A SILVIO

di Anonimo

Silvio, rimembri ancora

quel tempo della tua vita normale

quando su navi da crociera cantavi

e, di certo, al Milan non pensavi?

Poi, era il maggio odoroso,

in un giorno di molto piovoso

incontrasti il tuo primo socio,

se non sbaglio si chiamava Licio.

Costruisti così Milano due e poi

Canale cinque, Retequattro, Italia uno,

pensavi: "non mi ferma più nessuno".

Conoscesti tempo dopo anche Bettino

(insieme divideste il gran bottino)

non sol Milano, ma l'Italia intera

fu per voi di miliardi una miniera.

Nominato fosti pure Cavaliere

quando Milano era la città da bere,

ma poi senza il tuo padrino

ti sentisti sol come un bambino.

Dal tuo video affacciato

con rabbia dicesti:

"Ai rossi, in Fede mia,

farò molti Sgarbi".

Così, detto fatto,

in un batter d'occhio

contro l'idea assai Sinistra

d'un governo progressista

assemblasti senza celia

il partito Forza Italia.

Forza Silvio, tieni duro,

tu sei l'uomo del futuro

solo spiegaci perché

temi ciò che più non c'è.