Esposizione del Santo

IL SANTO PATRONO:

SAN GRATILIANO MARTIRE

 

 

S. Gratiliano era il figlio di una nobile famiglia che ai tempi della tetrarchia romana viveva a Falerii (antica città falisca che sorgeva dove oggi è la cittadina di Civita Castellana -VT- ) ed il capofamiglia, Massimiliano, era un grande amico del governatore della città, Trasone. Il giovane Gratiliano, amico di San Lanno, fu aperto da questi al vangelo e successivamente al battesimo all’insaputa dei suoi, che già vivevano nel sospetto; e quando una sera egli si rifiutò di partecipare ad una cerimonia in onore dei Lari fu sottoposto ad interrogatorio nel quale il giovane confessò la sua nuova fede con divino fervore. I genitori rimasero sbalorditi e la loro disperazione raggiunse il massimo grado quando il Governatore fece sapere loro che era a conoscenza di tutto e li pregava di indurre il figlio a rinunciare al cristianesimo, altrimenti avrebbe dovuto procedere inesorabilmente contro di lui( era questo il tempo in cui le persecuzioni di Diocleziano infierivano contro i cristiani). Gratiliano fu arrestato, rinchiuso in carcere e poichè le sentenze per l’alta aristocrazia erano riservate all’autorità imperiale, il Governatore Trasone scrisse a questi. Intanto i genitori del giovane sedicenne riuscirono ad avere la possibilità di visitarlo in carcere e,insieme ai genitori, molti altri si avvicinarono a lui convertendosi alla religione cristiana come avvenne per Felicissima, una giovane cieca che appena battezzata da Gratiliano riacquistò la vista.

Chiesa di San GratilianoL’imperatore rispose a Trasone dicendogli "…Se non sacrificherà ai grandi dei, fagli subire varie pene e mettilo a morte. Se poi consentirà agli atti del nostro culto, mandalo da Noi e gli daremo un posto dei primi alla corte…" Il Magistrato ed i genitori tentarono di convincere il giovane, ma questi fu irremovibile e Trasone, essendo venuto a conoscenza del miracolo che Gratiliano aveva operato su Felicissima e considerandolo uno straordinario evento di magia, fece chiamare i due giovani ed iniziò il processo. Il magistrato irato per la loro fermezza diede prima ordine ai soldati di frantumare con una pietra i denti ai due giovani e poi di condurli al supplizio. Giunti sulla riva di un torrente, tra l’antica Falerii e Falerii novi, i soldati si fermarono ed i due giovni, in ginocchio, chinarono le loro giovani teste che caddero nel torrente recise dalla spada. Era il 12 agosto del 313 d.c. Il padre di Gratiliano acquistò quel terreno e vi fece costruire un sopolcro dove depose i corpi dei due giovanetti. La notizia del supplizio dei due martiri si sparse ovunque e destò molta impressione specialmente quando si seppe che i due dopo tre giorni comparvero in sogno ai genitori di Gratiliano annuncinado che era stata concessa la pace alla chiesa di Dio e la morte di Trasone per ordine dell’imperatore.

Il culto dei due giovani Martiri nacque immediatamente e si diffuse per tutta la Tuscia con la costruzione di numerose chiese a loro dedicate. Nel 1437 Capranica chiede a Civita Castellana la sacra reliquia della Testa di Gratiliano. L’allora Cardinale Paolo Cesi, amministratore e vescovo della città del Santo, la donò al vescovo di Sutri e questi a Capranica. La reliquia venne posta nell’ancora esistente chiesa dedicata alla Madonna del Ruscello e il Santo fu venerato e festeggiato il 12 agosto di ogni anno. Il custode di quella chiesa era un eremita sognò più volte il Santo che gli ordinava di trasferire la sua Sacra Testa a Bassano. L’eremita così nel 1489 si mise in cammino per Bassano e arrivato nei pressi del paese, dove oggi sorge la Chiesa di S. Gratiliano, la Sacra Testa uscì dall’urna e sparì fra i cespugli. L’eremita informò i bassanesi dell’accaduto i quali corsero in massa alla ricerca della reliquia che fu ritrovata risplendente come il sole, fu raccolta e posta nella chiesa parrocchiale dove ancora oggi si trova.

 

Decapitazione di San Gratiliano

Il popolo di Bassano, in onore del suo Santo, nel 1546 eresse la chiesa che porta il suo nome ed alla quale, più tardi, sarà concessa l’indulgenza plenaria perpetua dal papa Gregorio XIII il 12 agosto di ogni anno, festa di San Gratiliano.

In onore del Santo, quindi, il 12 agosto di ogni anno si svolgono i festeggiamenti che iniziano con una processione votiva la sera dell’11. Durante questa, la Sacra reliquia, sfilando per le vie del paese, viene riportata dalla parrocchia (dove ora è custodita) nel luogo dove sfuggendo all’eremita sparì tra i cespugli. Il giorno seguente la reliquia viene esposta nella parrocchia dove i fedeli possono rendergli omaggio con il tradizionale "Bacio". I festeggiamenti finiscono con fuochi d’artificio che si possono ammirare dalla caratteristica piazza comunale e lasciano il testimone ai festeggiamenti in onore di San Luciano Martire, il 13 agosto.

Nei primi del novecento fu composto l’inno popolare in onore di San Gratiliano. Musica di M. Fravolini (bassanese) e testo del prof. F.Bonugli.

O Dio, che dé tuoi Martiri / sei premio eterno e gloria, / di Gratiliano i meriti /
sono la tua vittoria/ nel celebrarli un cantico grati innalziamo a te. (ripete)

Ei, giovinetto nobile, / sul primo fior degli anni / l’anima pura e candida, /
ignara ancor d’affanni, / apriva alla benefica luce della Tua fè. (ripete)

D’ogni altro ben dimentico, / al suon della tua voce, / corse giulivo e docile /
a prender la sua croce / e risoluto, impavido, il cenno Tuo seguì.

Prieghi, lusinge, lacrime, / minacce di tormenti/ da te non lo distolsero, /
e più tenaci, ardenti / egli nel core intrepido i voti suoi nutrì.

Allor di Cristo il rigido / crudel persecutore / sul giovinetto indomito /
sfogó tutto il furore; / e il ferro del carnefice recise sì bel fior .

O Giglio, eroe purissimo, nel sangue e nel candore, / offristi in olocausto
della tua vita il fiore; / a Te si canti gloria perenne in terra e in ciel.

Di noi dovoti e supplici / l’amor la fé tu vedi / il dono d’ogni grazia /
a DIO per noi richiedi, / dal mal preservi incolume il popol tuo fedel.


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