STAMPA - articoli 501- 520
(21 aprile 2002 - 3 maggio 2002)

 


 

 

520.  Dodici cani avvelenati con le polpette

 

 

Morte da avvelenamento per dodici cani a Monte San Giovanni.
«E' da una settimana che i nostri cani - commenta uno dei propietari, Luigino Sestili - vengo uccisi per aver ingerito polpette contenti un particolare veleno utilizzato per le lumache».

La vicenda ha messo in allarme l'intero paese, buona parte degli abitanti ha anche provveduto a denunciare l'accaduto: ad occuparsi delle indagini è il comando provinciale dei Carabinieri.
Tutti i cani, anche se liberi di girare all'interno del paese, erano di proprietà dei residenti.

«Soltanto uno di questi, il mio - prosegue Sestili - veniva utilizzato per la caccia dei tartufi, gli altri erano semplici cani di compagnia.
Per il momento non ci sono ancora sospetti, però tutti i casi di avvelenamento si sono consumati tra Monte San Giovanni e la vicina frazione di Forcella».


Il Messaggero (on line) - 3 maggio 2002

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519. Cremona, strage di cani in campagna. Allarme tra gli agricoltori delle cascine: undici gli animali uccisi con cibo avvelenato

 

 

CREMONA - Strage di cani nelle campagne cremonesi.
Nel giro di un paio di giorni sono stati trovati morti per avvelenamento 11 cani e un gatto dai proprietari di tre cascine vicine, anche se in comuni diversi: Annicco, Luignano e Paderno Ponchielli.
Un triangolo verde, con una folta vegetazione arborea, che contornando le distese dei campi, offre condizioni ideali per la caccia.

E proprio sui cacciatori, stando alle dichiarazioni degli esperti, si addensano i sospetti della strage.
Il movente sarebbe lo scompiglio che i cani, liberi di vagare nei campi, possono recare alle fagiane che stanno covando e alle lepri che hanno appena dato alla luce i leprotti, proprio in questo periodo dell'anno.
Ma ancora non è emerso nulla di concreto dalle indagini dei carabinieri di Soresina.

Non si esclude neppure che l'autore della carneficina possa essere un maniaco oppure qualche vicino senza scrupoli a cui dava fastidio l'abbaiare dei cani.
Ci sono alcuni punti in comune nei ritrovamenti dei cuccioli uccisi: il veleno per topi somministrato attraverso salsicce e cosce di pollo; la libertà di spostamento di cui godevano tutti i cani eliminati e i giorni della scoperta della strage.

Il che fa pensare a una stessa «mano». Tre i casi.
Il primo è capitato a Silvio Stringhetti nella cascina «Olmo», comune di Paderno Ponchielli, che ha una sua ipotesi.

«In paese, gira voce che qualcuno avrebbe collocato quei bocconi avvelenati per uccidere le volpi in giro per la campagna, ma siccome di tali animali non c'è traccia, il veleno l'hanno mangiato i cani.

Si chiamavano Tronco, Cirillo e Lady, erano tre fratelli che mi erano arrivati in cascina chissà da dove», spiega l'agricoltore ancora turbato dall'accaduto mentre accarezza i due bastardini
che gli hanno regalato per compensare la perdita.

La seconda macabra scoperta è avvenuta a «Villa Chiara», il cascinale gestito dalla signora Piera Tregattini, comune di Luignano, dove sono stati rinvenuti senza vita Titina, Pupy e Zar e un quarto cane.
«È stato avvelenato anche il gattino Fufy, dispettoso e intelligente - racconta la coltivatrice - solo perché era sempre in compagnia dei miei cani.

I miei nipotini lo rimpiangono molto perché giocavano sempre con il micio».
Ad Annicco il caso più grave.
Quattro dei cinque cani della signora Anna Freri sono stati trovati morti.

«Trilly e Ninnina li abbiamo trovati distesi qui sull'aia - dice la signora ancora sotto choc - mentre ancora mancavano all'appello Nerino e Fiocco e credevo che fossero vivi.

Invece, al telefono, il veterinario, mi ha detto di cercare nei dintorni che li avremmo trovati morti pure loro e così è stato.
Mi rimane Pollicino, ma tra qualche giorno arriveranno altri cagnolini».
«È impossibile che i cacciatori facciano azioni così agghiaccianti - dice Giovanni Verazzani, responsabile Federcaccia di Cremona -.

Sono i migliori amici dei cani».


Il Nuovo (web) - 3 maggio 2002
Sperangelo Bandera

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518. L'erba era avvelenata.

 

 

Sarebbero queste le prime conclusioni a cui sarebbero arrivati i tecnici dell'Usl che si stanno occupando del caso delle oltre cento pecore trovate morte in un campo di Picciorana a due passi dalla via Pesciatina.

Una strage, ma dovuta a che cosa? Le analisi, affidate all'istituto di zooprofilassi dell'usl, farebbero propendere per un avvelenamento da anticrittogamici.
Ma ci vorrà del tempo per ottenere una risposta definitiva.
L'allarme era scattato sabato pomeriggio in via di Tanaro, dove, davanti al pastore prima allibito, un centinaio di bestie del proprio gregge hanno cominciato a stramazzare al suolo prive di vita.

