Itinerario 6

 

Località di partenza: Centro Visite di Vermogno (Zubiena)

Tempo di percorrenza: ore 1.15 (deviazione compresa – soste escluse)

Difficoltà: F (dotato di segnaletica) - deviazione: M

Periodo consigliato: Tutto l’anno

 

“Villaggi” abbandonati da oltre venti secoli. e resti della rete  di distribuzione delle acque delle aurifodinae romane, in un ambiente in cui la vegetazione contende lo spazio al deserto di sassi.

 

Dal parcheggio del Centro Visite seguire le frecce numerate di colore verde con l’indicazione Riva del Ger che percorre una radura tra bassi cumuli di ciottoli e sbocca al fondo del grande prato dell’area attrezzata. Imboccare a sinistra il sentiero fiancheggiato da muri a secco e raggiungere dopo 50 metri una biforcazione.

(Deviazione verso le “vasche di accumulo”)

Prendere il ramo di destra, in salita e raggiungere in breve un bacino pianeggiante di oltre 2500 mq.di superficie, ricavato in un avvallamento tra alti cumuli, a forma di imbuto e protetto da muri di contenimento. Le caratteristiche costruttive di questa struttura, fanno ritenere che fosse, pur con rimaneggiamenti successivi, una grande “vasca di accumulo” dell’acqua utilizzata dalla miniera romana (vedi: Rete idrica). Percorrere verso valle (nord est) il fondo, in cui cresce un boschetto di pini, fino all’imbocco del canale di trasporto delle acque di lavaggio. Ritornare al punto in cui  il bacino si allarga e salire a sinistra (sud est) sull’imponente cumulo di ciottoli che si attraversa fino al bordo di una seconda zona pianeggiante di dimensioni simili alla precedente ma molto più stretta ed allungata. Anche al fondo di questa inizia un canale che dopo una cinquantina di metri si congiunge con quello proveniente dalla vasca ad imbuto. Ripercorrere fedelmente l’itinerario di andata e ritornare al bivio di partenza.

Continuare lungo l’itinerario principale guidati dai cartelli. Venti metri dopo la palina con i numeri 25 e 9 vi sono evidenti resti di un “villaggio” legato allo sfruttamento della miniera. Si possono osservare grandi “fondi di capanna” ricavati nei ciottoli e divisi in più vani da muri ora crollati (tenersi lontani dai bordi).  Continuare a sinistra tra pietraie e macchie di alberi fino al cartello n.12 dove si possono osservare i resti ben conservati di un canale. Attraversarlo e costeggiarlo fino ad una pietraia all’interno della quale passa una strada ricavata nei ciottoli. Ai due lati e lungo il fondo di una conca vi sono numerose “capanne” e piccoli “focolari” in buono stato di conservazione. La forma circolare delle capanne è dovuta al crollo di parte dei muri che hanno modificato la pianta originale: quadrata o rettangolare.

Ritornare al canale riattraversarlo e, continuando a sinistra seguendo le segnalazioni, si giunge al bordo della scarpata che separa il Terrazzo, sul quale era situato il giacimento aurifero, dai “conoidi antropici” costituiti dai detriti prodotti dal suo sfruttamento. Il sentiero prosegue, in un bosco di querce e castagni, lungo il bordo superiore della scarpata, quindi scende in corrispondenza di una abbondante sorgente e coincide per un breve tratto con il canale proveniente dalle “vasche” visitate all’inizio del percorso. Salire il canale ed al bivio abbandonarlo per imboccare a destra il “sentiero dell’acquarola” che si segue all’interno di fasce boscose ed incassato tra bassi cumuli. Giunti all’incrocio (segnavia n.21) girare a sinistra e dopo pochi metri si costeggia un recinto subcircolare con resti di “capanne”. Proseguire tra dossi alternati a tratti di strada su ciottoli fino all’incrocio con il sentiero principale che seguito verso sinistra raggiunge in breve il prato dell’area attrezzata, che si attraversa in direzione del parcheggio.

 

Indice informazioni geologia cenni storici carta archeologica

incisioni rupestri aurifodinae bibliografia immagini