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ATTACCHI AL CORPO ED IL SE' IN PERICOLO IN ADOLESCENZA. 

Incontro con François Ladame.

 

Recensioni bibliografiche 2003 Resoconto di Giuseppe Leo della relazione presentata da François Ladame  al Seminario organizzato dalla Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica dell'Età Evolutiva (ASNE-SINPIA) (Roma, 6 marzo  2004)
    News del 2003             
Recensioni dalla stampa 2003   

Foto: opera grafica di Giuseppe Leo (inizi anni '80)

                      Rivista Frenis Zero Nota: in corsivo ed in azzurro sono indicati i contenuti (in francese) delle diapositive proiettate dal Prof. Ladame ad illustrazione della sua esposizione.
                       Maitres à dispenser Il Prof. Ladame esordisce cercando di definire il concetto di "attacchi al corpo" (attaques au corps) o di "maltrattamento del corpo" (maltraitance du corps). I comportamenti indicati da questi termini possono essere i seguenti:

1) "automutilationi" (automutilations);

2) turbe dell'alimentazione (devoiement de l'alimentation);

3) alcune pratiche sportive (sports 'estremi');

4) uso di droghe o di farmaci;

5) attività sessuali con assunzione sistematica di rischi (activités sexuelles avec prise systematique de risque).

Le turbe del comportamento alimentare, sia che si tratti di anoressia che di bulimia, sia che ci riferiamo a delle estreme "bizzarrie" della nutrizione, fanno parte di una modalità di maltrattare in modo grave il proprio corpo. Certe pratiche sportive estreme si collocano in un'interfaccia tra casi in cui prevale una dimensione psicopatologica e altri in cui è il piano culturale a predominare. 

Molto spesso abbiamo a che fare con pazienti in cui  questi comportamenti  si sommano oppure  si sostituiscono reciprocamente, ad es. una ragazza inizia a manifestare delle turbe della condotta alimentare per dedicarsi in seguito a degli sports estremi (ad es., jogging à outrance), ed infine finisce  per automutilarsi. 

  Foto: un'opera di Rudolf Schwarzkogler

Ciò che rende le cose estremamente difficili è precisamente l'intricarsi tra certe condizioni francamente psicopatologiche  ed i fenomeni di moda. Secondo Ladame, siamo obbligati di allargare lo 'zoom', l'obiettivo  e riflettere su cosa fa parte della moda e cosa invece appartiene alla psicopatologia. <<Essendo psichiatra, essendo psicanalista >> dice Ladame <<sono più a mio agio nel discernere gli aspetti psicopatologici piuttosto che pronunciarmi su ciò che accade sul piano culturale che è il lavoro degli antropologi>>.  Allora, per restare nel campo della psicopatologia, Ladame pensa che in questi attacchi al corpo e comportamenti di messa in pericolo di Sé ciò che bisogna sempre mettere in evidenza, o al contrario escludere, è la nozione di dipendenza ('addiction'),  quindi di 'asservimento'. Un elemento fondamentale per dire che ci troviamo nella psicopatologia e non di fronte ad un fenomeno di moda consiste nell'assenza di scelta.

 

Critéres Psychopathologiques   
- <<Addiction>>

- absence de choix

- perte de controle

 

 

 

Quando, ad es., qualcuno porta dei 'piercing' e li rinnova continuamente fino a divenire simile ad un albero di Natale, ciò rappresenta un'assenza di scelta: <<io non posso impedire di farmi dei 'piercing'>> dicono tali ragazzi. E quindi, infine, la nozione di perdita di controllo sull'Io.

Ma allora, cosa può essere sottostante a tutti questi comportamenti? Secondo Ladame, è il disturbo narcisistico che soggiace a queste condotte. In altri termini un fallimento della costruzione d'identità (un défaut de costruction identitaire), e qui troviamo una seconda complicazione perchè la costruzione dell'identità adulta è precisamente il compito dell'adolescenza.

 

-  Défaut de construction identitaire

        passager?

        permanent?

