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SEMINARIO CON CHRISTOPHER BOLLAS

(Roma, 17 maggio 2003)

Resoconto di Giuseppe Leo

ISTERIA E TRAUMA

 

Il Centro di Psicoanalisi Romano nella giornata di sabato 17 maggio 2003 ha organizzato una giornata di studio con Christopher Bollas intitolata "Isteria e trauma". Lo psicoanalista inglese, autore de "L'ombra dell'oggetto"(1987), "Forze del destino"(1989), "Essere un carattere"(1992), "Cracking up"(1995), "Il mistero delle cose"(1999), "Isteria"(2000), "Free Association (2002), è stato presentato da Vincenzo Bonaminio (Presidente del Centro di Psicoanalisi Romano) e da Domenico Chianese (Presidente della SPI). L'intervento di Bollas si intitolava "Isteria e trascendenza.Sulle ragioni dell'isteria" ( di cui, nel seguito, daremo un breve resoconto).

Successivamente un interessante tavola rotonda, coordinata da Anna Maria Nicolò (Segretario Scientifico del Centro di Psicoanalisi Romano), ha visto la partecipazione di Antonello Correale (Ordinario SPI, Primario Responsabile area II, DSM ASL RMB) e di Claudio Neri (Ordinario SPI, Professore Ordinario Univ. "La Sapienza" di Roma). Nel pomeriggio Vincenzo Bonaminio ha condotto un'apprezzata intervista a Bollas in cui si sono approfonditi alcuni temi fondamentali della sua opera.

Alcuni concetti originali di Bollas (quelli di "destino" e "fato", ad es.) vengono accennati da Chianese nel suo intervento introduttivo, insieme  ad un richiamo al rapporto tra scrittura (in Bollas) ed esperienza dell'analista, e "materia dell'analisi". Bollas, secondo Chianese, ha avuto il merito di aver fatto riemergere la questione dell'isteria, categoria che recentemente aveva sofferto per il dilatarsi di altri ambiti diagnostici (si pensi al disturbo borderline di personalità).

Bollas esordisce parlando del concetto, per lui centrale, di "corporalità trascendente". Il testo di riferimento è "Isteria" del 2000. Egli distingue due tipi di "soluzione isterica al dilemma posto dalla sessualità umana": l'isteria PRECOCE e l'isteria ASCETICA. Su quest'ultima verterà l'argomento del suo intervento, e sul concetto di CORPORALITA'  TRASCENDENTE nei soggetti anoressici.

"Graziella": disegno di Giuseppe Leo (1990) (ARTGALLERY)

In termini genetici, lo sviluppo psicosessuale del bambino, secondo Bollas, presenta, all'incirca intorno ai tre anni, un passaggio significativo dalla rappresentazione della madre come "oggetto sé" o come fonte di nutrimento ad una nuova percezione della madre come oggetto sessuale. Questa transizione precede la fase edipica ed il complesso di castrazione che sono stati classicamente privilegiati dalla teoria psicanalitica.

Nello sviluppo psicosessuale normale del bambino esistono tre "vettori" pulsionali: la  PULSIONE DEL DESTINO, la PULSIONE DI RAPPRESENTAZIONE, ed il DESIDERIO DI REALIZZARSI NEL FUTURO. <<La pulsione del destino è la spinta ad articolare il sé, la pulsione di rappresentazione è il piacere che si prova prima nella presentazione di un oggetto e poi nella presentazione verbale, e il desiderio di realizzarsi nel futuro è la libido differita del periodo edipico. "Insieme" questi tre vettori costituiscono le componenti dell'istinto di vita che, visto evolutivamente, costituisce la base della maturazione umana>>. Se il bambino imparerà a differire nel futuro l'intimità sessuale con la madre ("promessa libidica"), allora dalla vita istintuale del bambino emerge un principio di gratificazione per cui nel rappresentare l'oggetto si prova piacere e ciò spingerà il sé a rappresentare la pulsione.

La pulsione del destino si riferisce al fatto che il bambino sente che il suo desiderio non può elaborare l'idioma del sè, il proprio pensiero in maniera autonoma; la pulsione di rappresentazione parte dal rifiuto, da parte del bambino, della madre come oggetto sessuale, per cui egli deve trasfigurare in qualche altra forma la rappresentazione sessuata del corpo della madre. Nel desiderio di realizzarsi nel futuro il bambino sente di poter soddisfare nel tempo i desideri edipici.

Nella costituzione originaria dell'ISTERIA PRECOCE risultano alterate tutte e tre queste spinte pulsionali evolutive. Per quanto riguarda la pulsione del destino,  il desiderio del bambino diventa incapace di elaborare l'idioma del sé e solo il desiderio della madre è in grado di fornirli un "futuro" (dal "destino" al "fato").

Nella PERSONA ISTERICA ASCETICA il soggetto ha dovuto affrontare <<l'incapacità materna di erotizzare il suo corpo infantile intensificando ed elaborando il distacco materno dal sé incorporato>>. Sostiene Bollas nel suo libro "Isteria" che la madre della persona isterica ha sperimentato come repellente il corpo infantile del figlio e può risolvere tale problema in due modi diversi. La madre potrà trovare nel racconto materno una alternativa alla comunione erotica col bambino, e questi per poter trovare il proprio sè dovrà reperirlo nel discorso materno: è questo il caso dell'isteria precoce.

Se però la madre non riuscirà nemmeno a ricostruire il corpo del bambino nel suo discorso, e soccomberà di fronte alla sua repulsione per il corpo sessuato del bambino, allora (è questo il caso della persona isterica ascetica) il bambino non riuscirà neppure a reperire il proprio sé nel racconto prodotto dalla madre, ed al bambino non resterà altro, identificandosi col rifiuto materno per il corpo sessuato, che <<diventare un sé che farà a meno di un futuro sessuale>>.

Una certa quota di rinuncia alla sessualità fa parte della maturazione psichica normale: ogni bambino di tre anni vi ricorre, però con la prospettiva che la rinuncia attuale pone la promessa per una piena soddisfazione futura. Così non è nella futura persona isterica ascetica.

"Benares": disegno ( carboncino) di Giuseppe Leo  (ARTGALLERY)

Anche il ruolo dei fattori culturali, ed in particolare della visione giudaico-cristiana della sessualità, viene illustrato da Bollas nella loro influenza sulla patogenesi isterica.

Parlando di pazienti anoressici, non si può tacere dell'importanza che l'adolescenza, "seconda nascita del corpo", ha nel riattualizzare i conflitti infantili che avevano fatto prospettare la desessualizzazione del sé come possibile soluzione. Quando anche il corpo cambia ed esprime i propri attributi sessuali, per il sé diventa sempre più difficile desessualizzarlo.

Con riferimento al trattamento psicoanalitico degli anoressici vengono poi sviluppate le problematiche del transfert e del controtransfert. <<Lo psicoanalista si trova, quindi, in una posizione occupata dalla persona isterica da piccola: è proprio la presenza dell'analista, i suoni che emette, le parole, i gesti, tutto del suo sé corpo che viene respinto dall'altro che trova il corpo orrendo e deve rifiutarlo. E' la cura verbale a questo punto la cosa più complessa perché è il parlare dell'analista che costituisce la parte principale del processo trasformativo che inverte la disincarnazione della persona isterica. Quando parla dei suoi sogni, racconta la sua giornata, la persona isterica ovviamente esprime significanti della sessualità e quando l'analista echeggia queste parole, la sessualità del sé viene sostenuta>>.

"Pina Bausch": disegno di Giuseppe Leo (carboncino) (ARTGALLERY)