Qualcuna, poco dopo, si è rialzata, ma oltre 80 sono rimaste sul terreno.
Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri di Borgo Giannotti e personale dell'Usl.
Che cosa può aver determinato la morte delle pecore? La pista dell'infezione sarebbe stata esclusa in partenza per ovvie ragioni, trattandosi di una morte collettiva avvenuta in contemporanea.

E si è fatta subito avanti l'ipotesi dell'avvelenamento con diserbanti sparsi sul campo.
Le pecore, mangiando l'erba, sarebbero rimaste avvelenate.
Il danno, per il pastore, è notevole.

Quasi tutti gli animali deceduti sono stati portati a Lodi per essere inceneriti, mentre due sono stati trasferiti al laboratorio dell'Università di Pisa per essere sottoposti ad autopsia.
Nella zona gli abitanti sono piuttosto allarmati, e nessuno riesce a spiegarsi l'accaduto.

La Nazione (on line) - 1 maggio 2002

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517.  Bocconi avvelenati

 

 

Borgo Val di Taro (PR). Tre cani di cui due cuccioli di segugio e un dalmata sono stati avvelenati tramite bocconi sparsi ai lati della strada, nei pressi delle abitazioni.

Nonostante l’intervento del veterinario per uno di questi non c’è stato nulla da fare, mentre gli altri due stanno ancora lottando tra la vita e la morte.
Voglio precisare che “teatro" della vicenda è un piccolo paese all’interno dell’Azienda Faunistica Venatoria di Baselica dove simili episodi sono ormai all’ordine del giorno: ogni anno al termine della stagione venatoria, in detta zona vengono sparsi bocconi avvelenati ed ogni anno c’è una vera e propria strage di cani, gatti e animali selvatici.

Il Messaggero (on line) - 1 maggio 2002
Stefania Mortali

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516.  Avvelenata anche una gazza. Dopo i cani e i gatti, trovato morto anche un uccello

 

 

Non bastavano i cani e i gatti, adesso tra le vittime c'è anche una gazza.
La storia degli animali avvelenati nella zona di Contrapò sta assumendo dimensioni preoccupanti; lunedì nel campo sportivo Daniele Visentini, che abita poco distante, ha raccolto l'uccello già agonizzante e il pensiero è corso immediatamente agli altri animali uccisi: «E una viceda davvero strana - spiega Visentini -.

E anche pericolosa perché nel campo giocano tanti bambini e se qualcuno semina polpette al veleno è un problema serio».
La gazza morta è stata consegnata al centro della Lipu.


La Nuova Ferrara (web) - 1 maggio 200

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515.  Polpette al veleno, strage di animali

 

 

PERUGIA — E'allarme per gli animali domestici di Perugia e dintorni.
I casi di avvelenamento si moltiplicano e, nonostante si sospettino i nomi dei «soliti ignoti», ben poco allo stato attuale delle cose è stato fatto contro di loro.

Tra Pila e Spina ammontano a circa venti i decessi di gatti domestici nel corso dell'ultimo anno, per non parlare di quelli scomparsi per i quali è facile presumere una analoga sorte.

«Si sospetta il nome del maniaco — riferiscono gli abitanti della zona — ma per procedere contro di lui è necessario che venga colto sul fatto».
Nel frattempo il «killer» continua ad abbandonare polpette avvelenate ovunque, compresi i giardini pubblici e gli orti adiacenti alle abitazioni.

La paura dei residenti è che, prima o poi, un bambino possa ingerire uno di quei maledetti bocconi o che, cosa non del tutto improbabile, qualcuno finisca per raccogliere il veleno assieme all'insalata.
Il problema non riguarda soltanto la zona di Pila.
L'Enpa riferisce infatti che presso i Rimbocchi sono già quattro i cani rimasti vittime di avvelenamento negli ultimi giorni.

Due, grazie alle immediate cure mediche, sono stati salvati, per gli altri non c'è stata nessuna speranza.
Ma l'allarme non è limitato a pochi quartieri, come è facile desumere dalle parole degli animalisti.

«La questione — riferisce Paola Tintore, presidente Enpa regionale — riguarda l'intera città, nonché aree periferiche come Solomeo, Mantignana, Corciano e tutte le zone soggette a ripopolamento della selvaggina».
In questo caso la strage è dovuta alle faide tra alcuni cacciatori.

«La scusa addotta da molti — continua la Tintore — è che i bocconi dovrebbero servire a contenere la popolazione di volpi, in realtà a farne le spese sono soltanto i cani».
Anche in questo caso, pur conoscendo i nomi dei responsabili, non c'è molto che si possa fare contro di loro.

