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LO SPAZIO POTENZIALE IN PSICOANALISI 

Incontro con Andreas Giannakoulas e Max Hernandez.

 

Recensioni bibliografiche 2003 Resoconto di Giuseppe Leo del seminario con Andreas Giannakoulas e Max Hernandez organizzato da "Psiche- Associazione per lo sviluppo delle scienze psicodinamiche" e svoltosi a Bari nei giorni 12 e 13 giugno  2004.
    News del 2003             
Recensioni dalla stampa 2003   

Foto: un momento del seminario con A. Giannakoulas e M. Hernandez

                      Rivista Frenis Zero

 Max Hernandez è nato a Lima (Perù) nel 1937 , è Dottore in medicina e Psichiatra. Psicoanalista didatta, membro della società Peruviana e della British Psychoanalytical Society, è Past President della Società Peruviana di Psicoanalisi ed ex Vice Presidente dell'Intertational Psychoanalytical Association. E' stato Visiting Professor in varie università sudamericane e negli Stati Uniti.

 Andreas Giannakoulas è nato a  Mikrokampos (Grecia) nel 1936, nel 1961 ha conseguito la  Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Bologna, nel 1965 la Specializzazione in Psichiatria presso la Clinica Universitaria di Basilea (Svizzera), negli anni 1966-1968 ha effettuato  Stages e studi post-specializzazione in ospedali e centri di ricerca psicosomatica in Germania, Svizzera e Grecia. Ha effettuato analisi personali con L. Rubinstein (1967-70), M. M. R. Khan (1971-75), M. Milner (1975-80).  Ha avuto come supervisori  P. King, P. Heimann (Sv. adulto e bambino), B. J. Sandler e A. Limentani. Negli anni 1968-1973 ha effettuato il Training Psicoanalitico all'Istituto di Psicoanalisi della Società Britannica. Nel 1974 è diventato Membro Associato della Società Britannica di Psicoanalisi e della Associazione Internazionale di Psicoanalisi (IPA), nel 1977  Membro Ordinario della Società Britannica di Psicoanalisi e della Associazione Internazionale di Psicoanalisi (IPA). Negli anni 1967-1974 presso il Tavistock Center (Londra) ha effettuato studi di formazione e lavoro come Senior Registrar in Dipartimenti per adulti, adolescenti e bambini. E' stato, inoltre, Conduttore di gruppi terapeutici e Balint groups, ha effettuato  ricerche sulla terapia breve, sul counseling psicodiagnostico e sulla diagnosi e terapia psicoanalitica della coppia.

Negli anni 1971-1976 presso il Saint Mary Hospital - Paddington Clinic (Londra) ha lavorato  come assistente clinico part-time di psicoterapia di gruppo e individuale e tutor di corsi e insegnamenti multidisciplinari.

 

Dal 1975  è Membro fondatore, con Adriano Giannotti, e Direttore del Corso di Psicoterapia Psicoanalitica del Bambino, dell'Adolescente e della Coppia (ISTITUTO PER LA FORMAZIONE DI PSICOTERAPEUTI DELL'ETÀ EVOLUTIVA - ASNE-SIPsIA), presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell'Età Evolutiva, Università di Roma "La Sapienza".

Tra il 1985 ed il 1993 è stato Membro Ordinario in qualità di dual member della Società Psicoanalitica Italiana (SPI). Dal 1993 ad oggi è Membro fondatore e docente della 'Scuola di Psicoterapia del Bambino e dell'Adolescente' (ASNEA) presso l'Istituto di Neuropsichiatria Infantile dell'Università di Milano. Nel 1994 è diventato Membro didatta e Segretario Scientifico (1993-95) dell'Associazione Italiana di Psicoanalisi. 

