LA STORIA

 

 

Le Origini

 

Secondo le più accreditate ricostruzioni storiche, il luogo trae origine da un accampamento invernale di truppe romane che, nel secondo secolo dopo Cristo, svernarono sul dosso dell’attuale Cascinella.

Nella valle sottostante infatti, scorreva a quel tempo un largo corso d’acqua, affluente del vicino fiume Adda e, la vicinanza di un corso d’acqua è un primo indizio importante. Determinante però a suffragare questa tesi, è il rinvenimento di alcuni reperti archeologici venuti alla luce nella zona tra cui il sarcofago del terzo secolo dopo Cristo, in mostra nel parco della villa Banfi di Carnate.

 

Il Toponimo

 

Fu così, com’era costumanza delle legioni romane, che quel luogo assumesse il nome di “IBERNA REGIA” col significato di: “luogo dove si sta da re”. Le successive trasformazioni del nome a noi giunte :BERNADIGIUM, BERNARECC, BERNAREGGIO, hanno sempre mantenuto lo stesso significato.

 

Il Borgo

 

Il primo insediamento abitativo, risale al secolo X con la costruzione del castello, i cui resti sono ancora visibili dalla civica piazza.

La località fu assegnata (investitura), perchè la amministrasse, ad una nobile famiglia che del borgo prese anche il nome. Nacque così la dinastia dei BERNAREGGI che si estinse nel 1660 con la morte del Conte Giovanbattista. Tale nobile signore, ultimo dei Bernareggi, aveva sposato senza avere figli, la nobile Anna PECCHIO. Recenti ricerche hanno ricondotto ad un attuale discendente del casato Pecchio: il Conte Rino Pecchio Ghiringhelli Rota confermando, in modo irrefutabile la giustezza della tesi.

 

I Personaggi e le Epoche

 

I Bernareggi, espressero nei secoli, eminenti personaggi. I più noti, forse, sono due omonimi: Obizzone da BERNAREGGIO.

Il primo, morto a Monza nel 1304, era segretario del Conte di Milano (il Vescovo Ottone Visconti) e Prevosto della Plebe di Vimercate.

Il secondo era, nel 1340, Signore della Martesana e capo della famiglia dei Melosi a Vimercate.

Trasferitesi a Milano con l’avvento dei Comuni, i Bernareggi permisero l’insediamento nei loro possedimenti di due monasteri (uno maschile e uno femminile) degli Umiliati del secondo Ordine.

Subentrò loro la nobile famiglia dei FOPPA, presente in paese fino al secolo XVIII. Al termine dell’occupazione spagnola e dell’epoca feudale, i feudatari di Bernareggio erano i SECCO BORELLA - TROTTI di Vimercate.

Il breve periodo napoleonico e quello austro-ungarico, non mutarono il volto al nostro piccolo borgo, la cui economia rimase basata prettamente sull’agricoltura, la pastorizia e la viticoltura.

E’ invece con il Risorgimento e l’unità d’Italia che Bernareggio decolla. Nel 1869, con decreto reale, il nostro paese venne riconosciuto capoluogo (ruolo che mantenne fino al 1909) di un territorio comprendente gli attuali Carnate, Ronco Briantino, Aicurzio, Sulbiate e Villanova.

Sotto il profilo economico, sbocciarono la bachicoltura e l’industria tessile, basti dire che la filanda per la lavorazione del bozzolo del baco da seta è stata attiva fino a pochi decenni fa (nelle fotografie degli anni cinquanta e primi sessanta, si vede ancora la vecchia filanda al posto dell’attuale giardino comunale). Anche l’artigianato proliferò (soprattutto nel legno) ed il commercio.

Nel 1886, vennero erette, in largo Dante il primo Palazzo del Comune e la scuola elementare (l’attuale ex scuola media in via di ristrutturazione). Si partecipò inoltre alla prima realizzazione ferroviaria e tramviaria della zona. Infatti, il vecchio tram che collegava Vimercate a Milano fino a non molti anni fa, in origine, arrivava fino all’attuale Francolino.

