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RECENSIONI BIBLIOGRAFICHE

 

Recensioni bibliografiche 2003

Dalla Prefazione di Oliver Sacks al libro di Mark Solms & Oliver Turnbull "Il cervello e il mondo interno".

Mark Solms & Oliver Turnbull, "Il cervello e il mondo interno. Introduzione alle neuroscienze dell'esperienza soggettiva", traduzione di Andrea Clarici, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2004, pag. XX,383, euro 29,80.
Recensioni dalla stampa 2003
          Rivista Frenis Zero

Dalla PREFAZIONE di Oliver Sacks.

<<Questo è il quarto libro di cui Mark Solms è l'autore principale. Il cervello e il mondo interno, scritto in collaborazione con Oliver Turnbull, è complementare ai primi libri di Solms, ma ne amplia le tesi principali (specie quelle contenute in Neuropsicologia dei sogni e in Neuropsicoanalisi), rendendole inoltre più chiare. Le idee fondamentali espresse in tali libri hanno impegnato il dottor Solms per almeno 15 anni: mi scrisse per la prima volta all'inizio del 1987, includendo nella lettera un affascinante articolo nel quale si prefiggeva "di esaminare la relazione tra la psicoanalisi e la neuropsicologia (...e) dimostrare come la psicoanalisi sia ondata su solidi principi neurologici" - grandi ideali, per i quali non potevo fare a meno di nutrire grande ammirazione.

In tutti i suoi lavori Solms è riuscito nello sforzo di rendere comprensibile quel "momento di transizione" (così spesso equivocato) del 1890, quando Sigmund Freud sembrò abbandonare la strada dell'osservazione neurologica per dedicarsi alla psicoanalisi (il primo libro di Solms, scritto insieme con Michael Saling, si intitolava appunto Un momento di transizione). La ragione di questo allontanamento, come Solms ha mostrato, era data dal livello - all'epoca ancora primitivo - delle conoscenze neurologiche (e fisiologiche), e non da una vera e propria posizione di principio, avversa alle spiegazioni di tipo neurologico. Freud sapeva che ogni tentativo di ricondurre la psicoanalisi alla neurologia sarebbe stato prematuro (sebbene egli stesso facesse un estremo tentativo in questa direzione nel suo "Progetto" del 1895, che decise poi di non pubblicare).

Anche la neurologia, comunque, ebbe modo di evolversi, da scienza meccanicistica che trattava di "funzioni" e di "centri" ben determinati (ovvero l'eredità lasciataci dalla frenologia) a 

 

disciplina che utilizza approcci clinici ben più sofisticati, con capacità di comprensione molto più profonde, per definirsi infine come una scienza che indaga con metodi più dinamici i disturbi neurologici in termini di sistemi funzionali. Tali strutture sono spesso distribuite su ampie superfici del cervello, e restano così in costante contatto le une con le altre. Un approccio di questo tipo era intanto imposto anche nell'URSS, grazie agli studi pionieristici di A.R. Lurija.

La neuropsicologia (come doveva poi venir chiamata questa disciplina) nacque, in verità, solo durante la Seconda guerra mondiale; per cui, beffa della sorte, Freud non poté vederne gli esordi, né apprendere il metodo con cui Lurija doveva riuscire a portare la neurologia clinica a un livello completamente nuovo, e pressocché complementare a quello della psicoanalisi.

Per di più, come Solms ha messo in risalto, il giovane Lurija era intensamente interessato alla psicoanalisi, al punto da esplorarla in modo piuttosto approfondito. Ma poi, col precipitare del clima di intolleranza nell'URSS degli anni Trenta, lo stesso nome di Freud divenne anatema, e sarebbe stato rischioso (se non autolesionistico) dal punto di vista politico per Lurija continuare su questa strada. Eppure, il primo suo importante libro, L'afasia traumatica, pubblicato nel 1947, contiene (anche se tale debito non viene dichiarato in modo esplicito) tesi ampiamente mutuate dal libro di Freud Sull'afasia, scritto cinquant'anni prima.

Solo diversi decenni più tardi è stato possibile, per figure come Solms, formatosi e impegnatosi con pari dedizione sia nella ricerca in neuroscienze sia nella pratica psicoanalitica, pensare di riavvicinare Lurija a Freud. E' così che sono state integrate le intuizioni fornite dalla neuropsicologia con quelle della psicoanalisi, il che ha portato a un approccio interdisciplinare arricchito dal corpo delle conoscenze provenienti da entrambe queste discipline, un metodo che Solms a volte chiama "neuropsicoanalisi" e a volte "neuropsicologia del profondo".

