STAMPA - articoli 421- 440
(9 marzo 2002 - 18 marzo 2002)

 


 

 

 

440. «Troppe violenze sugli animali» 

 

 

In aumento gli atti di violenza nei confronti degli animali. E' il dato allarmante riportato dai responsabili della sezione di Rovigo della Lega Nazionale per la Difesa del Cane. 
«Dopo la vicenda di Costa — affermano i volontari — quando alla fine dell'anno si sparse la notizia che alcuni cuccioli sarebbero stati uccisi da minorenni con i petardi, fatto non ancora chiarito del tutto, ci sono state altre storie di violenza». 

Almeno altri dieci cani uccisi con i pesticidi a Concadirame, avvelenati con sostanze tossiche molto potenti acquistabili solo con particolari autorizzazioni e pericolose anche per gli uomini. 

Quanto è accaduto mette in pericolo non solo la salute degli animali, ma anche quelle persone e in particolare bambini che potrebbero venire a contatto con questi bocconi avvelenati, e ancora l'uccisione di un gattino a Lusia martoriato da fucilate e di un altro a Ficarolo colpito da una freccia da balestra che gli ha trapassato il cranio da parte a parte e morto dopo una lenta agonia, la freccia era lunga circa trenta centimetri. 

«Ci troviamo di fronte — continuano — a qualcuno che tranquillamente usa un'arma pericolosa in grado di ferire gravemente anche una persona e non sa ppiamo quale possa essere il suo prossimo bersaglio». 

In conseguenza di questi gravi fatti, la sezione di Rovigo della Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha presentato in questi giorni due esposti-denuncia alla Procura della Repubblica, uno per il fatto accaduto a Concadirame e uno per quello avvenuto a Ficarolo nella speranza che le indagini della Magistratura possano finalmente individuare il colpevole. 

«Atti del genere — concludono i volontari della Lega del cane — manifestano la vigliaccheria di coloro che sfogano la loro violenza su esseri totalmente indifesi e preoccupano in quanto la crudeltà sugli animali è l'anticamera della crudeltà sugli uomini, perciò chiediamo che venga fatta luce al più presto su questi fatti inquietanti prima che possano avere qualche risvolto preoccupante anche per la salute pubblica».

 

Il Resto del Carlino (web) - 18 marzo 2002

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439. San Gemini, polpette avvelenate per cani e gatti. In un parco, dove giocano i bambini, trovati ’’bocconcini’’ formati da carne in scatola e pesticidi 

 

 

SAN GEMINI - Volevano fare una strage. Avevano abbandonato polpette avvelenate per togliere di mezzo un po’ di animali, in particolare cani e gatti. L’episodio è avvenuto sabato a San Gemini, in un parco dove giocano i bambini. Il fatto è stato denunciato da una signora, Maria Elena Mucci, che ha segnalato il fatto ai carabinieri e ai rappresentanti dell’Enpa. 

Il tutto è nato nel momento in cui la donna - amante degli animali: ha tre gatti e un cane - si è accorta che la propria gatta stava male. L’ha portata immediatamente (erano le 8 del mattino) dal veterinario che l’ha tenuta qualche ora in osservazione. 

Quando è tornata a casa, qualche ora dopo, intorno alle 11, ha portato a spasso il cane e ha rinvenuto - a pochi metri da casa sua, in via porta Romana - proprio vicino ad uno scivolo dove si divertono i bambini, tre polpette avvelenate, già sbriciolate. 

«Avevano un colore tra il verde e l’azzurro, per la probabile presenza di un lucamicida - racconta la signora - mescolata con la carne in scatola. Ho subito pensato al pericolo per i bambini e per gli animali». Ma anche alle condizioni della propria gatta. 

E informando il veterinario della presenza delle polpette, di dubbia provenienza, ha avuto la conferma che la propria gatta era rimasta intossicata probabilmente per aver mangiato qualcosa di strano. 
E la signora ha prelevato campioni di quei ’bocconcini’ per farli esaminare.

«Ci sono stati sopralluoghi dei carabinieri e di rappresentanti dell’Enpa - afferma la donna - che hanno rinvenuto tracce delle polpette». Ma non si tratta di un episodio isolato. La signora Maria Elena - che vive a San Gemini da tre anni in un complesso di villette a schiera, casalinga, ma dà una mano al marito in un’azienda di informatica - mostra preoccupazione soprattutto per questo elemento. 

«Già in passato c’erano stati fatti simili - sottolinea - e coloro che li fanno magari non si rendono conto che compiono reati punibili dalla legge». 
La donna ha un’idea precisa: c’è gente che odia gli animali e non vede l’ora di eliminarli, con tutti i mezzi. E fa capire che qualche abitante della zona non gradisce molto la presenza di cani e gatti.

Il Messaggero (on line) - 18 Marzo 2002 
R.Car.

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438. Un «killer» dei cani sparge bocconi avvelenati sulle strade 

 

 

PESARO — Qualcuno vuole far fuori i cani che vivono nel quadrilatero tra via Monte Ardizio, via Milite Ignoto, via Martire di Fragheto e via Locchi. Questo «qualcuno» ha sparso e nascosto nei cespugli bocconi avvelenati ai lati delle strade, rozzamente confezionati in casa con la precisa intenzione di ammazzare i cani ed i gatti del quartiere. 

Non si sa quante siano le vittime di un atto così malvagio. Attualmente sono almeno due le segnalazioni giunte ai veterinari della zona, l'improvvisa sparizione della colonia felina di Villa Ardizi ed il caso di un esemplare di meticcio, dell'età di sette anni e mezzo, morto dopo una settimana di atroci sofferenze. 

