STAMPA - articoli 1081-1100
(17 giugno 2003 - 2 luglio 2003)

     


 

 

 

1100. Scatta la caccia all’avvelenatore Un cane è morto.

 

 

È scattata subito la caccia al colpevole dopo che tra venerdì e sabato due cani hanno ingoiato dei bocconi avvelenati in t erritorio di Cogollo del Cengio su una laterale sterrata della strada che da Treschè Conca porta a Forte Corbin.

Uno degli animali è morto e un altro si sta lentamente riprendendo, ma l'allarme rimane e così ieri sera i vigili urbani di Roana accompagnati da Giuliano Pedrani ( nella foto ), il veterinario che ha avuto in cura i cani intossicati, e da un veterinario del distretto di Asiago, hanno effettuato un sopralluogo sul posto de ll'avvelenamento, dove vi sono alcune abitazioni che vengono occupate da villeggianti durante la stagione turistica.

«Abbiamo trovato un boccone - riferisce Pedrani - proprio sulla strada lungo la quale avevano passeggiato i due cani con i rispettivi padroni, e lo abbiamo inviato allo zooprofilattico di Padova per le analisi.

Si tratta di una salsiccia schiacciata. Capire qual è il tipo di veleno utilizzato sarà utile per risalire al responsabile».

Si è dunque vicini all'identificazione? «Posso solo dire che le tracce trovate sul posto sono molto importanti - dice il comandante della polizia municipale del Comune di Roana Davide Rodeghiero».

Ci si è fatti un'idea sul movente che può aver indotto il responsabile a compiere questo gesto? «Il motivo potrebbe essere l'intolleranza nei confronti dei cani degli altri" dice Rodeghiero.

Pare ci sia qualcuno dei paraggi che sia infastidito dal fatto che i cani c he passano fanno abbaiare i suoi. «La cosa peggiore - dice Pedrani - è che attraverso un atto del genere questa persona ha raggiunto il suo obiettivo. Chi ora avrà il coraggio di portare il proprio cane in quella zona?».

L’episodio, essendo accaduto in Comune di Cogollo, non può però essere seguito oltre dalla polizia di Roana, e passa ora sotto la competenza del Corpo Forestale. Intanto Roberta Dadam, residente a Treschè Conca e padrona del cane rimas to ucciso, ha sporto denuncia ai carabinieri di Piovene Rocchette.


Il Giornale di Vicenza-2 Luglio 2003

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1099. Veleno ai cani, uno muore.

 

 

Vicino al centro di Treschè Conca sembra che qualcuno si diverta a disseminare bocconi avvelenati che hanno già ucciso un cane e ne hanno ridotto un altro in fin di vita. Roberta Dadam, originaria di Piovene ma residente a Treschè Conca, venerdì sera stava portando a spasso il suo levriero inglese, una femmina di quattro anni, lungo una laterale della strada che porta a Forte Corbin, in Zona Valdigevano già in Comune di Cogollo.

Quando è ritornata a casa ha notato che il cane stava male e si è precipitata a Zugliano, nella clinica veterinaria del dott. Giuliano Pedrani, ma per la sua Moka non c'è stato nulla da f are.

Roberta aveva già perso un dalmata un anno e mezzo fa, dopo che era stata a passeggiare con lui esattamente nello stesso posto di venerdì. Ma non è finita, perchè la stessa cosa è successa sabato sera ad Antonella Rigoni di Vicenza, in vacanza sull'Altopiano.

Anche lei aveva portato il suo meticcio di tre anni e mezzo sulla medesima strada e anche a lui è toccata la stessa sventura, anche se probabilmente è stato più fortunato di Moka, perché ha vomitato subito parte del veleno e dovrebbe cavarsela.

Pedrani non esita a parlare di bocconi avvelenati, anzi, ne descrive anche l'aspetto: "Si tratta di pezzi di carne di colore grigiastro e sono molto appetibili, tanto che la signora Rigoni si è accorta che

Il cane aveva in bocca qualcosa, ha cercato di toglierglielo ma lui l'ha inghiottito in un solo boccone".
Ciò che colpisce oltretutto è il fatto che i due cani non stavano scorazzando liberi per p rati e boschi, ma erano tenuti al guinzaglio dai rispettivi proprietari.

I bocconi si trovavano dunque lungo la strada, un particolare non certo simpatico questo, visto che con un po' di sfortuna e distrazione potrebbero anche essere toccati da un bambino.

Ed è verosimile che di bocconi ce ne possano essere altri, per cui è del tutto sconsigliabile dunque portare i cani a passeggiare in quella zona. Attenti infine a quelli che possono essere i sintomi di un av velenamento quali vomito e diarrea e improvvisi e tremori muscolari.

"Un problema molto serio quello dei bocconi avvelenati - dice Luigina Alzetta, responsabile del fiduciariato asiaghese dell'Ente Protezione Animali - contro il quale stiamo raccogliendo firme per una petizione per chiedere che vengano incrementati i controlli e aumentate le sanzioni per chi compie questi atti di inciviltà".


Il Giornale di Vicenza-1 Luglio 2003

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1098. Il veleno fa strage di cani e gatti.

 



Pieve di Soligo (Treviso) Il cagnolino ha sofferto per due giorni una terribile agonia fra dolori atroci, poi ha cessato di vivere: anche il veterinario, su bito intervenuto, ha confermato l'avvelenamento come la causa pressoché certa della morte così penosa dell'animale. Il fatto è successo nei giorni scorsi, vittima un cane di proprietà della famiglia F., residente in via Papa Luciani, elegante quartiere residenziale nel centro di Pieve di Soligo.

Comprensibile il grande dolore di bambini e adulti del nucleo familiare che ormai da un anno avevano preso in casa il bastardino, al quale erano molto affezionati.

