione di quella della Chiesa Minerva. Si tratta di un'opera in marmo alta 2,5 metri e pesante 650 kg. Secondo studi condotti dalle dott.sse Silvia Danesi Squarzina e Irene Baldriga dell'Università La Sapienza di Roma, l'opera fu acquistata da Vincenzo Giustiniani nel 1638 a prezzo di marmo. Infatti il Cristo Portacroce, come viene anche chiamata l'opera, era rimasto incompiuto perché Michelangelo, durante il lavoro, aveva notato una "vena nera" sul volto e Facciata del palazzo Odescalchilo aveva regalato al committente Metello Vari, il quale lo vendette a costo di pietra. Vincenzo Giustiniani fece trasferire a Bassano questa statua nel 1644 e molto probabilmente la fece portare a termine. Prima di questa scoperta si supponeva che la statua fosse una copia del Michelangelo ad opera della scuola del Bernini. Ora la statua si trova al di furoi della Chiesa di San Vincenzo in quanto verrà esposta in varie mostre nazionali ed internazionali, ma ben presto ritornerà a Bassano.


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