«Si tratta di un veleno — avverte la proprietaria del cane — che una volta ingerito procura effetti devastanti sull'organismo. Ma a questo punto posso pensare che costituisca un pericolo anche per gli esseri umani, i bambini soprattutto. 

Faccio un appello alla gente del quartiere: tenete d'occhio i vostri animali e segnalate alle autorità comportamenti o episodi che destano sospetto». 

Il Resto del Carlino (web) - 17 marzo 2002

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437.  Cani e gatti stanno male. Avvelenati? Numerosi casi segnalati di recente in via Dante. Preoccupati i proprietari degli animali 

 

 

LAIVES. I proprietari di cani che abitano nella zona di via Dante, a monte della città, sono allarmati. Da qualche tempo si stanno verificando dei casi di malessere che sarebbe da far risalire a principi di avvelenamento. È capitato già ad alcuni cani di tornare a casa e stare male e pure ai gatti, anche se non si ha notizia ancora di qualche decesso dell'animale. 

Però questo è bastato per mettere in allarme chi abita in via Dante e ha un cane o un gatto. Si sta facendo sempre più strada l'ipotesi che qualcuno stia seminando bocconi avvelenati per eliminare gli animali, magari perché si sente disturbato dall'abbaiare, oppure perché trova gli escrementi in giro per la strada. 

Però è evidente che non si tratta di un sistema legale quello di mettere bocconi avvelenati, anche perché, oltre a far soffrire ingiustamente il cane, c'è sempre il rischio che, inavvertitamente, qualche bambino possa toccare il boccone avvelenato e quindi rischi pure lui.

Non è la prima volta comunque che in città si verificano episodi del genere e in passato ad esempio, una serie di avvelenamenti mediante bocconi cosparsi in giro, era toccata ai cani del quartiere «Caserme», attorno a via Negrelli.

Anche per evitare simili episodi, è bene che i proprietari non lascino mai circolare da soli i loro animali, ma li accompagnino legati al guinzaglio: lo prevede il regolamento specifico e inoltre adesso, con la nuova ordinanza in vigore da qualche giorno, si rischiano pure sanzioni molto salate se il cane è libero o se non si porta appresso l'attrezzatura per pulire gli escrementi. 

Alto Adige (on line) - 17 marzo 2002 
b.c

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436.  Strage di animali nelle campagne. La Polizia Provinciale invia un'informativa alla Procura 

 

 

Una strana moria di animali nelle campagne è stata rilevata dalla Polizia Provinciale. L'indagine è partita su segnalazioni pervenute da numerosi cittadini ed ha consentito di scoprire un vasto fenomeno che si sta verificando con molta frequenza nelle zone di territorio ricadenti nei comuni di Cannole, Maglie, Muro , Tuglie, Scorrano, Poggiardo, Santa Cesarea terme e Cerfignano. 

Animali domestici, come cani e gatti, ma anche selvatici (volpi e ricci in particolare) si trovano morti. Una quantità considerevole perché non ci si potesse insospettire. Così, a seguito di alcuni controlli veterinari effettuati, il Corpo di Polizia della Provincia ha potuto accertare che la causa delle morti di tali animali è da attribuire all'ingestione di polpette avvelenate disseminate nei fondi agricoli da parte di persone senza scrupoli.

Il deprecabile fenomeno è stato registrato in numerosi appezzamenti agricoli dei comuni citati e risalirebbe ad un periodo che coincide con l'introduzione di lepri selvatiche effettuato per il ripopolamento della fauna selvatica avvenuto ai primi del mese di febbraio scorso. 

La Polizia Provinciale, sulla base delle risultanze delle indagini, ha presentato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Lecce una informativa di reato riguardante l'ipotesi di «avvelenamento di animali domestici e selvatici a carico di ignoti». 

I proprietari di cani ed altri animali domestici e tutti i cittadini residenti nei comuni interessati da questo deprecabile fenomeno sono invitati a segnalare agli uffici competenti eventuali altri episodi di cui dovessero venire a conoscenza allo scopo di individuare i responsabili dello sconsiderato gesto. 

La Gazzetta del Mezzogiorno (web) - 16 marzo 2002

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435.  Esche e trappole, educare il cane al cibo per salvargli la vita 

 

 

Salvare la vita del proprio cane può dipendere spesso dal fatto di avergli insegnato a rifiutare del cibo offertogli da estranei ed esche raccattate da terra ovviamente avvelenate. 

Questo tipo di istruzione rappresenta una delle più importanti motivazioni nell'addestramento del cane da guardia, che oltre a preservare la sua incolumità garantisce al nostro guardiano a quattro zampe di difendere efficacemente e in tutta sicurezza la proprietà da eventuali malintenzionati e a maggior ragione oggi, visto che le cronache sono zeppe di episodi di banditismo. 

Senza contare che c'è chi si diletta a fare scherzi ignobili per puro divertimento disseminando bocconi avvelenati dove vivono cani e gatti, atti questi che sono più frequenti di quanto si pensi. Basta solo immaginare cosa potrebbe accadere se un bimbo raccogliesse e ingerisse una di queste esche... Però prima di entrare nel vivo dell'apprendimento vi sono alcune regole che dovrebbero essere rispettate fin da quando il cane è ancora cucciolo. 

Mai dare del cibo al cane al di fuori dei pasti. 
Quando vi trovate a tavola non offrite dei bocconcini, nè voi nè altri componenti della famiglia, a parte che in questo frangente il cane dovrebbe restare al suo posto. 