    ------>   Evaluer le processus d'adolescence

- Assises narcissiques

 

Abbiamo quindi due linee di riferimento che si incrociano, quella che pone in tensione  dialettica la psicopatologia e i fenomeni di moda, l'altra che mette in tensione, attorno alla nozione di narcisismo, le turbe 'identitarie' permanenti e quelle transitorie. E quindi da ciò deriva l'esigenza di ordine psicopatologico di valutare sempre  accuratamente il processo dell'adolescenza. Questo processo è ancora aperto, permeabile al cambiamento ed all'evoluzione oppure è al contrario  fissato prematuramente dal lato delle soluzioni perverse?

                                                            Foto: dalla mostra "Delirio" (Trani, 2003)

Quando queste condotte di maltrattamento di Sè sono divenute qualcosa di permanente, di sistematico, tanto dal lato dell'alimentazione che da quello delle automutilazioni, ci troviamo nel campo delle soluzioni perverse. Ed a questo punto la mancanza (défaut) nella costruzione dell'identità è qualcosa di permanente e non più di passeggero. Ciò che complica ancora il nostro compito di valutazione è che il narcisismo è naturalmente fragile durante l'adolescenza, che il triplo compito di appropriazione del proprio corpo, dei propri pensieri e delle proprie pulsioni crea una fragilità. A ciò si aggiunge ancora come causa di fragilità la necessità di rinunciare ai legami infantili con gli oggetti d'amore e di fare il lutto della megalomania infantile. Ed è proprio a causa di queste esigenze di sviluppo che molti adolescenti sono tentati di trovare delle 'protesi d'identità' nelle mode che loro sono proposte.

   Foto: un  happening di Vanessa Beecroft

Ed una volta che queste 'protesi d'identità' sono state trovate, possono divenire qualcosa di permanente. 

Successivamente Ladame fa una rassegna della letteratura sul tema degli 'attacchi al Sé'., nel tentativo di fare uno sforzo chiarificatore e di mettere ordine nella confusione terminologica legata talora a problemi di tipo semantico talaltra di ordine concettuale.

Lesions auto-infligées à l'adolescence: un survol de la literature.

De quoi parle-t-on?

- automutilations, scarifications, auto-aggression, blessures auto-infligées, syndr. de Munchhausen, simulation, parasuicide, dermatitis artefacta.

en anglais: deliberate self-harm (DSH)

                  delicate self-cutting

                  self-injurious behaviour

Per Ladame il termine automutilazione dovrebbe essere riservato a dei fenomeni gravi come ad es. l'enucleazione di un occhio o l'auto-castrazione, che non sono affatto paragonabili a quelli di cui si sta trattando qui.

   Foto: un'opera di H. Nitsch

 Nel tentativo di comprendere questi fenomeni, se risaliamo a Freud , il suicidio e le automutilazioni erano delle manifestazioni della pulsione di morte.

Per Karl Menninger (1938) l'automutilazione sarebbe una maniera di prendersi cura di sé. Quindi la questione di sapere se si tratta o meno di patologia è abbastanza vecchia. E più tardi (1959) lo stesso Menninger ha scritto che <<un giorno gli psichiatri differenzieranno l'automutilazione dalle forme di autodistruzione acute e totali>>, cioé dal suicidio. 

Come definire l'automutilazione? Per Walsh & Rosen (1988) si tratta di ferite o sfiguramento del corpo, autoinflitte, intenzionali, non letali, socialmente inaccetabili. Però per Ladame questa definizione non copre la totalità dei fenomeni.

  Foto: un'opera di Rudolf Schwarzkogler

Per Graff & Mallin (1967) lo 'scarificatore' tipico (colui che si provoca delle scarificazioni cutanee) proverebbe un sollievo dopo tali lesioni ma non si suiciderebbe mai. Per Pao (1969) andrebbero differenziato i casi di 'delicate self-cutting'  (con scarificazioni) dai tentativi di suicidio. Kreitman (1977), invece, affermava che le automutilazioni e le intossicazioni da overdose sono dei comportamenti suicidari (parasuicidal behaviours). Quindi si assiste al riproporsi sempre di questo dilemma tra unità categoriale (suicidio e automutilazioni) e differenza categoriale (suicidio o automutilazioni). 

Favazza (1987, 1989) propone di risolvere questo dilemma dicendo che l'automutilazione ed il suicidio sono fenomeni differenti ma gli automutilatori sono ad alto rischio di suicidio. 

