STAMPA - articoli 781-800
(2 febbraio 2003-14 febbraio 2003)
800. Gatti avvelenati dall'acqua.
TORREGLIA. Ventitré
gatti sono morti nei giorni scorsi in un casolare sui Colli, pare per aver bevuto
acqua di una sergente che si trova a Torreglia Alta contaminata da sostanze
chimiche. Il fatto è allarmante se si tiene conto che la zona dove la
falda sarebbe inquinata è quella nelle vicinanze del «Calto freddo»,
sulle pendici del Roccolo. Il rio, un tempo famoso per i gamberi d'acqua dolce,
nasce sulla sommità del Venda e scende verso la sorgente Regina, punto
di ristoro per tanti ciclisti.
A lanciare l'allarme è Alda Miani, una donna con un'immensa passione per gli animali che risiede in un rustico immerso nel verde, al civico 33 di via Abate Barbieri. Nel giro di una decina di giorni ha dovuto far abbattere dal veterinario oltre una ventina di gatti in preda a dolori atroci, trovati con il fegato spappolato.
Nello stesso periodo anche un cane belga-maremmano si è sentito male. «Tutto è iniziato il 23 gennaio, quando per la prima volta ho sentito che l'acqua del rubinetto emanava uno strano odore - spiega la donna - La nostra abitazione non è collegata all'acquedotto, è da sempre rifornita da una sorgente che non ci ha mai creato problemi. Nel pomeriggio mi sono accorta che uno dei miei oltre trenta gatti soffriva da morire.
Ho deciso di portalo dal veterinario, che non ha potuto far altro che abbatterlo. La stessa fine hanno fatto il giorno dopo altri quattro animali. A quel punto, dopo aver informato l'Arpav e l'Ufficio tecnico del comune di Torreglia, ho deciso di far effettuare a mie spese (200 euro) nel laboratorio privato Programma ambiente di Padova le analisi su un campione d'acqua prelevato dal pozzo.
I risultati evidenziano una forte concentrazione di benzotiazolo (un solvente chimico), di composti fenolici e un grado di ossidabilità al di fuori della norma, dovuto all'anomala concentrazione di manganato.
Di quanto accaduto ho informato anche i carabinieri di Teolo. Per capire da dove arrivano queste sostanze chimiche mi è stato detto che bisognerà attendere l'esito dell'accertamento tossicologico sui gatti abbattuti, che è in corso all'Istituto zooprofilattico di Legnaro. Intanto non usiamo più l'acqua della sorgente: andiamo a prendere quella potabile in paese con le taniche».
Tra le ipotesi avanzate, c'è quella che l'inquinamento arrivi dalla ex base aeronautica 1º Roc del Venda, che si trova poche centinaia di metri a monte. «Questo dubbio mi è venuto dopo che ho parlato con i tecnici del Parco Colli - afferma Alda Miani - Sulla cima del Venda gli impianti sono nel più totale abbandono: potrebbe aver ceduto qualche vecchia cisterna».
Il sindaco di Torreglia, Mario Bertoli, manifesta la sua preoccupazione anche per le conseguenze che tale problema, se accertato, potrà creare a valle.
Soprattutto sulla fonte Regina e sul rio Calcina.
Il Mattino di padova- 14 febbraio 2003
799. Bocconi alla stricnina, adesso torna l'allarme «Due cani sono stati avvelenati a Rivanazzano».
RIVANAZZANO. Bocconi alla stricnina: due cani sono stati avvelenati, e salvati con la lavanda gastrica, a Rivanazzano, mentre la presenza di trappole con lacci d'acciaio è stata segnalata nella zona di Pizzocorno e Torre degli Alberi.
Torna, dunque, l'allarme in Oltrepo dopo la strage di animali in valle Versa e i numerosi casi di avvelenamento nel Vogherese. «In realtà, l'allarme non è mai cessato - sottolinea un veterinario - di animali avvelenati ci occupiamo quasi quotidianamente».
Fra i veleni utilizzati, non solo la stricnica, ma anche sostanze tossiche a base di esterifosforici e metaldeide, tutti reperibili con relativa facilità e di estrema efficacia: provocano la morte entro tre-quattro ore, ma in alcuni casi anche entro un'ora dall'ingerimento.
Bocconi altamente pericolosi: possono
ingerirli animali domestici, ma sono anche alla portata dei bambini. Inoltre
i corvi, dopo averli afferrati, possono lasciarli cadere ovunque.
La Provincia pavese- 13 febbraio 2003
798. Due cani avvelenati in pochi giorni, il Wwf lancia l’allarme.
MISSAGLIA Un cane, un pastore tedesco per la precisione, l’hanno trovato morto una ventina di giorni fa. L’altro, sempre un esemplare di pastore tedesco, è stato rinvenuto agonizzante ai margini della boscaglia in località Cascina Pianina, nella valle del Curone, sulle pendici della collina su cui si sviluppa il collegamento oggi interrotto tra Montevecchia e Sirtori.
Il pronto intervento del Wwf e del suo presidente provinciale Sandro Lavelli ha fin qui scongiurato la triste fine del cane ora ricoverato a Galbiate presso un veterinario e sottoposto alle cure necessarie per strapparlo alla morte. Non è detto che riesca a cavarsela ma quel che è certo è che il Wwf ha deciso di rompere gli indugi e passare al contrattacco.