«Bisogna ricordare però che questo è il secondo cane in due anni che ci viene ucciso col sistema delle polpette avvelenate rivela il capofamiglia G. F. perché la prima vittima di questa pratica così incivile fu un nostro esemplare di razza, un fox terrier, abituato ad accompagnare mio figlio alla fermata dell'autobus scolastico.

Al ritorno da questo percorso, una mattina venne avvicinato da qualcuno che gli fornì del cibo velenosissimo, al punto che la sua morte fu istantanea».

Miglior sorte è capitata di r ecente al cagnolino di proprietà di una vicina di casa dei F., che con ogni probabilità ha soltanto assaggiato la pietanza venefica: il pronto intervento del veterinario è così servito a salvargli la vita.

Ma le testimonianze dei residenti mettono in evidenza altri recenti episodi di ostilità agli animali domestici: a due signore abitanti sempre in via Papa Luciani sono stati uccisi rispettivamente, pare sempre con lo stesso sistema, un cane ed un gatto siamese.

«Evidentemente si tratta di perso ne residenti nella nostra zona commenta G. F. che hanno in animo di colpire gli animali appena questi si muovono dalle abitazioni e sfuggono dalla vista dei loro proprietari: è una situazione che si ripete ormai con troppa frequenza!».


Il Gazzettino-1 Luglio 2003

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1097. Denunciati gli avvelenatori del dobermann.

 

 

Vogliamo che chi ha cose ignobilmente ammazzato il nostro cane venga colto dai piu atroci rimorsi. Per questo il cartello che abbiamo appeso, con un chiaro messaggio rivolto a questo spregevole individuo, rimarrr esposto ancora per parecchie settimanet.

Non si placano la rabbia e il dolore di Giovanni Di Marco e della fidanzata Patrizia, i padroni di Cester, il dobermann di due anni e mezzo ucciso da una polpetta avvelenata.

Abbiamo presentato denuncia ai carabinieri - afferma ancora Di Marco - ci sono dei sospetti che ovviamente non possiamo svelare adesso. Non c stato un caso la visita che i vigili urbani ci hanno fatto tempo addietro, riportandoci le lamentele di alcuni vicini poichc il cane abbaiava.

Abbiamo cercato di prendere tutte le precauzioni necessarie per evitare il disturbo, ma purtroppo per qualcuno cin non c stato sufficiente. Ora siamo qui, affranti, perchc Cester non ci accoglie piu festoso quando rincasiamo dal lavoro.

Ancora l'avvelenamento di un cane, episodio purtroppo in questi ultimi tempi sempre piu frequente a Vittorio Veneto, ha sollevato la reazione della sezione dell'Ente Nazionale Protezione Animali che in provincia ha sede a Roncade e fa capo a Maurizio Brombin.

Per il caso di Cester - afferma Brombin - siamo decisi a costituirci parte civile presso la Procura della Repubblica e faremo di tutto affinchc l'autore dell'ignobile gesto perda presto il suo anonimato.

In provincia, dove siamo presenti quasi ovunque, apriremo una nuova sede anche a Vittorio. Stiamo raccogliendo firme per una diversa legislazione contro l'avvelenamento degli animali.


Gazzettino
-29 giugno 2003

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1096.  Attentato alle colonie feline. Veleno nel cibo dei gatti.

 

 

 

Firenze. Il grido d'allarme cartaceo affisso ai muri in zona Rifredi parla chiaro: «Attenzione! Alcune persone incivili hanno danneggiato le casine delle colonie feline protette dal Comune e messo bocconi avvelenati lungo il marciapiede».

E' una brutta — l'ennesima — storia che ha tre protagonisti: la volontaria di una colonia felina protetta dal Comune; i gatti; un potenziale assassino.

L'altra sera, come sempre, la donna col suo cane, si era recata a dar da mangiare ai gatti nella colonia di via Paoletti, vicino al cinema Vittoria.

Arrivata a mettere il cibo nelle ciotole dei felini, si è accorta che dentro c'era già qualcosa: una sostanza di colore scuro, che a muovere produceva una schiumina, per cui gassosa, della consistenza e del colore della Coca Cola. La donna si è subito insospettita.

Anche perchè altre volte qualche furbastro aveva messo proprio in quelle ciotole della pappa per i gatti, alimenti come pepe, sale, frutta marcita e altre cose sceme, ma innnoque.

Solo per il gusto citrullo di fare dei dispetti. Invece, l'altra sera, la situazione era completamente diversa. Dopo aver visto il contenuto delle scodelle, cercando di mandare via quella roba liquida e marrone, la volontaria ha rovesciato i contenitori e, tocca ndo il liquido coi polpastrelli delle dita, si è ustionata le mani, le gambe, dove la sostanza era schizzata, e anche il cane che l'accompagnava ha avuto i polpastrelli bruciati con escoriazioni gravi.

A quel punto la donna si è accorta che le ciotoline risultavano addirittura corrose da qual liquido scuro, e si è recata a fare la denuncia ai carabinieri, alle guardie zoofile e all'ufficio tutela animali che si occupa, appunto, delle colonie feline.

In via Paoletti, nella zona dove il liquido è stato rovesciato, è rimasta per terra una macchia grande che ha corroso l'asfalto.

Sulla denuncia stilata dai carabinieri la donna ha voluto chiarire di non avere sospetti su nessuno, ma ha chiesto la «punizione degli autori se identificati». «Inoltre — ha ammesso la volontaria — sono continuamente bersagliata da eventi dovuti ad atti vandalici.

Come trovare sulla mia finestra polpette avvelenate ed escrementi di ani mali, proprio dove tengo le ciotole per i piccoli amici felini». Purtroppo la storia della colonia felina di via Paoletti non è tra le più felici.