La neuropsicologia classica, in un certo senso, tocca solo lo strato superficiale della mente - lo strato, diretto verso l'esterno, della percezione, della memoria, del linguaggio, del pensiero, delle emozioni, della coscienza, della personalità e dell'identità - e questo si deve proprio all'approccio oggettivo e orientato al controllo empirico caratteristico di questa disciplina. L'apprezzamento delle determinanti più profonde (all'opera nei pazienti con disturbi di tipo neuropsicologico non meno che in tutti noi) richiede un certo tempo affinché si possa stabilire una relazione di fiducia tra il dottore e il paziente, un transfert. Richiede pure che si possa effettuare l'esame delle resistenze, con l'attenzione rivolta sia a tutto quello che viene detto, sia a quanto non viene detto dal paziente, a ciò che è palese e a ciò che rimane nascosto, consentendo alla mente, attraverso l'uso della libera associazione, il massimo della spontaneità.

L'approccio di Solms è quindi duplice: si prefigge di eseguire un esame neuropsicologico più dettagliato possibile su pazienti con una lesione cerebrale circoscritta, per poi sottoporli a una psicoanalisi classica. Tale duplice sforzo mira sia a rendere profonda la neuropsicologia sia, auspicabilmente, a collocare su basi più solide la psicoanalisi - per giungere così a un confronto tra i meccanismi del cervello e quelli del mondo interno del paziente.

Oltre che alla fioritura di questi metodi, che sono sostanzialmente di natura clinica, si è assistito negli ultimi vent'anni allo sviluppo di tecniche meravigliose per la visualizzazione del cervello; tali progressi hanno reso possibile lo studio dettagliato del metabolismo e dell'anatomia funzionale del cervello, oltre che metodiche sperimentali applicabili, nell'ambito delle neuroscienze, ai meccanismi che sono alla base delle emozioni, dell'attenzione, dei processi cognitivi e della coscienza. Si avvicina pertanto il momento in cui risulterà possibile giungere a una visione unitaria.

In tutti i campi scientifici, e soprattutto in biologia e in medicina (ove l'individualità dell'organismo e le sue caratteristiche più personali rappresentano l'aspetto centrale), è necessario avere due tipi di testi di riferimento: quelli che illustrano studi clinici o studi su pazienti, in cui l'aspetto neurologico o quello psicoanalitico vengono esemplificati con il massimo della completezza, e quelli organizzati intorno a specifiche teorie o concezioni. 

Come Freud ha pubblicato le storie dei suoi casi clinici e insieme scritti quali le celebri Lezioni introduttive, così, troviamo in Lurija i resoconti sui suoi pazienti accanto a libri più divulgativi, come Le funzioni corticali superiori (testo per gli esperti del settore) e Come funziona il cervello (libro scritto per essere accessibile a tutti, a chiunque cioé desideri avvicinarsi ai rudimenti della neuropsicologia). Vale lo stesso per i volumi di Solms: egli ha già pubblicato un affascinante testo, Neuropsicoanalisi (con il sottotitolo Un'introduzione clinica alla neuropsicologia del profondo), scritto insieme con Karen Kaplan-Solms; e ora è la volta di questo nuovo libro, formativo e multitematico, Il cervello e il mondo interno, redatto con Oliver Turnbull e diretto, come gli autori specificano nella premessa, al lettore non necessariamente esperto del campo.

Esistono delle sindromi neurologiche o dei disturbi neuropsicologici che si presentano clinicamente in un modo tale da essere del tutto comprensibili anche grazie a concetti teorici, cioé metapsicologici, appartenenti alla conoscenza psicoanalitica. Come è accaduto al cervello di un paziente ormai celeberrimo nella letteratura, tale Phineas Gage, lesionato da un picchetto di ferro che, a causa di un'esplosione accidentale, era stato sparato attraverso il suo cranio, ampie lesioni del lobo frontale possono causare l'insorgenza di uno stato disinibito, caratterizzato dall'indebolimento della capacità di pensare e dalla perdita della coscienza morale. E' questa una sindrome che, a seconda dei quadri, può essere denominata sindrome psicopatica o pseudo-psicopatia: la condizione di questi pazienti assomiglia molto a quella in cui vengono perdute le funzioni del Super-Io (anche se il quadro è senz'altro più complesso). Inoltre, la presenza di stati impulsivi caratterizzati da bisogni appetitivi perentori che si riscontrano dopo lesioni ipotalamiche e periventricolari circoscritte (o l'assenza di questi istinti primari osservata in seguito alla distruzione massiccia di tali zone) suggerisce che in queste sedi vadano cercate le basi del funzionamento dell'Es. 

Vi sono persino condizioni assai sorprendenti, come quelle associate a lesioni massicce dell'emisfero destro, in cui si osservano soggetti che trascurano una metà del proprio corpo, in quanto non la credono più appartenente a sé, e addirittura la possono attribuire erroneamente a un altro. Tali sindromi (come è stato proposto, oltre che da Solms, anche da un insigne neuroscienziato come V.S. Ramachandran) chiamano in causa un meccanismo riconducibile non solo a una disconnessione neurale, ma anche a qualcosa di simile alla rimozione.

