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(1) Dall'Introduzione alla "Classificazione decimale Dewey" - Edizione 20. a cura di Luigi Crocetti e Daniele Danesi. Roma: Associazione Italiana Biblioteche, 1993.

(2) Testo tratto dalla Relazione della Commissione incaricata della revisione delle Regole Italiane di Catalogazione per Autori (1976), pubblicata in "Regole italiane di catalogazione per autori", Roma: Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane, 1982. 

CDD - Catalogazione decimale Dewey

Cos'è la CDD?
La classificazione bibliografica è un argomento assai complesso, sia per la vastità che per la varietà del suo campo di azione.
Nell'introduzione alla diciassettesima edizione delle tavole Dewey, Benjamin A. Custer ne definisce in qualche modo la struttura generale:
"Classificare una raccolta di oggetti o di concetti significa collocare insieme in 'classi' quegli oggetti e quei concetti che possiedono certe caratteristiche comuni e separarne gli oggetti o concetti che non possiedono tali caratteristiche. Per esempio possiamo classificare una collezione di francobolli secondo i paesi d'emissione, ognuno dei quali costituirà una classe separata: i francobolli emessi dal Canada, dall'Italia, dal Giappone, ecc. Oppure possiamo seguire altri principi come basi di suddivisione: il colore, il formato, la forma, il soggetto illustrato, o nel nostro caso, qualunque altra caratteristica che abbia rilevanza per l'utilizzazione e la valutazione di una specifica collezione.
Se la suddivisione viene fatta secondo i paesi d'emissione, possiamo ulteriormente classificare i francobolli di ciascun paese secondo il valore facciale, per esempio francobolli emessi dal Canada da un cent, da due cents, da cinque cents, da un dollaro; ognuna di queste suddivisioni costituirà una sottoclasse che potrà venire ancora suddivisa: per esempio secondo le date di emissione".
La Classificazione decimale Dewey (in inglese Dewey Decimal Classification) appartiene al tipo di classificazione enciclopedica, cioè che deriva da un tentativo filosofico di sistematizzare lo scibile umano: "intende fornire un sistema per organizzare un universo di cose, siano esse oggetti, concetti o registrazioni" (1).

Com'è nata la CDD?
"Lo schema di Classificazione decimale Dewey venne pubblicato per la prima volta nel 1876 dal bibliotecario americano dell'Amherst College (nel Massachusetts) Melvil Louis Kossuth Dewey (1851-1931), con il titolo 'A classification and subject index for cataloguing and arranging the books and pamphlets of a library'. Il successo ottenuto, nonostante le vivaci polemiche suscitate, spinse Dewey a pubblicare nel 1885 una seconda edizione dell'opera con il titolo 'Desimal classification and relative index', le cui pagine passavano dalle 44 della prima edizione alle 486" (2).
Tappa finale della lunga evoluzione della Classificazione Dewey è la ventesima edizione, datata 1988 e pubblicata in versione integrale anche in italiano (1). Riportiamo un brano della Premessa dell'editore americano a quest'ultima edizione:
"L'anno 1988 ha visto eventi che avranno conseguenze profonde sul futuro della Classificazione Decimale Dewey e sugli altri sistemi generali di classificazione. È singolare che siano avvenuti nello stesso giorno.
Il 29 luglio un nastro di elaboratore contenente sostanzialmente l'intero testo di DDC 20 era inviato a una ditta del Massachusetts per cominciare a produrre la presente edizione. Il contenuto intellettuale di quel nastro era il risultato di un intenso lavoro decennale del gruppo redazionale della Library of Congress e di numerosi comitati e consulenti, e dei consigli di utenti della DDC d'ogni parte del mondo. Il nastro era stato prodotto dai redattori mediante un sofisticato sistema su microelaboratore e mediante la base di dati DDC.
Lo stesso giorno Forest Press e Classificazione Decimale Dewey diventano parte di OCLC Online Computer Library Center, l'organizzazione senza scopo di lucro che ha il suo centro in Ohio e che fornisce servizi e prodotti di elaborazione, con una rete che si estende all'Europa e all'Asia, a più di 8.000 biblioteche. L'integrazione della DDC con le capacità e le risorse di OCLC permetterà di sviluppare i prodotti e i servizi che occorrono agli utenti della Classificazione."
Questi dunque sono gli scopi e l'impostazione del lavoro svolto dagli esperti chiamati a redigere la complessa catalogazione.

In Italia la Classificazione Decimale Dewey si è diffusa nell'uso generale in particolare a partire dal 1958, anno in cui la Bibliografia Nazionale Italiana ha adottato proprio la CDD per ordinare le schede che, all'interno dei fascicoli mensili, descrivono le pubblicazioni.