Troppe volte viene presa di mira da vandali che hanno dimostrato chiaramente la loro intolleranza verso i gatti randagi. «In un primo tempo — racconta un'altra volontaria delle colonie feline del Comune — e dopo altri tristi episodi del genere, avevamo chiesto di spostare la postazione, proprio perchè avevamo capito che non era bene accetta.

Era stato identificato un luogo, ai margini del giardino di una chiesa, dove i gatti non avrebbero dato fastidio.

Purtroppo la richiesta non è stata accolta perchè la maggior parte delle mamme che coi loro bambini usufruiscono del giardino, non erano affatto d'accordo».

E nella brutta storia un lieto fine comunque c'è. Per quell'istinto mai troppo celebrato dei gatti, nessuno di loro ha bevuto quella sostanza gassosa e scura.


La Nazione-29 giugno 2003


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1095. Continuano gli avvelenamenti di cani.

 

 

 

VITTORIO VENETO (Treviso). E' Cester, un dobermann di razza, l'ult imo caso di avvelenamento di cani nella zona del Vittoriese.

Il cane è stato rinvenuto morto dai proprietari, Giovanni Di Marco e dalla sua fidanzata, nella loro abitazione di via Piave, a causa di una polpetta avvelenata, i cui resti sono stati trovati dai proprietari stessi.

Qualcuno ha deciso di buttare al cane il boccone con sostanze velenose, forse disturbato dall'abbaiare dell'animale. Il caso di Cester è solo l'ultimo in ordine di tempo di una serie di casi di avvelenamento avvenuti nei mesi scorsi.

In Fadalto ignoti avevano buttato nel giardino di un'abitazione esche avvelenate, uccidendo un cane ed un gatto.

A Sernaglia un cane aveva mangiato un boccone con il veleno mentre correva nei prati.

A Formeniga, in una villetta con il giardino, sempre ignoti avevano buttato un boccone avvelenato, uccidendo una cagnolina alla quale il padrone era affezionatissimo.

Casi più volte denunciati. Ma sugli autori dei gesti crudeli nessuno sa nulla.


Tribuna di Treviso-29 giugno 2003

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1094. Gli avvelenano il cane: abbaiava troppo di notte.

 

 

Cester, bellissimo dobermann di razza con pedigree, c stato avvelenato con una polpetta gettata da mano ignota sull'uscio di casa, in via Piave.

Lo hanno amaramente constatato i padroni, che hanno trovato il loro fedele amico a quattro zampe morto in un lago di sangue nello scantinato di casa dove l'animale si era rifugiato dopo aver ingerito il boccone letale.

La famiglia di Giovanni Di Marco al dolore per l'atrocitr subita ha reagito con rabbia e sulla ringhiera della villetta, lungo la provinciale che da Porta Cadore sale verso Longhere, ha esposto un cartello con un chiaro messaggio contro l'ignoto autore di quello che il capofamiglia definisce un'autentica carognata.

TEravamo appena rincasati dopo la chiusura del negozio (ndr ortofrutta in via Rizzera) - racconta quasi in lacrime Giovanni Di Marco - ed il cane ci era venuto incontro, come al solito, festante, scondinzolando.

Stava bene, l'abbiamo accarezzato e prima di salire in casa ho notato ai piedi delle scale un pezzo di cibo che pensavo fosse la solita mollica che gli davamo, pezzi di pane del pranzo. Purtroppo invece quella "pallina" non era pane ma bense un pezzo di carne che avvolgeva la micidiale sostanza. Ce ne siamo resi conto un'ora dopo, quando, dopo cena, abbiamo vanamente chiamato Cestert.

Giovanni e la fidanzata Patrizia lo hanno cercato nella cantina, dove il cane era solito sdraiarsi per rinfrescarsi e qui la triste scoperta.

Il grosso cane era disteso esanime a terra. A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo, mentre ci sono pochi dubbi su cin che ha provocato la morte: l'animale molto porbabilmente c stato avvelenato con anticrittogamici o sostanze disinfestanti di silito usate in agricoltura.


Gazzettino-28 giugno 2003

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1093. Trenta gatti trovati morti tra i filari di viti.

 

 

ROVERETO (Trento). Trenta mici, sani e curati, che da sempre si presentavano puntuali, all'ora di pranzo, in casa Giordani, a Villa Lagarina, sono improvvisamente morti.

Fuori luogo pensare a un'epidemia che li abbia sterminati: le carcasse sono state, infatti, ritrovate tra i filari delle vigne, segno che non hanno avuto nemmeno il tempo di rintanarsi per morire.

Località "ai Dossi", una casa colonica fuori mano, al limitare del bosco, una colonia felina di randagi, numerosa e fortunata: da anni la famiglia Giordani l'ha adottata e con scrupolo e pazienza ne segue le sorti.

All'improvviso, qualche giorno fa, l'amara sorpresa; all'ora di pranzo, della solita trentina di animali, si presenta solo un gatto.

L'allarme scatta subito, si cerca nei dintorni e nelle ore che seguono, una dietro l'altra, sparse dietro alla casa, lungo la strada, in mezzo alle vigne, a ciel o aperto, vengono rinvenute 12 carcasse già decomposte.

Impossibile cercarli tutti, lo spazio attorno è davvero molto vasto e, considerati i picchi del termometro, alla signora Giordani non resta che scavare in grande fretta delle buche per seppellire i resti di chi trova.

Quando arrivano i volontari dell'Ente Protezione Animali è troppo tardi: si perlustra la zona, si cercano tracce, ma tutto è già avvenuto da giorni e in mano non si hanno prove ce rte di sorta; non vi sono spiegazioni, insomma, per questa strage davvero unica.

La signora Gabriella Rizzi, responsabile dell'Enpa di Rovereto, esclude che si possa trattare di una epidemia: «La selezione naturale - dice - avrebbe soppresso solo gli animali più deboli e questa colonia era composta da gatti sani, tenuti d'occhio.

