TIPICHE ESPRESSIONI POPOLARI BASSANESI


bassanesi con l'asino

  1. DOVE CACA LASSA. Traduzione letterale : Dove fa la cacca, lì la lascia. Si usa questa espressione per stigmatizzare chi nella vita quotidiana indugia nel disordine, sia mentale, sia materiale. Es. Si riferisce a chi dopo aver usato un arnese non lo ripone, lasciandolo sul luogo del lavoro.
  2. VIDDI CACÀ NONNA E MENNE VENNE VOJA. Traduzione letterale : Viddi mia nonna fare la cacca e anche a me venne la voglia. Si usa questa espressione per indicare l'attitudine di una persona di imitare il prossimo, in ogni singolo comportamento o atteggiamento. Es. Tizio vede Caio mangiare un gelato ed anche a lui viene voglia di mangiarlo.
  3. BUTTAR VIA 'O PISCIO A MANCIATE. Traduzione letterale : Gettare via la pipì a manciate. Si usa questa espressione per indicare l'attitudine di una persona a spendere i soldi per sciocchezze. Espressione simile italiana : avere le mani bucate.
  4. I BRAVO' VANNO A LIVORNO E I COJO' SE GODENO ' MONNO. Traduzione letterale : Gli spacconi vanno (inteso come "si fermano") a Livorno i coglioni si godono il mondo.

     

  5. FARE A RANCAPÌA. Sgomitare per impossessarsi di qualcosa. Es. Le donne che davanti ad un bancone di merce si accalcano e litigano per prendere i prodotti, fanno a rancapia. Mi dispiace non supporti Java(tm).
  6. ESSA' BOTTATO COMM'UN ROSPO. Esser sazio o stanco di qualcosa. Es. Dopo un pranzo luculliano si può essere bottati quant'i rospi, oppure lo si può essere anche durante una noiosissima conferenza.
  7. SI NUN PARTE CELESTINA GIOSAFFATTE NUN CAMMINA. Si usa questa espressione per indicare quelle persone che non fanno qualcosa se non lo fa qualcun altro. Celestina e Giosafat erano due sposi bassanesi dei primi anni del '900 che per il grande amore che li univa erano inseparabili.
  8. NUN MAGNA PE' NUN CACÀ'. Traduzione letterale: Non mangia per non defecare. Si usa questa espressione per stigmatizzare chi nella vita quotidiana ha atteggiamenti di avarizia, tanto da privarsi perfino del cibo per non consumare alcunché.
  9. QUANNO O PORCO È SATOLLO, REMMOCCA O SCORZO. Traduzione letterale: Quando il maiale è sazio, rivolta il trogolo. Si usa questa espressione per mettere in luce l'atteggiamento di quanti, una volta raggiunta la sazietà, non si esimono dal fare gli schifiltosi, trovando qualsiasi pretesto per denigrare la cucina.Mietitori fine anni '50
  10. QUANN'O MONTE SAN PAVELO FA CAPPA, CURRETE BASSANESI CH' ECCO L'ACQUA. Tipica espressione di saggezza popolare che indica come sia possibile prevedere la pioggia, basandosi sulle condizioni atmosferiche in quel momento presenti su una determinata collina. Quando su questa si addensano nubi nere, la pioggia su Bassano è ormai imminente.
  11. CHI VA A LETTO SENZA CENA TUTTA A NOTTE SE REMENA . Tipica espressione quasi proverbiale che in italiano suona : "Chi va a dormire senza aver cenato, passa la notte insonne rigirandosi nel letto".  
  12. NUN VO' NÉ TENÉ, E NÉ SCORTICÀ'. Traduzione letterale: Non vuole né tenere e né scorticare. Da questa traduzione si capisce ben poco del vero significato dell'espressione, in quanto forse la vera interpretazione dei vocaboli è un'altra che si è dimenticata nel tempo. Comunque, ciò che non è andato perduto è il concetto che essa esprime. Si usa questa espressione per mettere in risalto l'indecisione di una persona che non sa che pesci pigliare rimanendo in bilico su l'una o sull'altra posizione; non sa decidere, ad esempio, se prendere o lasciare.
  13. NUN C'HO MANCO L'OCCHI PE' PIAGNA. Traduzione letterale: Non ho neanche gli occhi per piangere. Si usa questa espressione per mettere in evidenza lo stato di povertà di una persona, tanto è povera che non ha neanche gli occhi per piangerci sopra.
  14. NUN SA MANCO DE TIRETE LÀ. Si usa questa espressione per mettere in evidenza l'insipidità di una vivanda, che appunto non sa neanche di niente.I vocaboli tirete là, letteralmente significano spostati più in là ma in questa espressione assumono il significato di niente, poco.
  15. VA A STRABBARZÒ'. Si usa questa espressione per stigmatizzare l'andatura barcollante di un ubriaco.
  16. CHI C'HA A PORVERE, SPARA, L'ANTRI SENTENO I BOTTI. Traduzione letterale : Chi possiede la polvere (da sparo) spara, gli altri odono i botti. Ovvero chi ha le capacità per realizzare qualche cosa le usa e raggiunge lo scopo, agli altri non resta che stare a guardare.
  17. CHE TE PUZZA O BRODO GRASSO ?! Traduzione letterale : Ti puzza il brodo di carne ?!. Questa domanda ironica risale al tempo in cui il brodo di carne era una specialità riservata solo a quei pochi agiati che potevano permettersi di comperarare la carne. E' usata verso quelle persone che per fare qualcosa corrono consapevolmente dei rischi come alternativa a :" Ti sei stancato di vivere così bene ? ". Ad esempio questa frase è stata usata da mia nonna quando gli ho detto che stavo frequentando un corso da sub.

