CENNI STORICI  
  Le origini del paese risalgono alla lontana preistoria, prima del 3000a.C. il popolo dei Balari è il primo abitatore del centro. Con l’arrivo dei Romani si crea un vero e proprio nucleo urbano. Per tutto il periodo repubblicano Roma lotta per vincere la fiera resistenza dei Balari. Lo scontro si conclude con l’unione di due popoli. La "villa di Bitti", com’è chiamata nel Medioevo, è incorporata nel Giudicato di Gallura e diventa sede di curatoria. Subisce poi l’influenza pisana e nel XIV secolo passa il Giudicato del Logudoro. L’arrivo dei Piemontesi non porta particolari benefici, benché a loro si debba l’abolizione del feudalesimo. In questo secolo, le vicende seguite alle due guerre mondiali impongono al paese cambiamenti radicali.Le vicissitudini storiche non sono mai valse a scalfire il forte radicamento alla cultura tradizionale che ben si esprime anzitutto nella tipica parlata locale. La familiarità con la lingua sarda, che secondo gli studiosi più autorevoli qui conserva alcune peculiarità importanti, comprese talune specificità latine, è diffusa tra gli abitanti, fedeli di un’identità
Bitti dalla pineta
 
ben connotata. Bitti ha offerto un retroterra culturale molto fertile. Diversi bittesi sono stati protagonisti del dibattito politico e culturale della Sardegna. Tra i personaggi illustri del passato c’è Giovanni Proto Arca, vissuto nel 1500. Studi recenti lo collocano a pieno titolo tra i padri della cultura sarda. Gesuita e autore di diverse opere storiche e letterarie, secondo la tradizione avrebbe composto i canti in onore della Madonna dell’Annunziata, riproposti ancora oggi in occasione della festa.

Il magistrato Giuseppe Musio (1797-1879) si segnalò invece come strenuo difensore dei diritti della Sardegna. Senatore del Regno, collaborò attivamente alla stesura dei provvedimenti per alleviare i mali della sua terra. Gli fu contemporaneo Giorgio Asproni (1808-1876), il personaggio più celebre della Bitti del passato. Deputato di fama, difese dai banchi dell’opposizione gli interessi del popolo sardo. Per diverse legislature si segnalò per l’acume politico e le spiccate doti oratorie. Fu amico dei grandi del risorgimento: Cattaneo, Mazzini e Garibaldi. Tra le figure più eccellenti che questo secolo c’è Michelangelo Pira, nato nel 1928 e prematuramente scomparso nel 1980. Mialinu, com’è ancora chiamato affettuosamente dai bittesi, è stato protagonista di spicco del dibattito culturale recente e ancora oggi le sue analisi sociologiche sono rievocate con ricorrenza. Come pochi ha approfondito infatti i problemi dell’isola soffermandosi in particolare sul bilinguismo e sulle trasformazioni dei codici culturali in Sardegna.

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Graziella Delogu