TIPICHE
ESPRESSIONI POPOLARI BASSANESI
- DOVE
CACA LASSA. Traduzione
letterale : Dove fa la cacca, lì la lascia. Si
usa questa espressione per stigmatizzare chi nella vita quotidiana
indugia nel disordine, sia mentale, sia materiale. Es. Si riferisce
a chi dopo aver usato un arnese non lo ripone, lasciandolo sul
luogo del lavoro.
- VIDDI
CACÀ NONNA E MENNE VENNE VOJA. Traduzione letterale : Viddi mia nonna fare
la cacca e anche a me venne la voglia. Si usa questa espressione
per indicare l'attitudine di una persona di imitare il prossimo,
in ogni singolo comportamento o atteggiamento. Es. Tizio vede
Caio mangiare un gelato ed anche a lui viene voglia di mangiarlo.
- BUTTAR VIA 'O PISCIO
A MANCIATE. Traduzione letterale
: Gettare via la pipì a manciate. Si usa questa
espressione per indicare l'attitudine di una persona a spendere
i soldi per sciocchezze. Espressione simile italiana : avere
le mani bucate.
- I
BRAVO' VANNO A LIVORNO E I COJO' SE GODENO ' MONNO. Traduzione letterale : Gli spacconi vanno (inteso
come "si fermano") a Livorno i coglioni si godono il
mondo.
- FARE A RANCAPÌA.
Sgomitare per impossessarsi di qualcosa. Es. Le donne che davanti ad un bancone
di merce si accalcano e litigano per prendere i prodotti, fanno a rancapia.
- ESSA'
BOTTATO COMM'UN ROSPO. Esser
sazio o stanco di qualcosa. Es. Dopo un pranzo luculliano si
può essere bottati quant'i rospi, oppure lo si
può essere anche durante una noiosissima conferenza.
- SI
NUN PARTE CELESTINA GIOSAFFATTE NUN CAMMINA. Si usa questa espressione per indicare quelle persone
che non fanno qualcosa se non lo fa qualcun altro. Celestina
e Giosafat erano due sposi bassanesi dei primi anni del '900
che per il grande amore che li univa erano inseparabili.
- NUN
MAGNA PE' NUN CACÀ'. Traduzione
letterale: Non mangia per non defecare. Si usa questa
espressione per stigmatizzare chi nella vita quotidiana ha atteggiamenti
di avarizia, tanto da privarsi perfino del cibo per non consumare
alcunché.
- QUANNO
O PORCO È SATOLLO, REMMOCCA O SCORZO. Traduzione letterale: Quando il maiale è
sazio, rivolta il trogolo. Si usa questa espressione per mettere
in luce l'atteggiamento di quanti, una volta raggiunta la sazietà,
non si esimono dal fare gli schifiltosi, trovando qualsiasi pretesto
per denigrare la cucina.
- QUANN'O
MONTE SAN PAVELO FA CAPPA, CURRETE BASSANESI CH' ECCO L'ACQUA.
Tipica espressione di saggezza
popolare che indica come sia possibile prevedere la pioggia,
basandosi sulle condizioni atmosferiche in quel momento presenti
su una determinata collina. Quando su questa si addensano nubi
nere, la pioggia su Bassano è ormai imminente.
- CHI
VA A LETTO SENZA CENA TUTTA A NOTTE SE REMENA . Tipica espressione quasi proverbiale che in italiano
suona : "Chi va a dormire senza aver cenato, passa la
notte insonne rigirandosi nel letto".
- NUN
VO' NÉ TENÉ, E NÉ SCORTICÀ'. Traduzione letterale: Non vuole né tenere
e né scorticare. Da questa traduzione si capisce ben poco
del vero significato dell'espressione, in quanto forse la vera
interpretazione dei vocaboli è un'altra che si è
dimenticata nel tempo. Comunque, ciò che non è
andato perduto è il concetto che essa esprime. Si usa
questa espressione per mettere in risalto l'indecisione di una
persona che non sa che pesci pigliare rimanendo in bilico su
l'una o sull'altra posizione; non sa decidere, ad esempio, se
prendere o lasciare.
- NUN
C'HO MANCO L'OCCHI PE' PIAGNA.
Traduzione letterale: Non ho neanche gli occhi per piangere.
