STAMPA - articoli 1061-1080
(5 giugno 2003 - 17 giugno 2003)

     


 

 

 

1080. Bocconi killer, è allarme.

 

 


San Casciano (Firenze).

Scatta la campagna contro i bocconi avvelenati. Il territorio di San Casciano è stato tra quelli più gettonati, nei mesi scorsi, per seminare esche che hanno sterminato cani e altri animali.

L'ultimo episodio qualche settimana fa a Decimo: vittima un cane che aveva ingerito una polpetta. Il proprietario si accorse subito che qualcosa non andava e avvertì immediatamente la polizia municipale che avviò le indagini.

Ora è lo stesso comune di San Casciano che ha deciso di aderire alla campagna promossa dalla Regione contro le esche avvelenate. Il documento parla di «pratica incivile e crimonosa», mettendo in risalto che oltre agli animali morti «fra lente e atroci sofferenze» -- neanche l'uomo AB è al riparo da questo pericolo, e in particolare i bambini che sono soliti avvicinare le mani alla bocca dopo aver avuto contatto diretto con gli oggetti e con la terra».

Anche da San Casciano dunque parte l'appello « segnalare questa pratica incivile».

La Regione parla inoltre di «pesanti ricadute d'immagine in Italia e all'estero». Per le segnalazioni è ora attivo anche il numero verde 800-029449 (attivo 24 ore su 24), oppure ci si può rivolgere alla polizia municipale, alle forze dell'ordine, Cfs, polizia provinciale, guardie ambientali volontarie, medi ci veterinari (questi ultimi informano nelle 24 ore Comune o polizia provinciale).

«Occorre fermare questa criminosa abitudine -- conclude il messaggio di comune e Regione. forniamo e divulghiamo una cultura del rispetto della vita e del nostro territorio».

Occorre dire «basta agli avvelenatori monitorando costantemente il nostro ambiente».

Un'esca avvelenata - l'avvertimento - si presenta in svariate forme, «per questo è importante prestare attenzione se durante le passeggiate in campagna o nei parchi cittadini ci si imbatte in colli di pollo, pezzi di carne e lardo, salsicce, uova o altri residui di alimenti».

Sono da sospettare, perché - esattamente come accadde a Decimo nell'ultima circostanza nota - possono essere manipolati con veleno (talvolta viene usata la micidiale stricnina, molto spesso il topicida).

Il risultato, di solito, è lo stesso: la morte fra atroci sofferenze.


La Nazione-17 Giugno 2003

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1079. Cani uccisi, denunciato.

 

 

Cani avvelenati, popolazione di Vallata in subbuglio.

Un 46enne del luogo è stato denunciat o a piede libero dai carabinieri della locale stazione.

Sulla base della testimonianza di una persona che l'avrebbe visto lanciare del cibo a un cane, i militari hanno deferito all'autorità giudiziaria il 46enne.

Si indaga sull'avvelenamento degli altri cani.

Una vera e propria strage di animali registrata nell'ultimo mese, tanto da costringere alcuni cittadini di Vallata a issare uno striscione in occasione della festa di S. Vito.


Il Mattino-17 Giugno 2003

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1078. Anche a Fiesole sono più frequenti di quanto si possa pensare.

 

 

 

Fiesole (Firenze) Anche a Fiesole sono più frequenti di quanto si possa pensare gli episodi di avvelenamenti di cani e gatti con i bocconi avvelenati.

Neppure l'uomo è al riparo da questo pericolo e in particolare i bambini. E' anche per questo che il Comune, sulla scia della campagna informativa lancia ta dalla Regione, ha deciso di aumentare controlli e le iniziative di sensibilizzazione verso il problema.

Esiste già una legge regionale (39/01), ma una legge da sola non basta. Occorre sensibilizzare profondamente la coscienza di tutti, segnalando alle autorità competenti ed alle forze dell'ordine locali, chiunque ?utilizzi, abbandoni, prepari o detenga esche o bocconi contenenti sostanze velenose o nocive? L'utilizzo di bocconi avvelenati è un crimine con specifiche sanzioni penali previste d alla Legge 157/92.

In aggiunta a questo la Legge Regionale 39/01 prevede sanzioni amministrative e multe fino a 1.549 euro e una serie di importanti sanzioni accessorie quali la sospensione di autorizzazioni o licenze inerenti attività faunistiche, agro-silvo-pastorali o di raccolta di prodotti del bosco.

Un'esca avvelenata si può presentare in svariate forme per questo è importante prestare attenzione se durante le passeggiate in campagna o nei parchi cittadini ci imbattiamo in: colli di poll o, pezzi di carne e lardo, salsicce, uova e altri residui di alimenti che possano destare sospetto.

Non toccare mai direttamente con le mani l'esca ma solo attraverso sacchetti di plastica e segnalarne immediatamente la presenza .

I sintomi di avvelenamento sono chiari: irrigidimento degli arti, mancanza di equilibrio, respiro difficoltoso e crisi convulsive. Occorre subito mettersi in contatto telefonico con il centro veterinario più vicino.

Contattare il Numero verde 800-029449, attivo 24 ore su 24. La segnalazione o la denuncia può essere presentato indifferentemente a: Polizia Municipale, Carabinieri, Polizia, Polizia Provinciale, Corpo Forestale dello Stato, Guardie Ambientali, Medici Veterinari.


La Nazione-16 giugno 2003

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1077. Bocconi al veleno, c'è paura.