 

Di seguito riporto una antica fiastrocca che i padri, alla fine delle estati, declamavano ai loro figlioletti:

Quanno vedete 'e jespela, piagnete
so' l'urtimo frutto dell'istate,
ma ce n'è un antro che voi nun conoscete,
de nome rattacule so' chiamate!


Con la maturazione delle nespole, termina il periodo estivo; ma la saggezza popolare ricorda che finita una stagione ne inizia subito un'altra, in questo caso più fruttuosa. Le "rattacule" sono delle bacche non commestibili che compaiono all' inizio dell' autunno, la stagione della vendemmia e dei raccolti più significativi nella nostra zona.

Quando in Italia si introdusse l'ora legale, molti non capirono il vero motivo che determinò l'adozione di tale provvedimento e quanlcuno coniò la seguente strofetta:

Oh vedi, s'è revortat 'o monno :
sona le undici, ed è mezzogiorno !

Che in italiano fa : Vedi, si è rivoltato (cambiato) il mondo, le campane suonano le ore undici ed invece è mezzogiorno.

Tra i paesi vicini c'è e c'è stata sempre una certa rivalità, tanto che qualcuno per lodare il proprio luogo natale e denigrare invece i vicini creò alcune filastrocche che ancora oggi si declamano, bonariamente, volentieri.

Sutri pezzuto,
Capranica sponnata,
Ronciò poco tiè',
a Bassano se sta bè' !

Oppure:

Oriolo, o paese do sconforto:
o piove, o tira vento,
o sona a morto.

E ancora :

Sutri antico:
ce stai cent'anni e nun te fai 'n amico
e si te lo farai
te ne pentirai !!

 

Sempre in tema di antagonismo tra i comuni vicini, i bassanesi definivano i propri vicini con sostantivi molto coloriti che ancora oggi le persone più anziane ricordano, cosicché...

"I Sutrini so' gattari" .... mangiatori di gatti.

"I Ronciónesi so' pallonari" .... tutt'altro che modesti.

"I Vianesi so' senza ragió " ...senza ragione.

"I Nepesini so' cipollari " ... magiatori di cipolle.

" I Capranichesi so' ioccoló " ... o dormienti, per la loro difficoltà nell'afferrare concetti.

Chissà come saranno chiamati i Bassanesi dai vicini ?

A Bassano sono poi presenti numerose filastrocche popolari che non hanno dei significati ben precisi, come le seguenti:

Margherita fa o pa'
Tutti i purci vanno là
Ce n'è uno nico nico
Che li stuzzica o bullico
.

ed inoltre:

Carnevale iotto
co' tre cortelli sotto
co' 'na fett'e pa'
Carnevale se ne va


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