TRATTAMENTO ORTODONTICO IPEREFFICIENTE CON I PRINCIPI DELLA BIOPROGRESSIVA

Clinical Impressions – Ormco 

James J. Hilgers, DDS, MS, Mission Viejo, California

Stephen G. Tracey, DDS, MS, Upland, California

 

 

 

Il termine trattamento ortodontico iper-efficiente definisce un ampio spettro di innovazioni tecnologiche e di trattamento, da cui risulta un approccio per la correzione delle malocclusioni di II classe altamente efficiente, predicibile e indipendente dalla collaborazione del paziente. Tutto ciò lo ritroviamo fortemente nei principi tradizionali della filosofia Bioprogressiva. Quando sviluppò l’approccio Bioprogressivo alla meccanoterapia ortodontica, il dr. Ricketts propose una tecnica che tenesse conto dei  cambiamenti e delle evoluzioni continue. Per favorire la comprensione di questo approccio, Ricketts definì saggiamente una serie di principi che guidassero i clinici nelle decisioni di trattamento. E fece questo anziché pubblicare un manuale di trattamento, che avrebbe definito un inaccettabile rigido approccio alla terapia. Questi principi sono in tutto applicabili oggi come allora. La combinazione di parole BIO e PROGRESSIVA riassume l’intento originale – e cioè che questo approccio non solo aderisce ai principi biologici ma è anche progressivo e aperto alle migliorie scientifiche. La massima “le tecniche cambiano, i principi rimangono costanti” descrive la visione di Ricketts, primo sostenitore del suo approccio flessibile alla terapia ortodontica.  L’intento di questo articolo è di dimostrare come i Principi del Trattamento Bioprogressivo (Fig,1) sono chiamati in causa ogni giorno in un trattamento ortodontico iperefficiente. Questi principi sono illustrati in due casi.

 

Principio: Ogni dente può essere spostato in ogni direzione con una applicazione di forza appropriata.

Molte discipline ortodontiche focalizzano l’attenzione su ciò che gli ortodontisti non devono o non dovrebbero fare più che su ciò che si può fare. Un esempio è il severo ammonimento contro il tentativo di distalizzare i molari. Il PENDULUM si è dimostrato efficace nel distalizzare i molari nelle malocclusioni di II classe in casi appropriatamente selezionati. Nella maggior parte delle malocclusioni di II classe vi è tuttavia una incongruità tra forma d’arcata superiore e inferiore, che necessità di una espansione dell’arcata superiore, da tenere in conto idealmente prima della correzione della II classe. Ciò è valido sia per i casi estrattivi che non estrattivi. Il pendulum si basa su questa necessità di creare simmetria interarcata, distalizzando i molari ed espandendo l’arcata con un solo apparecchio. L’ultimo sviluppo di questa famiglia di apparecchi è il Ph.D., il Pendulum Hyrax distalizzatore che viene usato per espandere l’arcata superiore ed effettuare un rapido movimento distale dei molari superiori, usando la dentatura superiore per l’ancoraggio.

Il Ph.D. (Fig.2) è un apparecchio ibrido che sfrutta un espansore Hyrax incollato occlusalmente e le molle in TMA .027 del Pendulum con un brackettaggio completo dell’arcata superiore. Dei tubi linguali sono saldati sul lato palatale dell’espansore Leone Hyrax per inserire le Molle Pendulum. Le molle sono attivate fino alla linea mediana prima di essere inserite nei tubi linguali dei molari in modo da sviluppare circa 175 grammi di pressione distalizzante. L’arcata superiore è stabilizzata con un arco sezionato che si estende dal secondo premolare alla linea mediana, lasciando sbloccata la maxilla. La vite Hyrax è attivata lentamente (1 attivazione al giorno) fin quando è ottenuta un’adeguata larghezza d’arcata. L’ammontare dell’espansione necessaria può essere rivalutata e aggiustata quando i molari superiori sono spostati distalmente. Nonostante un certo movimento in avanti dell’arcata superiore durante il processo di distalizzazione, questo è trascurabile ed è un buon compromesso per un mantenimento più facile dell’igiene e per la rapidità della distalizzazione molare. Lo si può inoltre controbilanciare facilmente usando degli elastici di II classe durante il processo di retrazione.