 

 

MEDESANO (Parma) - In paese i proprietari di gatti e di cani hanno paura. In una zona del centro, nel giro di alcuni mesi, sono morti avvelenati una decina di gatti e alcuni cani.

L'ultimo cane avvelenato è Batuffolo un esemplare maschio di due anni, di razza West Highland White Terrier, di proprietà di Raffaello, Udilia=e Lorenzo Giulivi di Felegara.

L'animale sta lottando contro la morte. Alcuni giorni fa, il suo padrone ha notato che il cane era apatico, con gli occhi molto gonfi . Dopo alcune ore l'animale è peggiorato.

E' stato portato in clinica dove è stato diagnosticato l'avvelenamento da topicidi o da un misto di pesticidi e antigelo. Le cure immediate l'hanno strappato alla morte sicura.

Solo fra una settimana si saprà se=riuscirà a sopravvivere. I proprietari pensano che il cane abbia raccolto un boccone avvelenato nel giardino davanti a casa, nella centrale via Risorgimento. A buttarlo probabilmente la stessa persona c he negli ultimi mesi ha già colpito più volte.

Nel giro di poche centinaia di metri negli ultimi tempi sono morti una decina di gatti. Una vera strage. Quest'ultimo grave fatto è stato denunciato ai carabinieri di Medesano, alla Polizia municipale e alla Forestale che hanno avviato le indagini.

Gli episodi di Felegara, purtroppo, nel comune di Medesano non sono gli unici. Cani e gatti so no morti recentemente a Medesano in centro paese, a Miano, a S. Andrea Bagni e a Varano Marchesi.


Gazzetta di Parma-15 giugno 2003

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1076.  Basta bocconi avvelenati.

 

 


Il ripetersi di casi di avvelenamento di animali domestici con esche avvelenate, oltre che incivile e criminosa, suona come un campanello d'allarme anche per le persone.

Partendo da questo presupposto, il sindaco Gianna Margherini e l'assessore l'ambiente Luciano Tucci, ricordano che l'amministrazione comunale ha aderito alla campagna di sensibilizzazione e d'informazione promossa dalla regione Toscana per fermare la pratica di disseminare esche e polpette avvelenate che causano, ogni anno, tra lente e atroci sofferenze, la morte di migliaia di animali (domestici e selvatici).

Ma neppure l'uomo è al riparo da questo pericolo, basti pensare ai bambini che sono soliti avvicinare le mani alla bocca dopo aver avuto contatto diretto con gli oggetti e con la terra.

L'amministrazione ha stilato una specie di vademecum al quale ogni cittadino è invitato ad attenersi scrupolosamente.

Se durante una passeggiata in campagna o in un parco pubblico ci imbattiamo in colli di pollo, pezzi di carne e lardo, salsicce, uova e altri residui di alimenti probabilmente manipolati per forma, colore e odore: quella è un'esca avvelenata.

E non deve essere toccata mai direttamente con le mani ma solo attraverso sacchetti di plastica e segnalarne la presenza a polizia municipale (055) 953.025; carabinieri 112; polizia di Stato 113; polizia provinciale (055) 27.60.901; corpo forestale dello Stato (055) 86.67.071; guardie ambientali e volontarie delle associazioni e dell'Enpa e ai medici veterinari.

Infine, nell' ipotesi che si abbia il sospetto che il proprio animale possa aver ingerito un boccone avvelenato, può contattare il numero verde 800 - 029449, attivo 24 ore su 24, per ottenere aiuto e consigli su come comportarsi in attesa di portare l'animale al centro veterinario o dal medico veterinario di fiducia più vicino.

Ricordiamo che la legge regionale 39/01 prevede sanzioni amministrative, multe e sanzioni accessorie fino ad arrivare a configurare ipotesi di reato previste dal codice penale, per chiunque "utilizzi, abbandoni, prepari o detenga esche o bocconi contenenti sostanze velenose o nocive".


La Nazione-15 giugno 2003

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1075. Caccia, cani e «bocconi».

 

 

Ancora una volta il mondo della caccia viene tirato in ballo quando appaiono i «bocconi avvelenati».

Chiariamo subito che il cacciatore è un amante della natura e dell'ambiente ed è il primo interessato al loro rispetto, ma diciamo anche che la caccia si svolge con l'ausilio del cane.

Nei giorni scorsi sulla «Gazzetta» è apparso un articolo dove si denunciava il malcostume di alcuni proprietari di cami che alla sera fanno circolare liberamente il prorpio animale nel giardino riservato ai giochi dei bimbi quando, a 100 mt. di distanza, esiste l'apposita area riservata ai cani diligentemente predisposta dall'Amministrazione Comunale.

La «preferita» di Via Costa a Salsomaggiore Terme, di questo parco stiamo parlando, è stata creata per dare un poco di spazio ai giovani cittadini di Salso e proprio per non avere sgradite sorprese, nei pressi, è stata creata l'area attrezzata per lo svago dei cani.

Alcuni cittadini definiti poco educati, ma si potrebbe chiamarli con altro termine, fregandosene altamente delle conseguenze, portano i loro ausiliari a sporcare nell'area riservata ai bimbi con le conseguenze che tutti possiamo immaginare.

Nella «Gazzetta» di giovedì 29 maggio appare poi l'articolo che denuncia l'avvelenamento di una cagnetta praticamente nel giardino sotto casa a Fidenza.