O meglio, qualcosa di molto concreto in realtà, secondo l'Enpa, si potrebbe fare.
«Avevamo chiesto di includere nella legge che la Regione ha emanato a proposito dei bocconi avvelenati una norma semplice e funzionale: laddove si fossero registrati casi di avvelenamento, si sarebbe dovuta impedire ogni attività venatoria per un limitato periodo di tempo.
Questo avrebbe rappresentato un ottimo deterrente, ma purtroppo non siamo stati ascoltati».

La Nazione (on line) - 30 aprile 2002
Francesco M. Grotti

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514.  Un cane morto, due salvati in extremis hanno ingerito bocconi avvelenati

 

 

LA SASSA. Un cane morto e altri due salvati in extremis, sono risultati avvelenati da «bocconi» contenenti stricnina, queste le gravi conseguenze di storie incivili che si perpetuano da anni, con la scusa di colpire la volpe che crea problemi sia in ambito venatorio sia nei pollai delle campagne.

E così si spargono esche, con i gravi risultati abbiamo visto.
Tutto è accaduto a La Sassa, sotto il paese, nella zona che guarda la Val di Sterza.
Due dei cani avvelenati sono stati accompagnati nell'ambulatorio cecinese del veterinario, dottor Tiziano Pucini, che ha praticato, visti i chiari sintomi, il protocollo terapeutico inerente l'avvelenamento da stricnina.

Tanto che i cani sono stati salvati.
Pucini, nonostante non siano state praticate analisi sulle interiora, è quasi certo che la causa della morte dell'altrp cane sia dovuta al temibile prodotto (anche per gli umani) che in genere viene inserito nei colli di pollo, insieme a piccoli frammenti di vetro.

Così il selvatico (ma anche i cani, come si è visto) masticando si ferisce alle mucose, permettendo al veleno di entrare subito in circolo, creando situazioni letali.
Sui gravi episodi della Sassa, stanno cercando di far luce i carabinieri della stazione di Ponteginori.

Il Tirreno (on line) - 30 aprile 2002
m.f.

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513. Cani e gatti avvelenati tra i viali. Anche i piccioni uccisi dal cibo lasciato per strada. La direzione sanitaria avvia un'indagine. Tornano gli ex Lsu al canile: prende il via una campagna per la sterilizzazione dei randagi

 

 

L'intolleranza nei confronti degli animali è ormai a livelli d'emergenza: all'ospedale Cervello sono stati avvelenati numerosi cani e gatti e secondo i dipendenti i casi potrebbero ripetersi.

Al canile, nel frattempo, viene lanciata una campagna per la sterilizzazione dei randagi presenti in città, con particolare attenzione a quelli che vivono nelle zone dei nosocomi.
A lanciare l'allarme per gli avvelenamenti, avvenuti lo scorso 20 aprile, è un lettore del Giornale di Sicilia che preferisce non vedere pubblicato il suo nome: "Si è trattato sicuramente di un'operazione massiccia voluta da qualcuno che non sopporta i cani - denuncia al servizio telefonico della redazione -.

Sono stati disseminati bocconcini avvelenati in una vasta area dell'ospedale, e a farne le spese sono stati alcuni piccioni, sei cani e tre gatti.
Gli animali sono stati colti da convulsioni dopo averli mangiati e hanno visto la morte in pochi minuti".

Dalla direzione dell'ospedale dicono di non avere ricevuto alcuna notizia sugli avvelenamenti.
"Stiamo avviando delle verifiche", assicura tuttavia il direttore sanitario dell'azienda Cervello, Giuseppe Ferrara.

In ogni caso, dalla direzione sanitaria assicurano che non può essersi trattato di una derattizzazione finita male.

"In quei giorni - dichiara Vincenzo Scorza, direttore sanitario di presidio - non è stata avviata nessuna operazione simile, e comunque in quei casi usiamo la massima cura.
Se si è verificato un caso di avvelenamento, si tratta di certo di un'iniziativa partita dall'esterno".

Se in direzione non è arrivata alcuna notizia, fra il personale dell'ospedale c'è chi ha delle certezze: "Lunedì 22 aprile - racconta Nunzio Leonardo, magazziniere - mi è stato detto che alcuni cani erano stati uccisi: non so quanti siano stati i casi, ma sicuramente qui dentro è successo qualcosa".
L'ausiliario Giuseppe Saluto ha anche visto qualcosa: "Sabato - afferma - ho visto un cane morto davanti all'ingresso principale.
Non so se si sia trattato di un avvelenamento, ma sono sicuro di quello che ho visto".

Anche Giovanna Marrone ("E' lei che si prende cura dei cani", dicono in molti) ha delle certezze di ferro: "Gli avvelenamenti ci sono stati, eccome - dice tutto d'un fiato -: fino a martedì scorso abbiamo salvato l'ultimo randagio in preda a convulsioni, e non è neanche la prima volta che avviene qualcosa di simile".

Stando a sentire i dipendenti della clinica, infatti, tre anni fa sarebbero morti otto cani in circostanze simili: la paura, dunque, è che possa succedere di nuovo.
"Sospettiamo che ci sia ancora veleno in giro", dichiara preoccupata Giovanna Marrone.