Denunciando «quei vili che seminano nei boschi bocconi avvelenati destinati alle volpi e che invece finiscono nel ventre dei cani facendogli fare una terribile fine attraverso una straziante agonia».
«Bocconi - spiega Lavelli - che oggi vengono mangiati dai cani anche ben curati e quindi domestici come i due di Missaglia, ma che domani potrebbero finire nelle mani di bambini a passeggio per i boschi in compagnia dei genitori.
E’ una prassi che deve cessare immediatamente» tuona il presidente del Wwf. L’altra sera l’intervento è avvenuto attorno alle 19,30. Ad allertare i soccorsi è stata l’Asl che ha raccolta la telefonata di una residente della località missagliese in aperta campagna.
Quel pastore tedesco agonizzava da un paio di giorni a margine del bosco. Per lui sarebbe stata una fine simile a quella toccata venti giorni prima ad un consimile. Le cure fanno ben sperare ma il cane è ancora in pericolo di vita. Per Sandro Lavelli una prassi barbara, quella rilevata a Missaglia.
«Non sono i “soliti” bocconi alla stricnina o ad altri veleni - dice il presidente del Wwf - Il sistema è molto più sofisticato e per questo ancora più pericoloso. E’ una prassi barbara quella usata da alcuni cacciatori per ”bonificare” il bosco dalle volpi al termine della stagione venatoria e prima di liberare la selvaggina novella. Poichè le volpi mangiano lepri e fagiani come è nella loro natura, hanno pensato bene di eliminarle seminando bocconi avvelenati.
Così hanno ucciso un pastore
tedesco e un altro rischia di fare la stessa fine. Si tratta di gesti sconsiderati
di chi vede le volpi come concorrenti: è possibile che si ragioni in
questo modo nell’anno 2003». Quindi l’invito a vigilare e, soprattutto,
«a segnalare, senza raccoglierli, l’eventuale presenza di bocconi sospetti
nella boscaglia della zona»
La Provincia di lecco- 12 febbraio 2003
797. Auto sospetta dove i cani vengono uccisi.
CITTA' DI CASTELLO — Un'auto sospetta dietro gli avvelenamenti dei cani. La sezione altotevere di Legambiente ha ricevuto due diverse segnalazioni circa la presenza continuativa e sospetta di una Fiat «Panda» di colore rosso nei luoghi dove numerosi cani hanno trovato la morte.
Dei clamorosi risvolti Legambiente ha provveduto ad informare le forze dell'ordine, carabinieri e Commissariato, affinchè si attivino per una serie di verifiche più approfondite. Ma non solo. Oltre a questi controlli ufficiali Legambiente condurrà una propria indagine promuovendo contemporaneamente la costituzione di un proprio servizio di vigilanza volontaria che nel giro di poco tempo potrà monitorare i diversi territori del'Altotevere.
L'associazione proprio su questo punto rivolge un appello a quanti vivono e frequentano il territorio: «Persone disposte ad infrangere il muro d'omertà dietro il quale — spiegano i componenti — personaggi e organizzazioni conducono pratiche vergognose che colpiscono gli animali e che mettono a rischio la pubblica sicurezza».
Intanto la prossima
settimana tutte le associazioni ambientaliste e protezioniste si incontreranno
con i cittadini per concordare eventuali iniziative
La Nazione- 11 febbraio 2003
796. Strage di gatti a Igea Marina.
Un'intera famiglia di gattini sterminata dal veleno. La denuncia arriva da Onide Venturelli, il delegato provinciale dell'Avi (Associazione vegetariana italiana), che spiega come «otto dei dieci gatti della colonia felina di via Sartori a Igea Marina, sono improvvisamente morti, a causa di un probabile avvelenamento».
La colonia era regolarmente segnalata dall'Avi al Comune e al Servizio veterinario dell'Ausl. I felini, deceduti nei giorni scorsi veranno sottoposti ad alcuni esami, per accertare il motivo della morte.
«E se verrà confermato il sospetto di un avvelenamento, faremo di tutto per trovare i colpevoli».
ll Resto
del carlino- 11 febbraio 2003
795. Ancora bocconi avvelenati.
FIDENZA - Il fenomeno dei bocconi avvelenati, nonostante le ricorrenti campagne di sensibilizzazione, non accenna ad attenuarsi. E' di alcuni giorni fa il caso di Winni, il bastardino di Medesano morto per aver ingerito un boccone in località «Il Poggio» nella zona di Miano. La storia si è purtroppo ripetuta a Fidenza ed ha avuto per sfortunata protagonista Garibalda, un nome buffo per una storia molto triste.
Garibalda, una cagnetta di un anno e mezzo, dieci chili di simpatia e vivacità, è morta dopo quarantotto ore di agonia, uccisa da un boccone avvelenato lasciato da una persona lungo via Illica, nella zona ovest di Fidenza, poco prima dell'accesso al Parco dello Stirone.
E' accaduto giovedì scorso, quando Romina e Vincenzo, due giovani fidentini che avevano accolto la bastardina poco dopo la nascita, hanno scelto via Illica per una passeggiata con il loro cagnetto.