Inoltre erano animali che non avevano contatti tra loro, eccezione fatta per il momento della pappa. Soprattutto, è famosa la grande dignità dei felini: si muore soli, lontani da tutti. Ma per fare questo non c'è stato tempo».


Corriere delle Alpi-26 giugno 2003

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1092. Uccisi dalla metaldeide.

 

 

Un micidiale mix di metaldeide e frumento è stata la causa del decesso di tutti i cani della famiglia di Eugenio Carantani, titolare di un'azienda agricola a Pozzo Baronzio, frazione di Torre de' Picenardi.

Quattro segugi Breton, una cockerina in attesa di sette cuccioli, un meticcio da guardia del peso di 60 chili sono stati stroncati subito: un segugio è morto una settimana più tardi.

A scoprire la verità è stata la dottoressa Graziella Del Ninno, veterinaria con studio a Pescarolo, che dopo aver tentato l'impossibile per salvare gli animali (la cockerina, fra l'altro, era sua), ha commissionato un'indagine alla Sezione Farmacologica e Tossicologica dell'Università degli Studi di Pisa per fare luce sulla inquietante vicenda.

Ho inviato per le analisi lo stomaco della cockerina, di un segugio e di un piccione - riferisce la dottoressa Del Ninno -. Tutti sono risultati positivi alla metaldeide, un veleno altamente tossico, privo di antidoto, usato in particolare come lumachicida ma ovviamente in concentrazioni piu basse.

Nel caso in questione, la sostanza era mescolata al frumento ed era stata collocata in alto per ammazzare i piccioni. Non è da escludere che il maltempo di inizio giugno abbia provocato la caduta delle esche velenose.

Le possibilità sono che qualche piccione abbia ingerito il veleno e abbia vomitato nel secchiello dove abitualmente andavano a bere i cani oppure che il materiale sia finito direttamente nell'acqua. In qualunque caso, il risultato èstato micidiale: quattordici animali - in tutto - all'altro mondo.

Ho presentato una denuncia ai carabinieri, segnalando l'esito delle analisi anche al sindaco di Torre Valter Galafassi, nella sua qualità di massima autorità sanitaria del territorio, e anche all'Asl - aggiunge il veterinario -. Va ricordato che la legge impedisce a chiunque di collocare dei veleni privi di antidoto, proprio per i gravi rischi che essi provocano.

Immaginiamo se per caso la metaldeide, in queste concentrazioni, fosse stata ingerita inavvertitamente da un bambino. Per la Graziella Del Ninno, insomma, è opportuno che sul fatto non cali il silenzio ma che anzi si assumano dei provvedimenti al riguardo.

Quel che è accaduto, oltre ad aver provocato dolore in una famiglia che ha visto morire tutti i suoi cani, ha provovato anche un notevole danno economico, commenta la professionista.


La Provincia di Cremona-25 giugno 2003

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1091. Decine di anatre selvatiche morte per avvelenamento.

 

 

Villanova - Negli ultimi due anni gli inquinamenti del “Canale allacciante acque alte” sono stati purtroppo quasi all'ordine del giorno, con morie di pesci e altre conseguenze ambientali devastanti anche per l'ultimo tratto del torrente Arda.

Ma non era finora successo nulla di paragonabile a quel che è si è visto nella prima serata di ieri, quando chi passava vicino all'Allacciante tra Villanova e San Pietro in Cerro è stato testimone di uno spettacolo orrendo: decine e decine di anatre selvatiche - ma anche molte rane - galleggiavano senza vita nel canale, uccise in poche ore (forse in pochi minuti) da uno scarico-killer.

Il bilancio potrebbe aggravarsi: sono state udite e avvistate gallinelle selvatiche dall'aria gravemente sofferente. L'acqua era grigia e l'aria era impregnata di un odore putrido, non dissimile da quello dei liquami d'allevamento che ciclicamente inquinano i canali della Bassa Valdarda.

Ma molti degli abitanti che si sono radunati in località Cantone per tentare di ripescare le carcasse degli uccelli morti (che saranno esaminate dall'Istituto Zooprofilattico) hanno altri timori: «E' una cosa mai vista prima - dicevano in molti -.

Forse stavolta hanno scaricato solventi o altri veleni chimici». Ma solo l'Arpa, che ieri ha compiuto rilievi sul posto, potrà dare risposte fondate a questi timori. Ugo Beccari, presidente della locale Unione pescatori, denuncia: «Di pesci in Arda non ce n'è più da tempo, ma è la prima volta che vediamo tanti uccelli acquatici morire tutti insieme.

Adesso abbiamo paura per la nostra salute». Oltre ai carabinieri di Villanova e Caorso sono accorsi sul posto anche il sindaco di Villanova, Giuseppe Maffini, e il suo collega di San Pietro, Gianluigi Ziliani (che col primo cittadino di Cortemaggiore Gianluigi Repetti hanno sporto denuncia contro ignoti per i ripetuti inquinamenti). «La situazione appare più grave che in passato», dice Ziliani.

E Maffini: «Non sappiamo più a che santo votarci. Si può ben capire con che animo noi sindaci stiamo affrontando le richieste di nuovi allevamenti suini nelle nostre zone».


Libertà
-24 giugno 2003

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1090. Morte di una cagnetta Individuato l'autore. Il sindaco e mette un’ordinanza.

 

Mogliano (Venezia)
(N.D.) E' stato individuato l'autore del maltrattamento prima e dell'uccisione poi della cagnetta "Bret" avvenuta il 1 giugno scorso nella campagna di via Bianchi a Mogliano.

Hanno così dato esito positivo le indagini della signora Anna De Faveri che è riuscita ricostruire il movente che ha portato alla morte della sua affezionata "Bret", rimasta imprigionata in una trappola per poi essere bastonata a sangue e quindi finita con un colpo di fucile.