Anche qui i cacciatori ed il mondo venatorio c'entrano come i cavoli a merenda, ma alla fine del pezzo si evidenzia il ritrovamente nel «Parco dello Stirone» di una faina impiccata e l'avvelenamento, nello scorso aprile, di quattro cani a Salsomaggiore accostando, in questo modo, i cacciatori ed il mondo venatorio a questi episodi che possiamo definire crudeli, ma anche demenziali.

Stiamo intervenendo con pazienza presso il mondo agricolo perchè limiti pesticidi ed anticrittogamici, istruiamo i cacciatori con appositi corsi su come ci si comporta con il nostro più grande alleato, il cane.

Stiamo facendo, insomma, la nostra parte in questo comparto creando campi e zone di addestramento cani ove far correre i nostri cani per non farli esercitare nei parchi cittadini.

Bene, questo nostro comportamento non è seguito da molti, basta passare per i viali alberati di Salsomaggiore per trovare decine di cartelli che invitano gi interessati a portare il proprio cane a sporcare altrove. I giardinetti, anche nelle immediate vicinanze delle scuole elementari, sono lordati quotidianamente da escrementi e queste circostanze comportano, di conseguenza, quei gesti vili ed indicibili che i giornali hanno menzionato.

Le leggi ci sono, ogni cittadino ha il sacrosanto diritto di tenere un cane che, oltre a fare compagnia, offre un grande affetto raramente ricambiato, ma ha anche il dovere di comportarsi civilmente, perchè di «toilette» per i cani ancora non ve ne sono.

Alle autorità preposte che, almeno a Salso, hanno affrontato il problema delle aree per i cani, non resta che il compito di far rispettare quelle norme di civiltà che ogni persona degna di questo nome deve osservare.

La caccia può essere condivisa o meno, ma è regolamentata da leggi approvate dal Parlamento ed a queste leggi noi cacciatori ci atteniamo; facciano qualche sforzo anche i cittadini che, pur non essendo cacciatori, possegono un cane, forse la situazione migliorerebbe.


Gazzetta di Parma-14 giugno 2003


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1074. Basta bocconi avvelenati.

 

 


Il ripetersi di casi di avvelenamento di animali domestici con esche avvelenate, oltre che incivile e criminosa, suona come un campanello d'allarme anche per le persone.

Partendo da questo presupposto, il sindaco Gianna Margherini e l'assessore l'ambiente Luciano Tucci, ricordano che l'amministrazione comunale ha aderito alla campagna di sensibilizzazione e d'informazione promossa dalla regione Toscana per fermare la pratica di disseminare esche e polpette avvelenate che causano, ogni anno, tra lente e atroci sofferenze, la morte di migliaia di animali (domestici e selvatici).

Ma neppure l'uomo è al riparo da questo pericolo, basti pensare ai bambini che sono soliti avvicinare le mani alla bocca dopo aver avuto contatto diretto con gli oggetti e con la terra.

L'amministrazione ha stilato una specie di vademecum al quale ogni cittadino è invitato ad attenersi scrupolosamente.

Se durante una passeggiata in campagna o in un parco pubblico ci imbattiamo in colli di pollo, pezzi di carne e lardo, salsicce, uova e altri residui di alimenti probabilmente manipolati per forma, colore e odore: quella è un'esca avvelenata.

E non deve essere toccata mai direttamente con le mani ma solo attraverso sacchetti di plastica e segnalarne la presenza a polizia municipale (055) 953.025; carabinieri 112; polizia di Stato 113; polizia provinciale (055) 27.60.901; corpo forestale dello Stato (055) 86.67.071; guardie ambientali e volontarie delle associazioni e dell'Enpa e ai medici veterinari.

Infine, nell' ipotesi che si abbia il sospetto che il proprio animale possa aver ingerito un boccone avvelenato, può contattare il numero verde 800 - 029449, attivo 24 ore su 24, per ottenere aiuto e consigli su come comportarsi in attesa di portare l'animale al centro veterinario o dal medico veterinario di fiducia più vicino.

Ricordiamo che la legge regionale 39/01 prevede sanzioni amministrative, multe e sanzioni accessorie fino ad arrivare a configurare ipotesi di reato previste dal codice penale, per chiunque "utilizzi, abbandoni, prepari o detenga esche o bocconi contenenti sostanze velenose o nocive".


La Nazione-13 giugno 2003

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1073. Bocconi avvelenati agli animali.

 

 

Gaggi (Messina) È sotto gli occhi di tutti un crimine che si protrae da diversi anni e che purtroppo rimane impunito: la tragedia di cani e gatti avvelenati.

E' quanto sta accadendo da un po' di tempo a questa parte nel territorio di Gaggi. A tal proposito, la vicenda è stata denunciata dai Rangers Italia ed in modo particolare dal presidente, Domenico Mannino. Le ultime vittime del veleno «killer».

Vittima di veleno di ignoti, questa volta, è stato un esemplare femmina di pastore tedesco appartenente a Domenico Mannino che non ha fatto più ritorno a casa, dopo la consue ta passeggiata quotidiana; le ricerche sono risultate inutili, visto che a distanza di una settimana c'è stata la triste scoperta.

Il cane, in avanzato stato di decomposizione, è stato rinvenuto in contrada s. Cataldo (Motta Camastra) con evidenti segni di avvelenamento.