Tra le Pubblicazioni di A. Giannakoulas ricordiamo:

1978: A. Giannakoulas, "Angoscia di morte in un ragazzo di 13 anni: un contributo clinico", in Neuropsichiatria Infantile, n.198

1982: A. Giannakoulas, A. Giannotti, "Lo spazio privato nella relazione analitica", letto al IV Congresso della Società Italiana di Psicoanalisi (S.P.I), Taormina

1982: A. Giannakoulas,"Holding in una situazione di emergenza" (Il caso clinico di una donna affetta da cancro in attesa di essere operata), in Il pensiero di D.W.Winnicott, a cura di A. Giannakoulas e V. Bonaminio, Armando

1982: A. Giannakoulas, V. Bonaminio, (a cura di), Il pensiero di D.W.Winnicott, Armando Armando

1983: A. Giannakoulas, "Fantasia, illusione e delusione in infanzia e adolescenza", letto al Convegno Nazionale di Neuropsichiatria infantile, in Giornale di Neuropsichiatria dell'Età Evolutiva, III n.3

1984: A. Giannakoulas, A. Giannotti, "Il processo psicoanalitico nei bambini e negli adolescenti", letto al VI Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicoanalisi (S.P.I), Milano

1984: A. Giannakoulas, A. Giannotti, "Il setting con la coppia genitoriale", letto al Convegno Nazionale di Neuropsichiatria infantile, pubblicato in Il setting, Borla

1985: A. Giannakoulas, "Riflessioni sulla patologia dell'adozione", in Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, Vol. 52 n.4, Luglio-Agosto

1985: A. Giannakoulas, A.Giannotti, "Considerazioni sulla relazione tra la coppia genitoriale e la patologia del bambino", in Prospettive Psicoanalitiche nel lavoro istituzionale, Vol. 3, n.1, Gennaio-Giugno, Il pensiero scientifico ed., Roma

1986: A. Giannakoulas, "I genitori e il sogno del bambino", letto al Convegno annuale della Società Italiana di Pediatria, pubblicato in Attualità in Pediatria, Roma

1986: A. Giannakoulas, "Alcune considerazioni cliniche sulla perversione", letto al Congresso Internazionale sull'adolescenza, pubblicato in Adolescenza e Perversione, a cura di A. Novelletto, Borla

1987: A. Giannakoulas, "Processo diagnostico e trattabilità", in Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, vol. 54 n.4, Luglio- Agosto

1988: A. Giannakoulas, A. Giannotti "Alcune riflessioni sull'evoluzione della tecnica psicoanalitica", letto al Centro Psicoanalitico di Roma e all'VIII Congresso della Società Italiana di Psicoanalisi ( S.P.I), Sorrento

1988: A. Giannakoulas, "Riflessioni sulla relazione tra la patologia della coppia e i sintomi del bambino", in Psicosi Infantili ed ambiente terapeutico, Borla

1990: A. Giannakoulas, "Il paziente difficile: approccio teorico e clinico sullo sviluppo borderline in adolescenza" letto al Centro Psicoanalitico di Roma, S.P.I., Gennaio

1991: A. Giannakoulas, "Riflessioni sul contributo della psicoanalisi sulla psichiatria contemporanea" letto al Congresso Nazionale della Società Italiana di Formazione in Psichiatria, in Formare e formarsi in Psichiatria

1991: A. Giannakoulas, "Holding nello spazio affettivo", letto al IX Congresso della Società Italiana di Psicoanalisi (S.P.I), Saint Vincent, 17-20 Maggio 1990, pubblicato in Gli affetti nella Psicoanalisi, a cura di G. Hautmann and A. Vergine, Biblioteca della Società Psicoanalitica Italiana, Borla

1991: A. Giannakoulas, "Note cliniche sul processo dell'innamoramento, il matrimonio e la genitorialità", letto al Congresso Nazionale della S.I.Psi.A. (Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica dell'Infanzia e dell'Adolescenza), 18-19 Gennaio


 

1992: A.Giannakoulas, "The Borderline Engagement", letto al Centro Romano di Psicoanalisi, SPI (per il programma scientifico dei Convegni inter-centri romani), febbraio

1993: A. Giannakoulas, I sogni dei bambini, letto al Convegno internazionale di Medicina psicosomatica dell'età evolutiva, Fano

1993: A. Giannakoulas, Winnicott e The Piggle, Richard e Piggle, 1, 1

1995: A. Giannakoulas, Lavoro per il Convegno del Corso

1996: A. Giannakoulas, Considerazioni teorico-cliniche sulle identificazioni e l'identità, letto alla SIPP, maggio 1996