Il responsabile dell'atto di crudeltà verso gli animali domestici (cani e gatti) è un residente tra via Bianchi e via Bonotto il quale ha ammesso di aver disseminato, con la complicità di altre persone, la zona agricola di trappole e bocconi avvelenati per protezione della selvaggina (fagiani) della zona.

Del problema degli avvelenament i (salsicce imbevute di diserbante) nella zona tra via Bianchi e via Bonotto se ne parla da diverso tempo.

La famiglia De Faveri ha perso tre cani e altrettanti gatti. Intanto prosegue e tutto campo l'azione del comune di Mogliano contro i responsabili dell'uccione degli animali domestici.

Il sindaco Diego Bottacin ha firmato un'ordinanza che vieta a chiunque di disseminare bocconi o esche contenenti sostanze velenose o anche solo potenzialmente nocive all'uomo e agli animali.

La Polizia municip ale di Mogliano è stata incaricata di far rispettare l'ordinanza sindacale.

Chi fosse sorpreso a collocare bocconi avvelenati e trappole sarà punito con una sanzione amministrativa, oltre a dover rispondere in sede penale delle violazioni commesse.

Per sviluppare un'azione ancora più incisiva a tutela degli animali, l'amministrazione moglianese sta valutando l'opportunità di costituire una commissione per la revisione delle norme del regolamento di polizia municipale riguardanti gli animali (c ustodia, cattura, detenzione, molestie).

Verrà incentivata anche la campagna di sensibilizzazione pubblica in difesa degli animali.


Il Gazzettino-24 giugno 2003

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1089. «Ora avvelenano cani e gatti» scatta l'allarme nel quartiere macchitella.

 

 

A Macchitella avvelenatori di cani e gatti all'azione. L'allarme viene lanciato da Maria Nicastro responsabile della sezione di Gela della Lega nazionale per la difesa del cane.

Quello che prima era un sospetto ieri si è trasformato in realtà: c'è qualcuno in via Portoferrara a Macchitella che si diletta a disseminare esche e bocconi avvelenati, il metodo più semplice per liberarsi dei randagi.

«Da qualche tempo in via Portoferrara spariscono misteriosamente dei gatti. Sono quelli di cui si curava una ragazza della zona - racconta Maria Nicastro - poi abbiamo trovato cani morti o agonizzanti e allora è chiaro che c'è la mano di qualcuno che uccide gli animali».

Ieri l'ennesimo episodio. Una cagnetta è stata trovata nella stessa via agonizzante. Il veterinario dott. Nuccio La Boria prontamente intervenuto sul posto ha diagnosticato i sintomi dell'avvelena mento.

La cagnetta è stata salvata in extremis. questi episodi insieme a quello avvenuto due giorni fa con 4 cuccioli di pitt bull salvati dalla ferocia del loro padrone che voleva causarne la morte per soffocamento chiudendoli in un sacchetto di plastica gettato poi in un cassonetto di rifiuti in via Butera, dimostrano come stia crescendo l'intolleranza verso cani e gatti randagi.

«Noi denunciamo - continua Maria Nicastro - questi atti di crudeltà verso gli animali ricordando a chi si comporta in modo così atroce ed incivile che ol maltrattamento di animali è punito dalla legge italiana. Inoltre disseminare il territorio di esche e bocconi avvelenati come sta succedendo a Macchitella può essere pericoloso anche per i bambini».

Da dieci anni gira a vuoto la battaglia della Lega per il cane volta ad ottenere un canile municipale, l'anagrafe canina e la campagna di sterilizzazione dei randagi.

Ogni amministrazione promette e poi tutto resta com'è.
Di recente l'amministr azione comunale Crocetta ha promesso l'anagrafe canina e locali nell'ex mattatoio.

Maria Nicastro evidenzia però che istituire l'anagrafe canina significa prevedere anche un canile sanitario dove accogliere gli animali, prestare i primi soccorsi, sterilizzarli e poi magari darli in adozione.


La Sicilia-22 giugno 2003


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1088. Scomparsi nel nulla 15 cani: allarme a Ossago e Brembio.

 

 


Ossago (Lodi) - Una quindicina di cani scomparsi tra Ossago e Brembio. La denuncia è dell'Ente protezione animali di Lodi. «Un cittadino di Ossago - spiega il presidente Aldo Curatolo - ha denunciato la scomparsa di cinque cani dalla cascina Bordonazza in Ossago.

In precedenza quattro cani erano stati uccisi avvelenati con la stricnina. Altri cani sono invece spariti dalla Birga e altri a Cà del Parto».

A nulla è servita la ricerca degli animali presso il canile della provincia. «Particolare curioso - contin ua Curatolo - è che gli animali sono scomparsi in una zona d'interesse venatorio ovvero la Zona di ripopolamento e cattura 7.

Le Zrc sono zone adibite alla riproduzione e alla cattura della fauna selvatica allevata allo stato naturale per essere poi immessa nei territori liberi per l'esercizio della caccia. Secondo la nostra sezione, potrebbe esserci un nesso tra la scomparsa degli animali e l'attività della Zrc.

Purtroppo è già avvenuto più volte che per proteggere le nidiate di selvaggina, s ono stati eliminati i possibili antagonisti di caccia dell'uomo come ad esempio le volpi, i gatti e anche i cani vaganti».

L'Enpa chiede alla provincia di adottare provvedimenti, tra i quali quello di revocare le autorizzazioni al ripopolamento di selvaggina nelle zone dove fossero segnalati casi di eliminazioni di animali.

«L'ipotesi formulata dall'Enpa - ribatte l'assessore provinciale alla caccia Fabrizio Santantonio - è grave e dovrebbe essere sostenuta da elementi di fatto, senza i quali è ingiustificato stabilire un nesso tra la scomparsa degli animali, denunciata dall'associazione, e l'attività della zona di ripopolamento 7.