Personalmente, non sono completamente convinto che il termine "rimozione" sia del tutto adeguato in questo caso, poiché si possono vedere all'opera altre forme di difesa, anche quelle più bizzarre o deliranti, quando si tratta di affrontare una dissoluzione così catastrofica del proprio Io corporeo. Alcune persone con la sindrome di Tourette mostrano un'attività psichica esplosiva oltre che uno stato comportamentale disinibito. Mentre stavo visitando un paziente con una sindrome di Tourette così "fantasmagorica", mi sovvenivano le indispensabili descrizioni riportate nei testi di Freud come L'interpretazione dei sogni o Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio, non meno che quelle contenute nell'opera di Lurija Viaggio nella mente di un uomo che non dimentica nulla. 

Anche se non è ancora chiaro quanto lontano ci potrà condurre questa correlazione tra neuropsicologia e psicoanalisi, Solms ci offre un punto di partenza brillante - oltre che affascinante - per questo cammino, in parte fornendo analogie e teorie, ma in modo ancora più convincente con gli stupendi esempi clinici che ha analizzato.  Partendo da Freud, molti ricercatori hanno esplorato l'interpretazione dei sogni, il metodo principe della psicoanalisi, ma quanti prima di Solms hanno studiato la neuropsicologia dei sogni, cioé le modalità in cui si alterano la capacità di visualizzare i sogni e la maniera in cui essi si presentano, o come cessi la stessa attività onirica in seguito a un danno ad aree circoscritte del cervello? Non pochi, da Lurija in poi, hanno investigato la neuropsicologia delle afasie, delle sindromi parietali, delle sindromi dell'emisfero destro, delle sindromi frontali, e di altre ancora. Ma chi, prima di Solms, le ha esplorate anche da un punto di osservazione psicoanalitico, mostrando la necessità di alcuni concetti psicoanalitici e metapsicologici? E' questo il cuore del progetto che va sotto il nome di neuropsicoanalisi, una visione di sintesi che rappresenta la meta principale di Solms.

Nell'esposizione della sua Introduzione clinica alla neuropsicologia del profondo, e ora in questo nuovo libro scritto con Oliver Turnbull, Solms non solo ci fornisce esempi toccanti e molto variegati, ma ci presenta anche un'esposizione dettagliata e scrupolosamente sistematica degli studi neuropsicoanalitici condotti sui suoi pazienti. Gli autori di Il cervello e il mondo interno, dopo una lucida esposizione dell'anatomia e della fisiologia del cervello, passano in rassegna gran parte della letteratura neuroscientifica attuale: in particolare, danno rilievo ai lavori pionieristici, nell'ambito delle neuroscienze, di Antonio Damasio e di Jaak Panksepp (i quali, peraltro, hanno presentato interessantissime relazioni alla Prima conferenza internazionale di neuropsicoanalisi, organizzata da Solms nel 2000). Il cervello e il mondo interno affronta così un'ampia varietà di temi: dalle emozioni alla motivazione, alla memoria, alla fantasia, ai sogni e alle allucinazioni, alle rappresentazioni delle parole e delle cose, alle funzioni complementari e differenti dei due emisferi cerebrali, destro e sinistro, per giungere a proporre ipotesi sui fondamenti della "talking cure" analitica e sulla natura dei processi inconsci e preconsci. Vengono insomma toccati argomenti che riguardano l'autentica essenza della soggettività umana, della coscienza e del Sé. Se ne ricava l'impressione che la neuropsicoanalisi si stia preparando a spiccare il volo, ma si appresti a farlo rimanendo, necessariamente, fermamente radicata su ciò che è dimostrabile e controllabile.

Ci si chiede quanta strada possa mai percorrere questo approccio a doppio binario, e quante nuove branche dello scibile si proponga in futuro di affrontare. Quali sono le basi della creatività dell'entità mente-cervello? Quali sono le basi delle celebri categorie proposte da Kierkegaard, come l'estetica, l'etica, il comico, il religioso? La psico-analisi e la neuro-analisi, in modo separato o congiuntamente, riusciranno a fornire una spiegazione esaustiva di questi stati fondamentali dell'essere umano? Forse è troppo presto per dirlo; ma è chiaro che Solms e i suoi collaboratori si sono dedicati a un'impresa che potrà apparire anche ambiziosa e impegnativa, ma che, se condotta scrupolosamente e allo stesso tempo in modo estremamente cauto e modesto (attributi che vanno ampiamente riconosciuti agli autori!),ci permetterà di avvicinarci di più, e con nuovi metodi, alla questione più antica e fondamentale di tutte: la relazione misteriosa tra il corpo e la mente>>.

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