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In
VIAGGIO
Quando cavalco attraverso un villaggio,lo supero velocemente, ma se vado a piedi, vedo di più e gli amici mi chiamano nelle loro capanne. Arrivare veloce- mente a una meta è raramente un vero guadagno. L'uomo bianco vuole arrivare sempre in fretta. La maggior parte delle sue macchine serve unicamente allo scopo di raggiungere velo- cemente un posto... E così attra- versa correndo la sua vita, senza pace, disimpara il piacere di camminare e vagabondare, di muoversi contento verso la meta che ci viene incontro e che non cerchiamo. Dai Discorsi del Capo Tuiavii di Tiavea delleIsole Samoa ai fratelli polinesiani, dopo il ritorno da un suo viaggio in Europa effettuato durante gli anni venti.
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Preparare il bagaglio | ||
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IL
VIAGGIO
Senza fretta.
Ora che la bicicletta è pronta e attrezzata, non
c’è strada troppo sconnessa o
troppo ripida, né coda ai caselli autostradali o guasto al motore che
possa mandare a monte il nostro viaggio. La maggior parte degli
inconvenienti tecnici non ci spaventa, perché è sotto il nostro
controllo. Non abbiamo tabelle da rispettare, medie orarie da mantenere e
nulla ci impedisce di fermarci prima della meta prevista. Non c’è
acquazzone o caldo torrido che ci metta in crisi, perché ovunque c’è
l’ombra di un albero o un ponte sotto cui trovare rifugio. Possiamo fare
tutto questo perché abbiamo dalla nostra parte un alleato invincibile :
il tempo. Se non è così sarà meglio rinunciare, meglio scegliere un
diverso mezzo di locomozione e un diverso tipo di viaggio e attendere
momenti più adatti.
I motivi che spingono a
viaggiare, e a farlo in questo modo, sono differenti, ma, comunque sia, lo
facciamo per stare bene e per sentirci liberi. Quello che ci muove non è
lo spirito competitivo di chi non alza la testa dal manubrio e bada
soltanto alla media oraria e a quanti chilometri ha già nelle gambe. A
noi interessa viaggiare e la bicicletta ci permette di guardare il mondo e
la vita secondo una particolare visuale. Crediamo anche che la bici sia un
modo, uno dei modi, per trovare o ritrovare se stessi.
Gli itinerari possibili sono
infiniti, ma non è necessario attraversare il Sahara o scalare il
Kilimangiaro per vivere autentiche avventure. E non occorre neppure
mantenere medie di cento chilometri al giorno per poter dire di aver
compiuto un viaggio degno di questo nome. Il viaggio in bici non è uno
sport estremo, o almeno non è solo questo. Certo non esistono limiti né
alla fantasia né alla bicicletta, ma non dovremo sentirci frustrati se il
raid non valicherà i confini della nostra regione. Anzi, viaggiare in
bici è soprattutto riscoprire le piccole cose intorno a noi, magari
vicine, ma che passerebbero inosservate se non ci si muovesse con lentezza
e in silenzio.
Sulla base dell’osservazione
della carta, stabilite un percorso e, indicativamente, le tappe. Per i
primi giorni non prevedete troppi chilometri. Tenete presente che, una
volta che la bici è carica, la musica cambia di molto. Procuratevi una
guida dei campeggi e studiate l’itinerario anche in base a quanto e come
è servito il territorio.
Se non avete un buon
allenamento, prevedete un viaggio molto tranquillo, con percorsi
soprattutto pianeggianti e una media di chilometri giornalieri ridotta.
Il viaggio in solitaria.
Viaggiare da soli in bici è un’esperienza
emozionante, che andrebbe provata almeno una volta. Quale occasione
migliore per interrompere il fluire omogeneo dell’esistenza e ritrovarsi
per un po’ con se stessi ? Con ogni probabilità non si otterrà un
Risveglio alla Siddharta, ma certamente si ritornerà con qualcosa di
nuovo, fosse anche solo la consapevolezza di sapersela cavare da soli. Il raid in solitaria è molto più impegnativo, dal punto di vista pratico e psicologico, di quello in coppia o in comitiva. Bisogna essere in grado di affrontare da soli tutte le evenienze, i disagi e gli inconvenienti. Non partite in un periodo in cui siete inclini alla depressione : un’esperienza di questo tipo, con le lunghe ore di solitudine e le difficoltà, potrebbe acuire lo scoraggiamento. Se si tratta della prima esperienza del genere, scegliete un percorso non troppo impegnativo e un viaggio non troppo lungo. Preparate con grande cura il bagaglio e in particolare gli attrezzi e i ricambi. Dedicate maggiore attenzione allo studio dell’itinerario e dei possibili pernottamenti, così da evitare situazioni di eccessivo disagio, come farsi cogliere dal buio senza aver trovato un posto per dormire.
da
Bella Bici |
IL BAGAGLI Una volta fatta la lista, la
rileggeva con cura,
J.K.Jerome, Tre uomini a
zonzo
La
scelta di cosa portare in un viaggio in bici è una mirabile opera di sintesi, trovare il modo
per contenere il tutto nelle borse un esempio di arte logistica. Vediamo
la lista :
-
kit di attrezzi, compresi ricambi camere d’aria e copertone, pompa,
borraccia o borracce, ciclocomputer, faro anteriore e posteriore con
relative batterie nuove e di ricambio, cappello e casco, occhiali, maglia
da ciclista, pantaloncini da ciclista, scarpe per pedalare, guantini,
antifurto, telo di nylon per coprire la bici, un vecchio giornale ;
-
kit di pronto soccorso, occorrente per l’igiene personale, un
asciugamano grande e uno piccolo a tovaglietta, sapone da biancheria,
ciabatte per doccia, un paio di scarpe per camminare, biancheria, alcune
t-shirts, una tuta da ginnastica, k-way, uno zainetto di tela leggero.
-
tenda, sacco a pelo, tappetino a “buccia d’arancia”, coltello
multiuso, corde, set da cucina in alluminio, eventuale fornellino a gas e
cibarie.
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macchina fotografica, musica, quadernetto e penna, libro/i.
Come
stivare tutta questa roba ?
La
tenda, il sacco a pelo e il tappetino di gommapiuma andranno sistemati
sopra il portapacchi, fissati ben stretti da corde elastiche, verificando
che i ganci siano attaccati a dovere. Solitamente, le borse posteriori più
una capiente borsa da manubrio sono sufficienti per viaggi anche lunghi ma
che non prevedono il trasporto della cucina da campo. da Bella Bici, Stampa Alternativa © Luigi Bairo
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