Ma, il veleno «assassino» ha colpito anche un gatto di proprietà di S. C. di Gaggi e sei cani appartenenti a P. J. sempre nel territorio di Gaggi.

I Rangers non hanno potuto far altro che sporgere una denuncia contro ignoti e fare una promessa: quella di monitorare con costanza il territorio alcantarino con l'ausilio di cani muniti di museruola, per evitare che altri animali possano morire per i terribili bocconi «killer».


La Sicilia-12 giugno 2003

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1072. "Mi hanno avvelenato gatti e cani".

 

 

MONTE COLOMBO (Rimini) -Quest'oggi mi ritrovo a scrivere una triste notizia per tutti coloro che amano gli animali, come me e mio marito. Qualche giorno fa, esattamente sabato, ho trovato alcuni dei miei gatti morti oltre la recinzione che confina col fiume Conca.

Mi insospettii subito in quanto, osservando gli animali, vidi che non mostr avano segni di colluttazione e così pensai subito ad una sorta di avvelenamento.

Ora purtroppo mi ritrovo nella stessa situazione di qualche giorno fa, solo che a morire sono stati i nostri due cani maremmani che, verso le cinque della mattina (di ieri, ndr), latravano di dolore.

Purtroppo la morte per avvelenamento è davvero molto rapida e a quell'ora ormai non c'era più nulla da fare. A tale punto mi domando perché "alcune persone" mettano di proposito uova siringate al veleno in una zona prot etta come riserva e parco fluviale.

Del resto, noi abitanti della zona siamo perfettamente a conoscenza che prima che abbia inizio la stagione della caccia la zona viene ripopolata, da chi di competenza, di diversi esemplari di fagiani.

Pertanto mi domando perché mettere uova avvelenate per uccidere le volpi che in questo periodo hanno i piccoli? Forse perché si nutrono dei fagiani sopravvissuti l'anno precedente! Ma tanto anche quest'anno per il divertimento dei cacciatori i fagiani saranno imm essi nell'arena della morte, ma Igor e Nina purtroppo a casa non torneranno mai più.

La rabbia è davvero tanta quanto lo è il dispiacere di vedere morire animali indifesi, anche perché lo scorso anno erano già avvenute delle morti di animali nel vicinato.In ultimo vorrei fare un appello a coloro che abitanonei pressi del fiume e che hanno bambini che vi giochino: state molto attenti a quello che qualche piccolo potrebbe trovare al fine di evitare situazioni ancora più spiacevoli e drammatiche.


La Voce di Rimini-12 giugno 2003

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1071. Polpette killer, uccisi 10 cani.

 

 

VILLAVALLELONGA. Dieci cani, tutti privati, sono stati uccisi da polpette avvelenate tra la sera di martedì e la mattina di mercoledì. I cani vivevano nelle abitazioni dei proprietari nella parte alta del paese.

Un paio sono morti in piazza Olmi, sotto gli occhi dei padroni che non si sono accorti della presenza dei bocconi killer, forse abbandonati pochi istanti prima, senza destare sospetti, dai responsabili degli avvelenamenti.

Gli altri sono stati uccisi all'interno dei giardini e dei cortili, probabilmente sempre con polpette avvelenate lanciate all'interno.

I cani sono stati uccisi da un veleno molto forte e concentrato, tipo stricnina, che provoca forti spasmi e un'agonia lunga e terribile prima della morte per soffocamento.

L'unico ad essere sopravvissuto, anche se dopo atroci sofferenze, è Pluto, un meticcio di pastore, salvato in extremis da Nicola Pisegna Orlando, veterinario e sindaco di Collelongo che è accorso subito e ha somministrato al cane un anestetico e del cortisone.

I proprietari dei cani morti, oltre a denunciare i fatti ai carabinieri, hanno fatto stampare anche alcuni manifesti, che sono stati affissi per le vie del paese. «I manifesti», hanno spiegato i proprietari, «vogliono essere essenzialmente una denuncia morale, oltre che un deterrente per il futuro».

Villavallelonga non è nuova a questi fatti. L'anno scorso sono stati avvelenati sei cani pastore, sempre di proprietà.

Episodi analoghi sono frequenti in tutta la Marsica.


Il Centro-12 giugno 2003


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1070. Avvelenati due cani in via Russo.

 

 

 

Un gioco crudele, una lenta agonia e un intero quartiere in rivolta. L'altro giorno qualcuno ha avvelenato due cagnolini adottati da qualche residente di buon cuore della centralissima via Russo.

Era da diversi mesi che alcune famiglie li avevano presi in ''custodia'' ed ogni giorno fornivano loro cibo e acqua necessari alla loro sopravvivenza. Le due bestiole di piccola e media taglia, assolutamente non aggressive, ricambiavano il loro affetto scodinzolando ai padroni che, pur non avendo una casa da offrirgli, comunque gli garantivano due porzioni di cibo al giorno e una ciotola ricolma d'acqua.

La presenza dei randagi che sostavano nei pressi della scuola Marco Polo, ha dato fastidio a qualcuno che ha pensato di fargli trovare dei bocconi avvelenati.

I cani si sono dimenati per tutta la serata, sotto gli occhi attoniti di Pina Fariello, la donna che insieme ad alcuni amici del quartiere ha fatto il possibile per evitarne la morte. Il veleno ha praticamente corroso le pareti dello stomaco fino a scatenare un'emorragia interna assolutamente incontenibile.