All'ospedale molti sollevano comunque il problema della convivenza con gli animali: "I randagi sono tanti - afferma l'infermiera Rosalia Di Salvo - e danno molto fastidio.
Mi capita spesso di avere paura".

Il problema dei cani che popolano i viali degli ospedali cittadini è da lungo tempo all'attenzione del canile municipale: gli animali sono presenti in molti dei nosocomi, dal San Lorenzo di via Ingegneros al Policlinico, dall'Enrico Albanese di via Papa Sergio al Cervello, appunto.
"Ma quei randagi sono stati visitati dal nostro servizio veterinario - garantisce Salvatore Lo Iacono, responsabile amministrativo della struttura di via Tiro a Segno - e sul posto ci sono degli animalisti che se ne prendono cura".

Ad ogni modo, ieri mattina gli ex-lsu della Gesip hanno ripreso servizio al canile, e da giovedì l'accalappiacani rientrerà in funzione per le strade della città.
Potrà così decollare un progetto da tempo nel cassetto.

"Intendiamo avviare una sterilizzazione massiccia dei randagi presenti in città - dichiara Lo Iacono - e uno dei nostri punti di partenza saranno proprio gli animali delle aree ospedaliere".

Il Giornale di Sicilia (web) - 30 aprile 2002
Claudio Reale

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512.  Cane ucciso con il veleno. L'episodio segnalato nelle campagne castellane

 

 

CASTELFIORENTINO. L'uccisione di un cane provocata da un presunto avvelenamento è l'inquietante episodio avvenuto nelle campagne di Castelfiorentino denunciato da E.M., residente nel centro castellano, nonchè amanti degli animali.

Afferma la donna: «L'altro giorno il cane di una mia cara amica che vive in campagna è morto tra le convulsioni per l'ingestione di un boccone avvelenato raccolto probabilmente appena fuori dal cancello di casa.

Ma non solo, prima di morire il cane deve aver vomitato nei pressi di casa, perché un altro dei cani della mia amica (la quale in preda al terrore aveva subito provveduto a chiudere l'animale in casa) ieri ha avuto gli stessi sintomi ed è stato solo per un colpo di fortuna che si è salvato, grazie all'intervento della nuora della mia amica, che è un medico veterinario e in quel momento era nell'abitazione».

Quello segnalato non è che uno dei tanti casi di avvelenamento di animali domestici che ogni anno si verificano in questo periodo.
L'allarme è alto tra chi ha cani e gatti. La paura che possa accadere qualcosa alle bestiole non fa dormire sonni tranquilli.
«Noi possessori di animali siamo esasperati da questa situazione - aggiunge -.

Ogni passeggiata in campagna corre il rischio di trasformarsi in tragedia, siamo costretti a chiudere i nostri gatti nelle nostre case.
Non è vita, né per noi, né per i nostri animali, ma l'unica cosa che possiamo fare quando si verifica una tragedia è sporgere denuncia contro ignoti e farci insegnare dai nostri veterinari cosa fare in caso di emergenza, sperando di avere al momento opportuno il sangue freddo necessario per cercare di salvare i nostri animali o porre fine alle loro sofferenze».

Il Tirreno (web) - 28 aprile 2002

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511.  Polpetta «killer», ancora un cane ucciso

 

 

SAN GIMIGNANO — Uccidere il vero amico dell'uomo, il cane, è uno dei più grossi spregi dove la razza umana possa arrivare, specialmente a certi animali inoffensivi.
Ecco che dopo i bocconcini avvelenati ai gatti randagi, i nemici degli animali si sono rifatti vivi a San Gimignano uccidendo «Bobi», il bretoncino da caccia di 10 anni che Ottavio Gennai, pensionato-ortofrutticolo di San Gimignano, teneva come un figlio.

Lo ha trovato l'altra mattina stecchito intorno casa, in via Vecchia di Baccanella, dove il cane viveva tranquillo senza infastidire nessuno da 10 anni.

Esemplare di razza Breton con la particolare attitudine della caccia alla penna e di riporto.

A Ottavio Gennai non è rimasto altro che sapere e capire di come la morte sia avvenuta, trasportandolo nell'ambulatorio del medico veterinario, la dottoressa Alba Giorgio.

E non ci è voluto molto tempo per capire che non è stata una morte naturale, dopo un esame sulla povera bestia.
Infatti il referto della dottoressa Alba spiega subito che la morte è stata causata da un'esca avvelenata di un «collo di pollo» trovata nello stomaco del fido Bobi.

Una vendetta ? «Non ho nemici — dice Ottavio —, tantomeno ne aveva il mio Bobi».



La Nazione (on line) - 27 aprile 2002
Romano Francardelli

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510. Indagine alla ricerca dei responsabili a Contrapò. Avvelenati con polpette due cani e un gattino. Sono morti in poche ore

 

 

Un inquietante episodio di avvelenamento a danni di tre animali si è verificato domenica a Contrapò.
Qualche persona sadica si è divertito a confezionare alcune micidiali polpettine che purtroppo sono state fatali per due cani e un gatto.