 

Principio: Usa la nuova tecnologia entro i limiti del tempo  e delle prove scientifiche per semplificare ulterioremente e migliorare la terapia Bioprogressiva.

Valutare gli ultimi brackets preinformati e designs dei tubi terminali è fondamentale per i principi Bioprogressivi. I ricercatori continuano a migliorare e semplificare le prescrizioni dei brackets. Una cosa è divenuta molto chiara: la prescrizione specifica che un clinico sceglie ha molto a che fare con la filosofia che sta dietro la meccanica usata e con l’analisi statica dell’occlusione ideale. I tipi e le dimensioni dei fili usati, come viene corretta la malocclusione e l’importanza della ipercorrezione, tutto ha un ruolo nella formula. Una prescrizione di brackets ideale per un clinico può essere totalmente inappropriata per un altro.

La prescrizione Bios, sviluppata da Hilgers et al., è la versione light-wire  di Orthos ed è il risultato di un’applicazione di tecnologia e ingegneria computer-assistita (CAE) per una tecnica light-wire e high-torque. Essa rappresenta il risultato di una totale rivalutazione di vecchie assunzioni su cosa sia biologicamente vantaggioso per il movimento dentario. Essa riconcilia la necessità di un facile controllo del torque con l’uso di fili leggeri che siano per di più confortevoli per il paziente e produce una salutare ed efficiente risposta parodontale. Con un appropriato controllo del torque per tutto il trattamento e una minore dipendenza dai fili full-size, possiamo contare di più sulla funzione e di meno sul dominio della meccanica con un conseguente risultato di alta qualità. Quando è richiesto più torque, esso è disponibile nel sistema di attacchi; quando è necessario meno torque, si usa una dimensione più piccola di filo che abbia più gioco nello slot.

I tubi terminali, importanti per un sistema di brackets totalmente coordinato, hanno avuto la tendenza ad essere complicati, sovradimensionati e resi ingombranti. Con i tubi Accent questi problemi sono stati risolti. I tubi sono stati resi più piccoli possibile e resi ad imbuto per un più facile inserimento del filo (Fig.3). Questi piccoli tubi non convertibili integrano il montaggio dei brackets dei segmenti buccali (e delle bande, se usate) con il secondo molare. In combinazione con leghe super-flessibili di filo (Ni-Ti,  Copper Ni-Ti) questi tubi permettono facilmente di ingaggiare tutti gli altri denti, inclusi i secondi molari, considerando l’entità dello livellamento (Fig.4) La non convertibilità elimina la conversione precoce, la necessità di usare legature metalliche sui primi molari inferiori e delle alette verticali.

Si può essere contrari all’uso dei tubi non convertibili sui primi molari, ma vi sono dei vantaggi. Essi ritengono meno placca, causano raramente interferenze e, se resi a imbuto, sono facilmente adoperabili in abbinamento con fili resilienti. Per i clinici che preferiscono usare il doppio filo, anche il tubo ausiliario Accent è stato ridotto in dimensioni. Esso non ha torque o rotazione (che devono essere inserite nel filo) ed è più piccolo del tubo principale. La porzione mesiale allungata del tubo protegge il filo ausiliario dalle deformazioni delle forze occlusali.

 

Principio: Usa una meccanica segmentata quando indicato per sloccare progressivamente la malocclusione.

