MAGNUM
MYSTERIUM
Appunti
fotografici per un'antropologia del sacrificio e della morte
Le fotografie sotto riportate, salvo diversa
indicazione, sono state scattate a Guardia Sanframondi (BN) il 24
agosto 2003 da Giuseppe Leo. |
<<Sangue,
elemento vitale, elemento simbolico, elemento sacro. Sangue che si sparge,
si brama, che purifica. Per se stessi, per il dolore dell'Assunta, per
Cristo sacrificato, per una comunità che si rigenera in un rito che si
ripete ogni sette anni, che dura sette giorni, con una processione di
battenti che impiega sette ore per fare il giro del paese. (...) C'è poco
di razionale, naturalmente, in tutto questo spettacolo di dolore e sangue.
I battenti (...) che si percuotono il petto con una spugnetta piena di
spilli (33, come gli anni di Cristo, ma anche altro numero indivisibile)
rievocano l'orrore descritto da padre Orchi nella metà del '600, quando
il teatro macabro di sangue e morte era il filo rosso dei sermoni di
predicatori e santi che evocavano una salvifica carneficina collettiva
(...) (Manuela
Piancastelli, "Un martirio lungo sette ore", in <<Il
Mattino>>, 24 agosto 1996)
A. Burri, "Rosso nero plastica"
(1964)
H. Nitsch, fotografia
(dalla mostra "La creazione ansiosa da Picasso a Bacon",
Verona, 13.09.03-11.01.04)
<<Si
intende, allora, la funzione di ogni ritualità arcaica diretta a
sollecitare, attraverso l'atto penitenziale, la pietà e la misericordia
delle potenze. Lo spargere il sangue assume il significato di una
redenzione cruenta dalle colpe che hanno determinato l'ira delle figure
divine, secondo una forma del pensiero mitico che è già nell'antico
Testamento, dove Dio volge la sua testa, quando il suo popolo gli è stato
infedele, e allora piovono disastri e mali. E i mali di oggi, per questa
gente, restano inesorabili e inspiegabili, e il sangue continua a essere
versato per i figli emigrati, per le tasse, per la miseria, per la morte
>> (A.M.
Di Nola, "E' il rito sanguinoso di una passione cruenta", in
<<Il Globo>>, 24 agosto 1982)
<<Il
rapporto fondamentale che questi rituali istituiscono è con la morte;
questa, la sua permanente possibilità, la sua minacciosa potenzialità
ineriscono radicalmente al mondo contadino, erede di più antiche
civiltà. La morte non può essere, quindi, elusa dalla società
contadina, a differenza di quella che sarà la soluzione prevalente della
società urbano-industriale avanzata e che si svolgerà sotto il segno
della rimozione e dell'evasione; essa deve essere affrontata, ma, perché
il suo potere nullificante non distrugga la presenza dell'uomo nella
storia, va assunta attraverso un'articolata griglia protettiva che
garantisca alla presenza individuale di riaffermarsi al di là
dell'attraversamento del territorio della morte. La flagellazione, in
quanto spargimento del proprio sangue, è assunzione della morte, ma di
una morte delimitata e controllata, che, nel quadro protettivo del
rituale, può essere negata perché sia di nuovo la vita. Si tratterà
dopo lo spargimento rituale di sangue, di una vita rigenerata, potenziata,
protetta. Questi riti, lungi dall'essere operazioni di morte - neanche nel
senso pur apparente di morti-ficazione -, articolano sul piano simbolico
il linguaggio della vita, la sua rifondazione in un orizzonte protetto. Il
sangue dei battenti di Guardia Sanframondi dice così la speranza in una
vita più clemente, l'aspirazione alla sicurezza, alla fiducia e alla
serenità>>.
(L.
Lombardi Satriani, da "Il Mattino", 21 agosto 1982)
<<Siamo
in presenza di culture di colpa, culture, cioè, nelle quali gli eventi di
storia e di natura che determinano il rischio di crolli esistenziali
vengono deferiti non già alla casualità delle forze estranee che
dominano la vita dell'uomo, ma alla responsabilità personale
collettiva.>> (A.