«Ad un tratto, ai bordi della strada - raccontano addolorati e indignati nello stesso tempo - la bestiola si è imbattuta nel boccone che abbiamo cercato subito di farle rigettare, ma il tentativo, peraltro rischioso anche per la nostra salute, non ha purtroppo evitato il peggio.
Siamo consapevoli che al mondo ci sono tanti problemi ben più gravi, ma vogliamo denunciare pubblicamente anche questo fatto inqualificabile e dire a quella persona che ha provocato l'orribile morte di un essere innocente che, nonostante la rabbia procurataci dal suo gesto tanto vile, non riusciamo ad augurarle di provare quello che abbiamo provato noi».
«Eravamo gli amici, o meglio, il "branco" di Garibalda - proseguono - che aveva un'immensa fiducia in noi e non si può descrivere il suo sguardo di dolore e disperazione mentre la tenevamo bloccata nell'ambulatorio del veterinario che tentava di soccorrerla. Si sentiva evidentemente tradita ed abbandonata da noi che eravamo lì, impotenti e pieni di sensi di colpa, mentre se ne stava andando a causa di un irresponsabile che avrebbe potuto uccidere anche un bambino, visto che via Illica è in un centro abitato».
Romina e Vincenzo raccontano di un loro amico che tempo fa salvò per un soffio il suo cane intossicato da un boccone trovato addirittura nel parco delle Rimembranze, tra l'altro pieno di giochi per bambini.
«Abbiamo fiducia nelle istituzioni - continuano i due giovani - che, siamo certi, valuteranno con la dovuta attenzione il preoccupante incremento di questi episodi, frutto di insofferenza nei confronti degli animali magari a causa del cattivo comportamento di certi proprietari che giustamente vanno multati. Continuare a colpevolizzare i cani offre un alibi a certi individui che si sentono legittimati a uccidere, vigliaccamente, nell'ombra, sicuri di non essere scoperti».
Romina e Vincenzo - dopo aver appurato che si trattava appunto di un boccone avvelenato - hanno sporto regolare denuncia ai carabinieri rivolgendosi inoltre al Servizio Veterinario dell'Ausl per far analizzare la «polpetta» che ha ucciso Garibalda.
«Vogliamo conoscere le sostanze contenute in quel boccone maledetto - concludono - per aiutare le indagini e per mettere in guardia altri possessori di cani affinché non si ripetano questi fatti indegni di una società civile».
Anna Orzi
La Gazzetta di parma- 11 febbraio 2003
794. Tornano le polpette killer.
CARMIGNANO — L'ennesimo
cane vittima del veleno. L'ultimo della lunga serie è un pastore tedesco
di proprietà della famiglia Landini, che abita nella zona di Santa Cristina
a Mezzana, frazione del comune mediceo. Pochi giorni fa è tornato a malapena
a casa agonizzante, con tanto di bava alla bocca e tremolii.
«Lo abbiamo immediatamente
portato dal medico - ha spiegato la padrona - che ha diagnosticato con certezza
un avvelenamento da cibo. Adesso sta molto male e non sappiamo neppure se riuscirà
a farcela».
L'episodio, purtroppo,
non è un fatto isolato, tanto che per quella zona si può persino
parlare di vera e propria emergenza. Sono anni, ormai, che tanti cani domestici
muoiono piegati dal micidiale veleno contenuto in polpette ingannatrici perché
apparentemente gustose.
Sono decine le famiglie
che hanno denunciato questa situazione agli organi di competenza, i quali non
negano certomche il problema esiste, anche se la situazione non è chiara.
Le supposizioni, a questo
punto, si sprecano: c'è chi spontaneamente incolpa i cacciatori che vogliono
proteggere le zone ricche di animali e che quindi odiano i cani che li spaventano
facendoli fuggire; e chi di contro incolpa i coltivatori agricoli, disturbati
dai continui via vai degli amici dell'uomo.
Al dilà di tutto,
però, soltanto una cosa è certa: l'emergenza è reale e
non sempre circoscritta alla zona collinare di Santa Cristina a Mezzana. Non
è lontano, infatti, l'episodio che vide coinvolto un cane nella zona
di Valle, molto lontana in linea d'aria dall'altra, ma per molti versi con le
stesse caratteristiche.
"Ci sentiamo così
impotenti in questi frangenti - ha commentato la donna, in stato di evidente
preoccupazione per il suo animale - Prego solo che si salvi, ma non mi arrenderò
a stimolare gli organi di protezione animali.
Voglio vederci chiaro ed evitare che altri cani soffrano come il mio".
La Nazione- 11 febbraio 2003
793. Addio a «Winni». Un altro cane è morto avvelenato.
MEDESANO - Winni, un bastardino di tre anni è l'ultima vittima dei bocconi avvelenati. Il cane ha addentato il boccone vicino a casa ed è deceduto in meno di mezz'ora fra atroci sofferenze. E' successo qualche giorno fa in località «Il Poggio» sulla strada per Miano, a due passi dalla chiesa della frazione.
