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Chronology

SOTTO UN MARE TEMPESTOSO.

La storia psichiatrica di Virginia Woolf.

di Malcolm Ingram

(traduzione in italiano di Giuseppe Leo)

 

STORIA FAMILIARE.

La storia familiare di Virginia Woolf è importante, sia dal punto di vista psicologico che genetico. Si è detto che tutta la sua opera letteraria è un prodotto delle sue memorie, del suo acuto senso del passato e dei suoi legami con la sua infanzia vittoriana.

Il padre era un prestigioso uomo di lettere vittoriano, fondatore del Dizionario Biografico Nazionale, ed aveva 50 anni quando Virginia nacque nel 1882. La sua prima moglie era figlia di un romanziere, William Thackeray. Per tutta l'infanzia di Virginia la maggior parte dei più prestigiosi uomini di lettere dell'epoca passarono per la sua casa.

C'era una storia familiare psichiatrica, prevalentemente di disturbi dell'umore. Dal lato materno c'era una lunga storia di donne lievemente eccentriche e molto attive; dal lato paterno, generazioni di uomini alquanto malinconici. Da entrambi i versanti c'erano scrittori in abbondanza. Virginia era una dei quattro figli nati dal secondo matrimonio del padre; diversi di essi ebbero sintomi psicologici. Virginia ebbe anche quattro fratellastri. Tre di essi - George, Gerald e Stella Duckworth - erano nati dal primo matrimonio di sua madre; nessuno di questi avrebbe sviluppato disturbi mentali.

Suo padre ebbe inoltre una figlia dal primo matrimonio con Minnie, la figlia di Thackeray. Sua madre, moglie di William Thackeray, ebbe una psicosi puerperale dopo la nascita di Minnie, e non fu mai guarita completamente. La figlia di Minnie, Laura, manifestò anomalie sin dalla nascita. La famiglia tentò di impartirle un'educazione scolastica a casa. Leslie Stephen, in particolare, fu restio a riconoscere che fosse mentalmente disabile. Da piccola ebbe tics nervosi, difficoltà nel linguaggio, comportamenti violenti, attacchi con grida, ed era indolente e disobbediente. Si comportava in modo strano - una volta lanciò le forbici nel fuoco. Dall'età di dieci anni fu  segregata dagli altri bambini dentro un attico. Passò la sua vita adulta all'interno di istituti. Nel 1897 è registrata una visita dei familiari a Earlswood. Morì in un ospedale di York nel 1945, all'età di 75 anni.

Non c'è alcuna traccia che registri una visita di Virginia alla sua sorellastra; in realtà, Virginia aveva una buona conoscenza dei disabili mentali. Dopo una passeggiata fatta con degli "imbecilli" nel 1915, annotò nel suo diario:"Dovrebbero senza dubbio essere uccisi". Ma ebbe notizie di Laura nel 1921 da Vanessa, che scrisse per comunicarle che una zia - "la cara vecchia Kate" - aveva fatto visita a Laura e l'aveva trovata "come al solito, non smette mai di parlare, e talora dice 'Gli dissi di andar via' oppure 'Allora piantala' alquanto comprensibilmente; ma il resto di ciò che dice è quasi inintellegibile". L'ultimo riferimento a Laura proviene da Virginia, spinta a ricordarla dopo la morte di George Duckworth nel 1934. In una lettera a sua sorella, che come Virginia aveva condiviso le sue malevole attenzioni da piccola, scriveva:<<Leonard dice che Laura è stata l'unica che avrebbe potuto essere risparmiata>>. Ciò conferma che anche Laura fu molestata da Duckworth. La lettera dimostra anche che l'intero argomento era ben noto a Leonard.

Il fratello di Virginia, Thoby, uno scolaro brillante che morì giovane, cercò di defenestrarsi durante la scuola preparatoria nel 1894 mentre era convalescente da un episodio di influenza; ebbe allora una crisi con urla ed un'altra simile un mese più tardi.

Un altro fratello Adrian soffriva di 'una varietà di disturbi nervosi'(Dunn,90). Era 'incline ad una disperazione di gravità suicidaria'. Un tempo amante di Duncan Grant, si disse che viveva in una tormentata preoccupazione per il passato.

Sua sorella Vanessa Bell ebbe un episodio depressivo che durò due anni, ed il 'nervosismo di Vanessa, benché ben controllato, fu riconosciuto da Leonard e da lei stessa come simile a quello di Virginia. <<Vanessa divenne depressa nel 1911, all'età di 32 anni, dopo un aborto e l'inizio della sua relazione con Roger Fry. Fu 'un periodo di grave e importante malattia' (Dunn 90), con sintomi di inerzia psicomotoria, timori indefinibili e vissuti di derealizzazione. 

