The Intimate Strangers

 

Mod Capodanno 31-12-2002

Sakhalin Music Club - via Pezzotti, 52 Milano

 

 

 

 

Varco la soglia in compagnia di DJ Gazza, di un Martini imbrillantinato all’impossibile (per limitarmi a questo)… ma soprattutto di Alessio Gatsby “Roaring Twenties” Gable, nuovo fashion leader in una Milano sempre più frenetica nella ricerca del Definitive Style. Il vortice impazzito di mode e ricontestualizzazioni, l’amato e odiato Street Style, padre e padrone, Leviathan dotato di una intelligenza imperscrutabile e dalle finalità oscure: l’irresistibile tiranno ha determinato recentemente, nelle ragazze milanesi, una improvvisa passione per tutto quanto sia anni Venti e Trenta. I Venti tornano a ruggire all’ombra della Madonnina, la gioventù blasé reclama libagioni interminabili per tutti, alla faccia del sindaco al quale mi permetto di rivolgere un personale, educato moto di disgusto; ed ecco, quindi, la Modern Solutions Crew presentarsi all’appello con tutte le carte in regola (più qualche classico asso di picche).

Ma dobbiamo fare un passo indietro.

L’aperitivo musicale viene sagacemente ambientato al Loco Bar; in console, il nostro Dj Gazza per l’elettronica e Dj Martin per la follia pura. Qui incontriamo vecchie e nuove faces, ma soprattutto prendiamo contatto con Mr.Buddy Calohun e la sua gang. Sixties e Fifties, mods e rockers, casuals e teds, lungi dallo schifarsi, si incontrano: sul terreno comune del Dj set di Martini, a base di delirante New Wave italiana, più qualche Vasco Rossi d’annata; ed irrigato di Spriz come al solito. E’ proprio qui che comincia il trionfale viaggio di Alessio al termine della notte: nel suo completo nero, camicia nera con righina à la Marlowe, cravatta candida e mancavano solo le scarpe bicolore, Ale scatena sentimenti conturbanti ed atavici nelle ladies presenti.

“C’è Clark Gable!!!”

Rutilante una metà del cielo attacca a turbinare attorno ai suoi baffetti.

Possiamo rifare un passo avanti.

Varcata la soglia del Sakhalin, saranno le 11.37, noto compiaciuto che la barwoman, memore di un precedente abboccamento, si precipita a confezionarmi un Bronx: questo cocktail classicamente americano e demodé è infatti la bevanda del momento in una Milano che le ha viste tutte. Vermouth rosso has got the power. Non mancate di ordinarne uno, ben secco, la prossima volta. Capodanno: troppo blasé per ricercare nottate di mondanità e grandeur (per quelle ci riserviamo altre 363 notti l’anno, all’incirca), abbiamo scelto un contesto intimo e raccolto, tra amici; abbiamo scelto di ascoltare la musica che amiamo, il soul, il beat, lo ska, suoni vecchi e confortevoli proposti da Dj infallibili. I bravi cciagazzi della Blasé la fanno da padroni, in un mondo in disfacimento, dai contorni via via più sfilacciati; nelle vie di fuori, alcuni herberts locali lanciano bombe a mano, mentre un tizio gioca col napalm al balcone del primo piano; arrivano anche il Buddy e Jack e allora siamo al completo.

Non resta che delirare a nastro, felici ed ebbri di speranze, almeno per quanto mi riguarda, rimirandoci come di consueto nello specchio dietro il bar, mentre Alessio troneggia, cullandoci nell’autocompiacimento, veleggiando nel delirio di onnipotenza, coccolati da tutte le ragazze del mondo finché, verso le due forse, i sogni vengono bruscamente uccisi, o meglio si infrangono su di un candido decolleté; d’altronde sono fatti per quello. Puntuale giunge un SMS del Dottore (in trasferta ai Tropici), a confermarmi laconico che a tutte le latitudini avviene più o meno lo stesso.

 

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