1996: A. Giannakoulas, Corteggiamento, innamoramento, amore e genitorialità, in Curare la relazione (a cura di A. M. Nicolò), Il Pensiero Scientifico

1997: A. Giannakoulas, The borderline engagement and the hysteric predicament, letto al Congresso dell’European Federation for Adult Psychotherpay (EFAP), marzo 1997

1997: A. Giannakoulas, M. Hernández, Sulla costruzione dello spazio potenziale, letto al Congresso Internazionale "Psiche-soma. Dalla pediatria alla Psicoanalisi. Milano, Aprile 1997

1997: A. Giannakoulas, Childhood sexual theories and childhood sexuality. Some aspects of childhood sexual theories and childhood sexuality in relation to primal scene and parental sexuality, letto al 40° Congresso dell’International Psychoanalytical Association (IPA), Barcelona, Luglio 1997

1997: A. Giannakoulas, L'interpretazione e le sue vicissitudini. La tecnica in questione, letto all'Associazione Italiana di Psicoanalisi, dicembre 1997

1998: A. Giannakoulas, Holding ed interpretazione, in Tra ascolto e intrerpretazione (a cura di M. L. Algini), Quaderni di Psicoterapia Infantile, Nuova Serie, n. 38 Roma: Borla

 1996: Conferenza sull'arte e la terapia, Università dei Studi di Roma, "La Sapienza" con la collaborazionz della Dott. Santa Fizzarotti Selvaggi.

1997: Il Luogo Amato dell'Arte, Santa Fizzarotti Selvaggi, Schena Editore. 

1999: Dalla confusione delle lingue al trauma cumulativo e all’organizzazione del falso sé, in La partecipazione affettiva dell’analista. Il contributo di Sandor Ferenczi al pensiero psicoanalitico contemporaneo (a cura di Franco Borgogno), Franco Angeli

 

                       Maitres à dispenser
 

 

 

 
 

 

Il concetto winnicottiano di SPAZIO POTENZIALE è stato affrontato dagli autori sia nella dimensione diagnostica che in quella terapeutica. Prima di definire il concetto di spazio potenziale e la sua genesi nell'opera di Winnicott, gli autori si soffermano sul processo diagnostico che, riferendosi alla psicopatologia dell'età evoltiva, richiede di calare il disturbo del bambino nel suo naturale contesto ambientale, valutando in chiave psicodinamica il rapporto di coppia tra i genitori. Il modello di consultazione diagnostica, che Giannakoulas ha elaborato con Giannotti, offre ai genitori la possibilità di entrare in contatto con aspetti maturi ed immaturi di sé e dell'altro, di esplorare i significati collegati col sintomo del bambino, ma anche col bambino stesso e di venire in contatto con le reciproche proiezioni che sostengono il rapporto. Per gli autori, il processo diagnostico si muove  in una temporalità circolare a partire dal qui e ora del disturbo del figlio all' "allora' dell'infanzia dei genitori nel rapporto di ognuno di loro con la coppia dei propri genitori, e di ritorno attraverso la loro infanzia e adolescenza, alle aspettative realizzate o meno nel lavoro o nella professione, alla fase dell'innamoramento, al matrimonio o alla convivenza, fino alla gravidanza e nascita dei figli e al momento attuale. Spesso è un intervento interpretativo del terapeuta che facilita questo processo.

Ma come in Winnicott si è venuto a creare il concetto di spazio potenziale?

 

   Foto: D. W. Winnicott

Lo spazio potenziale è stato postulato in 'Gioco e realtà'  (1971) <<per dare un posto per giocare>>. <<La fiducia della madre crea un ambiente di gioco intermedio qui, dove origina il concetto di magico, poiché il bambino fa fino ad un certo punto l'esperienza dell'onnipotenza... Lo spazio di gioco è uno spazio potenziale tra la madre e il bambino o che unisce madre e bambino>> (Winnicott, 1971). E sempre nello stesso libro Winnicott precisava che lo spazio potenziale <<non è all'interno in nessun uso della parola... né all'esterno, non è una parte del mondo ripudiato, il non-me;  ciò che l'individuo ha deciso di riconoscere (con ogni difficoltà ed anche dolore) come veramente esterno, che è esterno al controllo magico>> (Winnicott, 1971).

