Dimensioni Spazio-temporali Circoscritte La tematica del discorso da cui parto nel mio lavoro è il "metaplasmo fotografico"ovvero in termini più semplici potrei spiegarlo come il cambiamento della conformazione originaria della materia. Al mutamento espressivo dell'immagine aggiungo un cambiamento di concetto-pensiero nel quale cerco di far attivare nel fruitore, attraverso questo "input"che a lui fornisco, una visione diversa dell'immagine stessa, cioè una visione priva di codici. Spetterà quindi all'osservatore delle immagini trarne il significato, della stessa, cercandoli nella propria mente e facendo uso della propria cultura.Un processo mentale è quello che tento di innescare con la visione delle mie immagini, la sequenza delle quali può avere diverse chiavi di lettura adattabili al fruitore di volta in volta e non necessariamente ciò che io intendo dire, lascio aperte diverse porte…. Un aiuto in questo lavoro l' ho avuto anche dalle teorie del Surrealismo, nel superamento del reale "contingente" infatti come dice Louis Aragon " Il reale è soltanto un rapporto come un altro, l'essenza delle cose non ha alcun legame con la loro realtà, ci sono altri rapporti, oltre il reale, che lo spirito può cogliere e che sono altrettanto primari come il caso, l'illusione, il fantastico, il sogno. Queste diverse specie sono riunite e conciliate in un genere, che è la Surrealtà" Articolo tratto dalla rivista COMMERCE anno 1924. |
I
parametri di un'esplorazione |
Dimensioni
Spazio-temporali circoscritte
Quella del fotografo di ricerca è un'attività che non raggiunge mai la compiutezza, non approda mai ad un risultato definitivo, è fatta di esperienze tendenti a .... qualcosa, esercizi dell'intelligenza propedeutici ad altri esercizi, giuochi mai finiti. Le fotografie di ricerca non si espongono in modo definitivo, non si commercializzano, rimangono vittime, ansiose del loro stesso superamento. Le "Dimensioni spazio-temporali" di Beltrambini non fanno eccezione la stessa titolazione può essere cambiata, per esempio, in "Metaplasmi fotografici", come l'autore stesso le definisce, quasi ad indicare la vaghezza di un discorso sperimentale; le immagini risentono dei ritmi e delle sorti che il pensiero estetico imprime loro in questa particolare stagione: trascorrono dal "Land Art" al "Pop", al "Concept", con richiami nostalgici al "Surreale"ed al "Metafisico"ecc...... |
In precedenza ho affermato che le fotografie del Nostro autore sono prive di un codice e che per questo sono originali , provocatorie per il loro scarto dalla norma; ma, invece, un codice lo hanno, ed è il più semplice che si possa immaginare ; esse sono espresse tutte in forma binaria o dualistica tale da consentire il gioco delle analogie, dei contrasti, delle contrapposizioni, delle ambiguità; un codice che diventa formula, stile e anche chiave di lettura, ma, attenzione: una chiave che, a poco a poco esaurisce la peculiare caratteristica di strumento idoneo ad aprire uno ed un solo scrigno, per diventare un "Passepartout". E' in questo aspetto di "chiave passepartout" che individuo il limite delle immagini di Beltrambini e la conseguente classificazione nell'ambito della semplice ricerca; lavoro che, come tutte le ricerche, deve rimanere così com'è, sospeso, non imitato da altri né reiterato dallo stesso autore, pena la banalizzazione del discorso, la meccanica applicazione di una formula, l'abuso di un codice. |