Il medesimo comportamento deve essere tenuto da tutti i commensali, invitati, amici eccetera. Dare al cane il suo cibo sempre allo stesso orario, nella stessa ciotola e nello stesso luogo, logicamente la quantità di cibo deve essere sufficiente affinché il cane non sia colto dai morsi della fame. 

Quando andate a passeggio con lui opporsi energicamente se il cane cerca di raccogliere o solo leccare del cibo che eventualmente si trovasse a terra. Il vero e proprio addestramento deve iniziare quando il nostro amico ha ben assimilato questi fondamentali principi, e cioè verso i 10-12 mesi di età. 

Numerosi sono i metodi di addestramento che si possono adottare per raggiungere lo scopo, comunque l'obiettivo è quello che il cane diffidi e rifiuti cibo di ogni natura anche il più appetibile che dovesse trovare in vari luoghi oppure offerto da chicchessia, cibo che potrà accettare solo dal suo padrone. 

Incaricherete una persona, un amico o anche un estraneo purché questi siano sconosciuti al cane a offrirgli o lanciargli delle esche che risultino repellenti o perlomeno sgradevoli al palato del cane, come bocconi pieni di pepe meglio ancora se pepe di Caienne o di senape forte, oppure esche che contengono un palloncino che inevitabilmente scoppierà alla pressione dei denti appuntiti del cane. 

Altro procedimento può essere quello di legare all'esca una serie di barattoli facendo in modo che nel preciso momento in cui il cane azzanna la leccornia i barattoli gli piombino addosso con il fracasso che ne consegue. Pur essere utile anche usare una trappola a scatto per i topi o anche lanciargli addosso della ghiaia. Si potrebbero ottenere degli effetti secondari sul sistema nervoso utilizzando dei collari che comandati a distanza sprigionano elettricità a bassa tensione e quindi sono sconsigliabili. 

Comunque mai agire con violenza, ma limitarsi ad abituare il cane a rispondere al comando "non toccare", tuttavia può essere utile ripetere ogni tanto gli esercizi per rinfrescargli la memoria. Per quanto è possibile cercare che questi esercizi si svolgano in ambienti e luoghi sempre differenti e possibilmente cambiando anche il tipo di esche. 

Sul rifiuto delle esche da parte del cane si svolgono anche delle prove di lavoro. Per curiosità vengono disposte delle esche, carne cruda o cotta, testa di pesce, zucchero, formaggio, dolci eccetera. Il cane durante il percorso deve ignorarle completamente pertanto non deve raccoglierle nè leccarle e non deve nemmeno dimostrare alcun nervosismo. 

Un'altra fase della prova consiste, mentre il cane si trova a terra, nel lanciargli delle esche da una distanza di tre metri. Il cane anche in questo caso non dovrà nè addentarle nè leccarle e tutto questo in assenza del padrone. Rendere un cane immune da questo reale pericolo non è sempre facile, comunque con costanza e dedizione si può conseguire un risultato positivo permettendo a voi, dato i tempi che corrono, sonni più tranquilli e nello stesso tempo salvaguardare la vita del vostro fedele custode.

Il Messaggero Veneto (web) - 16 marzo 2002  
A cura di Luigi Porzio

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434.  Strage di cani in riva al Po. Da gennaio, a Coltaro, almeno cinque cani sono morti fra atroci sofferenze. L'odissea di Dasko, rottweiler avvelenato da un prodotto usato in agricoltura 

 

 

SISSA - Continua la tragica moria di cani uccisi da bocconi avvelenati. 
Un problema che sembra non trovare soluzione e che non ha risparmiato nemmeno il territorio sissese, dove, nelle ultime settimane si sono registrate numerose morti di piccoli animali da compagnia, soprattutto cani e gatti. 

Particolarmente colpita sembra essere la zona di Coltaro nella quale, dall'inizio dell'anno almeno cinque cani hanno perso la vita probabilmente per avvelenamento. Morti atroci per le povere bestiole sotto lo sguardo impietrito dei loro padroni, spesso impotenti davanti alla sofferenza dei loro cani, poiché le sostanze inserite nei bocconi agiscono in tempi brevissimi e non lasciano scampo, se non in casi eccezionali. 

E proprio eccezionale è la storia di Dasko che nonostante sia un rottweiler sembra più un "peluche formato gigante" vista la sua indole mite e affettuosa. Dasko è uno dei pochi cani che si può dire veramente fortunato sia perché a Coltaro ha trovato una famiglia che lo cura e gli vuole bene, sia perché è riuscito a sopravvivere ad un avvelenamento da esteri fosforici, una sostanza utilizzata spesso in pioppicoltura.

In questo caso non ci sono dubbi nè sulla natura del malessere di Dasko nè sul tipo di veleno che l'animale ha ingerito. La sua proprietaria, infatti, dopo aver passato ore accanto all'animale, che lottava per la vita, ha deciso di non lasciar perdere, ha scelto di agire e fare tutto quanto le era possibile per fermare questa strage attraverso una maggiore informazione ed anche attraverso azioni legali. 

Una volta saputo che il suo Dasko era fuori pericolo, M.G. e la sua famiglia, hanno fatto analizzare dall'Istituto Zooprofilattico di Parma il sangue del cane per avere una prova inequivocabile dell'avvelenamento. L'esito è stato chiaro: è emersa la presenza di una concentrazione altissima di esteri fosforici, un prodotto chimico solitamente usato in agricoltura. Sulla base di quanto emerso dalle analisi tossicologiche, M.G. ha deciso di sporgere una formale denuncia contro ignoti. 