Ne conseguirebbe un'attribuzione di responsabilità che deve fondarsi su dati concreti e certo non solo su "intuizioni".

È inoltre opportuno chiarire che l'attività di contenimento della popolazione di specie selvatiche antagoniste di quelle di interesse venatorio è disciplinata da appositi piani».


Il Cittadino-21 giugno 2003

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1087. Bocconi-killer: è allarme Valle dell'Alcantara. Trovato morto un altro pastore tedesco.

 



Non passa giorno senza una nuova, inquietante, segnalazione: da settimane, forse da mesi, a Francavilla e nell'immediato hinterland qualcuno si «diverte» a distribuire bocconi avvelenati che stanno mietendo vittime a tutto spiano fra gli animali domestici ed i randagi.

L'ultima segnalazione è di ieri con un un'ennesima vittima: si tratta di un pastore tedesco, a quant o pare già salvato una prima volta dal veleno «killer». Ieri non c'è stato nulla da fare per la bestia che è morta con chiari sintomi di avvelenamento.

Sulla questione stanno indagando i carabinieri, anche se non sembra ci siano denunce specifiche di cittadini. Qualche mese addietro si verificò, a Francavilla, una prima ondata di morìa di animali domestici: in quella occasione, da indagini informali, sembra sia stata individuata una sostanza, utilizzata dagli avvelenatori.

Si tratterebbe, molto probabilmente, di un composto appartenente alla famiglia degli anticrittogamici, utilizzato in agricoltura e comunemente «di casa» nelle aziende agricole e nei consorzi: un aspetto, questo, che allarga e di molto il campo delle ricerche ed allunga la lista dei potenziali detentori o utilizzatori della sostanza.

Gli allarmi si sono susseguiti con una certa frequenza: molto spesso e per fortuna, gli animali hanno reagito abbastanza bene, soffrendo per i sintomi di avvelenamento, ma riuscendo a s uperare le crisi.

«Mattanza» di cani e gatti. Gatti e cani le vittime di questa «mattanza» che non accenna a diminuire, mentre sono sempre di più i residenti che, per precauzione, non portano più a passeggio i loro animali domestici per paura che ingeriscano bocconi avvelenati lasciati lungo la strada da chi si diverte con questa barbara pratica.

Anche a Gaggi, recentemente, si sono registrati casi analoghi, mentre a Mojo e Malvagna, l'estate scorsa, gli ambientalisti della Lipu avevano lanc iato l'allarme per la presenza di bocconi avvelenati, distribuiti forse per scoraggiare il pendolarismo della caccia.

L'ennesima vittima di ieri rilancia un problema molto sentito nella Valle dell'Alcantara e cioè quello della necessità di un canile comunale o comprensoriale che possa accogliere i randagi e possa restituire loro la dignità che meritano.

Già, perché a fare le spese dei bocconi avvelenati sono spesso i bastardini e gli animali randagi che vengono così presi di mira, diventando bersagli mobili.

Nelle settimane scorse, l'assessore comunale all'Ambiente, Vincenzo Silvestro, ha comunicato l'intenzione dell'Amministrazione di realizzare un canile comunale, una sorta di ricovero di prima accoglienza che possa soddisfare le esigenze locali e anche quelle dei centri immediatamente vicini.

In tutta la Valle dell'Alcantara, infatti, non esiste una struttura alla quale rivolgersi in caso di bisogno specifico e, comunque, non è attivo un servizio di accalappiacani, del quale s e ne avverte l'esigenza.


La Sicilia
-21 giugno 2003

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1086. Tornato il killer dei cani.

 

 


PIEVE. Dopo alcuni mesi di sosta, c tornato ad uccidere cani il "killer della via Vandelli". Sono cose saliti a venti, in poco piu di due anni, gli animali uccisi nella pregiata zona ambientale tra Riolunato e Pievepelago, che costeggia l'antica via ducale.

Il maniaco, cose viene definito in zona, questa volta ha ucciso con un boccone avvelenato una cagna anglo-francese a Casa Guerri, frazione di S.Andreapelago.

Avevo visto l'animale mezz'ora prima davanti a casa - dice il proprietario- poi l'abbiamo ritrovato agonizzante: nonostante avessimo provato a fargli ingerire acqua e sale per espellere il veleno, c morto in pochi minuti.

E' il sesto cane che mi viene ucciso con bocconi avvelenati, il nono nei paraggi ed il ventesimo nella zonat. Il boccone avvelenato c stato sottoposto ad analisi da parte del servizio veterinario dell'Usl di Modena e se fosse confermata l'ipotesi del cibo avvelenato (si sospettano insetticidi) scatterebbero provvedimenti anche di carattere penale.

Gir dopo i precedenti casi si attendeva l'intervento della magistratura, dopo che i carabinieri di Pievepelago avevano raccolto elementi per scoprire l'identitr dell'avvelenatore di cani. Non vi erano dubbi che i decessi degli animali fossero stati causati da bocconi avvelenati, definiti organo-fosfarici.

Escluso che si tratti di esche lasciate da bracconieri; si pensa si tratti di una persona della zona che sta manifestando una particolare violenta avversione per i cani.

Ricordiamo che tra gli animali avvelenati in questa zona vi c stato anche uno splendido esemplare di segugio, che si era aggiudicato un titolo di campione italiano, del valore di oltre sette mila euro.

Anche i sindaci di Pievepelago e Riolunato erano stati avvisati della situazione ed i carabinieri avevano svolto accurate indagini, che si spera possano presto fermare le uccisioni.

Sempre piu preoccupati i cacciatori del posto.Sappiamo del pericolo e teniamo i nostri cani alla larga da quella zona -ci dice un cacciatore- ma qualcuno non lo sa e continua la strage...

Speriamo che individuino presto questo avvelenatore e gli facciano pagare tutti i danni arrecati.