Dopo aver usato l’apparecchio Ph.D. per distalizzare i molari fino a una leggera iper-I Classe, uno .016x.016 arco di utilità superiore congiuntamente a degli elastici di II classe può essere previsto in una meccanica segmentata per sbloccare sequenzialmente la malocclusione. Questo arco ha una serie di obbiettivi: (1) Il gradino posteriore blocca il molare distalizzato contro il segmento anteriore di ancoraggio; (2) Lascia liberi i segmenti buccali superiori di essere retratti fino ai molari superiori distalizzati; (3) Offre un appiglio agli elastici di II Classe per trasmettere la forza sui molari superiori attraverso il braccio buccale. Questo protocollo è il fondamento della meccanica segmentata: gli incisivi inferiori, i segmenti buccali inferiori e i molari superiori sono mossi o stabilizzati come componenti separati.

 

Principio: Sblocca la malocclusione in sequenza così da aiutare e non inibire il trattamento.

Il primo passo nella sequenza del protocollo per sbloccare la malocclusione è impiegare il Ph.D. per distalizzare i molari. Per chiudere lo spazio risultante, una catenella elastica (piuttosto che un filo) è usata per una “libera fluttuazione” dei denti superiori buccali verso i molari distalizzati. Forze leggere possono retrarre questi denti per più di 7 mm con un adeguato controllo e senza un tipping eccessivo, rotazioni e negativo stress di ancoraggio. Il “free-floating” evita la frizione sul filo, preserva l’ancoraggio, fornisce un rapido movimento dentale e mantiene i denti posteriori in classe I facilmente in corso di trattamento. Gli elastici di II classe indossati sulle “Z” bend dell’arco di utilità superiore forniscono l’ancoraggio necessario. Il processo di allineamento nell’arcata superiore effettivamente inizia quando i segmenti buccali superiori sono in relazione stabile di Classe I.

 

Principio: applica un controllo del torque differenziale dall’inizio alla fine del trattamento.

Gli archi superelastici hanno cambiato il volto della moderna ortodonzia, offrendo strumenti per ottenere un controllo differenziale del torque, come necessario. La dottrina ortodontica tradizionale dice di iniziare con fili rotondi e di finire con fili edgewise. In certi casi, il livellamento con filo rotondo dell’arcata inferiore spesso provoca un tipping in avanti degli incisivi inferiori e un’espansione dell’arcata per uno spostamento delle cuspidi linguali inferiori in alto e in fuori. Questa pratica è stata sostituita dall’uso di fili quadrati o rettangolari che acquisiscono il controllo del torque ma che hanno flessibilità e memoria costante così da poter essere quasi sempre montati all’inizio del trattamento, tenendo conto delle irregolarità di posizione dei brackets. Gli archi che più possiedono queste caratteristiche sono quelli in Copper Ni-Ti (Termico). Quelli più comunemente usati all’inizio del trattamento sono lo .017x.017 35° o lo .016x.022 35° (Fig. 5-6). Dal momento che questi archi sono attivati col calore (alla temperatura corporea di 35°) e resi flessibili raffreddandoli prima di montarli, problemi di posizionamento in aree singole possono essere risolti raffreddando il filo localmente con Endo-Ice. Il risultato ottenuto: stabilità dell’arcata inferiore in virtù di un immediato controllo del torque e di un livellamento con forze che sono gentili, ma efficaci. L’uso di questi fili riduce la necessità di archi di utilità in molti casi e consente lunghi intervalli tra gli appuntamenti, più semplicità nel trattamento ed emergenze ridotte.

Un’altra componente cruciale di questo sistema è costituita dagli archi coordinati nell’Orthos arch form che si integra con il sistema di brackets, incoraggiando risultati migliori. Prima dello sviluppo di questa forma d’arco, la maggior parte degli archi disponibili in commercio erano basati su vari concetti clinici arbitrari sulla forma d’arcata ideale. A causa dell’influenza dei brackets, la forma d’arcata dentale risultante dal trattamento con queste forme d’arco spesso differisce dalla forma dell’arco in filo utilizzato. E’ necessario iniziare ad utilizzare delle forme d’arco ricavate dall’anatomia. L’Orthos arch form è l’unico ad essere stato ricavato dalle norme scheletriche e anatomiche (Fig. 7-8). Questa forma è costruita tramite CAE software (Fig.9) con gli stessi principi geometrici del sistema Bios di brackets. Il risultato crea un’armonia tra anatomia, funzione, design dell’apparecchiatura e forma d’arcata (Fig.10-11).