Ma, nonostante ciò, il caso familiare più grave di disturbo affettivo è dal lato di suo padre. sir Leslie Stephen era un uomo eccentrico con una personalità depressiva. Suo padre, Sir James Stephen ebbe almeno tre scompensi; ed un suo cugino di primo grado dal lato paterno, il brillante giovane J K Stephen, sviluppò un quadro maniacale e morì in ospedale psichiatrico.

Suo nonno, Sir James Stephen, era un avvocato e dipendente statale, uno dei più importanti amministratori coloniali. Il suo primo scompenso, verificatosi nel 1824, iniziò dopo che provò a unire gli impegni di lavoro al tribunale con quelli civili; il suo secondo episodio, nel 1832, dopo aver tentato di far passare una legge sull'emancipazione degli schiavi. Quattordici anni dopo, dopo la morte di un figlio per tifo, ebbe un altro scompenso. Gli fu consigliato di mettersi in pensione in anticipo, ma egli non accettò l'idea di essere ammalato. Si sentì non accettato e divenne malinconico - ogni ticchettio dell'orologio, scrisse, 'mi sembra un rintocco funebre'.

J K Stephen, il cugino di Virginia, era il fiore all'occhiello di Eton per la sua abilità nello sport del "wall game"*. Ebbe un precoce successo coi suoi poemi, Lapsus Calami. Dopo una brillante carriera a Cambridge come studente, ci si aspettava grandi cose da lui. Per un certo periodo fece l'istitutore del Duca di Clarence a Cambridge. Ventenne, manifestò attacchi di eccitamento e di depressione. si verificarono scene violente. Virginia  ricordò  quando egli si precipitava nell'infermeria e infilzava una pagnotta con un bastone. Il consiglio del suo circolo dovette mettere un poliziotto alla porta per impedire che egli entrasse. Sir George Savage, lo specialista che in seguito dovette curare Virginia, predispose la sua istituzionalizzazione in un ospedale psichiatrico, dove morì nel 1892.

La sua malattia fu attribuita ad un trauma cranico nel 1886, ma tutte le  descrizioni indicano un quadro di mania. Suo padre - soprannominato il Gigante Malvagio, mentre suo figlio era il  Gigante Geniale - si rifiutò sempre di riconoscere che suo figlio fosse mentalmente ammalato, e si rifiuto di permettera ogni certificazione di  questa condizione. Il suo legame col Duca di Clarence ha portato alla fantasiosa congettura che egli potrebbe essere stato Jack lo Squartatore, poiché la sua morte seguì di tre settimane quella del Duca, e la prima edizione proibita dei suoi poemi conteneva una descrizione fantastica dell'uccisione di prostitute. Delle commemorazioni furono fatte ad Eton e a Cambridge dai familiari; la sua omosessualità fu accuratamente celata.

C'erano altri membri malinconici nell'ascendenza paterna ma il più interessante di tutti fu il padre di Virginia - Sir Leslie Stephen - 'il Vittoriano senza Dio' della biografia di Noel Annan.

Era un prestigioso uomo di lettere Vittoriano, fondatore del Dizionario Biografico Nazionale, contribuendovi con molti anni di lavoro, nonché un eccezionale alpinista.

Padre e figlia avevano molto in comune, e Virginia provava forti sentimenti di odio ed amore nei suoi confronti che lei esorcizzò in "To the Lighthouse"(Al faro,n.d.t.), in cui, così come il Signor Ramsay, il padre è ritratto senza alcuna finzione. Entrambi erano alti e magri, entrambi gran camminatori. Entrambi sapevano scrivere un articolo sensato e leggibile. Differivano nella qualità del proprio pensiero: egli era chiaro, razionale, mentre lei piena di immaginazione. Entrambi amavano la poesia; entrambi potevano essere a tratti affascinanti, ma anche rudi. Egli era irascibile; lei dispettosa. Entrambi disprezzavano il danaro ed erano "maniaci del lavoro"*. Tutti e due temevano i recensori antipatici. Entrambi si affidavano a donne per ottenere sostegno morale.

Entrambi si riconoscevano negli altri. Virginia negli ultimi anni, scrisse su di lui in "Moments of being". Il padre, al novantesimo compleanno, scrisse a sua moglie:'lei (Virginia) mi assomiglia molto' e 'lei sarà sicuramente un autrice'.

