IL Settecento                     Scuola Bellaria
Controlli audio

Storia del Bosco
Introduzione: il '700

A nord di Napoli, su di una collina ai margini della città storica, si estende l'antica "Delizia reale" di Capodimonte, voluta da Carlo III di Borbone salito al trono di Napoli il 10 maggio 1734. Il parco di Capodimonte per la monumentalità delle sue residenze rappresenta uno dei maggiori parchi storici cittadini.
Al tempo di Carlo III di Borbone la collina di Capodimonte era un territorio rinomato per la salubrità dell'aria. Sembra che il re volesse realizzare solo un bosco di caccia con un "casino" di campagna, dando inizio alla costruzione della cinta muraria del Bosco  che terminò nel 1736.
Ben presto per la bellezza del panorama che si godeva dal promontorio da cui si accedeva al Bosco emerse l'intenzione di costruire a Capodimonte anche una residenza di corte, adatta ad accogliere la collezione d'arte e la biblioteca Farnese ereditata da Carlo dalla madre Elisabetta.
L' ingegnere del regno Giovanni Antonio Medrano insieme all'architetto romano Antonio Canevari elaborò il progetto della reggia di Capodimonte e il 10 settembre del 1738 alla presenza del Re fu posta la prima pietra. Molte ragioni contribuirono a far rallentare i lavori non ultima il disagevole accesso alla "Real Villa di Capo di Monte ". Vi si entrava come oggi dal monumentale cancello di Porta di mezzo che si apriva su di un ampio emiciclo racchiuso da folte alberature di lecci, bosso, lauroceraso ed altri arbusti che accoglievano statue marmoree. Lo scenografico "atrio di piantagione" fungeva da invito al ventaglio di viali: due a forma di grotta con statue e cinque molto ampi che si intersecavano con una maglia di viali secondari assumendo la forma di una raggiera.
Nel 1742 l’architetto Sanfelice si dedicò ad un  piano di ampliamento di due giardini il “giardino del dattile” e il “giardino della pigna”. Tra il 1760 e il 1770, sotto la guida di Ferdinando Fuga, erano ancora in corso la sistemazione del piazzale d’ingresso dei quattro viali principali e del viale di mezzo lungo quasi un miglio. Quest’ultimo viale terminava con una colossale statua denominata il Gigante e che adesso non è più nella posizione originaria ed è priva del maestoso piedistallo. A quel tempo il Bosco era arricchito da molte altre statue, fontane o peschiere dove guizzavano pesci come la fontana di mezzo che oggi appare rimaneggiata. Questa fontana era alimentata dalle numerose cisterne quali il Cisternone , che dai primi anni di vita del Bosco furono realizzate per  sopperire alla mancanza d’acqua. L’impianto vegetale si basava su lecci, castagni, carpino, olmo, o su arbusti e fruttiferi come vite fico, ed olivastri.
Nel Bosco non vi erano solo volatili: come beccafichi o fagiani ma anche animali selvaggi racchiusi in recinti come conigli, cinghiali, cervi ed alcuni animali esotici o feroci come struzzi, tigri,  leoni, cammelli ed aquile, tenuti in un serraglio verso il Vallone di San Gennaro. Per alimentare tutta questa selvaggina, una consistente parte del Bosco era stata messa a coltura: vi si produceva miglio, grano, frumento, e diversi legumi.
Al termine del “primo stradone” vi era dal 1745  la piccola chiesa di San Gennaro che fu poi destinata a parrocchia degli abitanti del Bosco. Molto importante è la famosa “Real fabbrica della porcellana” fondata da Carlo III.
Alla partenza di Carlo III per la Spagna, la manifattura della porcellana continuò sotto Ferdinando IV che fece proseguire anche se a rilento i lavori alla reggia. Il regno di Ferdinando IV fu segnato da eventi politici e fermenti rivoluzionari di grande rilievo: nel Gennaio del 1799 iniziavano i gloriosi giorni della Repubblica Partenopea.

 

L. Marchese, Pianta topografica della città e territorio di Napoli. 1803 Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte, Gabinetto Disegni e Stampe. Particolare del "Sito Reale" di Capodimonte; fino al decennio francese una strada pubblica separava il "Real Bosco" dalla Reggia

Piano topografico del Real Bosco di Capodimonte, fine XVIII secolo Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte. La pianta, eseguita per il Re Ferdinando IV, evidenzia la totale autonomia dell'impianto del Real Bosco rispetto al palazzo reale.

G. Carafa duca di Noja, N. Carletti, Mappa topografica della città di Napoli e dei suoi contorni, 1775 Napoli, Biblioteca Nazionale. Particolare della veduta Scenografica; sulle verdi pendici della collina di Capodimonte emerge la Reggia, all'epoca incompiuta.

A. Cardon, Salita di Capodimonte, fine XVIII secolo. Napoli Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte, Gabinetto Disegni e Stampe. L'accesso al "Sito Reale" di Capodimonte, prima del decennio francese, avveniva attraverso l'erta salita di Capodimonte. 

A. Joli, Ferdinando IV a cavallo con la corte a Capodimonte, 1762 a Napoli, Museo di San Martino. La veduta esalta le elevate qualità paesaggistiche dello "Spianato" intorno al Palazzo Reale.
Controlli audio
Il vostro browser non supporta i plug-in: aggiornate a MS Internet Explorer 5.x
Concerto per 2 trombe di
Vivaldi

Inizio pagina

Home ] [ Il Settecento ] L'Ottocento ] Il Novecento ] Oggi ] Cronologia Parco di Capodimonte ]