La Provincia di Modena, l'Usl e altri enti hanno recentemente adottato un protocollo di intervento in questi casi, con rigidi provvedimenti.


Il Resto del Carlino-20 giugno 2003

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1085. Un'esca avvelenata ha stroncato "Miele". il cane che partecipo' alla ricerca di Desire'.

 

 

Aveva partecipato alle ricerche di Desirec Piovanelli, la 14enne uccisa lo scorso autunno a Leno, ed era uno degli elementi più attivi e promettenti della squadra cinofila Argot, del consorzio intercomunale di Protezione Civile Franciacortat.

Avrebbe potuto aiutare ancora tante persone, ma il mix d'nciviltà e ignoranza che spesso alberga nell'animo di pochi animali a due zampe, lo hanno condannato ad una triste fine.

Miele, labrador di cinque anni, è morto nei giorni scorsi stroncato da una polpetta imbottita di stricnina. Un'esca avvelenata disseminata senza un motivo apparente che gli ha bruciato completamente la gola. Era uno dei migliori - spiega il capo addestratore della squadra, Luciano Bani-.

Quattro anni di esercitazione buttati via. Animali di questo tipo, intelligenti e reattivi, addestrati alla ricerca in superficie, sono rari da trovare. A prescindere dalle qualità del cane, comunque, la morte di Miele è stata una perdita soprattutto dal punto di vista affettivo, per noi e per la sua famiglia.

Tutto è successo nei giorni scorsi in località Valzina, a Rodengo Saiano. Una zona poco abitata, a ridosso delle colline, dove periodicamente i volontari della Protezione Civile - unità cinofila Argo è attualmente composta da 22 cani e 44 uomini - svolgono le loro esercitazioni.

Non è la prima volta che registriamo episodi del genere - lamenta Luciano Peli, comandante della polizia locale e coordinatore del consorzio di Protezione Civile -: è già successo in altre occasioni, in altre località. Ma la brutalità e la crudeltà di questo gesto ci hanno profondamente intristito.

Queste esercitazioni non le facciamo certo per divertimento: lavoriamo per aiutare la comunità e, spesso, per salvare vite umane. Adesso mi occuperò della vicenda, contattando personalmente le famiglie che abitano nella zona: vogliamo andare fino in fondo.

L'episodio è stato segnalato all'autorità giudiziaria: sarà difficile risalire a chi ha disseminato l'esca avvelenata ma il responsabile, con la nuova legge sui maltrattamenti agli animali rischia pesanti sanzioni e persino l'arresto.


Brescia Oggi-19 giugno 2003

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1084. Strage d'animali selvatici.

 

 

Ad un anno esatto dal primo allarme, ora è il Wwf Calabria a denunciare «la strage di animali selvatici che si sta consumando nel territorio compreso tra Cirò, Crucoli ed Umbriatico».

A provocare la carneficina «di volpi, faine, ma anche - precisa il Wwf - ricci, cinghiali, ad alcune specie di uccelli, come gazze e cornacchie, che non disprezzano di nutrirsi di c arcasse, è, ancora una volta, la presenza di esche avvelenate nei boschi, nelle campagne, ai margini delle strade».

A fare le spese di questo inqualificabile attacco alla natura ed al suo habitat, secondo quanto scrive in un comunicato l'associazione ambientalista, sono anche i tassi, specie marsupiale che ancora sopravvive nei boschi dell'entroterra crotonese.

«Diversi esemplari di tassi - si legge nel documento - sono stat i rinvenuti in località prossime a fonti d'acqua come Malecretazzo e Scaluni».

Ad ucciderli sono stati bocconi avvelenati che continuano ad essere disseminati nel terreno.

La sezione regionale del Wwf, che invita «tutti coloro che possono contribuire ad individuare i responsabili di tale attentato alla natura a fornire informazioni in loro possesso alle forze dell'ordine», ha presentato formale denuncia alla Procura della Repubblica di Crotone ed ai Carabinieri di Cirò chiedendo «che venga avviata un'indagine su questa incredibile vicenda che denota, ancora una volta - osserva il Wwf Calabra -, il disprezzo di tanta gente per la tutela della natura ed il persistere di una vecchia mentalità che vuole ancora l'uomo padrone assoluto del territorio, a scapito di tutte le altre componenti, che, invece, sono parte integrante dell'intero ecosistema.

Secondo alcune testimonianze - si precisa ancora - questa sarebbe la seconda volta che il fenomeno di manifesta con evidenza nella stessa zona a distanza di un anno».

A denunciare per primi l'allarmante fenomeno, lo scorso luglio - a dispetto del cliché che li vuole acerrimi nemici della natura - furono i cacciatori cirotani che misero sotto accusa il comportamento di alcuni allevatori di bestiame che, per allon tanare la minaccia dei lupi dai loro recinti, avrebbero disseminato di esche avvelenate il territorio tra i Comuni di Cirò, Crucoli, Umbratico, Pallagorio e Carfizzi, in particolare, nelle località Malecretazzo, Scaluni, appunto, ma anche Lela, Nava, Pipino, e il Piscardo, dove dal 1960 è istituita una riserva di caccia nella quale vivono specie protette come il tasso, il lupo, ed i cinghiali.

I cacciatori, dop o aver cominciato a notare una progressiva rarefazione degli animali nel territorio, nell'estate 2002 lamentarono la scomparsa in molte zone dell'uccellagione ma anche degli ungulati, le volpi, i tassi, che fino a poco tempo prima erano numerosi.

I dubbi che qualcosa di strano stesse accadendo divennero certezza quando i cacciatori cominciarono ad imbattersi nelle prime carcasse di animali. Alla prima esca trovata, ne sono s eguite molte altre alimentando il convincimento che la responsabilità di tutto questo fosse da ricondurre a pochi stolti.