Maurizio Magri che vive in una casa ai margini della comunale a metà pomeriggio è andato potare le piante del frutteto. Il cane Winni lo ha seguito. Mentre Magri lavorava, il cane, di taglia media, gironzolava lì accanto.
Mezz'ora più tardi l'animale si è ripresentato barcollando e si è accovacciato ai piedi del suo padrone. Il suo corpo era pervaso da tremori e alla bocca aveva bava bianca.
Magri si è subito reso conto che il suo cane aveva mangiato qualcosa di avvelenato.
E' corso a casa e aiutato dalla moglie ha caricato il cane su un'autovettura per recarsi in una clinica veterinaria di Medesano. Purtroppo quando il veterinario ha visitato il cane era troppo tardi. Il veterinario ha ipotizzato che l'animale avesse mangiato bocconi avvelenati, ma per avere la conferma ufficiale sarebbe stato necessario inviare la carcassa all'Istituto Zooprofilattico, che ha sede a Parma. la famiglia Magri ha preferito evitare questo passaggio.
Winni si va ad aggiungere a tante altri cani morti in circostanze misteriose nella zona a monte di Medesano fino a Miano.
Qualche mese fa i Magri avevano visto morire un altro loro cane, in un modo molto simile. Bil era un segugio di cinque anni, morto nel cortile di casa fulminato dal veleno in pochi minuti con bava alla bocca e rigidità degli arti. Sempre nella zona sono deceduti altri cani.
Da quanto è emerso, i bocconi sono spesso abbandonati anche nei pressi delle abitazioni, con un grave pericolo per gli abitanti, in particolare i bambini.
Nella speranza che ci possa essere maggiore impegno per individuare e punire chi diffonde esche letali, la famiglia Magri ha attaccato dei manifesti alle piante che fiancheggiano la comunale di Miano, nelle vicinanze del punto in cui Winni era uscito per l'ultima volta con il suo padrone.
I manifesti sono stati realizzati utilizzando la fotografia del cane avvelenato e un testo lungo e dettagliato, nel quale è scritto, tra l'altro: «Io sono Winni un cagnolino. Fino a ieri pomeriggio vivevo felice con i miei padroni, fino a che non ho trovato sulla mia strada un boccone avvelenato. Me ne sono andato tra atroci sofferenze e con grande dispiacere dei miei padroni. Voglio dire a quella persona che ha messo il boccone avvelenato: guardami bene, me lo meritavo?»
I manifestini comprendono anche avvisi ai «padroni buoni di animali» affinché stiano molto attenti ai loro amici a quattro zampe.
La famiglia Magri ha informato del fatto la Polizia municipale con la speranza che ciò serva a salvare la vita ad altri animali da cortile e da compagnia.
Roberto Cerocchi
La Gazzetta di parma- 9 febbraio 2003
792. I killer degli animali non si fermano.
I killer degli animali
non si fermano. Centoventisette cani e 77 gatti sono stati avvelenati nel corso
del 2002 in provincia di Firenze con bocconi intrisi di veleni di vario tipo,
dagli inibitori delle colinesterasi (che in buona sostanza sono dei diserbanti)
alla stricnina, dalla metaldedide al fosfuro di zinco fino agli anticoagulanti
che dovrebbero essere usati solo per uccidere i topi.
Sono solo alcuni dei
dati contenuti in una relazione sugli avvelenamenti di animali che la polizia
provinciale di Firenze ha consegnato in questi giorni alla Regione Toscana.
Gli episodi criminali
contro animali domestici o selvatici - in questo caso dovuti soprattutto a cacciatori
per preservare zone di caccia - sono in aumento ma crescono soprattutto il numero
delle segnalazioni in quanto, spiega la relazione, è cresciuta «la
sensibilità dei medici veterinari e dei cittadini nel comunicare tempestivamente
i fatti».
Importante poi, si legge
nella relazione della polizia provinciale, «la collaborazione avuta con
i comandi stazione dei carabinieri, del Corpo forestale dello Stato e con il
nucleo guardie zoofile dell'Enpa di Firenze, che hanno proceduto assieme a questo
comando a svolgere gli accertamenti sul fenmeno dei bocconi avvelenati».
Dal 1997 al 2002, comunque,
le segnalazioni sono aumentate in maniera esponenziale, passando da 47 a 164,
e i casi risolti sono passati negli stessi anni da tre a undici. Oltre a cani
e gatti i bocconi avvelenati hanno colpito anche volpi, passeri, piccioni, polli
e ratti. Il veleno viene persino usato per uccidere i cani da tartufo dei proprietari
concorrenti, animali che possono valere fino a quattro o cinque milioni di lire.
Il maggior numero di segnalazioni di animali avvelenati è stato registrato
nel comune di Firenze (25), seguito dai comuni di Lastra a Signa (15), Figline
Valdarno (12) e Reggello (11).
Abbastanza preoccupanti
i fenomeni di avvelenamento che si sono verificati in diverse zone del centro
cittadino: infatti la presenza di bocconi avvelenati in spazi pubblici come
i giardini rappresenta un pericolo non solo per gli animali ma anche per i bambini
che si trovano a giocare in quelle aree verdi.
In genere, si tratta
di bocconi che contengono stricnina, un veleno potentissimo: ne bastano appena
cinquanta grammi per uccidere circa tremila cani e la libera vendita è
vietata dalla legge.
