Itinerario 4
Località
di partenza: Casale Ferreri (Zubiena)
Tempo di
percorrenza: ore 1.30 (soste escluse)
Difficoltà:
D (percorso privo di segnaletica - utile la bussola)
Periodo
consigliato: da Dicembre ad Aprile
Anche se non sempre facilmente
individuabile, questo itinerario è di notevole interesse
archeologico e geologico. Permette di osservare: un complesso
strutturale con terrazzamento, sorgente e masso inciso; le
sorgenti più suggestive della Bessa, resti di insediamenti ed un
classico masso altare. Paesaggio alternato di
pietraie e bosco con prevalenza di questultimo.
Dalla strada provinciale Cerrione
Mongrando seguire le indicazioni Casale Ferreri fino al
tornante che precede le case, dove si può parcheggiare. Scendere
lungo la carrareccia ed al primo incrocio deviare a sinistra
raggiungendo in breve il Terrazzo della Bessa. Continuare diritti
lungo un ampio sentiero fiancheggiato da muri a secco
attraversando tratti di bosco di querce e robinie che crescono
tra i ciottoli. Dopo aver costeggiato alcuni bassi cumuli si
arriva ad un bivio segnalato da un masso piramidale.
(Deviazione verso il masso dei granati)
Salire sulla pietraia situata a destra del
sentiero (cercando un passaggio tra la vegetazione) e
raggiungere, dopo una trentina di metri verso Sud, un grande
masso di colore scuro a sfumature rugginose. Si tratta di una eclogite,
roccia che si forma per metamorfosi di basalti, in condizioni di
alta pressione. Linteresse rappresentato da questo masso
erratico, oltre alla sua rarità nella Bessa, è di carattere
estetico in quanto é costituito da migliaia di granati rosso-bruni
immersi in una matrice verde scuro. Ritornare al bivio.
Voltare a sinistra in ambiente più aperto,
al bordo di un profondo vallone, ad una biforcazione continuare
diritti in leggera salita, percorrere il lato sinistro della
successiva radura ed entrare nel bosco seguendo una traccia che
dopo aver attraversato una macchia di canne raggiunge i
terrazzamenti della struttura I (vedi capitolo: Strutture murarie)
che si costeggiano sino ad un incrocio. Voltare a sinistra, dopo
una ventina di metri si raggiunge un masso inciso apparentemente
connesso con la struttura, ha superficie leggermente inclinata a
Nord, con coppelle, canaletti ed uno scutiforme. Una
sorgente protetta da muretti, ora inaridita, sgorgava sotto al
masso. Proseguire a destra in discesa seguendo la barriera di
filo spinato del cosiddetto villaggio africano
costruito da un emigrato in Africa ritornato al paese. Un tocco
di kitsch nel severo ambiente delle aurifodinae. In
corrispondenza del cancello di ingresso del villaggio
dirigersi a sinistra verso la vicina pietraia. Dopo una ventina
di metri si arriva al bordo del corridoio di accesso ad un
magnifico riparo scavato sotto ad un masso erratico. Prendere a
sinistra lantico sentiero di accesso tra i ciottoli e
seguirlo verso Ovest in direzione di due betulle che crescono allinterno
di un bel fondo di capanna con parte delle mura
perimetrali ancora in buono stato di conservazione. Continuare
brevemente verso Ovest ed entrare in un valloncello tra i cumuli.
Allineate lungo il fondo si incontrano tre sorgenti collegate a
vasche rettangolari allungate protette da murature e dotate di
gradini di accesso, ancora colme dacqua limpidissima dopo
periodi di pioggia. Non è ovviamente possibile stabilire con
certezza lepoca della prima costruzione di questi manufatti
(comuni su tutto il Terrazzo), ma la loro frequente presenza in
zone totalmente sterili ne rende sovente difficile lattribuzione
ad un periodo successivo ai lavori minerari. Pochi metri dopo lultima
sorgente si sbuca allinterno di una fascia vegetata lunga
150 metri, a fondo sabbioso e pianeggiante con muri di
contenimento che denunciano una probabile appartenenza dorigine
allimpianto di distribuzione delle acque di lavaggio di
epoca Romana (vedi il capitolo: Rete idrica). Percorrere verso
destra lultima parte della vasca e poco prima
del suo termine (e dellinizio di un canale) salire allampio
sentiero che si percorre, sempre in salita, per circa duecento
metri, fino ad un incrocio a T. Dirigersi a sinistra sullo
stradino che costeggia la base delle colline moreniche che
delimitano a Sud Ovest la Bessa. Allaltezza di un rudere di
cascina, al bordo di una radura tra contorti castagni
pluricentenari, si incontra un grande erratico a
parallelepipedo, ricoperto da una patina nerastra. La forma e la
presenza di numerose coppelle di piccole dimensioni sulla
superficie superiore pianeggiante dotata di rozzi gradini
di accesso, lo pongono nella (arbitraria) categoria dei massi
altare. Proseguire lungo lo stradino ed allincrocio,
in corrispondenza di un alto muro di contenimento, girare a
destra e risalire al parcheggio.
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