"Spero che chi semina questi bocconi avvelenati non resti impunito", ha spiegato la ragazza, giovane ma determinata: "devono sapere che le loro azioni possono avere delle conseguenze pesanti anche sul piano giudiziario. E soprattutto vorrei che si rendessero conto che i padroni dei cani non hanno intenzione di subire queste violenze passivamente". 

Ma, soprattutto, M.G. vuole lanciare un messaggio agli altri proprietari consigliandoli di stare attenti. La zona più a rischio, la stessa dove Dasko e altri due cani hanno inghiottito i bocconi, sembra essere l'argine maestro del Po. "E pensare che Dasko non esce mai da solo: lo accompagniamo sempre noi - ha precisato la sua padrona - Eppure è bastato perderlo di vista un attimo e dieci minuti dopo già cominciava a stare male. 

E' crollato a terra in preda alle convulsioni. Lo abbiamo portato subito dal veterinario che fortunatamente dopo quasi otto ore di cure assidue è riuscito a salvarlo e per questo rivolgo un sentito ringraziamento al medico che lo ha seguito". Grazie alla sua robusta corporatura, alla tempestività del padroni e alle cure del veterinario, Dasko è riuscito a salvarsi, ma la maggior parte dei cani non sono così fortunati. 

Anche il sindaco di Sissa, Angela Fornia, che è medico veterinario, è scesa in campo per tentare di fermare questa tragica moria. "Purtroppo nel comune vi sono stati diversi decessi di animali da compagnia - ha confermato il sindaco - spargere bocconi avvelenati è un atto irresponsabile e di inutile violenza, oltre ad essere pericoloso non solo per i cani, poiché questi pezzi di carne, a volte gettati ai bordi delle strade, possono essere toccati anche da bambini e adulti. 

Al riguardo l'amministrazione ha esposto in bacheca un documento dove vengono fornite informazioni sul da farsi e indicati i numeri telefonici a cui rivolgersi in caso di necessità. Da parte mia consiglio i proprietari non solo di stare attenti ma eventualmente, in zone a rischio, di condurre i cani a passeggio con museruole larghe per evitare che ingurgitino bocconi letali ".

La Gazzetta di Parma (web) -  15 marzo 2002 

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433.  Allarme: avvelenatore di gatti in azione a S. Gaetano 

 

 

MONTEBELLUNA. In un paio di casi solo il tempestivo intervento del veterinario ha salvato il micio da una brutta fine. 
In un altro caso la gattina non ha più fatto ritorno a casa ed il sospetto della proprietaria è che sia morta: avvelenata. Perché nei due casi in cui l'intervento del veterinario è stato provvidenziale, la diagnosi non ha lasciato adito a dubbi. 

Si trattava di avvelenamento e il veterinario era arrivato anche ad individuare il tipo di veleno utilizzato. Tutto questo sta accadendo in via Michele da Verona, a San Gaetano di Montebelluna. 

Quindi non solo sul Montello ci sono bocconi avvelenati che fanno strage di cani, gatti e selvaggina, ma anche in pianura, anche in zona residenziale, un boccone dall'aspetto innocente ed appetitoso può rivelarsi una trappola mortale. 

Evidentemente qualcuno sta spargendo nei dintorni dei bocconi avvelenati per far strage dei mici. Chi? Nessuno in via Michele da Verona ha prove per puntare il dito contro qualcuno, ma indubbiamente si tratta di qualcuno a cui dà fastidio vedere i gatti scorazzare di giardino in giardino e ha pensato che collocare dei pastoni avvelenati serva a liberare la zona dei mici. 

E nel mirino non sembrano esserci eventuali gatti randagi, ma i mici domestici, di proprietà di famiglie che abitano in via Michele da Verona, che se ne vanno in giro per prati e giardini con tanto di collare e campanellino al collo. 

«E' chiaro che c'è in giro un avvelenatore di gatti - dice la proprietaria del gattino salvato per un pelo dal veterinario - posso avere anche qualche sospetto, ma prove non ne ho e solo per questo non ho presentato denuncia. La mia preoccupazione è anche e soprattutto un'altra. Se prende in bocca uno di questi bocconi al veleno un bimbo può succedere una tragedia». 

La Tribuna di Treviso (web) - 14 marzo 2002
e.f.

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432.  Un cane ammazzato con la stricnina. L'animale trovato agonizzante dalla padrona 

 

 

VOGHERA. Un altro cane ammazzato in via Segantini. E' la denuncia di Anna Maria Baggini, che ha trovato Lalo, il suo Husky, in fin di vita nel giardinetto davanti all'abitazione. Accanto al povero animale, c'era un pacchettino: un wurstel con della polverina, il boccone mortale che pochi minuti dopo l'ha ucciso.

"Ho portato quella sostanza ad analizzare in un laboratorio, mi daranno i risultati tra una quindicina di giorni - spiega - ma sono sicura che si tratta di stricnina". La stessa sostanza che in poco tempo ha mandato all'altro mondo altri tre cani. "Sì, in ordine di tempo, quello di mia cognata, il mio e quello del vicino. 

Ora me ne hanno ucciso un altro". La signora è preoccupata. "Ci sono tanti bimbi che giocano in zona e la polvere poteva essere toccata per sbaglio. Il cane ha morso solo un boccone, ne ha ingerita poca, ma se un bambino l'avesse toccata e si fosse messo le mani in bocca?". 

E aggiunge. "Come è possibile che qualcuno abbia avuto a portata di mano una sostanza così pericolosa? Dove l'ha comprata? Ho chiesto in giro, in farmacia per esempio, e mi hanno detto che è difficilissimo procurarsela". Forse chi ha ucciso il suo cane abita in zona. 