Tutta è iniziato domenica, quando Lilla, una delle due cagnoline di Lucia Simoni ha accusato forti malori.
Poco dopo gli stessi sintomi di avvelenamento sono stati riscontrati da Pirin, il gatto di casa.
Terza vittima dell'avvelenatore è un'altra cagnolina di Mario Bonazzi, di soli quattro mesi, morta poco dopo aver mangiato il gradito boccone.

Nonostante l'intervento del veterinario, non si è riusciti a scongiurare la morte degli animali.
Ieri mattina, mentre la signora Simoni stava andando a seppellire il gatto ha trovato nel cortile una polpetta strana.
Ha chiamato le forze dell'ordine per farla analizzare e vista l'impressionante serie di avvelenamenti non è escluso che siano state proprio quelle polpettine ad uccidere.


La Nuova Ferrara (web) - 27 aprile 2002

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509.  Morìa di gatti: anziano lancia allarme veleno

 

 

BUCINE — I gatti: animali domestici per definizione, socievoli e indipendenti, furbi e vigili, basta una carezza per avere in cambio il loro affetto, forse interessato, ma nello stesso tempo aperto e sincero.
Animale sacro per gli Egizi, dalla notte dei tempi accanto all'uomo a dividere i piaceri della casa in cambio di qualche utile servizio, ovvero caccia al topo.

Così è dovunque in genere. Però ogni tanto la cronaca si imbatte in episodi di tutt'altro stampo.
Come a Badia Agnano dove da qualche giorno si assiste ad una vera e propria moria dei simpatici felini.

La zona indiziata è quella ad ovest del paese situata, tanto per intendersi, all'inizio delle case per chi viene da Capannole.
Eppure si tratta di animali non randagi, visto che hanno tutti una casa ed un padrone, non danno noia a nessuno se non a qualche lucertola.

Dev'esserci però qualcuno che non la pensa così ed allora se ne va in giro seminando morte, probabilmente con la posa di polpette avvelenate.
Licio Papini, un tranquillo pensionato che si è visto «togliere» in questo barbaro modo due splendidi gatti si è rivolto alla polizia provinciale ed ai carabinieri per segnalare la cosa.
Qualcuno gli ha consigliato di conservare in frigorifero i «reperti» per eventuali analisi ma finora non si è visto nessuno a ritirarli.

«Eppure un intervento dev'essere fatto, si rende necessario — ci confida Licio Papini — per consentire ai nostri amici a quattro zampe di avere una vita normale.
Considerato che la cattiveria umana — questa l'amara conclusione del nostro pensionato — arriva a tanto...».

La Nazione (on line) - 27 aprile 2002
Sergio Cerri Vestri

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508.  Nel 2002 avvelenati 30 randagi. Cane ucciso con la stricnina. Insorgono gli animalisti: scoveremo i responsabili

 

 

L'AQUILA. «Prosegue la strage quotidiana di cani, morti per avvelenamento».
L'allarme arriva dalla Lega per la difesa del cane dopo l'uccisione di un cane a Bazzano.
Il bilancio degli animali uccisi, secondo quanto riportato da una nota degli animalisti, è pesante visto che, «soltanto nei primi mesi del 2002 sono stati 15 quelli in cui è intervenuto direttamente il servizio veterinario della Asl, e almeno il doppio i casi totali di avvelenamento.

Tra le zone più colpite, quella delle campagne tra Bazzano e Onna, dove la Asl è intervenuta più volte nelle ultime settimane.
«Tra le tante storie sconosciute delle vittime» dice la nota «una forse, particolarmente emblematica, vale la pena di essere raccontata.

E' quella del cane Willy, un giovane maschio di tipo lupoide morto la scorsa settimana, anche esso per avvelenamento.
Da alcuni giorni aveva trovato rifugio nel piazzale della concessionaria della Peugeot, a Bazzano.
Qui, i dipendenti avevano preso ad accudirlo e l'avevano chiamato Willy, come il coyote di un famoso cartone animato».

«Willy è morto dopo un'atroce agonia, in preda a terribili convulsioni» proseguono «quasi certo l'avvelenamento da stricnina, come ha diagnosticato il veterinario, dottor Ciambotti, che ha tentato inutilmente di tenerlo in vita.
Ora toccherà all'Istituto zooprofilattico di Teramo analizzare i resti del povero animale, e degli altri morti come lui, e stabilire se e di quale veleno si tratti».
La sezione della Lega nazionale per la difesa del cane sporgerà denuncia contro ignoti: «Sarà un gesto simbolico» concludono gli animalisti «data la difficoltà di trovare i colpevoli».

Il Centro (web) - 26 aprile 2002

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507.  La perizia su due fiale trovate ad un imprenditore di Prato conferma la presenza del veleno
Cani e gatti uccisi col cianuro ora chi avvelena rischia grosso

 

 

Si tratta di cianuro purissimo e letale. Destinato ad uccidere gli animali predatori ma micidiale anche per l'uomo.
Se una fialetta venisse aperta in una stanza di medie dimensioni, a finestre chiuse, alla temperatura non inconsueta di 24-25 gradi, tutte le persone presenti in quella stanza morirebbero.

