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Al
centro di una piazzola, all'incrocio di quattro viali, vi è la Fontana di
mezzo, che era alimentata da una grande cisterna, ancora esistente, sita
presso l'antica Fabbrica della Porcellana.
Dalla Fontana, l'acqua raggiungeva le fontane del Giardino Torre, un
complesso posto, ai margini del Bosco.
Dalla stessa piazzola, lungo il percorso che porta al viale di mezzo
scorgiamo una colossale Statua, denominata "il Gigante" che è
l'elemento più pregiato della statuaria del parco perché in parte
costituito da frammenti antichi. Raggiungiamo il viale di mezzo che
"corre per circa un miglio" ed è cinto ai due lati da annosi
alberi, che incurvandosi ed intrecciandosi fra loro lo difendono da
"raggi del sole". Quasi all'incrocio tra questo viale e quello
che abbiamo appena percorso si eleva un antica fabbrica a due piani, con
cortile centrale ed una lunga Terrazza. L'edificio era conosciuto come la
"Real Vaccheria" una vera e propria azienda. Sullo stesso viale
scorgiamo sulla sinistra, un altro edificio, chiamato Casino di S. Gennaro
che fu ristrutturato ed abbellito durante il regno di Ferdinando II.
Proseguiamo ancora sul viale di mezzo, su cui si attestano diversi
percorsi che sinuosamente raggiungono gli ambienti dei valloni, sulla
sinistra il Vallone di S. Gennaro e sulla destra il Vallone
dei Cervi.
Nell' ultimo tratto si scorge il Roccolo, piccolo edificio in mattoni che
vediamo ai margini dello slargo. Dallo slargo si apre un'ampia finestra
sul paesaggio che conserva ancora un certo fascino. Raggiungiamo il
cancello che è racchiuso tra massicci pilastri in piperno, del
"Giardino e Casamento della Torre" davanti al quale svettano due
altissimi pini neri. A destra di questo ingresso si apre la Porta di Santa
Maria dei Monti. Il "Giardino e Casamento della Torre", è un
complesso interamente murato.
Il primo blocco dell’edificio, quello a più livelli, denota un
linguaggio più aulico nel trattamento degli ornati e nello sviluppo dei
volumi, rispetto al corpo retrostante. E’ caratterizzato da un elegante
torrino, di gusto vanvitelliano. Alla Torre si accede da una suggestiva
scala in piperno, panoramica verso il Cavone di Miano ed il Vesuvio. Il
corpo retrostante è ad un piano ed ha caratteri tipici
dell’architettura rurale, ma non per questo meno interessanti. E’
composto da pochi ambienti aggregati a schiera, a cui si addossa una torre
serbatoio, con al di sotto un forno a legna. Entriamo nel piccolo
“Giardino dei Fiori”, la parte più preziosa del complesso per gli
elementi decorativi che ancora l’ornano. Di fronte all’ingresso
vediamo un grosso nicchione
che formava la “prospettiva in testa del giardino”. Una
conchiglia a stucco riveste l’intera volta ed in basso è incassata una
vasca di piperno con scoglio in pietra lavica. Dalla seconda metà del
Settecento, nel “Giardino dei Fiori”, vi erano stufe di ananas. Verso
il tardo Ottocento fu realizzata, a destra del nicchione, una serra da
moltiplicazione destinata alle piante più pregiate. Sul perimetro della
serra, che aveva alterato l’immagine del giardino, è stata realizzata
una pedana in legno, che lascia intravedere lo scavo sottostante, come il
vecchio forno a legna che alimentava la stufa della serra. In asse alla
prospettiva laterale del giardino, si osserva una seconda fontana di marmo
bianco, un tempo ornata da uno scorfano ed un’esedra scandita da dieci
paraste doriche con basi in piperno che racchiudono sei svecchiature. Al
centro si apre un vano arcato con concio di chiave e bugne laterali,
sormontato da un timpano; due cartocci terminali raccordano l’esedra con
i muri adiacenti. L’esedra fu realizzata nel tardo Settecento, su di una
vecchia struttura esistente, ed era abbellita da molti altri elementi
quali i cartocci ai lati del timpano o i gigli di stucco sui capitelli.
Dallo “Stanzino”, attraverso un varco ed una scaletta in piperno si
scende in un altro piccolo spazio recinto, il “Giardino della Purpignera”,
dove già dal Settecento esistevano due stufe di ananas. La posizione del
giardino, l’assenza di particolari episodi architettonici o scultorei,
lo individuano più come un semplice luogo di produzione. La stufa fu
distrutta durante gli ultimi eventi bellici. Alle spalle di questo
giardino si sviluppa l’antico “Giardino della Fruttiera di basso”,
che era addetto fondamentalmente a “Pipiniera”, cioè a vivaio. E’
uno spazio recinto, che digrada fino quasi al Cavone di Miano; al centro
conserva un’antica fontana. Alle spalle del muro di cinta del vivaio, si
apriva un’altra delle porte del Bosco detta “Porta sul Cavone” o
“Porta di Miano”. Usciti dal
Giardino Torre, raggiungiamo la maestosa magnolia e attraversiamo
l’ampia radura a nord della Vaccheria. Percorriamo un viale ombroso ed
irregolare e ritorniamo sul viale di mezzo e risaliamo sulla sinistra ad
un vecchio fabbricato chiamato “Cutaneo o Cattaneo”. E’ un altro
degli edifici rustici del Bosco con una tipologia articolata, che si
sviluppa intorno a due spazi aperti cinti da mura: a nord un giardino, a
sud un cortile. Sul viale di mezzo prospetta il corpo maggiore
dell’edificio, su cui si apre un bel portone in legno, recentemente
restaurato, che introduce nell’androne principale. L’edificio è a due
livelli con diversi ambienti al piano terra, alcuni con ingresso diretto
dal cortile; anticamente erano addetti a deposito. Al piano superiore si
apre una grande terrazza che affaccia a mezzogiorno e si sviluppano le due
abitazioni con scale indipendenti, di cui una esterna all’edificio. Nel
piccolo giardino retrostante vi sono vecchi esemplari di camelie ed
agrumi. Dal viale che costeggia il cortile dell’edificio, si può
giungere, con un percorso in ripido declivio, nel Vallone Amendola, in
prossimità della Grotta di Maria Cristina. Immettiamoci sul viale che
fronteggia l’ingresso del cortile dove vedremo, sul cammino, un piccolo
manufatto denominato “La Grotta” o “Il Grottino”.
Il
piccolo corpo si eleva dove esisteva una vecchia abitazione denominata
Casa del Montiere, che concludeva la prospettiva del seconda
“Stradone” di Porta di mezzo. All’interno della Grotta, affiorano,
sulle nude e scabre pareti, avanzi di paramenti murari e tre finte
finestre o edicole, sotto le quali sono scavati sedili di pietra rivestiti
da ardesia. Dal piccolo manufatto risaliamo, lungo lo “Stradone” a
Porta di mezzo, dove si conclude l’itinerario ed anche la nostra
passeggiata nel Bosco.
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Itinerari del Bosco
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