In quest’epoca, la figura più luminosa della nostra storia locale (ma che è nota a livello nazionale) fu Laura SOLERA, figlia di Giuseppina LANDRIANI. L’attuale sede del Municipio, è noto col nome di Palazzo Landriani e fu la dimora del casato della mamma di Laura Solera. Fervente patriota, amica di Garibaldi e di Mazzini, fondatrice di scuole, ospedali, orfanotrofi e del primo sindacato femminile di mutuo soccorso, Laura Solera ebbe il giusto riconoscimento per la sua attività e oggi le sue spoglie riposano nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano accanto a quelle di illustri personaggi come il Manzoni ed il Cattaneo. Negli ultimi cinque anni della sua vita (morì nel 1873), la Solera fu ispettrice delle nostre scuole e promosse corsi di taglio e cucito per le donne e le giovani del paese.

 

Il Secolo XX

 

Nel corso dell’ultimo secolo, si assiste ad una crescita lenta ma costante da tutti i punti di vista.

Economica: l’industria e l’artigianato fioriscono perchè nel 1900 si dispone dell’elettricità; è del 1906 il primo pozzo elettrificato dell’acqua potabile (si è già detto dello sviluppo della bachicoltura, dell’industria tessile e del legno)

Culturale: con la fondazione, nel 1908, da parte dell’Associazione maschile del Mutuo Soccorso, della scuola di disegno e tecnica per tutti i mestieri. Questa scuola avrà una grande importanza perché fornirà per decenni all’economia locale manodopera specializzata e quadri tecnici, in alcuni casi a livello nazionale. I nostri Maestri del lavoro erano richiesti da tutta Italia. Basti dire che dal 1936, l’acciaieria Falck di Bolzano fu diretta da un bernareggese, Armando Bolgiani.

Nel 1930, fu aperta la prima biblioteca con sala di lettura.

L’apice di questa evoluzione, venne toccato negli anni trenta, quando Bernareggio completò la trasformazione da polo prevalentemente agricolo a centro prevalentemente industriale ed artigianale. Sorsero alcune grosse fabbriche (per quei tempi) di livello nazionale. Di pari passo, crebbero la popolazione e gli insediamenti abitativi. Grosso handicap, fin da allora, rimasero i collegamenti ed i trasporti.

Siamo ora, alle soglie del terzo millennio, giunti vicino ad un buon equilibrio. Quanta strada ha fatto il nostro piccolo ex borgo precollinare! Fermo però deve rimanere l’impegno a migliorare sempre più la qualità della vita (almeno per quanto possibile a livello locale); pronti per poterci calare, con dignità, nel contesto dell’Europa unita sempre più vicina.

 

 

                                                                                     PRO LOCO - BERNAREGGIO

                                                                                             Angelo PIAZZA

  

 

 

 

 

RIFERIMENTI GEOGRAFICI

 

 

Bernareggio è un comune situato nella Provincia di Milano in direzione Nord-Est rispetto alla città. E’ composto dal capoluogo e dalla frazione di Villanova.

Collocato a 234 m.s.l.m., confina con i comuni di Ronco Briantino, Verderio Inferiore, Aicurzio, Sulbiate, Vimercate e Carnate. Ha una superficie di 5,87 Km.2 ed una popolazione di oltre 8000 abitanti.

Il paese dista 26 Km. da Milano e la stessa distanza lo separano sia da Lecco sia da Bergamo, mentre a soli 12 Km. si trova Monza, città di Teodolinda regina dei Longobardi.

Bernareggio è inserito nella parte orientale del territorio noto come Brianza, regione lombarda compresa tra i fiumi Seveso ed Adda, percorsa dal Lambro, dal Molgora e da altri corsi d’acqua.