E' il responso del tossicologo forense Francesco Mari che il 20 febbraio, su richiesta del Pm Alessandro Crini, era stato incaricato dal Gip Paola Palasciano di esaminare il contenuto di due confezioni integre con dieci fiale ciascuna e di sei flaconi vuoti, con etichetta indicante cianuro, sequestrati nel febbraio 2001 dalla Polizia provinciale con altre sostanze tossiche ad un industriale di Prato, Marino Gramigni, 66 anni.

Titolare di diverse aziende tessili, Gramigni gestisce anche una riserva di caccia all'interno dell'azienda agricola Fabbrica Santa Cristina a San Casciano Val di Pesa: qui il 10 gennaio 2001, nel corso di una battuta per l'abbattimento dei cinghiali, due cani scomparvero e altri due furono uccisi dai bocconi avvelenati.

Fu aperta un'inchiesta che ha portato alla scoperta di un impressionante armamentario di trappole e di veleni.

Fra questi il cianuro, sostanza micidiale di cui è vietata la vendita su tutto il territorio nazionale ma molto apprezzata dagli avvelenatori di animali perché, diversamente dalla stricnina, non entra in circolo e quindi consente di consumare le carni degli animali uccisi.

Come è dimostrato dalle statistiche recentemente pubblicate, sulle colline toscane la strage degli animali uccisi dai bocconi avvelenati non si ferma.
Nel 2001 ci sono state 152 segnalazioni di avvelenamenti, per un totale di 216 animali uccisi.
A poco sono servite sinora le battaglie degli ambientalisti, le nuove norme regionali e lo sdegno degli amanti degli animali, approdato anche sulla stampa internazionale grazie alla scrittrice Muriel Spark, che sul Guardian il 18 marzo '99 descrisse lo strazio dei suoi cani uccisi dai bocconi avvelenati e dichiarò: «Per me gli avvelenatori dei cani sono criminali».

Ora però la scoperta del cianuro potrebbe far compiere un salto di qualità alla lotta contro questa pratica feroce.
Poiché il tossicologo ha confermato la estrema pericolosità del cianuro sequestrato all'imprenditore pratese, il Pm Crini potrebbe contestargli la violazione della legge sulle armi del '74, che punisce chi fabbrica, vende, cede o detiene armi e munizioni da guerra, esplosivi e anche «aggressivi chimici»: fra i quali rientra il cianuro.

Chiamato anche acido prussico, è il veleno che in assoluto ha ucciso più persone nella storia: era utilizzato dai nazisti nelle camere a gas.
La legge sulle armi stabilisce pene dai 3 ai 12 anni per chi cede «aggressivi chimici», fra 1 e 8 anni per chi le detiene.

L'inchiesta si è estesa anche ai fornitori delle fiale letali, presumibilmente provenienti dall'Austria.
Nelle istruzioni contenute nelle confezioni si spiega che la fiala deve essere infilata integra nella polpetta o nel collo di pollo, in modo che sia l'animale, addentando il boccone, a rompere la fiala e a liberare il veleno.
Le indagini confermano le responsabilità di una parte del mondo della caccia, specie quello legato alla gestione delle zone di ripopolamento.
I veleni vengono utilizzati per liberare i boschi dai predatori: istrici, volpi in modo che la selvaggina da lancio possa crescere indisturbata per poi essere impallinata dai cacciatori.


La Repubblica (web) - 26 aprile 2002
Franca Selvatici

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506.  Cianuro ai cani, imprenditore nei guai. L'uomo è finito sotto inchiesta per la morte di due cani da caccia nel corso di una battuta al cinghiale in una riserva di San Casciano Val di Pesa

 

 

Contenevano cianuro purissimo che poteva avere effetti mortali per le persone se inalato in un luogo chiuso con una temperatura di 24 gradi, le fiale sequestrate ad un imprenditore pratese.
L'uomo è finito sotto inchiesta per la morte di due cani da caccia nel corso di una battuta al cinghiale in una riserva di San Casciano Val di Pesa (Firenze).

Lo ha stabilito una perizia disposta con incidente probatorio su richiesta del Pm Alessandro Crini, titolare dell'inchiesta sull'avvelenamento degli animali.
L'imprenditore è sospettato di essere il responsabile della morte dei cani, uccisi da bocconi avvelenati disseminati nella tenuta per tenere lontani istrici e volpi.

Sulla base della perizia il Pm potrebbe ora contestare all'imprenditore il reato di porto illegale di aggressivi chimici.

La Nazione (on line) - 25 aprile 2002

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505.  La morte atroce di «Culobiondo»

 

 

SASSARI. Non tutti i cani sono fortunati come quelli che sfileranno in passerella.
Ci sono anche destini diversi.

«I bocconi avvelenati hanno fatto un'altra vittima.
Si chiamava Alessandro; ma si chiamava anche Lucky.
E anche Charlie; e perfino «Culobiondo».

