Porta grande il principale accesso al parco di Capodimonte, prospetta verso l’antico borgo di Sant’Antonio e si apre sulla strada dei Ponti Rossi. Superato l’ampio cancello di ingresso si entra in quella parte del parco denominata “Spianato”, cioè l’ampio promontorio intorno al Palazzo reale attuale Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte. A destra di Porta grande, si eleva un’alta cortina di edifici denominata Palazzotti, in quanto composta da più caseggiati, in origine tre indipendenti, che in parte ospitano uffici della Soprintendenza. I tre casamenti erano originariamente chiamati, partendo da destra, la Casa Rondino, la Casa di Lucca e la Casa di Marigliano. Raggiungiamo l’ampio pianoro davanti al fronte a mezzogiorno del Museo, dove, al centro di una raggiera di viali, si innalza la Fontana del belvedere, con due maestose figure e delfini di marmo bianco. L’area a mezzogiorno del Palazzo reale era conosciuta come la “Veduta di Napoli”: la vista panoramica abbraccia il Colle di S. Martino ed il golfo fino a Punta Campanella e Capri. Ad ovest della Reggia la radura si apriva in alcuni punti sul panorama ed era nota come la “Veduta di villa Ruffo”. Proseguiamo lungo i boschetti a nord del Palazzo reale fino ad incontrare, un piccolo recinto circolare, il Maneggio; fu realizzato verso il 1833 per volere di Ferdinando II ed era cinto da una spalliera di lauroceraso; oggi è utilizzato per esercitazioni dal Reparto a cavallo della Polizia di Stato. Di fronte al Museo prospetta la sobria facciata del “Casino dei Principi”. L’impianto originario dell’edificio è preesistente al Palazzo reale ed era di proprietà dei Carmignano, Marchesi di Acquaviva. Il possedimento degli Acquaviva era molto vasto ed includeva la “Casa piccola”, trasformata in “Reali scuderie”, due “Giardini di Delizie”, un ampio podere agricolo e la “Casa Grande”. Nel 1826 la vecchia “Casa Grande”, fu destinata a sede dei “Reali Principi”. Contemporaneamente iniziava la riduzione dell’ampia masseria annessa in “Giardino dei Reali Principi”. Sulla prateria di fronte al cortile del Casino dei Principi si osservano dei rari esemplari esotici quali un maestoso canforo, un Taxodium (taxsodium mucronatum), pianta proveniente dal Messico, un eucalipto. Proseguendo verso il belvedere, vi sono magnolie dai bianchi fiori profumati.

Lungo il percorso che sovrasta la strada dei Ponti Rossi, si costeggia il prospetto secondario di un vecchio edificio ancora oggi chiamato Colletta, dal nome del generale Pietro Colletta. Il fabbricato, attualmente destinato ad abitazione, scavalca la strada dei Ponti Rossi ed è rilevante sotto il   profilo tipologico. All’edificio è annessa una piccola area a verde, è il “ Giardini  Colletta”. Risaliamo verso il Casino dei Principi e costeggiamo il fronte a mezzogiorno dove si eleva una piccola serra edificata verso il 1843 su di una preesistenza.

La serra, denominata “stufa di fiori”, era addetta alla produzione di specie che necessitavano di un clima più temperato nella stagione invernale. Accanto alla “stufa” esiste un vivaio, che occupa il luogo della vecchia “Pipiniera”. Dal lato opposto del viale, che conduce a Porta di mezzo, sono le “Scuderie” un tempo “Reali Scuderie”. Siamo giunti all’estremità superire dello “Spianato”, dove si apre il cancello di Porta Piccola  che prospetta su via Miano; l’ingresso fu realizzato alla fine del secondo decennio dell’ottocento come Porta grande, durante la realizzazione della nuova cinta muraria. Poco più a nord di questo accesso, lungo il muro che separava lo “Spianato” dall’area del Bosco destinata a “Fagianeria” fu aperta nel 1816, Porta Caccetta. Ampliata  nel 1834, è stata demolita nella seconda metà del900. Retrocediamo verso le scuderie e portiamoci sul viale che conduce a Porta di mezzo, per intraprendere il secondo itinerario.