Passa alla biblioteca

PALAZZO FORTUNATO

 

Costruito nel 1728 per volere di Carmelo Fortunato, fu ampliato dal figlio Pasquale ed abbellito dal nipote Anselmo.

 

In questo palazzo Re Giuseppe Bonaparte sostò nel 1807, lo stesso fece nel 1846 Re Ferdinando II° di Borbone ed in seguito, il 5 settembre del 1905 alloggiò l'allora Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli invitato da Giustino Fortunato a toccare con mano le 'vere' cause dell'arretratezza del meridione.

Il terremoto del 1851 causò notevoli danni ma Ernesto Fortunato, figlio di Pasquale, lo restaurava.

 

Qui nel 1848 nacque Giustino Fortunato (1848-1932), che attraverso l'azione parlamentare e in numerosi iscritti, trattò con profonda coscienza la"Questione Meridionale".

La struttura del Palazzo evidenzia una forma ad Elle con l'ingresso principale sul lato maggiore.

Attraversando un androne si accede in un grande cortile dal quale, poi, per il tramite di una elegante scalinata, si accede al bellissimo quanto mai vasto giardino.

Parte del Palazzo è adibita a Biblioteca, intestata all'omonimo meridionalista, ricca di importanti volumi.

 

 

GIUSTINO FORTUNATO (Senior)

Nacque a Rionero in V.re nel 1777 dal Dott. Cherubino ed Emanuela Pessolano ed ebbe come maestro lo zio paterno Pasquale.

Laureatosi in legge a Napoli insegnò matematica nel Collegio Militare della Nunziatella supplendo il suo conterraneo Michele Granata martire della libertà nel 1799.

Grazie alle sue cariche (Procuratore Generale della Gran Corte Criminale del Regno delle due Sicilie, nel 1809, durante il Governo Murat, Referendario al Consiglio di Stato e Presidente dei Ministri sotto Ferdinando II°) Rionero nella primavera del 1811, fu elevato a Comune autonomo liberandosi della continua oppressione esercitata dai paesi di Rapolla, Melfi e Atella.

I rioneresi riconoscenti di questo grande atto d'amore per la propria patria apposero una lapide in sua memoria sulla parete del Palazzo Fortunato che guarda l'omonima piazza.

-Giustino Fortunato con l'allora presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli

in visita a Rionero in Vulture (27 settembre 1902)

 

 

GIUSTINO FORTUNATO (junior)

 

Definito "L'Apostolo del Mezzogiorno", onore e vanto di Rionero per avergli dato i natali, Giustino Fortunato nasce il 4 Settembre 1848 da Pasquale e Antonia Rapolla.

Ancora fanciullo compie i suoi primi studi a Napoli, al Collegio dei Gesuiti e a Rionero sotto la guida dello zio Gennaro.

Nel 1861 assiste alla reazione borbonica e a quella brigantesca nella quale rimangono coinvolti i suoi familiari perché dichiarati istigatori, promotori.

Superati gli esami di licenza liceale si laurea a Napoli in Giurisprudenza e frequenta studi di grandi artisti tra i quali Morelli, Palizzi, Di Chirico, Amendola.

Si iscrive al club Alpino con l'intento di percorrere a piedi tutto l'Appennino Meridionale.

Questo suo lungo peregrinare gli conferisce, però una sicura conoscenza della geografia meridionale evidenziatasi, tra l'altro, anche nei suoi tanti scritti sulla rivista del Bollettino del Club Alpino, ma ancor di più la consapevolezza di quanto la terra meridionale sia poco amica dell'uomo: concezione questa che permea ogni suo pensiero determinando ogni sua opera.

Frequenta le lezioni di Luigi Settembrino e Francesco De Sanctis dove conosce Antonio Salandra e Francesco Torraca e nel 1878 è corrispondente da Napoli della "Rassegna Settimanale" fondata da Sidney Sonnino e Leopoldo Franchetti.

Nel 1880 Giustino Fortunato presenta la sua candidatura nel Collegio Elettorale di Melfi agitato dall'unico desiderio di cooperare alla ricostruzione civile della patria.

I suoi discorsi parlamentari sono numerosi e soprattutto, qualitativamente, "grandi discorsi" dai quali trapelano sempre amare verità.

Ma il grande merito di Giustino Fortunato risiede nell'aver sollevato la famosa "Questione Meridionale" sfatando in Parlamento e nell'opinione pubblica, l'erroneo convincimento di un'Italia Meridionale come terra felice, non debitamente sfruttata da abitanti inetti, denunciando invece le arretratezze economiche, le tristi condizioni sociali, le incidenze negative dei fenomeni naturali, della persistente malaria, dell'insufficiente viabilità.

Egli affermò che non si sarebbe potuta realizzare l'Unità D'Italia tra il Nord ricco e il Mezzogiorno povero, se la nazione intera non avesse preso piena coscienza della gravità del problema e, conseguentemente, della straordinarietà degli interventi dello Stato.

Il pensiero e l'opera di Fortunato furono termini di riferimento nel rinnovo radicale degli studi di geologia, di economia e nella storiografia.

Non dimenticò mai il suo "loco natio": le ferrovie ofantine che gli costarono dodici anni di fatiche notevoli e l'impegno profuso per l'Istituto Tecnico di Melfi, ne sono gli esempi più significativi come pure la grande lotta per l'introduzione del chinino di Stato contro la malaria che all'epoca rappresentò il più grande flagello della classe contadina.

In seguito fonda la società per gli Studi della Malaria diventandone Presidente.

Nel 1909 lascia volontariamente il Collegio di Melfi, dopo aver rifiutato più volte vari Ministeri offertigli dal Coppini e dal Genala, e viene nominato Senatore.

 Allo studio dei problemi economici e sociali, affianca le ricerche storiche locali: tante infatti sono le pubblicazioni; tra le maggiori: della Valle di Vitalba nei sec. XII e XIII, Santa Maria di Vitalba, Santa Maria di Perno, Rionero Medioevale, il Castello di Lagopesole, la Badia di Monticchio, Avigliano nei secoli XII e XIII, due nuovi Vescovi della Diocesi di Rapolla, Riccardo da Venosa e il suo tempo.

Promuove nel frattempo gli studi del Bertaux sulla Basilicata, la traduzione delle opere del Gay. Fonda, inoltre, due Asili infantili uno a Lavello e uno a Rionero.

Il 6 Dicembre 1926 muore il fratello Ernesto, solido e valido collaboratore, che gli fu sempre di grande conforto, mentre più tardi muore anche il nipote Viggiani.

Nel 1931 pubblica i suoi "appunti di storia napoletana dell'ottocento".

Muore a Napoli il 27 luglio 1932.

Giustino Fortunato, ottuagenario, ritratto nel suo studio

 

Torna in alto