M. Di Nola, op. cit., in <<Il Globo>>, 24 agosto 1982)
<<Non
vanno mitizzati un'improbabile purezza originaria del folklore - che è
stata sempre in connessione con altre fasce culturali - o un inarrestabile
dispiegarsi evoluzionistico della scienza e della tecnica. E la crescita
della sofferenza dell'uomo, del suo senso di insicurezza; lo sbiadimento
di saldi quadri interiori di riferimento - Pasolini sottolineò come non
trovasse una metafora del deserto più adatta di quella offerta dalla vita
quotidiana - fanno risaltare l'arcaico rituale di sangue di Guardia
Sanframondi, invitandoci a riflettere sulle ragioni della sua persistenza,
della sua saldezza, del suo inattuale, e pur così condiviso,
linguaggio>> (L.
Lombardi Satriani, "La festa continua", in <<Il
Mattino>>, 24 agosto 1982)
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Taranto,
Processione dei 'Perdoni' del venerdì santo (primi
anni '90, foto: G. Leo)
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Il 24 agosto 2003, lo stesso giorno della Processione
dell'Assunta a Guardia Sanframondi, a Graz chiudeva un'importante mostra
centrata sulla figura di Sacher-Masoch e sul masochismo ("Fantasmi
del desiderio"). Una bella coincidenza.....
Da "La liturgia del sangue"
di antonio domenico cristofaro
|
Nelle locali tradizioni pasquali ancora oggi si
attuano una serie di manifestazioni folkloriche testimonianti una
religiosità popolare che si distacca, per taluni versi, dal
cattolicesimo ufficiale. Esse hanno una dimensione culturale
plurisecolare saldamente legata alla memoria storica del popolo. Un
filone rilevante è dato dal tema del sangue, aspetto specifico di
un più ampio humus penitenziale. Generalmente la visita ai
"Sepolcri", la "Varetta", il rituale della
"Via Crucis", che si snoda durante i venerdì di
Quaresima, si svolgono ritmati da antichi canti popolari nei quali
si afferma la propria corresponsabilità nella morte del Cristo ed
in essa si piange la morte che ognuno ha sperimentato nel dolore per
la perdita delle persone care. "Nel quadro di questa religiosità
popolare, solcata decisamente dall'ideologia della colpa, della
penitenza, della necessità della sofferenza e del sacrificio per il
superamento del male e della propria condizione di peccatori e,
quindi, di portatori puntuali del male, ogni anno la cultura
folklorica presentifica un modello di Dolore e Riscatto" (L. M.
Lombardi Satriani). Proprio nel periodo pasquale si ripetono, in
Calabria, una serie di episodi personali o di gruppo strettamente
legati al sangue che, come quello versato da Cristo, è celebrato in
veri e propri rituali liturgici. A Paravati, per esempio, opera da
decenni Natuzza Evolo che, dal 1938, sanguina frequentemente, ha le
stimmate e sui fazzoletti posti a contatto del suo sangue appaiono
disegni e scritti di contenuto religioso. Altri esempi nei quali
l'elemento sangue riveste un'importanza decisiva nella cultura
folklorica sono riscontrabili in numerosi riti religiosi, nei quali
ci si perquote a sangue flagellandosi le gambe o il petto in segno
di devozione a Gesù Cristo: i "Vattianti" di Nocera
Tirinese e i "Battenti" di Guardia Sanframondi. Questi
rituali evocano una cultura folklorica nella quale lo spargimento di
sangue è considerato atto a placare lo sdegno divino e a suscitare
il suo intervento misericordioso. Oltre alle festività e alle
tradizioni religiose, il tema del sangue si trova anche nella
cultura magica calabrese; difatti lo troviamo in alcune pozioni
finalizzate al legare indissolubilmente all'operatore magico una
determinata persona; si crede, infatti, che basti far bere un caffè
misto ad alcune gocce di sangue mestruale per fare innamorare la
persona desiderata. Infine, il sangue lo ritroviamo nella credenza
popolare secondo la quale "l'assassino che non assapora il
sangue della vittima, leccando il coltello omicida, è credenza che
rimanga nel luogo del commesso delitto e non possa fuggire, perciò
il primo pensiero dell'accoltellatore è di leccare il
coltello" (G. B. Marzano). Il sangue è anche elemento dei