La sfortuna ha voluto che nessun vet erinario si trovasse in zona e per le due bestiole non c'è stato nulla da fare. Una vicenda che ha scosso non poco gli animalisti ed ha dato vita ad una vera e propria caccia all'uomo.

Ci sono dei precisi sospetti sull'identità della persona che ha materialmente lasciato i bocconcini avvelenati in strada ma, per il momento, non ci sono prove per poter stendere una dettagliata denuncia alle forze dell'ordine.

«Ci troviamo in presenza di un fatto gravissimo Ð ha affermato la signora Fariello Ð che mette in evidenza quanta e fino a che punto possa arrivare la crudeltà umana. Sono ancora sconvolta per quanto accaduto, davanti ai miei occhi continuo a vedere quelle terribili scene di quando i cani, a pancia in su, cercavano di trovare sollievo».

Una riflessione durissima ma profonda che mette in evidenza quanto ci sia ancora da fare per difendere i diritti più elementari degli animali.


Quotidiano di Salerno-10 giugno 2003

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1069. Due cani avvelenati dagli insetticidi.

 

 

BRESCELLO. Ancora cani avvelenati. Dopo i casi della primavera 2002, quando ad uccidere diversi cani nella zona di via Finghè, tra Brescello e Poviglio, erano state le polpette alla stricnina, questa volta è toccato alla frazione di Lentigione: qui due cani da caccia meticci, entrambe femmine, a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro, sono morte avvelenate.

Forse, da insetticidi usati in agricoltura.

A denunciare gli episodi la veterinaria Daniela Memmi: «Tutto è successo la settimana scorsa quando un cittadino di Lentigione mi ha portato le due cagne meticce da caccia. Una purtroppo era già deceduta, mentre l'altra ha reagito alla terapia contro l'avvelenamento da organofosforici e si era salvata».

Poi anche questa cagna è morta. Come?
«Sì, dopo un paio di giorni, durante un giro intorno alle campagne alla periferia della frazione, la cagna è tornata dove era morta l'altra cagnetta, e ha fatto la stessa fine, fulminata dal veleno».

Ma cosa sono questi organofosforici?
«Sono insetticidi utilizzati in agricoltura; sul primo animale morto avvelenato avremo gli esiti dell'autopsia tra pochi giorni; ma il fatto che una delle due cagnette abbia reagito positivamente alla terapia contro gli organofosforici lascia pochi dubbi».

Il proprietario delle due cagnette avvelenate, avrebbe visto nei giorni precedenti alla morte dei propri animali, un contadino effettuare in un fosso operazioni di lavaggio di una botte agricola proprio nella zona in cui i suoi cani sarebbero stati avvelenati.

L'uomo, un cacciatore della zona, si è messo in contatto con l'Arpa di Novellara, per richiedere accertamenti nel terreno dietro casa sua.

Secondo il cacciatore, nella scorsa stagione si erano visti diversi piccoli di lepre nella zona tra via Chiesa e via Cisa; ma, dopo poco tempo, nessuno ha più visto una lepre.

Il timore è che anche i capi di cacciagione possano essere stati sterminati dal veleno utilizzato in agricoltura; da qui la preoccupazione sulla commestibilità della cacciagione.


Gazzetta di Reggio
-10 giugno 2003

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1068.  Salsiccia alla stricnica, muore un cane pastore.

 

 


SAN POLO – Un altro cane ucciso dalla stricnina. Simba, una femmina di pastore tedesco di tre anni, è morta domenica mattina. Il cane era della famiglia Cortesi di Macigno di San Polo.

Davide Nicoli, biologo dell'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio, con la moglie Federica Cortesi, i loro due figli gemelli e due cuginetti, con a seguito i tre cani di famiglia, hanno raggiunto come di consueto il laghetto artificiale, con acqua sorgiva, che dista 500 metri dalla loro abitazione.

Su quel luogo di giochi, i tre cani sono stati visti contendersi un salsicciotto. La sveltezza del Pastore tedesco, che ha lasciato a bocca asciutta gli altri due, ha inconsapevolmente salvato loro la vita.

Dopo pochi minuti Simba ha manifestato i primi segni di malessere e dopo un'agonia dolorosissima, è stramazzata fulminata da quella dose esagerata, probabilmente di stricnina, che si trovava in quella salciccia.

Simba era stata trovata ancora cucciola, abbandonata e legata a un albero in mezzo a un prato a Borzano, e adottata dal dottor Sergio Cortesi, già primario anestesista al Franchini di Montecchio e ora in pensione.

Chi ha seminato l'esca mortale, ha pure avvelenato le acque del laghetto. Dopo la morte del cane, in superficie sono stati visti galleggiare i primi pesci morti. Segnale di un uso davvero incosciente del veleno.

Nella località c'è una zona di ripopolamento, e pure una zona di addestramento cani: forse era quest'ultimo l'obbiettivo dell'avvelenatore? Stanno indagando i carabinieri di S.Polo d'Enza, ai quali la famiglia Cortesi ha presentato la denuncia a carico di ignoti per l'avvelenamento di Simbha.

Chi ha seminato quel salsicciotto alla stricnina, se scoperto, rischia una denuncia penale per violazione dell'art.727 per maltrattamento e dell'art.638 per uccisione di animali altrui. I bambini, data l'elevata quantità di stricnina presente nel salsicciotto (che ha fulminato in breve tempo il cane), se soltanto l'avessero toccato con le mani, portandole poi alla bocca, avrebbero corso serio pericolo di morte.