Ognuno lo chiamava in modo diverso e lui rispondeva a tutti questi nomi, perché lui era tutti questi cani, era il cane di tutti quelli che abitano vicino alla Rotonda di Li Punti - racconta un lettore -.

Estate e inverno: era sempre là, quel grosso cagnone che camminava lentamente al centro della carreggiata, strappandoti un sorriso quando rincasavi tardi ».

«Chissà, forse quel boccone avvelenato non era neanche destinato a lui.
Non lo sapremo mai. Il veterinario non lo ha potuto salvare.
E così ieri eravamo in tanti, silenziosi e imbarazzati a dargli l'addio e una modesta sepoltura vicino a dove è vissuto».

La Nuova Sardegna (web) - 25 aprile 2002

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504.  Domenica ci giocavano i bambini alla festa della Pro Loco. Cane ucciso a Guzzano con polpette alla stricnina

 

 

MONTEMURLO. Nuovo caso di avvelenamento ieri a Guzzano.
Un cane ha mangiato una delle famose polpette alla stricnina che stanno nuovamente popolando le colline montemurlesi ed è morto.

Torna così l'incubo stricnina che qualche anno fa uccise moltissimi cani.
Un episodio di grande incivilità questo, soprattutto se si considera che domenica scorsa a poche centinaia di metri dal luogo dove è stato avvelenato il cane si è svolta «Colori di Primavera», la festa per i bambini organizzata dalla Pro Loco di Montemurlo e dal gruppo trekking «La storia camminata».

Domenica scorsa proprio a Guzzano c'è stato un gran via vai di bambini che hanno corso, giocato e fatto volare gli aquiloni negli stessi prati dove, a poche ore di distanza, sono state trovate alcune polpette di stricnina che avrebbero potuto creare qualche spiacevole incidente ai bambini stessi.

Un vero e proprio segno di inciviltà che per il momento ha danneggiato solo gli animali, che rimangono vittime innocenti di queste persone, ma rischia di creare grossi pericoli anche per coloro che frequentano l'Area Protetta e per i bambini stessi, inconsapevoli di essersi divertiti ed aver giocato vicino ad un pericolo così grande.
La cosa strana è che la zona di Guzzano è costantemente interessata dal problema dell'avvelenamento da stricnina.
È senza dubbio la parte più a rischio dell'intera area ed è quella che ha registrato il maggior numero di morti di animali.

Una situazione che dovrebbe essere in qualche modo controllata dai responsabili dell'Area che dovrebbero forse intensificare il lavoro delle guardie venatorie e degli addetti alla sicurezza ambientale della zona.


Il Tirreno (on line) - 24 aprile 2002

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503.  Bocconi alla stricnina. Morìa di cani avvelenati a Castelferro

 

 

PREDOSA. Altri cani avvelenati nelle campagne della provincia.
La moria è segnalata da Giuseppe Ottria, di Predosa, frazione Castelferro, che denuncia al Comune, ai carabinieri di Sezzadio, all´Asl e alle Associazioni venatorie l´uccisione di cani domestici temporaneamente allontanatisi dalla casa dei loro padroni.
«La zona è agricola e non ospita aziende chimiche - spiega Ottria -.

Non solo, il veleno ingerito dalle bestiole si trovava in bocconi sparsi nei campi e questa procedura è tipica di persone che intendono salvaguardare la selvaggina dai rapaci.
Ovviamente non abbiamo prove ma a Castelferro c´è già chi è pronto a indicare i responsabili». Aggiunge Ottria: «Non vogliamo trovare a ogni costo il colpevole, ma sensibilizzare gli enti e le federazioni a intervenire per frenare questi comportamenti.

In caso contrario, le reazioni della nostra comunità potrebbero degenerare».
Roberto Corti, presidente dell´Associazione nazionale libera caccia, replica: «I nostri associati, tutti cacciatori seri, non farebbero mai cose simili.
Purtroppo, sappiamo che c´è gente che getta i bocconi al veleno, ma siamo noi i primi a combatterli».


La Stampa (on line) - 24 aprile 2002

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502.  Ancora quei bocconi killer

ASCIANO — Avvelenata. Aveva solo tre anni, Bianca.
Giocherellona, pronta a fare le feste a chiunque decidesse di allungare la mano oltre il recinto e carezzarla.
Uno splendido esemplare di pastore maremmano (nella foto con il padrone) che, probabilmente, è stato ucciso da un boccone avvelenato.

 

 

Il suo compagno di giochi, un pastore tedesco, sta molto male, ma sembra che i veterinari riusciranno a salvarlo.
Il fatto, avvenuto giovedì scorso e denunciato ai carabinieri della stazione locale dal proprietario, ripropone con forza il problema degli animali avvelenati nella nostra provincia di cui è rimasto vittima, come si ricorderà, persino un lupo.

Fenomeno inquietante quanto pericoloso, perché se invece dei cani a contatto con il veleno fossero entrati dei bambini le conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi.