   Foto: un'opera di Rudolf Schwarzkogler

Per Frances (1987) <<di tutti i comportamenti disturbanti dei nostri pazienti l'automutilazione è certamente il più difficile da comprendere e da curare>>. <<Il clinico avverte spesso un miscuglio di sentimenti fatto d'impotenza, di orrore, di colpa, di rabbia, di sentirsi tradito, di disgusto e di tristezza >> (Frances, 1987) nel fronteggiare un paziente che mette in atto simili comportamenti.

Dal punto di vista del trattamento, sorvolando sui trattamenti biologici  (cenni sugli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina- SSRI- e sul naloxone) che danno risultati controversi, dobbiamo menzionare il DBT (Dialectic Behaviour Therapy) e le terapie psicodinamiche. Per i sostenitori del DBT, l'automutilazione sarebbe una soluzione erronea ad un vero problema in persone intolleranti alla frustrazione, con inadeguate modalità di coping-skills e con un'attesa di risultati illusori dagli attacchi al proprio corpo. Per Ladame, si tratta di una sorta di lavaggio del cervello tesa a sostituire le attese illusorie  con altre realistiche. Il DBT può essere utile alla sola condizione, però, che non sia l'unico trattamento.

Dal punto di vista psicoanalitico, Ladame cita Kernberg (1987): <<Speriamo che il comportamento di automutilazione sarà progressivamente trasformato in comunicazione verbale nel transfert e risolto grazie all'interpretazione del transfert>>. Questa affermazione però deve fare i conti, per Ladame,  con il problema della tolleranza della sofferenza psichica. Nell'esperienza personale di Ladame, per delle ragioni di 'fragilità narcisistica' e di difficoltà a contenere i contenuti psichici questi pazienti sono oltremodo intolleranti alla sofferenza psichica. E tanti pazienti dicono: <<se mi taglio qui, io vedo, io so, io sento... è localizzabile!  Soffrire nella testa è insopportabile perché non è contenibile!>>. Quindi siamo arrivati al problema del pensiero e delle turbe del pensiero. Dal punto di vista della teoria psicoanalitica, per Ladame siamo rinviati al problema di sapere se le automutilazioni corrispondono a un 'procedimento autocalmante' (procédé autocalmant) oppure si collocano dal lato dell'autoerotismo.

 

- Procédé autocalmant

- Auto-erotisme

-  Addiction

-  Sadisme-masochisme

-  Voyeurisme-exhibitionisme

 -  Emprise

Poiché per Ladame c'è confusione intorno a questi termini, egli propone delle proprie definizioni. L'autoerotismo quando si è costituito in maniera sana è al servizio del narcisismo, e quindi lo rinforza. Al contrario, i 'procedimenti autocalmanti' sono finalizzati al calmare e a far tacere l'insoddisfazione ma non a provocare soddisfazione. I pazienti che battono la propria testa contro il muro lo fanno per placare la loro sofferenza, ma ciò non costituisce un atto di autoerotismo. Della componente della dipendenza (addiction) Ladame ha già parlato nella sua introduzione, mentre bisogna richiamare il fatto che questi pazienti ci pongono di fronte a queste coppie di concetti, sadismo-masochismo e voyeurismo-esibizionismo. 

Foto: illustrazioni popolari del XIX secolo concernenti Masoch ed il masochismo.

Quando ad es. ci riferiamo a quei soggetti che col piercing hanno completamente sfigurato i loro tratti somatici, non si può evitare la questione di quale parte giochi la coppia voyeurismo-esibizionismo e parimenti di quale ruolo giochi il sadismo-masochismo. 

                                                               Foto: un'opera di Araki esposta alla mostra "Phantoms of desire" (Graz, 2003)

I punti che Ladame enuncia e lascia aperti alla discussione sono i seguenti:

Questions pour la discussion

- Liens entre adolescence et automutilation?

- Il est essentiel d'investiguer systematiquement la presence d'automutilation, mais que faire de ce qu'on trouve?

Riguardo a questa seconda questione, Ladame pensa che è necessario sempre chiedere all'adolescente se ha già fatto un T.S. oppure se ha in passato pensato al suicidio, e anche se si è sottoposto a delle scarificazioni o altri attacchi al corpo: <<ma>> dice Ladame <<se risponde di sì, cosa facciamo?>>. 