"Ho saputo che 15 giorni fa qualcuno ha chiamato i vigili perché c'erano dei cani, ma non il mio, in giro senza museruola. Forse c'è un collegamento con la morte del mio cane. Non so, farò denuncia, lo scopriranno i carabinieri chi è stato a mettere quel boccone avvelenato". 

La Provincia Pavese (web) - 14 marzo 2002 
s.o.

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431.  Cani avvelenati, c'è una denuncia ai carabinieri 

 

 

GROTTAZZOLINA - Qualcuno a Grottazzolina si diverte ad avvelenare cani. L'ultimo caso si è verificato l'altro ieri. La signora Gea Marotta non si da per vinta e, dopo aver raccolto dati a sufficienza, ha sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri di Fermo. 

«Non esiste civiltà finché saranno possibili crudeltà di questo tipo. - afferma - Esiste la dichiarazione universale dei diritti degli animali, si possono detrarre dalle tasse le spese del veterinario, esiste l'anagrafe canina e felina, ma qui a Grottazzolina siamo tornati nel medioevo, sebbene ora ci sia l'articolo del codice penale che recita: 'Chiunque senza necessità uccide animali che appartengono ad altri è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a un anno. 

Attendo le indagini delle forze dell'ordine». E' da un mese che la Marotta annota casi di avvelenamento: «Il 20 febbraio - racconta - si sono visti circolare per le strade di Grottazzolina cinque cani, avevano l'aria di essere stati abbandonati. A distanza di pochi giorni sono scomparsi. 

La sera stessa uno dei miei due cani ha cominciato a stare male, digrignava i denti, aveva bava alla bocca, tremore, vomito: le certezze di un avvelenamento. L'ho salvato con due fiale di atropina. Il 24 febbraio anche l'altro cane ha avuto gli spasmi ed è stato aiutato dal veterinario. 

A questo punto mi sono informata, in Comune, se fossero state fatte derattizzazioni negli ultimi tempi, ma la risposta è stata negativa». La vicenda non si esaurisce qui: «Il 28 febbraio, mi è stato detto che in mattinata erano morti tre cani di proprietà, un altro era stato visto agonizzante vicino al campo sportivo. 
Il 1° marzo, purtroppo, è morto avvelenato anche uno dei miei cani. 

Abbandonare la battaglia? Niente affatto. Ho anche richiesto l'autopsia. Poco dopo, altre vit time: cinque cani, di miei conoscenti». Della questione si stanno interessando alcune trasmissioni televisive di Rai e Mediaset. La signora Marotta ha segnalato il caso, oltre che ai carabinieri, al sindaco e al servizio veterinario della Asl. 
«Ma nessuno mi ha risposto». 

Il Resto del carlino (web) - 14 marzo 2002
Fabio Paci

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430.  Cani avvelenati. Si moltiplicano i casi: proteste . 

 

 

SPOLETO. 'Patata', bastardina di un anno, è morta ieri dopo atroci sofferenze , avvelenata.

Patata è l'ultimo di una lunga catena di cani che stanno morendo per colpa di chi, proprio con l'intenzione di ucciderli, semina il territorio di Azzano e quello di Castel Ritaldi di bocconi avvelenati. 

Parte allora proprio dai proprietari dei cani una forte protesta per quanto sta avvenendo e c'è chi accusa di questa moria annunciata alcuni cacciatori. La signora Giulia, proprietaria di Patata, lancia un appello al sindaco perché vieti la caccia proprio nel territorio dove qualcuno ha messo il veleno.

«Una decisione - dice - che potrebbe servire da lezione per chi non si fa scrupolo di uccidere. Un sospetto l'abbiamo: in queste nostre zone - continua la donna - c'è stato un ripopolamento di fagiani e da allora sono iniziate le polpette avvelenate». 

«Un veleno potentissimo» spiega il dottor Albagini, medico veterinario, costretto a continue emergenze per salvare i cani. Una strage che va fermata e si attende che su quanto sta accadendo, dopo le denunce presentate, indaghi la Procura della Repubblica.. 

La Nazione (on line) - 13 marzo 2002
G.E.

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429.  Strage di cani da tartufi: avvelenati nel bosco ritorna l'incubo delle polpette killer, nella zona di Lerchi. Vittime un setter e altri quattro esemplari 

 

 

CITTA' DI CASTELLO. Cani avvelenati: torna l'incubo delle polpette killer. Quattro campioni del "fiuto", esemplari addestrati di grande valore specializzati nella ricerca del tartufo, sono morti nei giorni scorsi sotto i colpi del veleno camuffato da invitanti bocconcini di carne. 

Uno splendido esemplare di setter inglese, un mese fa, era stato salvato quasi per miracolo dal provvidenziale intervento del veterinario. Ma per ironia della sorte dopo qualche settimana era di nuovo incappato in una polpetta avvelenata e ci aveva lasciato la "pelle". 

«La prima volta che l'ho soccorso - ha detto il veterinario Beatrice Borrani - il cane presentava i classici sintomi da avvelenamento, con gli arti irrigiditi e le convulsioni. Con una adeguata terapia però lo abbiamo strappato alla morte». Per quel povero animale il destino era però segnato. 

Durante una delle solite uscite nei boschi ha ingerito un altro boccone letale: questa volta non c'è stato niente da fare ed è morto all'istante. Sempre in quella zona, nei pressi dell'abitato di Lerchi, altri quattro cani, specializzati nella ricerca del tartufo, hanno fatto la stessa fine. 