Il Resto del Carlino-10 giugno 2003

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1067. Bocconi avvelenati, è strage di animali.

 

 

Tutto è iniziato con la moria di cani, poi è toccato ad un tasso, ed ancora ad altri animali selvatici, come scoiattoli e istrici. Tutti avvelenati dalla stricnina.

Teatro della strage di animali, Poggio Moiano, nella zona compresa all’interno della riserva di caccia che lambisce il territorio del parco dei Monti Lucretili.

L’amara vicenda è partita da una denuncia fatta dai proprietari dei cani avvelenati e la segnalazione ha fatto scattare anche un esposto degli uomini della Guardia Forestale alla Procura della Repubblica, con l'interessamento dei carabinieri e la consulenza del veterinario.

Un fenomeno che non ha riguardato solo Poggio Moiano ma anche il vicino territorio di Scandriglia e che ha immediatamente destato grande preoccupazione da parte degli ambientalisti e politici locali, come quello dell'assessore provinciale alla Caccia. «Certi fatti - commenta Vincenzo Lodovisi - causati ogni volta da gente sciagurata, non possono essere presi sotto gamba.

Da parte mia chiederò alla competente stazione della Forestale di Poggio Moiano, da sempre attenta e disponibile alle sollecitazioni, di incrementare le azioni di controllo e prevenzione al fine di evitare il protrarsi di questi eventi che danneggiano irreparabilmente il nostro territorio. In questo senso non faremo mancare il nostro impegno, anche sul versante della valorizzazione del territorio, con fatti precisi: creare un'oasi naturale e faunistica, gemellandola con quella dei Piani dell'Abatino a Poggio San Lorenzo.

La possibilità di unire due vocazioni territoriali, come quelle dell'Alta Sabina - ha concluso Lodovisi - è l'impegno che personalmente ho il dovere di prendere, per difendere un territorio che in questo ultimo periodo è teatro continuo di danni gravissimi all'ecositema».

Tornando ai bocconi avvelenati, le indagini proseguono da parte della Guardia Forestale: di ipotesi ne circolano tante, come ad esempio quella che i bocconi siano stati messi ad arte per difendere il territorio dai predatori o da animali indesiderati. Oppure che la guerra sia scaturita da una stupida lotta tra allevatori.

Certamente il metodo adottato è sbagliato sotto tutti i punti di vista, a cominciare dal fatto che oltre a creare un danno irreparabile all'ecosistema, si ripercuote negativamente anche sull'andamento biologico della fauna.

Preoccupazioni sono state manifestate anche dalla popolazione, che spesso si reca in quei luoghi per fare scampagnate. «I nostri bambini - si dice in paese - potrebbero essere le vittime innocenti degli stessi bocconi avvelenati».


Il Messaggero-10 giugno 2003

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1066. SEDICO. Tagliole artigianalmente preparate e bocconi avvelenati stanno facendo strage di felini.

 

 

Che non ami i gatti è evidente. Che non si faccia scrupolo a tradurre la sua avversione in una sorta di mis sione di sterminio e "pulizia" comincia ad esserlo altrettanto.

Così come non è dubbio che provi un macabro piacere a far morire le sue piccole vittime con una lenta agonia: i metodi con cui decide di sbarazzarsene sono, infatti, diversi, ma hanno come minimo comune denominatore una crudeltà subdola e vigliacca.

Tagliole artigianalmente costruite, bocconi avvelenati, bastonate, tramortiscono, lacerano, rendono agonizzanti gli animali, ma spesso permettono loro di trascinarsi comunque fino a ca sa, a morire fra le mani della loro padrona.

A Marisa Galeazzi nei primi sei mesi dell'anno è capitato ben quattro volte di essere richiamata da miagolii deboli e strazianti, o di seguire sulla neve o in mezzo all'erba tracce di sangue, scoprendo i suoi gatti morenti. "Quattro gattine morte e una sparita da gennaio ad oggi.

Mi sembra un po' troppo per poter credere ad un puro caso o ad una fatalità. - racconta amareggiata - Sicuramente qui vicino c'è qualcuno a cui gli animali non piacciono e a cui il fatto che io ami prendermene cura dà un enorme fastidio".

In effetti, l'area recintata intorno al laghetto "Sottovento" di Orzes, è una piccola oasi naturalistica, dove Marisa da sempre ospita parecchi esemplari di animali, dalle tartarughe marine ai cigni, dalle oche spagnole ai gatti, appunto.

"Ho una vasta estensione di spazio verde e una clientela in gran parte costituita da famiglie con bambini per i quali gli animali sono compagni di gioco favolosi.

Soprattutto amo da sempre la na tura e i cuccioli, spesso mi è capitato di ospitare quelli di amici impossibilitati a tenerli oppure di adottare trovatelli, che talvolta ho allattato con il biberon, facendo loro da seconda mamma.

Quello che sta succedendo mi sembra un incubo e davvero non mi spiego l'accanimento e soprattutto la cattiveria con cui qualcuno possa fare loro così deliberatamente e ripetutamente del male.

Se non ti piacciono non sei obbligato ad averne, ma almeno rispettali. L'ultima gattina morta era visibilmente incinta, e credo che questo l'abbia resa un'esca ancora più allettante. Nei giorni scorsi, infine, mi è misteriosamente sparita la mamma di due micini appena nati: neanche di fronte alla maternità certe persone riescono a smettere di comportarsi peggio delle bestie".