Ma egli era un uomo difficile, specie dopo la morte  della seconda moglie. Virginia scrisse nel diario anni dopo:'Se fosse vissuto più a lungo, la sua vita avrebbe messo fine alla mia. Cosa sarebbe accaduto? Non avrei potuto scrivere, non avrei prodotto nessun libro; inconcepibile'. Ed altrove:'Quel vecchio disgraziato, mio padre'. 'Ma era un uomo adorabile, ed in qualche modo, tremendo. Come quando ero piccola lo condannavo, così a 58 anni lo comprendo - dovrei dire lo tollero. Entrambi questi atteggiamenti sono veri?'

Sir Leslie si ammalò nel 1888, ed ancora dopo due anni - logorato dal suo impegno nel grande Dizionario Biografico Nazionale. Soffriva di insonnia e di 'attacchi di paura'.

Egli costantemente si lamentava della sua povertà con i suoi figli, e persino in pubblico. Una volta disse allo scrittore Edmund Gosse che era completamente rovinato: gli erano rimaste solo 1000 sterline. Gosse ed altri uomini di lettere restarono sgomenti e decisero di fare una colletta, ma prima chiesero maggiori informazioni sulle sue difficoltà finanziarie. Scoprirono che il suo bilancio  era ridotto a 1000 sterline, ma che le sue entrate ed il capitale erano intatti. Quando divenne vedovo si verificavano regolarmente scene in cui supervisionava l'economia domestica con Vanessa e Virginia.

Era istrionico nel dolore e nella rabbia. La figlia pensava che egli consapevolmente imitasse i suoi attacchi di collera- ' i suoi attacchi del guerriero'- da Thomas Carlyle, credendo che tali scoppi si addicessero ad un uomo di lettere desideroso di recitare la parte del grande vittoriano.

Egli era notoriamente taciturno, anche quando incontrava famosi letterati- non disse una parola durante un pranzo con Robert Louis Stevenson.

Si sarebbe vantato di essere un 'misantropo disperato'   e avrebbe voluto 'intonare qualcosa alla sua malinconia', prima di tutto per guadagnarsi la simpatia della moglie, e poi quella dei figli. Ma le sue "auto-drammatizzazioni"*  facevano infuriare loro, specie Vanessa. Virginia era meno resistente. Quando egli cadde verso di lei  dal letto in cui stava morendo  Julia, lei gli porse la mano. Egli la respinse e si precipitò a terra. La scena si impresse nella memoria di Virginia per tutta la sua vita. Dopo la morte le ragazze lo sentirono dire a se stesso:'Vorrei esser morto- vorrei esser morto- (...)'.

Era ovviamente nevrotico, con una personalità depressiva. Fu particolarmente depresso dopo  la morte della seconda moglie, ma non esiste alcuna dimostrazione di una psicosi maniaco-depressiva. Era molto produttivo, nonostante la sua depressione ed il suo senso di fallimento. Tale senso di fallimento si può vedere nei disturbi di Virginia, e può essere interpretato come un'identificazione col padre. L'immediata convinzione, quando stava male, di essere senza valore e  che il proprio lavoro fosse senza alcun valore, è identica.

La madre di Virginia appare come una personalità meno vivace. Si occupava di opere di beneficenza e pubblicò nel 1883 un libro sulla gestione delle infermerie, in seguito ristampato da Hogarth Press. Gli anni in cui rimase vedova la resero severa e malinconica. Morì di febbre reumatica, all'età di soli 49 anni. Come il marito era la più positiva dei miscredenti, e trasmise il suo ateismo a sua figlia, insieme al dono di riuscire a riassumere le caratteristiche delle persone. Fu ritratta come Signora Ramsay in "Al faro".'Non è finzione, è il fatto esatto,' Virginia scriveva ; e quando Vanessa lesse ciò nel 1927, scrisse alla sorella:'...un ritratto di madre che è molto più simile a lei perme che qualsiasi altro io avessi potuto concepire. E' quasi angoscioso averla richiamata dalla morte in tal modo...Hai rappresentato papà  in maniera ugualmente chiara ma, mi posso sbagliare, non è così difficile...è così distruttivo trovarsi faccia a faccia con loro due di nuovo...'.

In sintesi, c'è una storia documentata di disturbi depressivi e di psicosi maniacodepressiva dal lato paterno, insieme a molte personalità eccentriche e malinconiche, e generazioni di personalità creative da entrambi i lati.

 

 

 

 

 

 

N.d.T.: le parole in corsivo messe tra parentesi sono  aggiunte del traduttore.

*Virgolette aggiunte dal traduttore.