E pensare che la stagione della preziosa e prelibatissima "trifola" è ormai alle spalle e l'unico tartufo che si trova in giro e lo "scorzone" senza dubbio meno pregiato e ricercato del "bianco". Da qualche settimana a questa parte i cani da tartufo sembrano essere tornati a vivere un incubo senza fine, braccati dal veleno che viene piazzato ad arte nei luoghi maggiormente "battuti" da tartufai e proprietari di cani, che approfittano delle belle giornate per effettuare salutari sgambature. 

Di questi tempi è opportuno tenere gli occhi bene aperti e magari in qualche occasione mettere la museruola ai cani, se non si è sicuri di conoscere bene la zona. Ma se il padrone si accorge che l'animale ha mangiato qualcosa di strano un rimedio esiste. «In qualche caso è sufficiente far ingerire al cane che ha mangiato bocconcini sospetti - ha precisato il veterinario Borrani - una soluzione di acqua e sale che consente all'animale di espellere quello che ha appena inghiottito». 

Il Messaggero (on line) 13 Marzo 2002 
Giorgio Galvani

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428.  Il proprietario degli animali: «Quelle esche mortali poteva toccarle anche la mia nipotina». Taglia sull’avvelenatore di cani. Due segugi uccisi da polpette gettate nel cortile. Il padrone offre 5000 euro a chi gli darà notizie 

 

 

Monteforte. Domenico Bolla, 59 anni, promette una ricompensa di 5.000 euro a chi gli darà notizie utili per denunciare il responsabile dell’avvelenamento che è costato la vita a due dei suoi segugi: altri due cani si sono salvati. Spiega Paolo Bolla, figlio del proprietario dei cani: «Mio padre non era in casa, io stavo cenando con alcuni amici. 

A un certo punto, erano circa le 23, ho sentito i cani lanciare guaiti fortissimi. Mi sono affacciato, non ho notato nulla di strano e mi sono limitato a richiamarli perché si mettessero tranquilli». L’amara scoperta l’ha fatta l’indomani mattina il padre Domenico. 

«Ero appena rientrato dai campi», racconta, «e, come mia consuetudine, ho chiamato i cani. Bora e Ketty, che stavano in uno dei recinti, non si sono mossi. Li ho chiamati di nuovo inutilmente, mi sono avvicinato e ho scoperto che erano morti. Ho notato che anche Stella, un altro segugio di 11 anni, mostrava uno st rano malessere. L’ho caricata in macchina e sono corso dal veterinario, che è riuscito a salvarla». 

Domenico Bolla, tornato a casa, ha cercato di capire cosa fosse accaduto; gli è bastato notare le nette orme lasciate da qualcuno nel vigneto che confina con la sua casa, nei pressi del quartiere Aldo Moro, e trovare alcuni bocconi di carne legati con budello di gallina per capire che qualcuno si era avvicinato di nascosto, per gettare appositamente quei bocconi nei recinti dei cani. 

«Chi può essere stato?», si domanda il proprietario dei cani abbattuti. «Le ipotesi sono solo due: o un ladro che voleva eliminare i cani per entrare in casa a rubare, o un cacciatore, in un gesto di odio motivato dalla rivalità. Io sono cacciatore da sempre e quei cani mi avevano dato grandissime soddisfazioni: se è stata l’invidia di qualcuno a motivare questo gesto, mi chiedo solo cosa c’entrino i cani». 

Continua Bolla: «Ho deciso di mettere a disposizione di chi mi aiuterà a scoprire i responsabili di quanto è accaduto un premio di 5.000 euro. Una morte così atroce non la merita nemmeno un cane. Bora, uno dei segugi avvelenati, aveva la stessa età di mia nipote, due anni; erano cresciute insieme e insieme stavano ore ogni giorno, soprattutto adesso che il tempo è bello. 

Che sarebbe successo se quei bocconi avvelenati fossero stati toccati dalla bambina? Possibile che non ci si renda conto delle conseguenze che folli azioni possono portare?». I resti dei bocconi sono stati consegnati al veterinario che si è preso cura dei cani; da un primo esame sembrerebbe che ad abbattere i cani sia stata una letale miscela di prodotti antiparassitari usati in agricoltura, come fanno gli avvelenatori più perfidi: se il veterinario usa l’antidoto a una sostanza tossica, sono le altre ad agire. 

L'Arena di Verona (web) - 13 Marzo 2002
Paola Dalli Cani

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427.  Un atto  di grande inciviltà: cani uccisi con il veleno, tre gli animali morti mentre un quarto è gravissimo. Lasciati per strada bocconi letali: le crocchette disseminate lungo i marciapiedi 

 

 

GROSSETO. Da qualche tempo i proprietari dei cani sono nel mirino di altri cittadini non cinofili; spesso i loro Fido sporcano le strade e quindi si crea malumore per chi passeggia lungo i marciapiedi. Una polemica che va avanti da tempo e che di recente ha chiamato in causa gli agenti della polizia municipale. 

Ma a questo punto perché non ci sono provvedimenti per quanti hanno deciso di farsi giustizia da soli; basta, infatti, un bocconcino corretto al veleno per innescare una serie di problemi. In difesa dei diritti dei cani protesta il proprietario di un labrador che si è trovato al centro di una brutta esperienza e ritiene che si necessaria una inversione di tendenza per evitare che varie esigenze vengano in rotta di collisione. 

"La polemica sul fatto che i proprietari dei cani debbano avere paletta e sacchetto - si legge in un documento - non credo possa giustificare il fatto avvenuto sabato mattina nella zona di Barbanella e più precisamente in via D'Annunzio/via Cattaneo dove sono stati avvelenati 4 cani volontariamente con delle crocchette lasciate lungo le strade; preciso che tre cani sono stati uccisi e che due di loro rappresentavano l'unica compagnia di persone anziane che sono rimaste nuovamente sole e che il quarto cane (cioè il mio), dopo una lavanda gastrica e ben 14 punture di vario genere, sta lottando fra la vita e la morte". 