Aggiungono Giannakoulas e Hernandez che <<comunque, Winnicott ha qualificato e definito lo spazio a cui stava facendo riferimento usando il termine "potenziale". Come aggettivo, implica potenza (potenzialità) in opposizione all'agire. Quindi, indica che qualcosa può o potrebbe agire o esistere ma non agisce o non esiste ora. Come modo grammaticale esprime possibilità. Winnicott pensava ad uno spazio in cui c'era la potenzialità o la capacità di essere o essere in una certa maniera. La questione del tempo era incorporata nella spazialità dello spazio. I riferimenti allo spazio potenziale sono pregnanti di potenzialità di significato>>.

   Foto: D. W. Winnicott

Giannakoulas ed Hernandez si chiedono in quale momento del percorso di Winnicott nasce il concetto di spazio potenziale. <<Letto alla luce della sua evoluzione e inserito nel contesto della Società psicoanalitica Britannica>> affermano i due autori <<sembra che due momenti siano significativi per la costruzione di tale momento. Il primo prende forma dal concetto di fenomeni transizionali (1951). Questi si svilupparono attraverso l'idea di una "intimità spaziale" condivisa da madre e bambino (Schneider, 1985). Il secondo momento fu abbozzato in "L'uso di un oggetto..."(1969) e anche in "L'uso della parola'Uso'"(1968). Questi contributi sulla costituzione di uno spazio al di là della sfera della soggettività mostrano una dimensione in cui l'oggetto esterno può affermarsi attraverso la sua persistenza. Tra il 1951 e il 1969, avvenne un cambiamento significativo. Tuttavia, la novità del progetto non era ancora totalmente chiara nei dettagli>>.

 

Quindi il concetto di spazio potenziale è stato elaborato a partire da concetti che erano già stati introdotti nel 1951: <<i temi che riguardano gli oggetti, lo spazio e i fenomeni transizionali hanno portato Winnicott a postulare il ruolo chiave dell'ILLUSIONE>> continuano i due autori. <<Questo lascia aperto il problema dell'onnipotenza soggettiva. Il lavoro sull'uso dell'oggetto si occupa di questo. Includendo il suo lavoro del 1951 come primo capitolo di Gioco e Realtà, Winnicott non solo riaffermava le sue ipotesi e i punti di partenza originali ma indicava il bisogno di rivederli in modo critico. L'indagine di Winnicott non partiva dal soggettivo. Consisteva di "un viaggio da uno stato precedente la differenziazione del soggettivo ad uno stato in cui la soggettività veniva ad esistere" (Loewald  H.W., 'Sublimation', Yale Univ., 1988, p.72)>>. 

Ma come Giannakoulas e Hernandez situano il concetto di spazio potenziale tra gli altri concetti-chiave di Winnicott?

Intanto bisogna partire da Freud che nella sua opera aveva conservato, a parere dei due autori, la separazione cartesiana tra soggetto ed oggetto. Altre psicologie, invece, concepiscono la mente come intrinsecamente interpersonale nella sua struttura (Cavell M., "Interpretation, psychoanalysis and the philosophy of mind", JAPA, 1988,36:859-879). Per  Giannakoulas ed Hernandez, <<le idee di Winnicott sui fenomeni transizionali e sull'uso dell'oggetto erano concepite ad un punto di convergenza e divergenza di questi due modelli. Quindi, il concetto di spazio potenziale compare tra i dominii dell'intrapsichico e dell'intersoggettivo>>. 

Partendo dalla condizione primordiale di unità madre-bambino, che forma una sorta di campo psichico omogeneo (Loewald, op. cit.,1988; Ogden, 1985), <<lo spazio potenziale corrisponde al momento logico ed ipotetico in cui avviene la transizione da un'unità fatta di preoccupazione materna primaria-narcisismo primario alla sua differenziazione. Nella concezione winnicottiana, questo momento richiede la capacità di crescita del bambino, che gli consente di entrare in una dialettica di unità e separatezza grazie alla facilitazione materna. in termini più classici, richiede la costruzione di rappresentazioni oggettuali attraverso l'alternanza della presenza e dell'assenza della madre rispetto al bambino>>.

