|
L’itinerario
lungo i valloni, non seguirà un percorso continuo ma si svolgerà per
punti, individuando i luoghi più emblematici per la comprensione delle
aree. Al loro interno non si incontrano, inoltre, episodi architettonici
ed artistici se si esclude la Grotta di Maria Cristina, una vecchia cava
riadattata nell’Ottocento ad imitazione di un locale di sepolcri. I
valloni formano l’area del bosco connotata da una orografia accidentata:
a settentrione, si estende il Vallone di Miano su cui confluisce il
Vallone di S. Gennaro. Erano luoghi addetti alla caccia e alla produzione
di legna. I valloni Amendola, Miano e S. Gennaro vennero ridotti a boschi
cedui di castagno.Il vallone Amendola si può raggiungere percorrendo un
sinuoso percorso, che si attesta nelle vicinanze del Grottino e del
fabbricato Cataneo. Laddove si conclude il forte declivio, a destra del
percorso, si apre la cosid detta Grotta di Maria Cristina di Savoia. È
un’antica cava di tufo, al momento non praticabile. Furono scavati nel
tufo finti loculi che richiamavano antichi colombari. Sul cammino lungo e
tortuoso, che simulava la Via dei Sepolcri, ed in particolare in
prossimità dell’accesso alla Grotta, erano sistemati anche mausolei di
pietra. Attualmente la copertura arborea del Vallone Amendola è formata
prevalentemente da lecci, essendo un vallone caratterizzato da un basso
grado di umidità. Attraversato il Vallone Amendola si raggiunge, dopo una
breve risalita, il Vallone dei Cervi; lungo tutto il percorso il paesaggio
è caratterizzato dall’erto dirupo sottoposto al muro di cinta. Lo
strato arboreo del Vallone dei Cervi, sebbene simile a quello presente nel
vallone Amendola, è contraddistinto per il maggior tasso di umidità,
dalla frequente presenza dell’acero di monte e talvolta, nelle parti
ancora più depresse ed ombrose, anche dal carpino nero. L’ingresso al
Vallone dei Cervi, che si attesta nelle vicinanze del Giardino Torre
definisce un ambito di particolare interesse, in quanto fortemente
caratterizzato.Il
vallone di S. Gennaro,posto alla sinistra del
viale
di
mezzo, è
una stretta
gola
che
taglia longitudinalmente le aree a nord del Bosco. Un punto
preferenziale di osservazione sul Vallone di S. Gennaro è rappresentato
dal Ponte dell’Eremo che abbiamo già percorso in un itinerario
precedente. Per raggiungere il ponte, consigliamo di attraversare il lungo
percorso che dal Roccolo conduce verso l’Eremo e proteso sul ciglio del
Vallone di Miano. Questo vallone è sottoposto da anni ad usi impropri ed
illeciti che ne hanno modificato la morfologia, la copertura vegetale e
minacciato il suo equilibrio ecologico. Nel Vallone di Miano predominano
attualmente il leccio ed anche le specie, da ambiente umbrofilo, osservate
negli altri valloni. L’arrivo al ponte è segnalato dalle chiome di due
altissimi pini neri. Per raggiungere il fondovalle del Vallone di San
Gennaro, immettiamoci sul viale, in parte già attraversato, che
dall’Eremo conduce alle
praterie dove era il “Civo di Mezzo”. Sul viale si attestano
alcuni dei percorsi che costeggiano o discendono in questo vallone.
Oltrepassato un viale ad ansa ed un grande leccio cavo, recuperato
mediante interventi di dendrochirurgia, imbocchiamo il viale successivo
che conduce alle quote basse del Vallone. Il
viale si conclude in un
piccolo slargo dove nei punti
più umidi ed ombrosi , si rileva la presenza di diverse epatiche
sulle pareti in tufo che a tratti sostengono il declivio. A sinistra dello
slargo si sviluppa il sentiero, temporaneamente non praticabile in tutta
la sua estensione, che attraversa il Vallone. All’uscita, svoltando
sulla destra, possiamo raggiungere rapidamente il Viale di mezzo,
all’altezza della Vaccheria.
|
|
Itinerari del Bosco
|
|
|
Grotta Maria Cristina
|
|
|
Fabbricato Cataneo |
|
|
Vallone di Miano | |