Oltre a veleni ed esche
avvelenate (in tutto 65 episodi) sono stati sequestrati anche tagliole (37),
lacci (sei), trappole (otto) e reti per la cattura degli uccelli (15). La polizia
provinciale ha anche sequestrato nel corso della sua attività 9,25 chili
di polvere da sparo e 1432 munizioni.
Numerose, comunque, le inchieste tuttora aperte dalla procura di Firenze sui
casi di avvelenamento di animali
La Gazzetta di parma- 9 febbraio 2003
791. Cani avvelenati: segno di degrado.
AVEZZANO - È allarme tra i proprietari di cani dopo i recenti episodi che hanno visto come involontari protagonisti tre "amici dell’uomo". Nei giorni scorsi si sono infatti registrati ad Avezzano ben tre casi di avvelenamento, come si è avuto occasione di segnalare.
Una cagnolina, di nome
Luchy, è morta in preda a dolori spaventosi; un boxer femmina, Lalka,
è stata curata con le flebo, ed un bastardino, chiamato Otto, è
ancora in coma. Tutti e tre gli animali avevano mangiato dei bocconi sicuramente
avvelenati.
«È stato consumato un crimine, purtroppo ancora poco punito dalle legge italiana. E tutto questo perché? Cattiveria? Noia? Disprezzo per la vita?». È quanto si chiede la signora Antonietta Colamartino, che ha scritto al Messaggero per segnalare quanto avvenuto.
«Personalmente
- scrive ancora la signora Antonietta - non riesco a trovare definizioni per
chi ha compiuto il deplorevole atto. Sono pienamente d'accordo con il sindaco
di Avezzano che ha emanato l'ordinanza sulle norme di sicurezza che regolano
la convivenza fra cittadini e animali perché, molte volte, a farne le
spese sono i nostri amici cani».
Con l'occasione la signora Colamartino lancia anche un appello al primo cittadino Floris: «Occorre far conoscere il degrado ambientale in cui si vive nella zona nord della città, la Pulcina. Oltre agli escrementi di animali, le nostre passeggiate diventano uno slaloom fra bottiglie rotte, siringhe usate. Penso che il degrado e l'ignoranza siano il seme per far sviluppare sempre di più la delinquenza e il teppismo.
E, questa volta, a
rimetterci sono stati dei piccoli esseri indifesi che qualcuno chiama semplicemente
cani».
Il Messaggero- 9 febbraio 2003
790. «Il veleno? Lo mettono i cacciatori».
PAVULLO - Ha destato interesse in Appennino la notizia di iniziative contro il fenomeno dei "bocconi avvelenati", da parte di Provincia, Ordine dei medici veterinari, Ausl, Istituto Zooprofilattico e Comune di Modena. A Modena il 21 febbraio ed a Pavullo il 7 marzo si parlerà di salvaguardia della salute pubblica e sensibilizzazione al benessere animale.
Sull'argomento Francesco Romano, presidente della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) del Frignano spiega: «Quando si parla di bocconi avvelenati — dice — è bene precisare che solitamente si tratta di cacciatori che vogliono eliminare "concorrenti naturali" per la selvaggina.
Gli agricoltori e allevatori, che pure subiscono gravi danni da animali predatori selvatici, sono in prima persona i tutori di un ambiente integro. Oltretutto sarebbe per loro controproducente disseminare bocconi avvelenati che potrebbero danneggiare anche il loro bestiame.
Gli agricoltori restano fedeli alla salvaguardia ambientale, confidando comunque in più celeri rimborsi provinciali per i danni subiti dai predatori selvatici ai propri animali e non sempre riconosciuti».
Sul fatto che un tempo (circa sino agli anni '60) fossero autorizzate campagne di cattura di predatori (soprattutto volpi), anche con bocconi avvelenati, è intervenuto un abitante di Riolunato ricordando che venivano utilizzati appositi prodotti chimici volatili, indolori per l'animale di cui restava commestibile la carne.
Esiste un piccolo vademecum
per chi s'imbatte in casi simili: «Per denunciare un caso di avvelenamento
di animali domestici, randagi o selvatici, si deve inviare agli organi competenti
una segnalazione su carta semplice con gli estremi del fatto rilevato ed i dati
di riconoscimento, allegando quanta più documentazione possibile. Per
casi urgenti basta la segnalazione telefonica».
Giuliano Pasquesi
Il Piccolo- 8 febbraio 2003
789. I trenta piccioni sono stati avvelenati.
Qualcuno ha voluto fare
una strage di piccioni ed ha sparso, forse su un balcone, veleno mischiato a
molliche di pane. E' questo quanto risulta ad una prima valutazione dell'Unità
operativa di Veterinaria dell'Asl 10 guidata da Enrico Loretti.
I granuli, ritrovati
in piazza Puccini, dove sono stati raccolti i trentadue piccioni morti, sono
stati analizzati ieri dall'Istituto zooprofilattico di Scandicci.
Il veleno poteva causare,
molto probabilmente, danni ad altri animali come cani e gatti.