Qual è il contributo della madre alla costruzione dello spazio potenziale? Esso passa attraverso la preoccupazione materna primaria, uno stato di 'sensitività intensa', una 'malattia normale' che permette l'adattamento della madre ai bisogni del bambino sin dall'inizio della sua vita.  <<La capacità della madre di riconoscere e consentire i 'gesti donativi' (gift) impliciti nel gesto spontaneo del bambino facilita non solo l'espressione del suo potenziale creativo, ma anche lo sviluppo della sua capacità di preoccuparsi (per la madre - concern) (1948, 1954, 1958, 1963). Inoltre, in certe condizioni di mothering (maternage) - capacità di sopravvivere della madre e sua accettazione della potenza (ruthlessness) del bambino - il bambino sarà in grado di sperimentare "un vero senso di colpa, in quanto il senso di colpa istillato non è vero per il sé". In altri termini>>  chiariscono Giannakoulas ed Hernandez <<la madre ha un ruolo chiave nel facilitare la disposizione del bambino ad acquisire la capacità di preoccuparsi in uno sviluppo normale>>.

 

Ma dal versante del bambino, qual è il suo contributo alla costruzione dello spazio potenziale? Ciò è possibile quando il bambino diventa 'una persona con una membrana limitante, con un interno ed un esterno'. E se è grazie allo 'holding' materno che il bambino acquisisce l'esperienza di un ambiente interno, è però solo dopo che l'ambiente di 'holding' è stato internalizzato che i gesti spontanei e il potenziale del bambino per lo sviluppo del senso di colpa acquistano un significato soggettivo.

I due contributi, quello della madre e quello del bambino, si incontrano nell'area transizionale.

Un breve cenno merita il concetto di ILLUSIONE di Winnicott. Dicono i due autori che <<Winnicott, in consonanza con marion Milner, imprime un senso particolare al termine 'illusione'. Prendendo le distanze dal 'razionalismo illuministico' di Freud, Winnicott gli dà "una nuova connotazione e lo eleva al livello di concetto fondamentale nella teoria e pratica psicoanalitica" (Kluser Usuelli A., "The significance of illusion in the work of Freud and Winnicott: a controversial issue", in Int. Rev. Psycho-Anal., 1992, 19:179). Come ha evidenziato Ogden, Winnicott fa riferimento a due  fenomeni abbastanza dissimili (Winnicott, 1948; 1971). Nel primo caso, allude a "l'illusione dell'oggetto soggettivo". Madre  e bambino condividono uno spazio intermedio; la responsività empatica della madre "protegge il bambino dalla consapevolezza prematura di sé e dell'altro". Questa illusione fornisce al bambino un ritiro protettivo senza isolarlo.   Il secondo uso del termine illusione si riferisce a ciò  che "occupa  lo spazio potenziale": l'esperienza di unità e separatezza "coesiste in una opposizione dialettica" (Ogden, 1985).

In conclusione, venticinque anni dopo la pubblicazione di "Gioco e realtà", Giannakoulas e Hernandez affermano che <<l'illusione creativa è tanto vitale per l'esistenza soggettiva dell'oggetto presentato quanto l'illusione distruttiva lo è per il suo essere situata fuori della soggettività onnipotente. Le dialettiche tra due modelli di paradossi, uno sovrapposto all'altro, definiscono i confini dello spazio potenziale. la creazione soggettiva e la distruzione soggettiva sono entrambe necessarie per l'accettazione della soggettività e della realtà>>.

 

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Bion, W. (1967) Second Thoughts. London, Heinemann.

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Freud, S. (1900) The interpretation of dreams, S.E. 4-5

      -       (1911) Formulation on the two Principles of Mental Functioning, SE 12

      -       (1925) Negation, SE 19

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         -              (1968) Comments on My Paper "The Use of an Object", in (1989) Psycho-Analytic Explorations, ed. C. Winnicott, R. Shepherd, and M. Davis, London: Karnac Books

         -        (1968) The Use of the Word "Use", in (1989) Psycho-Analytic Explorations, ed. C. Winnicott, R. Shepherd, and M. Davis, London: Karnac Books

 

 

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