Si usa questa espressione per mettere in evidenza lo stato di
povertà di una persona, tanto è povera che non
ha neanche gli occhi per piangerci sopra.
- NUN
SA MANCO DE TIRETE LÀ.
Si usa questa espressione per mettere in evidenza l'insipidità
di una vivanda, che appunto non sa neanche di niente.I
vocaboli tirete là, letteralmente significano spostati
più in là ma in questa espressione assumono
il significato di niente, poco.
- VA
A STRABBARZÒ'. Si usa
questa espressione per stigmatizzare l'andatura barcollante di
un ubriaco.
- CHI C'HA A PORVERE,
SPARA, L'ANTRI SENTENO I BOTTI.
Traduzione letterale : Chi possiede la polvere (da sparo) spara,
gli altri odono i botti. Ovvero chi ha le capacità per
realizzare qualche cosa le usa e raggiunge lo scopo, agli altri
non resta che stare a guardare.
- CHE TE PUZZA O BRODO
GRASSO ?! Traduzione letterale
: Ti puzza il brodo di carne ?!. Questa domanda ironica risale
al tempo in cui il brodo di carne era una specialità riservata
solo a quei pochi agiati che potevano permettersi di comperarare
la carne. E' usata verso quelle persone che per fare qualcosa
corrono consapevolmente dei rischi come alternativa a :"
Ti sei stancato di vivere così bene ? ". Ad esempio
questa frase è stata usata da mia nonna quando gli ho
detto che stavo frequentando un corso da sub.
Di seguito riporto una antica fiastrocca
che i padri, alla fine delle estati, declamavano ai loro figlioletti:
Quanno vedete
'e jespela, piagnete
so' l'urtimo frutto dell'istate,
ma ce n'è un antro che voi nun conoscete,
de nome rattacule so' chiamate!
Con la maturazione delle nespole, termina
il periodo estivo; ma la saggezza popolare ricorda che finita
una stagione ne inizia subito un'altra, in questo caso più
fruttuosa. Le "rattacule" sono delle bacche non commestibili
che compaiono all' inizio dell' autunno, la stagione della vendemmia
e dei raccolti più significativi nella nostra zona.
Quando in Italia si introdusse l'ora
legale, molti non capirono il vero motivo che determinò
l'adozione di tale provvedimento e quanlcuno coniò la seguente
strofetta:
Oh vedi, s'è
revortat 'o monno :
sona le undici, ed è mezzogiorno !
Che in italiano fa : Vedi, si è
rivoltato (cambiato) il mondo, le campane suonano le ore undici
ed invece è mezzogiorno.
Tra i paesi vicini c'è e c'è
stata sempre una certa rivalità, tanto che qualcuno per
lodare il proprio luogo natale e denigrare invece i vicini creò
alcune filastrocche che ancora oggi si declamano, bonariamente,
volentieri.
Sutri pezzuto,
Capranica sponnata,
Ronciò poco tiè',
a Bassano se sta bè' !
Oppure:
Oriolo, o
paese do sconforto:
o piove, o tira vento,
o sona a morto.
E ancora :
Sutri antico:
ce stai cent'anni e nun te fai 'n amico
e si te lo farai
te ne pentirai !!
Sempre in tema di antagonismo
tra i comuni vicini, i bassanesi definivano i propri vicini con
sostantivi molto coloriti che ancora oggi le persone più
anziane ricordano, cosicché...
"I Sutrini so' gattari" ....
mangiatori di gatti.
"I Ronciónesi so' pallonari"
.... tutt'altro che modesti.
"I Vianesi so' senza ragió
" ...senza ragione.
"I Nepesini so' cipollari "
...
magiatori di cipolle.
" I Capranichesi so' ioccoló
" ... o dormienti, per la loro difficoltà nell'afferrare
concetti.
Chissà
come saranno chiamati i Bassanesi dai vicini ?
A Bassano sono poi presenti numerose
filastrocche popolari che non hanno dei significati ben precisi,
come le seguenti:
Margherita
fa o pa'
Tutti i purci vanno là
Ce n'è uno nico nico
Che li stuzzica o bullico.
ed inoltre:
Carnevale
iotto
co' tre cortelli sotto
co' 'na fett'e pa'
Carnevale se ne va
http://web.tiscali.it/bassanoromano
by Pietro Bacci 1999