In piazza Puccini abita
una delle più folte colonie di piccioni della città: la popolazione
è favorita dal vicino parco delle Caacine, una degli habitat più
congeniali alla vita dei volatili.
L'Unità operativa
di Veterinaria in collaborazione con il Comune di Firenze sta portando avanti,
da quattro anni, una campagna per la diminuzione delle nascite.
Insieme al mangime viene
somministrato un antifecondativo che secondo le stime, verificate in questi
anni, ha inciso per un buon trenta per cento.
L'altro giorno qualcuno ha pensato di fare una strage con il veleno. Sull'asfalto è finita una trentina di piccioni.
La Nazione- 7 febbraio 2003
788. Polpette killer, nuovi casi.
CITTA' DI CASTELLO — Cani avvelenati, scatta di nuovo allarme. E le associazioni a difesa di queste povere bestie scendono in campo.
«Ora basta, la misura è veramente colma!». A seguito della denuncia di altri tre casi di avvelenamento di cani (due con stricnina e uno con topicida) il Coordinamento comprensoriale di Legambiente ha deciso di affrontare in maniera decisa questa vera e propria emergenza. «A tutti gli organi preposti alla prevenzione, al controllo e alla repressione di questi comportamenti criminali sottoporremo il pacchetto di proposte elaborato dal Coordinamento di Legambiente».
«Abbiamo già chiesto — si legge in una nota — incontri con la Asl, con il Corpo Forestale dello Stato, con le Guardie Provinciali, con il Commissariato, con i carabinieri e con il Prefetto. Chiediamo un atteggiamento responsabile che fino ad oggi è mancato ed un coordinamento e una qualità di intervento per il controllo del territorio.
Vogliamo sapere se l'antica e pericolosissima pratica dei bocconi avvelenati lasciati dalle stesse associazioni venatorie contro i cosiddetti 'animali nocivi' è ancora in uso.
Come associazione — viene sottolineato — ci costituiremo parte civile in ogni procedimento penale contro responsabili di maltrattamenti o uccisioni di animali che appartengono per legge allo Stato. Non è possibile che mentre in tutta Italia cresce una coscienza nuova sui diritti degli animali in Altotevere continuino ad essere normali atteggiamenti primitivi. Proprio in questi giorni a livello nazionale sono state condannate a pene detentive persone riconosciute colpevoli di maltrattamento di animali.
Alla Camera dei Deputati è stata approvata la nuova legge di tutela degli animali che prevede — aggiunge il coordinamento comprensoriale — da 1 a 4 anni di prigione per chi viene riconosciuto colpevole di maltrattamenti. Spiegheremo le nostre proposte e ci daremo 6 mesi di tempo per la verifica di un cambio di atteggiamento, con la più grande disponibilità al confronto ma anche con la intransigenza che ci costringerà a ricorrere alle vie giudiziarie ordinarie per la denuncia di eventuali reati di omissione di intervento».
Di questa iniziativa
è stato informato anche il Ministero degli Interni.
Fabrizio Paladino
La Nazione- 6 febbraio 2003
787. Bocconi letali, cani morti in città.
FALCONARA — Piccole bustine di plastica, dall'aspetto apparentemente innocuo e molto simili a quelle usate per la derattizzazione, sono diventate la minaccia dei quattro zampe della città. All'interno di questi sacchetti una sostanza altamente tossica assunta da diversi animali ridotti in fin di vita nel modo peggiore. Il contenuto delle bustine, infatti, è un anticoagulante del sangue che lo liquefanno fino a provocare all'interno dell'animale tante emorraggie interne tanto da diventare incontrollabili.
La morte un'agonia prolungata
fino al momento della morte. Sono diversi i padroni di cani che sono riusciti
per miracolo a salvare la vita dei loro cani portandoli tempestivamente dal
veterinario. Diversi, invece, quelli che non hanno compreso cosa stesse accadendo
al loro cane assistendo impotenti alla morte del loro animale. Questa è
dunque diventata la minaccia per la città e per i tanti possessori di
cani.
«Il fenomeno è sempre più dilagante — ha detto Giovanni Landi, presidente dell'associazione cinofila falconarese — e le persone anziane sono sempre più spaventate. Una signora mi ha addirittura scritto una lettera dove mi ha spiegato che molti animali da compagnia sono morti dopo una lunga e straziante agonia proprio per aver ingerito sostanze sotto forma di bocconcino sparse nell'ambiente in modo indiscriminato.
L'ultimo caso — ha spiegato
ancora Giovanni Landi — è quello di una volpina italiana, che nel giardino
della sua casa, completamente recintata, ha ingoiato una delle sei 'caramelle'».
Il presidente dell'associazione
cinofila ha anche contattato il Cam, consorzio che attua la derattizzazione
in tutto il territorio, per chiedere se le esche per i topi fossero nocive per
gli animali.
«Ho ricevuto rassicurazioni
dal consorzio — ha aggiunto Giovanni Landi — e mi hanno spiegato che le esche
che distribuiscono sul territorio, di cui danno opportuna comunicazione attraverso
dei volantini sparsi nella mura della città, non sono appetibili per
gli animali da compagnia».
Resta quindi un mistero quale sia l'origine di queste così deleterie
pastiglie che stanno infestando gran parte delle vie cittadine.