Il fiume più vicino e, senza dubbio il più suggestivo, è l’Adda con il suo notissimo ponte in ferro ad arcata unica di Paderno, costruito tra il 1887 ed il 1889. Nella stessa zona sono disloccate centrali idroelettriche ed impianti idrici (canali) e di attraversamento (traghetto di Imbersago), pregettati da Leonardo da Vinci durante gli anni di soggiorno a Milano.

Ad Ovest del paese, scorre invece il torrente Molgora, ormai ridotto ad un rigagnolo e che da il nome all’omonimo parco gestito da un’apposita associazione della quale fanno parte i comuni di Vimercate, Agrate, Burago, Carnate, Usmate Velate e Caponago.

Altri importanti bacini idrici della zona, sono i laghetti di Alserio, Annone, Pusiano, Montorfano e Segrino con i loro variopinti canneti, nonchè il lago di Lecco reso celebre dal Manzoni col suo romanzo “I Promessi Sposi”. Più vicino a noi si trova il laghetto di Sartirana, ritornato ad una bellezza naturale e popolato da una chiassosa fauna acquatica.

Tutto ciò avvalora la tesi che in tempi molto remoti, Bernareggio fosse attraversato da un largo corso d’acqua a testimonianza del quale rimane la lunga cicatrice ancora ben visibile, sia pure frazionata, che partendo dalla zona a Nord del Francolino, taglia Bernareggio, sfiora Villanova e Ruginello e si immette nel Molgora in prossimità di Oldaniga. Frane o altri fenomeni idrogeologici, potrebbero aver causato il prosciugamento o la deviazione di questo fiume lasciandone l’alveo intatto.

 

I NUMERI

 

 

EVOLUZIONE ANAGRAFICA dal 1988 al 1997

 

Anno

Nati

Morti

Immigrati

Emigrati

Tot.Pop.

1988

60

54

231

128

6.534

1989

61

52

269

168

6.644

1990

67

54

307

153

6.812

1991

63

59

248

147

6.909

1992

73

66

311

135

7.092

1993

59

62

451

189

7.351

1994

56

51

408

161

7.603

1995

75

48

325

194

7.761

1996

100

65

329

196

7.929

1997

100

49

280

202

8.058

 

Come si evince dalla tabella, la crescita demografica di Bernareggio è lenta ma inarrestabile (almeno relativamente all’ultimo decennio). Ciò è dovuto al costante saldo positivo tra i flussi migratori.

Tale flusso immigratorio, ha provenienze diversificate, ma in maggioranza, è determinato dalla tendenza al decentramento dalle grandi città alla ricerca di una qualità di vita migliore.

Bernareggio tuttavia, non è immune come quasi tutto il resto d’Italia, dal fenomeno dell’immigrazione dall’estero. Al 31/12/97 infatti, risultavano residenti nel nostro comune ben 118 cittadini stranieri, comunitari e non, provenienti da tutte le parti del mondo.

La comunità straniera più numerosa è quella marocchina con 54 cittadini, dalla Sierra Leone con 7, dall’Inghilterra e Albania con 6, ma non mancano statunitensi, sudamericani, slavi di diversa nazionalità, asiatici, europei di varie nazioni ecc.

Non c’è dubbio che una parte di questo fenomeno sia legato ad attività professionali e ad esigenze di alcune grandi aziende multinazionali presenti dalle nostre parti, ma è altrettanto palese che, in maggioranza, si tratta di movimenti di persone spinte dalla guerra o dalla ricerca di migliori condizioni di vita. Motivazioni ed aspirazioni quindi assolutamente legittime e condivisibili.

E’ un fenomeno inarrestabile che non si ridurrà in futuro e, per opporsi al quale, a nulla servono i proclami o le prese di posizione demagogiche, semplicemente deve essere governato con lungimiranza, comprensione e solidarietà senza rinunciare alla tutela dei diritti di tutti anche stroncando severamente quei fenomeni di criminalità che, inevitabilmente, si accompagnano a queste situazioni.