Com'è strutturata la CDD?
"La CDD si fonda essenzialmente su due elementi principali:

  1. la classificazione di Bacone (in The advancement of learning, 1608) dello scibile umano
  2. il sistema decimale

Secondo Bacone lo scibile umano dipende da tre facoltà fondamentali dell'uomo:

  • MEMORIA - Storia
  • IMMAGINAZIONE - Poesia/Arte
  • RAGIONE- Filosofia
    Dewey, ispirandosi all'ordinamento della biblioteca di St. Louis, a Jacob Schwart e a William Torrey Harris, a cui si deve l'ordinamento della biblioteca stessa, a Natale Battezzati, che nel 1871 aveva pubblicato a Milano il 'Nuovo sistema di catalogazione bibliografico generale', giunse all'adozione di uno schema baconiano ma invertito:
    • RAGIONE - Filosofia
    • IMMAGINAZIONE - Poesia
    • MEMORIA - Storia

A questa suddivisione si possono ricondurre le nove classi che nella CDD rappresentano ciascuna un determinato ramo del sapere:

    • RAGIONE - Classi 1-6
    • IMMAGINAZIONE - Classi 7-8
    • MEMORIA - Classe 9

Le opere generali ... rientrano in una decima classe contrassegnata dal numero 0 (zero)" (2).
La "struttura portante" della CDD si fonda dunque sui seguenti grandi raggruppamenti:

0

GENERALITÀ

1

FILOSOFIA E DISCIPLINE CONNESSE

2

RELIGIONE

3

SCIENZE SOCIALI

4

LINGUAGGIO

5

SCIENZE PURE

6

TECNOLOGIA (SCIENZE APPLICATE)

7

LE ARTI

8

LETTERATURA

9

GEOGRAFIA E STORIA GENERALI

A questi raggruppamenti fu abbinato il sistema decimale e, conseguentemente, la notazione decimale
"Questa notazione è espressa da una sequenza di numeri (cifre arabe universalmente conosciute) considerati sempre come decimali, come fossero cioè preceduti da uno zero (0,); sfruttando le proprietà del sistema decimale ogni indice può essere diviso in altri dieci teoricamente all'infinito
0,1 --- 0,10 - 0,19
0,101 - 0,109 ecc.
Eliminando lo zero e la virgola seguente, che in teoria precede il numero, questo assume forma di intero anche se resta per convenzione un decimale. Poiché ogni indice della CDD deve essere costituito da almeno tra cifre otterremo: 000 - 999

000

GENERALITÀ

100

FILOSOFIA E DISCIPLINE CONNESSE

200

RELIGIONE

300

SCIENZE SOCIALI

400

LINGUAGGIO

500

SCIENZE PURE

600

TECNOLOGIA (SCIENZE APPLICATE)

700

LE ARTI

800

LETTERATURA

900

GEOGRAFIA E STORIA GENERALI

Ognuna di queste classi può essere suddivisa in dieci divisioni 010 - 090:

010

BIBLIOGRAFIA

020

BIBLIOTECONOMIA E SCIENZE DELL'INFORMAZIONE

030

ENCICLOPEDIE GENERALI

040

NON ASSEGNATO

050

PUBBLICAZIONI GENERALI IN SERIE

060

ORGANIZZAZIONI GENERALI E MUSEOLOGIA

070

GIORNALISMO, EDITORIA, GIORNALI

080

RACCOLTE GENERALI

090

MANOSCRITTI E LIBRI RARI

(Per esemplificare è stata scelta la suddivisione della classe 000)
Ognuna di queste divisioni può essere a sua volta suddivisa in dieci sezioni 010 - 019:

010

BIBLIOGRAFIA

011

BIBLIOGRAFIE GENERALI

012

PERSONALI (BIBLIOGRAFIE)

013

DI SPECIFICHE CATEGORIE DI AUTORI

014

DI OPERE ANONIME E PSEUDONIME

015

PER LUOGO DI PUBBLICAZIONE

016

BIBLIOGRAFIE

017

CATALOGHI GENERALI PER SOGGETTO

018

CATALOGHI PER AUTORI E CRONOLOGICI

019

CATALOGHI DIZIONARI

Ogni sezione potrà essere (teoricamente) suddivisa all'infinitoaggiungendo alle prime tre cifre, dopo un punto decimale, altri numeri decimali:
010.1 --- 010.2 --- 010.3 ecc.
Maggiore è dunque l'estensione numerica della notazione, più viene sviluppato l'argomento da classificare rappresentato dalle prime tre cifre" (2).
Da sottolineare, infine, l'esistenza di una edizione abbreviata, contraddistinta da uno sviluppo contenuto delle notazioni e da note di inclusione molto sviluppate, che ricordano i soggetti che possono essere simbolizzati dalla notazione breve (mediamente contenuta entro le 5 cifre). Della versione abbreviata (giunta alla dodicesima edizione) è disponibile la traduzione italiana, a cura di Daniele Danesi, pubblicata dall'AIB nel 1995.

 

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