Il Gazzettino-8 giugno 2003

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1065. Cani avvelenati da piccione.

 

 

Quattro segugi Breton, una cockerina in attesa di sette cuccioli e un meticcio da guardia del peso di 60 chili.

La famiglia di Eugenio Carantani, titolare di un’azienda agricola a Pozzo Baronzio, frazione di Torre de’ Picenardi, li ha visti morire uno dopo l’altro, da sabato a martedì scorsi. La causa? Un avvelenamento accidentale che ha provocato delle vere e proprie ustioni allo stomaco degli animali.

«E’ iniziato tutto sabato mattina — racconta Nerina Rossi, la moglie di Eugenio —, quando è stato male il primo cane, che poi è morto alla domenica pomeriggio.

Sempre alla domenica pomeriggio è toccato ad un altro cane, deceduto lunedì pomeriggio. A quel punto sono stati male gli altri quattro cani e sono morti tutti martedì sera». Ma come è successo? «E’ da escludere che qualcuno lo abbia fatto per dispetto.

In cascina nessuno viene ad avvelenarci i cani, è del tutto inverosimile, e ci è dispiaciuto che siano uscite delle voci di questo tipo. Il sospetto che abbiamo noi è che i cani abbiano trovato in cascina dei piccioni provenienti dall’esterno che erano stati avvelenati. Può essere che vedendoli svolazzare con fatica, li abbiano morsicati. Oppure c’è un’altra possibilità.

I piccioni, appena mangiato un veleno potentissimo, che forse non è nemmeno più consentito dalla legge, hanno avuto dei bruciori esagerati, e iniziato a bere tantissimo, finchè hanno vomitato.

Probabilmente lo hanno fatto nel secchiello dove vanno a bere i cani». La famiglia Carantani ha portato subito i cani dalla dottoressa Graziella Del Ninno, la veterinaria di Pescarolo, ma nonostante le flebo non c’è stato nulla da fare.

Troppo potente il veleno. «Li abbiamo visti soffrire e morire uno ad uno — dice ancora Nerina Rossi —. C’è da impazzire di fronte a queste cose. Agli animali ci teniamo moltissimo e per noi questo è un lutto. Martedì sera abbiamo seppellito quattro cani insieme.

E’ stato un incubo». Oltre ad Eugenio e Nerina, ha seguito in particolare il calvario dei poveri cani la figlia Simona. «Non abbiamo sporto alcuna denuncia ai carabinieri, tanto i nostri cani non ce li restituisce nessuno», conclude con amarezza la signora Nerina.


La Provincia di Cremona-7 giugno 2003

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1064. E' strage di animali ai Pignotti.

 

 

POGGIRIDENTI -- A Poggiridenti piano, in località Pignotti, è strage di animali domestici. Nelle ultime 48 ore sono stati ritrovati due gatti morti e uno è stato salvato grazie al pronto soccorso prestato da un giovane del paese.

L'altro ieri all'ora di pranzo infatti Simone Bianchi ha ritrovato agonizzante un gatto randagio di circa un anno e mezzo di colore nero nel giardino della casa dei genitori, in via Conforti.

Il ragazzo ha subito portato l'animale nell'ambulatorio veterinario di via Toti a Sondrio e la bestiola è stata salvata. «Aveva dei tic, delle convulsione - spiega il veterinario Monica Corvi - con molta probabilità potrebbe essere stato avvelenato con della stricnina.

Per avere la certezza bisognerebbe fare delle analisi». Comunque ieri il gatto stava meglio. La famiglia Bianchi ipotizza che la bestiola si sia avvicinata all'abitazione attirata dalla propria gatta domestica, per poi rimanere agonizzante in giardino.

I Bianchi denunciano inoltre che anche il proprio gattino dal pelo rosso è stato avvelenato, così come un cane meticcio che stava nel giardino della casa confinante e un bel boxer di un altro vicino.

Il dottor Pier Luigi Tremonti della nota farmacia del capoluogo assicura comunque che non è affatto semplice procurarsi della stricnina: «No, in negozio non ne abbiamo. Stiamo scherzando. Non ha usi terapeutici.

Mi ricordo che ai tempi di mio nonno in microdosi la utilizzavano per la cura dei cavalli».

I
l Giorno
-7 giugno 2003

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1063. Decine di felini randagi sono stati uccisi con bocconi avvelenati. Compresa la micia del primo cittadino Sterminata una

colonia di gatti. Il sindaco mobilita il Wwf.

 

 

OLIVETO Sterminata una colonia di gatti. A Limonta da qualche tempo c'è qualcuno che si diverte ad uccidere i gatti che vivono in libertà, da una prima stima pare siano già morti una decina di mici, avvelenati con bocconi di carne killer.

Immediatamente il primo cittadino Arnaldo Mondonico ha segnalato il problema ai responsabili del Wwf. «E' assurdo, non ha senso uccidere dei gatti che non danno fastidio a nessuno.

Hanno ucciso anche la mia gattina- continua Mondonico-, qualche t empo fa avevamo fatto una colletta per sterilizzare le femmine e più di un residente di Limonta si era accollato l'onere.

Ma a quanto pare c'è chi proprio non ha rispetto degli animali e si diverte, perchè la parola giusta è questa, ad ucciderli. I gatti vivevano nella zona di Limonta, c'era chi gli dava da mangiare e non creavano alcun problema.