"Questo non credo - prosegue - sia il rimedio per trovare strade pulite e tanto più spero che la mia denuncia solo verbale possa avere spazio così come lo è stato precedentemente per quel signore che si lamentava per le strade sporche, ma che intelligentemente non ha pensato di creare danni. 

Dopo quanto accaduto tengo a precisare un concetto: i cani hanno solamente quattro zampe e a volte quelli peggiori ne hanno solamente due". 
Alcune crocchette al veleno sono sta te recuperate dai proprietari dei cani e già consegnate ai laboratori specializzati. 

Da un primo sommario esame gli esperti non sono riusciti a stabilire con esattezza la sostanza con cui erano stati intrisi quei bocconcini. 
Di certo c'è il fatto che la sostanza era tossica se le sue conseguenze sono state devastanti per gli animali.

Il Tirreno (on line) - 12 marzo 2002

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426.  Cane avvelenato in viale Marini 

 

 

PISTOIA. Nel giro di pochi mesi nella zona di viale Marini sono stati uccisi un cane e due gatti, di un terzo i proprietari non hanno più notizie. 
Lo denuncia una signora che abita in una delle villette prospicienti il parcheggio per i camper. 

Il cane della signora, un coker di 9 anni, è stato trovato morto avvelenato nel dicembre scorso, stessa sorte è toccata a una gattina mentre giovedì della scorsa settimana il secondo gatto della famiglia è stato trovato morto in un campo a poche centinaia di metri dall'abitazione.

Si tratta di episodi inquietanti che al momento non hanno una spiegazione logica.

Il Tirreno (on line) - 12 marzo 2002

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425.  Ricompaiono gli «sterminatori» di cani. La tregua è stata breve: altre bestiole sono state avvelenate con «polpette» confezionate con carne e anticrittogamico 

 

 

ASSOLO. Sono trascorse solo alcune settimane da quando (proprio su queste pagine) venne denunciato l'ennesimo caso di maltrattamenti di quello che per antonomasia è definito il più fedele amico dell'uomo: il cane. Pochi giorni di "tregua" ed ecco che giocoforza si è di nuovo costretti a registrare un altro capitolo che quella che sempre più assume i crismi di una storiaccia in piena regola. 

Infatti, meno di un mese fa, nel breve giro di pochi giorni erano stati avvelenati una quindicina di cani, tutti con tanto di padrone e regolarmente custoditi, tanto che gli stessi proprietari inizialmente non riuscivano a spiegarsi l'improvvisa e generalizzata moria né tanto meno dove e come avessero potuto assumere il veleno. 

Poi la scoperta che aveva destato non poca preoccupazione anche per le possibili conseguenze che tale gesto avrebbe potuto avere sui bambini la cui curiosità, come è noto, non conosce confini. Nei cortili erano stati lanciate nottetempo delle polpette "condite" con un potente anticrittogamico capace di far fuori tra atroci sofferenze l'amico Fido in pochissimo tempo, un'ora al massimo, quindi senza quasi possibilità d'intervento. 

Sul giornale era stato riportato anche l'episodio toccante di una intera cucciolata sterminata per aver leccato il vomito della madre alla quale il padrone era riuscito a far rimettere l'intruglio letale. Stando alle risultanze del veterinario Antonio Pusceddu, che si era occupato di alcuni casi, il veleno usato era il "Rogor", un potente pesticida usato in agricoltura per il cui acquisto si deve essere in possesso di uno specifico patentino. 

Dopo la denuncia la breve tregua ed ecco che alla fine della settimana scorsa la tristissima brigata, per la quale è quanto mai difficile trovare un aggettivo adeguato, torna all'opera aggiungendo altri esemplari all'elenco: «Stavo giusto chiudendo l'ambulatorio quando un cliente mi chiama per avvertirmi di quanto successo alla sua cagnetta. I sintomi descritti sono identici a quelli registrati il mese scorso», dice il veterinario. Occhio, gli unici, veri grandi "cani" sono tornati.

La Nuova Sardegna (web) - 12 marzo 2002
t.s. 

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424.  Gatti avvelenati. La Fabilli presenta un esposto contro la strage: «Ora intervenga la polizia per punire i colpevoli» 

 

 

SULMONA. Sulla strage di gatti interviene il presidente del Consiglio comunale Maria Luisa Fabilli. L'Esponente di Forza Italia, in un esposto inviato al commissariato cittadino chiede: «indagini approfondite per individuare i responsabili dell'incivile gesto».

Nella sua lettera la Fabilli ricorda gli episodi di via Montesanto, via De Matteis e via Montenero dove nelle settimane scorse sono stati rinvenuti decine di gatti avvelenati. 

«L'episodio è assai grave» insiste il presidente del Consiglio comunale «in quanto denota una totale carenza di sensibilità e una carica preoccupante di violenza peraltro ingiustificata, considerando che molti dei gatti uccisi erano curati da diverse famiglie residenti nelle strade citate», secondo l'esponente di Forza Italia, il fatto assumerebbe «notevoli connotati di diffusa pericolosità in considerazione del fatto che l'indiscriminato impiego di sostanze velenose lungo strade e marciapiedi pubblici, è potenzialmente idoneo a produrre seri danni alle persone e in particolare ai bambini che giocano per strada. 