La strage silenziosa si consumò nell'indifferenza generale nonostante la gravità del problema: le esche avvelenate determinano, infatti, una distruzione indiscriminata della selvaggina con l'interruzione della catena alimentare mettendo a rischio l'equilibrio ambientale del territorio.

Intan to, si pone il problema del recupero delle esche avvelenate.


Gazzetta del Sud -19 giugno 2003

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1083. Avvelenato il cane del consorzio Acque.

 

 


(r. p.) "Come e' possibile avvelenare uno splendido esemplare di pastore belga, all'interno della proprieta` recintata del Consorzio "Acque e Servizi" dell'Altopiano Sette Comuni, ad Oliero di Valstagna, facendolo morire in preda a lancinanti dolori? "-.

Ho la domanda sconsolata dei responsabili dell'impianto di pompaggio che alimenta l'acquedotto dell'altopiano.

Una vera carognata! e' successo qualche giorno fa ad Oliero di Sopra, in Comune di Valstagna, dove si trova la struttura, ai danni di un pastore belga, una femmina di sei anni.

Neda (questo il nome del pastore belga) era un cane eccezionale - dicono i dipendenti del Consorzio - era giovane e forte, buona come il pane!;.

Se a qualcuno dava fastidio, perche'i la notte abbaiava e forse disturbava qualche coppia in sosta, sarebbe stato sufficiente un segnale e si sarebbe provveduto a trasferire la cuccia in altra parte dell'Impianto.

Durante la notte il cane era libero all'interno del recinto - commenta Derio Costa - e quando una macchina si fermava nei paraggi o nel parcheggio adiacente, come' naturale, il pastore inevitabilmente abbaiava;.
e' successo che una mattina il cane desse segni di frequenti coniti di vomito, ma sembrava in buone condizioni.

Il giorno successivo il pastore belga viene trovato completamente fradicio in prossimita` di uno scarico d'acqua potabile ed e' sembrato molto strano. Ancora fradicio nel pomeriggio.

Evidentemente - si e' pensato - aveva bisogno di rinfrescarsi e di bere. Il ventre, era duro al tatto e nel pastore evidente la sofferenza. Ho sospettato subito - dice Costa - che si trattasse di avvelenamento.

Qualche buontempone, per le sue faccende, si e' preso la briga di eliminare ogni fastidio;. All'interno dell'impianto, infatti, non e' stato trovato alcunchi potesse danneggiare il cane in maniera cosi' violenta.

Non si esclude percir che qualcuno abbia collocato dei bocconi avvelenati all'interno del recinto. L'ipotesi e' diventata certezza quando il pastore e' stato portato dal veterinario il quale, dai sintomi riscontrati, non ha avuto dubbi di sorta.

Ha ricoverato la femmina mettendo in atto una terapia intensiva con lavanda gastrica, antibiotici e antidolorifici. Il giorno successivo, per la femmina e' stata trovata morta dallo stesso veterinario, in una pozza di sangue.

Al suo interno la povera bestiola aveva una emorragia devastante. Potremmo anche permetterci di prendere un altro cane - conclude amareggiato Costa -. Ma giova?


Il Giornale di Vicenza-18 giugno 2003

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1082. Avvelenati un gatto e un cane.

 

 

MONTALCINO (Siena)-- Avvelenati due cani (uno è stato salvato) e un gatto nelle campagne. I proprietari hanno presentato denuncia contro ignoti ai carabinieri della locale compagnia.

Gli animali pare abbiano mangiato bocconi avvelenati mentre stavano correndo liberi in prossimità di un bosco.

Un cane non ce l'ha fatta ed è deceduto in poche ore fra atroci sofferenze, così come il gatto, mentre il terzo animale ha reagito bene alle cure del veterinario e a breve potrà tornare a scorrazzare per i campi.

Sembra che sia stato usato un veleno potentissimo molto simile alla stricnina.

Quanto accaduto a Montalcino era già successo nei giorni scorsi a Poggibonsi e ancora prima a Sinalunga.


La Nazione-18 giugno 2003

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 1081. C'è qualcuno che ha sparso bocconi velenosi per la città.

 

 

Il «killer» dei cani ne ha fatti fuori tre e altrettanti sono stati salvati per miracolo.

E' stato usato il veleno per i topi e gli animali sono morti dopo atroci sofferenze. Gli episodi sono accaduti negli ultimi giorni nella zona di via Fiume e di via Pisana, a due passi dal centro.

Nella stessa zona, inoltre, sono stati trovati morti alcuni gatti. Il killer dei c ani prende di mira gli animali portati a passeggio dal padrone. I bocconi disseminati qua e là sono preparati con cura. Si tratterebbe di pezzi di «ciccia» con dentro la tragica sorpresa: il veleno per i topi.

Il cane annusa, addenta e, poco dopo, si sente male. Le bestiole sono state portate dal veterinario, che però non ha potuto fare nulla per salvarle.

Si tratta di fatti successi a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. Sempre nella stessa zona, tre cani sono stati strappati alla morte dopo aver ingerito bocconi avvelenati.

Chi è che può avercela così tanto con i cani al punto da eliminarli=nel modo più vigliacco? E' una domanda che in questi giorni si sono fatti i= tanti in città, non solo i proprietari degli animali avvelenati. «Chi fa queste cose è una persona ignobile. Non ci sono parole per definire azioni del genere.

Chi le compie è un essere spregevole». Questo il commento di uno dei padroni dei cani uccisi con il veleno per i topi. Uno sfog o più che legittimo.

In città, a quanto pare più o meno ne=la stessa zona, negli ultimi giorni sarebbero stati eliminati con metodi analoghi anche alcuni gatti.

Preso atto della situazione, in via Fiume e in via Pisana alcuni abitanti hanno manifestato il proposito di voler fare delle ronde per prendere con le mani nel sacco la persone o le persone che «seminano» in città i bocconi velenosi.


La Nazione-17 Giugno 2003

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