29 ottobre 1922: "Fase preparatoria alla marcia su Roma"

 

         L'onorevole Mussolini ha ottenuto un colloquio con il Prefetto, il quale lo esortava a recarsi subito a Roma. Egli però avrebbe detto che è deciso a non recarsi presso la Capitale anche se chiamato; se il Re intende affidargli l'incarico di comporre il ministero (unico mezzo questo per uscire dalla presente situazione e di impedire la marcia su Roma) non deve chiamarlo a Roma per consulto, ma con l'incarico preciso di formare il ministero. Mussolini non solo non voleva scendere a compromessi con la destra, accettare la collaborazione dell'on. Salandra, ma intendeva avere l'incarico dal Re senza muoversi da Milano. Il Prefetto sen. Lusignoli informò il Re della volontà di Mussolini e nella stessa mattinata perviene all'on. il seguente telegramma del primo aiutante di Vittorio Emanuele III:  "Onorevole Mussolini - Milano - Sua Maestà il Re La prega di recarsi subito a Roma desiderando offrirle l'incarico di formare il Ministero. Ossequi".

         Immediatamente Mussolini faceva sapere al sovrano che accettava l'incarico affidatogli e che in giornata sarebbe partito per Roma.

 

         Durante la serata si sono avute varie dimostrazioni da parte dei fascisti e dei nazionalisti al grido di "Viva l'Italia! Viva il Re". Il Corso Cairoli a Torino, dove era la sede del Fascio, è stato sempre animatissimo, e gruppi di curiosi sostarono per assistere al via vai di automobili e camion recanti squadriglie di camicie nere in arrivo o in partenza.

         Il movimento si svolgeva con grande disciplina ed in assoluta calma, senza grida e senza confusione. Le squadre delle camicie nere hanno fatto qualche evoluzione dimostrativa per le vie della città. Tale manifestazione attirò l'attenzione della gente, molte persone infatti hanno curiosamente seguito le camicie nere per conoscere dove fossero dirette, ma quando si accorsero che si trattava solo di una manifestazione se ne ritornarono sui propri passi.

         I fascisti occuparono anche la stazione ferroviaria di Porta Nuova, l'occupazione durò poco un'ora circa. A mezzanotte la stazione fu sgombrata, tale ordine fu eseguito in brevissimo tempo e con grande disciplina, senza l'intervento di pattuglie di vigilanza. Altre dimostrazioni, molto più violente, si sono tenute in diverse città:

-         Novara: a turbare la situazione di questa città fu un tragico fatto di sangue. Non si sa come e perché i carabinieri ad un tratto hanno fatto uso delle armi contro i fascisti. Ai ripetuti colpi caddero quattro persone fra i quali uno colpito mortalmente alla gola;

-         Brescia: fu caratterizzata da un susseguirsi di conflitti durante i quali rimasero uccise quattro persone e ferite sedici;

-         Roma: una sparatoria originata da un equivoco provoca cinque morti e parecchi feriti;

-         Milano: durante un'occupazione di due Sezioni di pubblica sicurezza si verificano diversi conflitti che provocano uno svariato numero di feriti;

-         Bologna: l'occupazione delle Prefettura provoca tre morti e numerosi feriti;

-         Firenze: una squadra di fascisti e combattenti ha occupato il Palazzo Pitti dopo una breve colluttazione con la Regia Guardia, dichiarando che lo deterranno finché il Governo non avrà provveduto alla riconsegna del Palazzo del Re;

-         Parma: nella mattinata del 29 ottobre le squadre fasciste occuparono il Palazzo della Prefettura e della Questura senza incontrare resistenza alcuna;

-         Roma: la mattinata domenicale del 29 ottobre è trascorsa a Roma in mezzo a grande animazione, ma solo l'occupazione di alcuni giornali e la devastazione di altri non fu accompagnata da altri gravi incidenti.

 

Commenti Stampa Estera (Francia)

     L'agitazione fascista considerata come reazione contro il comunismo non era mai stata in generale, giudicata ostilmente, i giornali mostrarono di non voler patteggiare né per gli uni né per gli altri, limitandosi ad osservare la crisi che l'Italia attraversava.