«Con molta probabilità
— ha concluso Landi — simili sostanze vengono anche vendute al pubblico che
può quindi farne un uso scellerato e malvagio. E' proprio per questo
che serve un maggiore controllo perchè ormai sono diversi i casi che
si verificano e in differenti punti della città. Bisogna mettere un freno
a coloro che odiano gli animali».
di Maria Gloria Frattagli
Il Resto del carlino- 6 febbraio 2003
786. Una strage di gatti randagi.
Strage di gatti a Calcinato. Non si sa se per avvelenamento o se per un virus letale. Sei felini sono morti in una cascina abbandonata in via XX settembre 73, poco distante dal centro. A rinvenirli è stata una signora, che preferisce rimanere anonima, la quale cura da tempo la colonia felina ospitata in cascina, una decina di gatti in tutto. Oltre a sei morti, ne ha trovati altri cinque in cattive condizioni di salute.
E' riuscita a portarne
due in una clinica veterinaria, in cui sono sottoposti a premurose cure, mentre
tre vagano ancora nei dintorni della cascina, ma stanno decisamente male.
«Potrebbero essere
stati avvelenati o aver contratto un virus mortale», spiega al telefono
la volontaria animalista. «Quindi prima di compiere eventuali passi formali
intendiamo chiarire la diagnosi del male che li ha colpiti».
Certo è che nella zona è cresciuto l'allarme intorno a questa tematica. Infatti mentre per l'accoglienza dei cani esiste la struttura del canile San Rocco di via Brescia a Calcinatello, non ci sono spazi attrezzati ad ospitare i gatti, che vivono raggruppati in ripari di fortuna.
Tali insediamenti sono
salvaguardati dalla legge n. 281/91 «in materia di tutela degli animali
di affezione e prevenzione del randagismo», ma di fatto se ne curano solo
le cosiddette «gattare» (che si occupano della salute e dell'alimentazione
di questi animali) con rare sovvenzioni per l'acquisto di cibi e farmaci.
Negli ultimi tempi i
problemi dei gatti sono aumentati, a causa della mancanza di spazi sufficienti
ad ospitare le colonie, come gli stabili diroccati o le zone verdi. A ciò
è da aggiungere il comportamento incivile e i pregiudizi di molte persone,
che non esitano ad abbandonarli o a spargere veleno per eliminarli. Una pratica
pericolosissima anche per gli umani, in specie i bambini.
Parallelamente si va
diffondendo sempre più il triste fenomeno del randagismo. Le volontarie
- pochissime per la verità - cercano nei limiti del possibile di favorirne
l'adozione da parte di privati cittadini, cosa che succede ma non con la necessaria
frequenza, a causa delle difficoltà di sensibilizzazione della popolazione.
Il problema di fatto sale alla ribalta delle cronache solo nei casi come quello accaduto a Calcinato. L'invito - per chi si imbattesse in emergenze analoghe - è a rivolgersi ad un veterinario di fiducia (diversi prestano la loro opera gratuitamente) e, nei giorni festivi, alla guardia veterinaria di servizio.
Brescia oggi- 5 febbraio 2003
785. L´ANIMALE CROLLA AL SUOLO DOPO AVER INGERITO UN BOCCONE SOSPETTO.
NOVARA - Un altro cane avvelenato sul Mottarone e adesso la situazione comincia a farsi davvero preoccupante. Dopo i dieci cani avvelenati per aver ingerito bocconi alla stricnina tre settimane fa, domenica scorsa è toccato a un´altra turista novarese disperarsi per la scomparsa del suo fedele quattrozampe, un pastore tedesco di tre anni.
«Ero con il mio cane Tessie in un bosco nei pressi della cima del Mottarone, in territorio di Armeno - racconta Paola Mattioli -. Una giornata serena come le tante giornate in sua compagnia e un cane felice di giocare sulla neve.
A un certo punto ho notato Tessie che mangiava qualcosa. Dopo pochi minuti il mio cane si è accasciato in preda alle convulsioni e allora ho realizzato che aveva ingerito un boccone di cibo avvelenato, lasciato forse da qualche cacciatore privo di scrupoli oppure da qualcuno che prova piacere nel provocare sofferenza agli animali».
Aggiunge la Mattioli: «In poco meno di un´ora siamo corsi in una clinica veterinaria dove immediatamente le hanno prestato i primi soccorsi ma non c´è stato niente da fare. Tessie se n´era andata, lasciando dentro di noi un dolore immenso, un dolore che forse solo chi possiede un cane può comprendere».
Dalla donna parte poi un accorato appello: «Mi sento di rivolgermi a chiunque possa fare qualcosa per impedire che questi tristissimi episodi accadano di nuovo e anzi possano sfociare in drammi, andando a colpire le persone, visto che poco distante dove Tessie ha ingerito il boccone avvelenato c´era una famiglia con due bambini in tenera età che giocavano nel bosco.