La macabra scoperta alle 21, in località Belvedere. «Mi sono recato nel recinto dove dall'autunno scorso custodivo i miei cani — spiega il proprietario — per portare loro da mangiare.
Si trova a pochi metri da casa. In quel momento mi sono accorto che Bianca, la femmina di razza maremmana, era distesa in terra, con la bocca sanguinante.

Non dava segni di vita. Inoltre aveva la punta della lingua visibilmente di colore blu per cui ho subito sospettato che potesse essere stata avvelenata».
Anche il pastore tedesco era in cattive condizioni «ma lui, forse perché più diffidente nell'accettare cibo dagli estranei, si salverà.
Sarà sottoposto a una cura intensiva per circa un mese», ricorda il proprietario.

A confermare che Bianca era stata avvelenata l'autopsia effettuata l'indomani, prima di incenerire la carcassa.
«A ucciderla è stata una sostanza tossica potente, a base di zinco. Forse veleno per topi o prodotti usati in agricoltura.
Chi può avermi fatto un tale dispetto? Non lo so proprio, ma sicuramente qualcuno che non ha pensato al rischio legato a quel gesto visto che il boccone era di indubbia pericolosità sia per la fauna locale sia per chiunque vi fosse venuto a contatto».
Di qui la denuncia ai carabinieri che si sono già mossi per effettuare gli accertamenti di rito.

La Nazione (on line) - 23 aprile 2002
Laura Valdesi

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502.  Bocconi alla stricnina. Morìa di cani avvelenati a Castelferro

 

 

PREDOSA. Altri cani avvelenati nelle campagne della provincia.
La moria è segnalata da Giuseppe Ottria, di Predosa, frazione Castelferro, che denuncia al Comune, ai carabinieri di Sezzadio, all´Asl e alle Associazioni venatorie l´uccisione di cani domestici temporaneamente allontanatisi dalla casa dei loro padroni.
«La zona è agricola e non ospita aziende chimiche - spiega Ottria -.

Non solo, il veleno ingerito dalle bestiole si trovava in bocconi sparsi nei campi e questa procedura è tipica di persone che intendono salvaguardare la selvaggina dai rapaci.
Ovviamente non abbiamo prove ma a Castelferro c´è già chi è pronto a indicare i responsabili». Aggiunge Ottria: «Non vogliamo trovare a ogni costo il colpevole, ma sensibilizzare gli enti e le federazioni a intervenire per frenare questi comportamenti.

In caso contrario, le reazioni della nostra comunità potrebbero degenerare».
Roberto Corti, presidente dell´Associazione nazionale libera caccia, replica: «I nostri associati, tutti cacciatori seri, non farebbero mai cose simili.
Purtroppo, sappiamo che c´è gente che getta i bocconi al veleno, ma siamo noi i primi a combatterli».


La Stampa (on line) - 24 aprile 2002

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501. Bocconi avvelenati: è polemica all'incontro voluto da Legambiente

 

 

Era gremita la sala del consiglio comunale, in occasione della tavola rotonda sul tema «L'ignobile pratica dei bocconi avvelenati.
E meno male che... siamo civili».

L'incontro, organizzato dal gruppo Altrianimali di Legambiente Fidenza, ha suscitato un vivissimo interesse.
Erano presenti tanti cinofili, veterinari, ambientalisti, cacciatori.

Relatori della serata sono stati l'assessore Amedeo Tosi, Ugo Danni, assessore alle risorse naturali della Provincia di Parma, David Bettio, medico veterinario e presidente dell'associazione «Olikos», Roberto Lunghi, presidente dell'«ambito territoriale di caccia Parma 7» e Lella Gialdi, presidente dell'Ente nazionale protezione animali.

La crudele ed illegale azione di uccidere animali con spargimento di esche avvelenate sia nel territorio agrario che urbano, ha acceso un vivacissimo dibattito.
Sono stati soprattutto i proprietari di cani morti avvelenati da polpette alla stricnina e all'antigelo, a proporre idee di diverso stampo per provare a eliminare, o perlomeno a far diminuire il numero delle vittime.

I numerosi cinofili presenti in sala hanno spiegato che «le normative vigenti sono troppo deboli e facilmente aggirabili».
Tutti d'accordo sul fatto che bisogna «contrastare ed identificare i responsabili della vile azione.
Ma bisogna avere il coraggio anche di denunciare i responsabili alle forze dell'ordine».

Fra il folto pubblico erano presenti anche alcuni cacciatori, pure loro logicamente interessati al fenomeno dei bocconi avvelenati, i quali hanno abbandonato polemicamente la sala consiliare prima della fine dell'incontro.
Una reazione questa suscitata dalle accuse verso i cacciatori, chiamati in causa da alcuni come primi responsabili dello spargimento di bocconi avvelenati.

A conclusione della tavola rotonda le diverse parti si sono impegnate a unire le forze per provare a delineare una strategia comune di intervento mirata a individuare provvedimenti efficaci che possono contrastare l'ormai costante problema dei bocconi avvelenati.


La Gazzetta di Parma (web) - 21 aprile 2002

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