Beppe Giannoni il suo nome intero è Giuseppe Fioravante Giannoni, nome del nonno anarchico che non ha conosciuto e gliene dispiace tantissimo, ché gli avrebbe dato un altro respiro alla sua vita, un grandissimo fabbro ferraio che non essendoci lavoro nel suo paese si adattò ad andare a fare il deviatore in ferrovia ai primi del 900 e sul lavoro morì fra due respingenti, è nato a San Mauro a Signa (Fi) il 6 Giugno 1928, da Marino che con onore mostrava il suo libretto di lavoro con  la scritta “ mai iscritto al partito fascista” e da Santi Rina che per aiutare in famiglia esercitava con maestria il mestiere di sarta, sembra che gli antecedenti si siano stabiliti a S. Mauro provenienti dalla Calabria. Ha  passato la fanciullezza abitando in vari luoghi dell’Italia, dapprima, a sei anni a Rosarno in Calabria, a seguito dello zio ferroviere, poi a sette anni sempre in Calabria a Gioa Tauro fino agli otto anni, successivamente a Firenze, a San Giovanni Valdarno (Ar.) ed a Pontassieve (Fi), troppo spesso cambiando scuola ed amici, dovendosi comtinuamente adattarsi a nuove situazioni. Laureato in medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze nel 1953  con una tesi sul test di Papanicolau, voleva specializzarsi in ginecologia ma dovette desistere per ristrettezze economiche. Dapprima ha svolto l’attività di medico generico (fece il cosiddetto “medico della mutua”) , a 36 anni frequentò la scuola di specializzazione in clinica delle malattie mentali a Firenze avendo avuto modo di leggere il Balint, (Medico, Paziente e Malattia) e gli scritti di Sullivan che l’avevano interessato,. Diplomatosi nel 1969 frequentò il manicomio di Firenze come assistente volontario. Avendo vinto il conncorso per aiuto corresponsabile lasciò il lavoro di medico della mutua che gli procurava allora sul milione e duecento mila lire al mese per contentarsi della paga di aiuto consistente allora in settecento quaranta mila lire al mese. Si pagò il training in terapia relazionale già promessa dalla Provincia di Firenze in quanto esercitava a tempo pieno, promessa poi disattesa. Rimasto vedovo a 50 anni della sua splendida Mimma, donna insuperabile per bellezza e bontà che gli aveva dato quattro bellissimi ragazzi, due maschi e due femmine, si risposò poi con l’infermiera con la quale lavorava nel distretto di Greve in Chianti (Fi)alle sue seconde nozze furono tesyimoni un amico caro sul qule aveva scritto un lavoro dal titolo “Da pazzo criminale a cittadino qualsiasi, il lavoro svolto da un C.I.M. vell’arco di cinque anni e la Signora Carla Voltolina, moglie dell’allora Presidente della Repubblica il compagno Sandro Pertini. Segretario negli anni sessanta della sezione del P.S.I. di Pontassieve uscì dal partito essendo in contrasto con la gestione craxiana. Con l’eredità lasciatagli dal babbo, deceduto alla fine del ’69, comprò un podere nel Chianti che lavorò producendo olio, vino e ortaggi ma non per vendere i prodotti della terra ma per regalarli a chi ne aveva bisogno. Restaurò la casa con le sue mani facendo da manovale e da muratore. Aiutato da un amico che gli mise a disposizione le macchine della sua bottega di falegname, con la scuola del babbo dell’amico, vecchio ed esperto artigiano, costruì tutti  i mobili della nuova casa in precedenza progettati. Essere uno psichiatra con i calli alle mani è stato il suo vanto. Si è divertito a scrivere sonetti e madrigali, fra i sonetti sono presenti quelli graffianti sulla gestione dell'USL, alcuni sonetti e madrigali sono stati stampati in due libretti fuori commercio, compilati come strenna natalizia per i  frequentatori fedeli della libreria Marzocco di Firenze uno dei quali presenta anche le fotografie delle sue sculture in legno d’olivo ed in terracotta. Ha scritto le sue memorie di psichiatra non pubblicate, come non pubblicate sono le lettere scritte da pazienti ricoverati in manicomio da lui commentate e sempre non pubblicato un lavoro sulla follia del Tasso vista dall’angolatura  relazionale. In pensione dal 1993, il 15 Luglio 2002 è stato colto da un ictus che gli ha provocato una emiparesi sinistra, dalla quale si sta riprendendo, ha scritto i “i ricordi dall’altra parte, sta scrivendo una specie di romanzo, spera, se Dio gli dà tempo di scrivere ancora.