 

Principio: Tratta l’overbite prima dell’overjet

Lo spazio creato dalla distalizzazione dei molari superiori e dalla retrazione (free-floating) dei segmenti buccali si trova mesialmente ai canini superiori. Gli incisivi superiori non possono ovviamente essere retratti verso una relazione ideale di overbite/overjet senza prima aprire il morso, specialmente se l’arcata inferiore è già livellata. Un singolo arco – il preformato .016x.022 TMA con T loop asimmetrica e curva inversa – permette la retrazione, il controllo del torque e l’intrusione degli incisivi superiori. Se gli incisivi sono retratti senza questa apertura del morso, si verifica o (1) trauma agli incisivi inferiori, o (2) movimento in avanti dei segmenti buccali superiori o (3) impossibilità di chiudere completamente lo spazio tra canini e incisivi laterali. La T loop asimmetrica in TMA crea un gradino tra canino e laterale mediante l’apertura della porzione distale (la più lunga) dell’ansa e la chiusura della sua estensione mesiale (la pià corta). Questo livellamento può variare da 0 a 5 mm, a seconda delle necessità. Inoltre, una curva di Spee accentuata incorporata nell’arco aiuta l’apertura del morso e la stabilizzazione verticale dei segmenti buccali.

 

Principio: Usa overcorrezione sia nella meccanica che nell’uso di apparecchi

Le tecniche che usano le forze occlusali naturali dei denti senza stressare la funzione hanno dei meriti definiti. Finisco i casi un po’ più facilmente quando il pattern muscolare individuale del paziente è controllato, aumentato e utilizzato per stabilizzare e rifinire l’occlusione. Il principio del controllo del torque fin dall’inizio del trattamento implica che nella maggior parte dei casi è utile avere un controllo del torque con filo (quadrato o rettangolare) ingaggiato per quasi tutto il trattamento. Fili flessibili rettangolari o rotondi hanno tuttavia distinti vantaggi nella rifinitura. Essi permettono che i denti si stabilizzino verticalmente pur mantenendo la forma d’arcata e altri aggiustamenti di primo ordine. Questo protocollo è contrario alla dottrina ortodontica tradizionale secondo cui si deve iniziare con archi rotondi e finire con archi edgewise. La rifinitura funzionale vorrebbe proporre giusto il contrario in molti casi, iniziando con archi edgewise e finendo con archi rotondi. E’ vantaggioso mantenere un rigido controllo del torque  in un’arcata (di solito l’inferiore), lasciando piuttosto libera l’altra (di solito la superiore) di posizionarsi contro di essa. Questo concetto implica un arco ideale (di solito .016x.022 TMA) nell’arcata da stabilizzare e un arco flessibile (di solito .016x.022 Force 9, .016x.022 Titanium Niobium FA (arco di rifinitura) o un leggero e pieghevole arco rotondo) nell’arcata opposta (in movimento). La rifinitura funzionale lentamente e prevedibilmente gira intorno al controllo dell’occlusione dovuta al pattern muscolare, migliorando con elastici verticali e favorendo l’overcorrezione necessaria a finire gran parte dei casi.

 

Conclusioni

La filosofia base di Ricketts, da lui descritta come “Principi della Terapia Bioprogressiva”, fornisce delle solide fondamenta su cui i clinici di questa e delle ere future possono continuare a crescere e a cambiare.

 

TIPS & TRICKS in Bioprogressiva
http://web.tiscali.it/biortho