Storicamente la fondazione di Gibellina può farsi
risalire alla fine del Trecento quando cominciò a formarsi l'abitato attorno al castello
costruito da Manfredi Chiaramonte in concomitanza all'intenso processo di
rifeudalizzazione iniziato ai primi del secolo.
Fino alla prima metà del secolo diciassettesimo
il borgo appartiene al feudo di Alcamo; nel 1619 il feudo viene innalzato al rango di
marchesato. Come in altri centri dell'isola a Gibellina la presenza di numerosi ordini
religiosi influenzò notevolmente la vita e lo sviluppo economico della città. Nel
Dizionario topografico di Vincenzo Amico (1733) si fa menzione attorno alla metà del
secolo XVIII, di conventi con annesse chiese, della Chiesa Madre di S. Nicolò e di altre
chiese minori, di un ospedale per infermi e di un collegio.
I frati si insediarono secondo lo schema
triangolare proprio degli ordini mendicanti, determinando la nascita degli assi viari più
importanti di Gibellina, Via delle Corse e Via Umberto I.
Il vecchio centro, completamente distrutto dal
sisma del '68 e localizzato nel bacino del fiume Belice, si fondava su un impianto urbano
policentrico generato dall'incontro ortogonale delle due arterie principali (Via Umberto I
e Via Roma), attorno alle quali si sono sviluppati comparti edilizi molto articolati e con
diverso orientamento.
Per Gibellina si è programmato il trasferimento
totale degli abitanti con la costruzione di trecento alloggi a carico dello Stato.
La "città nuova", dopo la forte
opposizione locale ad un primo progetto che proponeva il territorio di Rampinzieri, è
localizzata su di una leggera ondulazione del terreno al punto di coincidenza tra
ferrovia, strada statale e autostrada, in contrada Salinella, nel territorio del comune di
Salemi, ad una distanza di oltre 18 km. dal vecchio centro abitato.
Essa, formata da due blocchi planimetrici ad ali
di farfalla, è incentrata su di un asse longitudinale in direzione Est- Ovest. Qui si
sono collocate le principali attrezzature pubbliche, ai fianchi si estendono le aree
destinate alle residenze.
L'ingresso principale della città è segnalato da
un enorme portale di ferro a sagoma stellare di Consagra.
Le residenze a schiera, di intervento statale,
sono attraversate da un percorso pedonale che permette di accedere agli ingressi
principali. Le abitazioni unifamiliari, sono a due piani, con il corpo superiore che forma
un passaggio coperto verso lo spazio comune.
In questi anni il nuovo centro si è andato
caratterizzando come un vero e proprio laboratorio dove artisti e progettisti
internazionali sono stati chiamati a partecipare al tema della costruzione dell'immagine
della città.
Secondo una moderna concezione, viva e dinamica,
dell'arte e dell'urbanistica sono state inserite nella trama viaria, fra le case, numerose
sculture, disposte all'aperto, fra la gente per diventare in tal modo patrimonio culturale
di tutti.