Pertanto» conclude la Fabillli «ho chiesto alla polizia di svolgere le opportune indagini per identificare i responsabili allo scopo di rendere possibile l'applicazione delle opportune misure di prevenzione e di ogni provvedimento sanzionatorio di legge».

Il Centro (web) - 12 marzo 2002

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423.  Veleno anche nel parco. Animali morti per bocconi alla stricnina all'interno dell'area dello Stirone. Il presidente Orlandi: cercheremo i responsabili 

 

 

SALSOMAGGIORE.  Stricnina nel Parco dello Stirone. Anche l'area protetta è stata invasa, nei giorni scorsi, dai bocconi avvelenati. Le analisi effettuate dal servizio veterinario dell'Ausl su un esemplare di cornacchia trovato morto in località Scipione Passeri hanno dato come esito l'avvelenamento da stricnina. 

Altri animali, un gatto e una gazza, rinvenuti dalle Guardie Ecologiche Volontarie nei pressi di Vaio, sono morti probabilmente per la stessa ragione; le analisi in corso dovranno stabilirlo con certezza. 

"Questi fatti sono sicuramente gravissimi e costituiscono dei piccoli indicatori di un fenomeno di grosse dimensioni - ha evidenziato il presidente del Parco Matteo Orlandi - E' facile immaginare come oltre agli esemplari di fauna deceduti e rinvenuti in prossimità di sentieri o zone accessibili, si aggiunga un altissimo numero di simili avvelenamenti in aree meno frequentate del Parco. 

Il fenomeno assume una doppia dimensione, che riguarda sia la fauna selvatica (con prevalenza per volpi e rapaci) sia gli animali domestici degli abitanti o dei fruitori dell'area protetta". Sono infatti moltissime le persone che portano con se il cane al Parco dello Stirone per una passeggiata e, anche se vige l'obbligo di tenere l'animale al guinzaglio, sono comunque possibili rischi dovuti all'ingerimento di bocconi. 

"Il guardiaparco e le guardie ecologiche sorvegliano continuamente il territorio per arginare e tenere sotto stretto controllo il fenomeno, ma invitiamo i cittadini a segnalare al Parco (0524/581139) ogni episodio di avvelenamento, oltre ad eventuali ritrovamenti di carcasse di animali o possibili polpette nocive - ha sottolineato Orlandi - Per evitare possibili rischi, potrebbe essere utile fare indossare al cane una museruola durante la passeggiata, almeno per questi mesi in cui le intossicazioni sono più frequenti. 

Se si dispone di telefono cellulare è importante tenere memorizzato il numero del proprio veterinario, da contattare in caso di emergenza. Per evitare maggiori rischi è importante seguire i sentieri segnalati, oggetto di maggiore controllo da parte del personale di sorveglianza". 

Il Parco dello Stirone farà il possibile per evitare che vengano distribuite le polpette alla stricnina e userà tutti i mezzi necessari - ha concluso il presidente - per identificare i colpevoli e cercare di contrastare il fenomeno. In questo caso è importante anche l'aiuto dei cittadini, che possono fornire utili indicazioni con segnalazioni di ogni episodio sospetto". 

La Gazzet ta di Parma (web) - 11 marzo 2002
Angelica Siclari

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422.  Forze dell'ordine contro gli avvelenatori

 

 

PORTO TORRES. I recenti episodi di avvelenamento di cani nel quartiere Oleandro hanno fatto scattare una inevitabile preoccupazione riferita non solo alle sorti degli animali ma anche, e soprattutto, a possibili conseguenze per le persone. 

Il sindaco Gilda Usai ha inviato una nota alle forze dell'ordine (coinvolgendo carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia municipale e compagnia barracellare) per chiedere che vengano intensificate le attività di controllo e di vigilanza. 

"L'azione, oltre a quelle già gravi sugli animali - scrive il sindaco - potrebbe determinare conseguenze gravissime per le persone, soprattutto bambini che dovessero entrare in contatto con sostanze velenose distribuite in vari punti del quartiere. 

E' indispensabile, quindi, una preziosa collaborazione per assicurare adeguata vigilanza e individuare i responsabili di un gesto che non trova alcuna giustificazione". 

La vicenda, comunque, riporta d'attualità il problema del randagismo che in città non può più essere sottovalutato, insieme all'affermazione dei principi sulla qualità della vita in generale che non possono essere affrontati per spot e solo in presenza di emergenze.

La Nuova Sardegna (web) - 9 marzo 2002

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421.  Le prime analisi dell'Usl confermano: bocconi avvelenati per gatti e nutrie

 

 

CASTIGLIONE DEL LAGO.  Bisognerà attendere otto, dieci giorni, per i risultati dei rilievi effettuati dall'Istituto Zooprofilattico dell'Umbria sulla recente strage di gatti nei pressi dell'ex cooperativa pescatori del centro lacustre. 

Ma forte è fin d'ora il sospetto che la causa sia l'avvelenamento, come sembrano indicare i primi esami sui resti dei poveri animali.

L'area in cui era stata fatta, all'inizio della settimana, la macabra scoperta, è dismessa da anni; proprio lì si era insediata una colonia di «mici», che veniva accudita ogni giorno da poche persone del paese, amanti degli animali, che portavano un po' di cibo. 

Oltre ai corpicini dei gatti, un pensionato del posto aveva trovato nel raggio di pochi metri anche una nutria morta: ed è noto che questo roditore condivide con i piccoli felini il poco invidiabile primato nell'odio ottuso e immotivato dei soliti vigliacchi. Secondo quanto riferito dai medici e dal personale del Servizio veterinario della Usl, sono molte le segnalazioni analoghe da tutto il comprensorio.

La Nazione (on line) - 9 marzo 2002

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