rapporti fra potere, sapere e sesso, infatti "è rimasto per
molto tempo un elemento importante nei meccanismi del potere, nelle
sue manifestazioni e nei suoi rituali. Per una società in cui sono
preponderanti i sistemi d'alleanza (i patti di sangue, i fratelli di
sangue, i riti iniziatici di varie sette religiose, riti magici in
cui il sangue della vittima viene bevuto in quanto contiene l'anima;
dunque ci si impossessa dell'anima, del coraggio, della forza
dell'altro), la forma politica del sovrano, la differenziazione in
ordini e caste, il valore dei lignaggi, per una società in cui la
carestia, le epidemie, le violenze rendono la morte imminente, il
sangue costituisce uno dei valori essenziali; il suo valore dipende
contemporaneamente dal suo ruolo strumentale - poter versare il
sangue -, dal suo funzionamento nell'ordine dei segni - avere un
certo sangue, essere dello stesso sangue, accettare di rischiare il
proprio sangue -, ed anche dalla sua precarietà (facile ad
effondere, soggetto ad inaridirsi, troppo pronto a mescolarsi,
rapidamente suscettibile di corruzione. Società di sangue - stavo
per dire "sanguineità": amore della guerra o paura delle
carestie, trionfo della morte, sovrano con la spada, boia e
supplizi, il potere parla attraverso il sangue; questa è una realtà
con funzione simbolica".
Rudolf Schwarzkogler
(1940-1969) e la "liturgia del sangue"
|
<<Non sono |
delle vere e proprie
performance, piuttosto degli accadimenti corporeo-simbolici,
concepiti per essere fotografati come documenti esistenziali
estremi, in cui la tortura del corpo bendato ed
immobilizzato è figura della pulsione autodevastatrice
dello spirito in lotta con la sua pesantezza organica>>(Milena
Cordioli)* |
|
|
La dimensione
sadomasochistica della sofferenza inflitta al corpo è l'estetizzazione
violenta della pressione angosciosa del sangue--> |
|
che pulsa nelle
arterie, e sgorga come metafora di un sacrificio perenne nei
confronti della vita e dell'arte, che esigono il sangue
dell'artista, per distillare la sua angoscia fino all'ultima
goccia del dolore esprimibile>> (M. Cordioli)* |
|
"Si
continua a rifare la storia, ma inversamente e'
quest'ultima che continua ad essere rifatta da ognuno di
noi, sul proprio corpo. Quale personaggio avreste voluto
essere, in quale epoca vivere? E forse invece una pianta o
un paesaggio? Eppure,tutto questo, voi lo siete già,
soltanto che vi ingannate nel rispondere."
Gilles
Deleuze
II
corpo che ha l'arte nel senso. Contatti che quale unico
risultato hanno arte. La sensazione del liquido caldo sul
corpo, che è arte. II corpo spaventato, spruzzata da
liquidi freddi, palpita e trema ed é arte. II puro,
semplice corpo sotto cascanti visceri, che ha l'arte nei
sensi. II nudo corpo, che sta davanti a una tavola, e solo
ai fini dell'arte ha gli organi genitali sulla tavola e
indugia. Tutti i entimenti esibizionistici, masochistici,
omoerotici…combinano il corpo e non sono niente di
anormale. La virtù terapeutica non consiste nel liberarsi
da costrizioni, nello svincolarsi da inibizioni, o
dall'annientare agressività, ma nella veggente densità del
totale amorfo complesso-corpo. Con tutta l'energia essere sé
stesso con tutte le proprie forze sentirsi privo di sutura
nel Tutto essere serenamente solo."
Heinz
Cibulka, Fruhjar 1975
Sia
che si tratti del corpo altrui sia che si tratti del mio,
non ho altro modo di conoscere il corpo umano che viverlo,
cioè assumere sul mio conto il dramma che mi attraversa e
confodermi con esso"
Merleau-Ponty
*Milena
Cordioli, scheda critica tratta dal
catalogo della mostra "La creazione ansiosa da Picasso a
Bacon".
|
Per saperne di più sui 'battenti' di Guardia
Sanframondi (da A.D. Cristofaro)
AA.VV.,
Leggenda - Tradizione - Cronaca della
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AA.VV.,
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-------------------,
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Vessichelli
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Attualità e storia si fondono nei riti
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