Una terza parte dell'esposizione di Ladame è riservata ai rapporti tra psicopatologia e fenomeni di moda.

Automutilation à l'adolescence: pathologie ou phénoméne de mode?

1. pourquoi ce sujet nous interpelle-t-il?

A Ginevra al Centro di prevenzione e trattamento del suicidio in questi ultimi anni l'equipe di Ladame ha messo in evidenza quanto spesso  i giovani che fanno un tentativo di suicidio in anamnesi avevano presentato degli episodi di automutilazioni. In questo ambito sembra che più si pongano certe questioni, più si cerchino (le automutilazioni) e più le si trovino. Un'ipotesi che resta da verificare consiste nel fatto che l'aumentato interesse per le automutilazioni sia conseguente a delle nuove 'pratiche' di moda quali:

- tatuaggi, piercing

- 'brending', scarificazioni, lacerazioni

- 'stretching', 'carving'

-  amputazioni

Ciò che colpisce chi si occupa di psicopatologia dell'adolescenza è la crescente banalizzazione di queste pratiche negli ultimi anni da parte dei genitori così come da parte della società in generale. 

Dal punto di vista antropologico esistono numerose culture in cui in modo rituale tali pratiche esistono. Ma Ladame dichiara la propria irritazione di fronte a quanti si ostinano a ritenere che le condotte auto-aggressive, osservabili negli individui che vivono in Occidente, rimandino a dei 'riti di passaggio'. 

Foto: i 'battenti' a Guardia Sanframondi (agosto 2003)

Nell'arte contemporanea, Gina Pane ha utilizzato il maltrattamento del proprio corpo come forma di arte. <<Si tratta ancora di arte oppure di perversione dell'arte?>> dice Ladame. 

Foto: Gina Pane, "Azione sentimentale" (1974)

2. Une possible definition

<<Una distruzione o una alterazione del corpo fatta in maniera deliberata senza avere coscienza di un'intenzione suicidaria >> (Favazza, 1996).

Classification (Favazza, 1996):

- majeure

- stereotypique

- moderée

Le automutilazioni maggiori (majeure) corrispondono alle automutilazioni classiche (autocastrazione, enucleazione dell'occhio in gravi malati mentali, specie nelle fasi acute). Quelle stereotipate (ad es. soggetti che battono ripetutamente la testa contro il muro) presenti specie nei disturbi mentali organici. Ed infine, le forme moderate (scarificazioni, onicofagia, bruciature, piercing) per indicare le condotte di cui ci stiamo qui occupando. Personalmente, Ladame anziché di automutilazioni moderate preferisce parlare di 'attacchi al corpo' o di 'maltrattamento al corpo'. 

3. Comment differencier le phénoméne de mode du pathologique?

Per Ladame, se non ci sono fenomeni patologici sottostanti (e quindi ci troveremmo nell'ambito dei fenomeni di moda), alcuni dicono che queste pratiche rinforzerebbero il sentimento di autostima. 

Foto: opere di Vanessa Beecroft

Al contrario, in coloro che soffrirebbero di un disturbo psicopatologico sarebbero la vergogna ed un immenso senso di colpa alla base di queste pratiche. L'antropologo Le Breton dell'Università di Strasburgo è stato colui che in Francia ha meglio descritto questi fenomeni i cui studi sono stati fatti non su una popolazione clinica ma di gente comune. Lo sguardo dell'antropologo può mettere in evidenza questa funzione di 'protesi identitaria' di tutti questi 'marchi' del corpo, e là dove l'antropologo ha bisogno dello psicopatologo è per distinguere fra quelli che fanno ricorso a queste protesi coloro che lo fanno per cicatrizzare il narcisismo e coloro in cui il narcisismo è talmente fragile  che il ricorso alla protesi non può che divenire una pratica definitiva, ciò che va a provocare una permanente emorragia narcisistica, necessitante a sua volta di un ispessimento della protesi, cioè un incremento senza fine di queste pratiche auto-distruttive. E con quale risultato? Il risultato di avere in luogo di un soggetto con un'identità portatrice e responsabile del suo comportamento avremo un'inversione di segno per cui il sintomo diventa portatore del soggetto.

 

 

 

 

 

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