Però qualcuno la pensa diversamente». Il sindaco Arnaldo Mondonico saputo dell'avvelenamento dei gatti ha immediatamente avvisato il Wwf. «Ho chiamato il responsabile del gruppo Sandro Lavelli informandolo del caso, e gli ho chiesto di fare dei controlli. Non è assolutamente giusto prendersela con gli animali.

Con dei gatti che non davano fastidio a nessuno, e come ho già detto le femmine erano sterilizzate, perciò non si correva neppure il rischio di trovarsi con decine di micetti in poco tempo.

Mi da fastidio il poco rispetto per gli animali e per chi si è accollato le spese di sterilizzazione per le gatte. Per di più mi hanno detto che so no stai uccisi con bocconi avvelenati: è assurdo».

Bocconi che potevano essere involontariamente ingeriti da un bambino. Uccisi i gatti di Limonta, i responsabili del Wwf e lo stesso sindaco stanno cercando di scoprire il colpevole che probabilmente agisce di sera, buttando per strada i bocconcini killer.


Provincia di Lecco-5 giugno 2003

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1062. Avvelenano i cani Ditegli di smettere.

 

 

IMOLA (Bologna)- Spendono parole forti. Definiscono gli avvelenamenti dei loro cani "atti di terrorismo".

Ma ci tengono a sottolineare di aver formato, da pochi giorni, un "movimento non violento" il cui scopo è giungere all'eliminazione della barbara e incivile prativa dei bocconi avvelenati.Ideatore di "Nessuno Tocchi Fido!" è Piero Perazzo.

Il suo cane è morto, avvelenato, circa un mese fa. E la stessa cosa è capitata anche ad altri. Troppi in quella che è stata un'escalati on con teatro, in particolare, la Vallata del Santerno."Siamo un gruppo di persone che hanno subito una grave violenza - spiega Perazzo -. Abbiamo visto i nostri amici animali morire tra atroci sofferenze, e non abbiamo potuto fare niente per loro.

Ma ora, anche perché lo dobbiamo alla memoria di quelle creature gentili che ci hanno reso la vita più leggera, abbiamo deciso di non subire più passivamente".

Seppure nato da pochi giorni, "Nessuno Tocchi Fido" ha già raccolto adesioni importanti, com e quelle dei sindaci di Imola e di Castel del Rio, Massimo Marchignoli e Salvatore Cavini. Sabato prossimo poi è già annunciata la prima manifestazione. "Andremo alla feste dei cacciatori di Ponticelli - anticipa Perazzo -. Saremo, credo, una quindicina di persone.

Ognuna con la foto del proprio cane morto. Non è un mistero che i sospetti, per gli avvelenamenti, si accentrino soprattutto su alcuni cacciatori, ma siamo convinti che la maggior parte di loro ama gli animali e vogliamo stimolarli a isolare queste persone. Spesso non ci si rende conto che la prima vittima, dopo il cane, è la convivenza civile.

Noi, sia chiaro, non abbiamo nessuna intenzione di far nascere l'ennesimo gruppo anti-caccia. Non serve. Abbiamo un unico obiettivo - conclude Perazzo - che è quello di ridurre fino a eliminare le morti per avvelenamenti.

Se riusciremo a ottenere questo ambizioso risultato, oltre a salvare molti animali, migliorerà la qualità dei rapporti sociali. A quel punto potremo anche scioglie rci".

Un'altra esigenza che il neonato movimento sente è quella di un censimento delle morti per avvelenamento di cani. L'idea, ancora in fase embrionale, è quella di far nascere uno sportello per raccogliere le segnalazioni.

Infatti, se i casi noti sono (purtroppo) in forte aumento, l'impressione è che molte persone che perdono in questo terribile modo il proprio animale preferiscano non denunciare l'accaduto. Lo sportello, se nascerà, servirà anche a stimolare queste persone.


Corriere di Romagna-5 giugno 2003

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 1061. Attacco a Vergiano: due cani uccisi Polpette avvelenate sparse sulla zona.

 

 

RIMINI - Ogni boccone è grande come una ciliegia, poco più. Invitanti.

Purtroppo però, sono polpette avvelenate che qualche assassino ha abbandonato sulla sponda destra del Marecchia, a monte della pista di aeromodelli di Vergiano in via Valdazze, vicino al vivaio Ghiselli, che sono state ingerite da due cani, morti in pochi minuti sotto gli occhi impotenti dei loro proprietari.

E' successo tutto ieri mattina nel volgere di pochi minuti. Sul posto sono subito intervenute le guardie giurate del Wwf che ha allertato anche la Polizia provinciale, dando vita ad una "battuta" conclusasi con il recupero di un chilo circa di carne avvelenata, subito inviata ai laboratori dell'Ausl per le analisi.Il rastrellamento non è stato facile perché il killer ha gettato le polpette proprio come si fa per la semina, coprendo così capillarmente un'area molto vasta.

Molte di queste polpette sono state lanciate anche sotto i ciliegi.

Un'ulteriore azione assassina che, oltre a essere pericolosa per i cani, potrebbe rivelarsi ad alto rischio per quei bambini che le scambiassero per qualcosa da mangiare.

Per questo tutta la zona è stata delimitata con cartelli affissi dalla Polizia provinciale che avverte del pericolo e sconsiglia di raccogliere qualsiasi cos a da terra.


Corriere di Romagna-5 giugno 2003

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