Ringrazio anticipatamente chi potrà fare qualsiasi cosa per impedire che altri cani possano subire simili atrocità. Purtroppo io rimango con il dolore per la perdita di una fedele amica». Pochi giorni dopo il precedente caso di avvelenamento di ben dieci cani sulla vetta cusiana, avvenuto tre settimane fa, si era già espresso il vicepresidente della Pro Loco del Mottarone, Fabrizio Bertoletti: «Spiace per questi incredibili e tragici fatti, ma mi sento di difendere la gente del Mottarone, perchè noi amiamo gli animali e condanniamo queste crudeltà terribili.
Escludo quindi che
siano gli stessi abitanti del posto a disseminare cibo avvelenato, mentre penso
invece che possa essere stato qualche cacciatore. Ricordo infatti che un po´
di tempo fa era stato segnalato un aumento considerevole delle volpi sul Mottarone".
Marco Piatti
La Stampa- 5 febbraio 2003
784. Pulcina, avvelenati 3 cani in località Pulcina Allarme dei proprietari.
AVEZZANO. Avvelenati tre cani nella zona della Pulcina. L'episodio è accaduto domenica pomeriggio. Uno dei cani è morto, gli altri due attualmente vengono curati dai proprietari, anche se le loro condizioni appaiono disperate.
Gli animali hanno ingoiato sicuramente
dei bocconi avvelenati in località Santo Spirito, vicino al popoloso
quartiere della Pulcina.
Nel pomeriggio, data la bella giornata,
i proprietari avevano portato i cani nella zona e li avevano lasciati liberi.
Qualcuno deve aver preparato dei bocconi avvelenati, che sono stati ingoiati dai cani. Gli animali hanno cominciato a guaire. Subito sono intervenuti i proprietari che li hanno soccorsi. Per uno dei cani purtroppo non c'è stato nulla da fare.
Gli altri due sono stati portati
immediatamente da un veterinario che li sta curando. Dopo quanto è accaduto,
sarebbe opportuno che i proprietari che portano i cani in località Santo
Spirito tengano gli animali al guinzaglio per non farli allontanare.
Il Centro- 4 febbraio 2003
783. «No» alle polpette di veleno.
PAVULLO — Sono in generale aumento i casi di avvelenamento di animali domestici (e non) ad opera di sconosciuti e la relativa diffusione di bocconi avvelenati anche in aree pubbliche.
Oltre ai recenti casi cittadini, in Appennino è da tempo sotto accusa la vecchia pratica dei bocconi avvelenati per «salvaguardare» il bestiame domestico. Infatti in molte zone montane è purtroppo ancora frequente la vietata tecnica dei bocconi di cibo contenente veleno (solitamente fialette di cianuro) abbandonate su terreni innevati, soprattutto per proteggere i pollai da volpi e altri piccoli predatori.
A farne le spese, a volte, sono invece i cani ed altri animali domestici. Sino a quarant'anni fa, venivano autorizzate campagne di caccia (nella foto, un'immagine d'epoca) contro le volpi, poi protette. Il problema si acuisce proprio nel periodo invernale, con l'innevamento del terreno e l'avvicinamento degli animali selvatici ai centri abitati.
In alcuni casi, associazioni ambientaliste hanno posto vere e proprie 'taglie' per giungere all'individuazione dei responsabili di questi inqualificabili gesti. Sia in montagna sia in città si rendono quindi necessari interventi integrati di monitoraggio ed individuazione del fenomeno.
A tale scopo nelle prossime settimane verrà attuata un'iniziativa a salvaguardia della salute pubblica ed alla sensibilizzazione al benessere animale da parte della Provincia di Modena, Ordine dei medici veterinari, azienda Usl di Modena, Ist. Zooprofilattico e Comune di Modena. Il primo appuntamento sarà a Modena il 21 febbraio, mentre per l'Appennino si avrà un pubblico incontro la sera del 7 marzo presso la sala consiliare della Comunità Montana del Frignano.
«Questi incontri — dicono gli organizzatori — intendono approfondire l'aspetto sintomatologico ed epidemiologico, al fine di riconoscere in modo precoce i casi di avvelenamento. Nel corso della serata verrà presentato un Protocollo operativo tra gli enti interessati.
Un gruppo di cacciatori di Pievepelago
ha intanto cercato di interessare gli enti competenti, soprattutto la Provincia,
anche sul problema del bracconaggio vero e proprio, segnalando casi di irregolarità
compiute da alcuni pseudo-cacciatori non conformi alle vigenti regolamentazioni.
Giuliano Pasquesi
Il Resto del carlino- 4 febbraio 2003
782. I cacciatori: «Non siamo noi a uccidere i cani».
SAN GIMIGNANO - I cacciatori
delle torri si difendono dalle accuse di avvelenatori di cani. Lo dicono ad
alta voce dopo la protesta lanciata dalla proprietaria dell'azienda agricola
di Montenidoli di San Gimignano per la morte di due cani di proprietà
della signora Elisabetta Fagioli, titolare dell'azienda, ed un terzo ridotto
in fin di vita da “bocconi avvelenati” .
La donna, in una lettera alla stampa puntava il dito sui cacciatori in generale e non sui cacciatori di “cinghiale”. Un'accusa che pesa su tutti i “cacciatori” che ora si difendono: «come possiamo avvelenare i cani, se è proprio il cane ad essere il primo amico dei cacciatori.
Usiamo da sempre rispetto
dei nostri, di tutti questi animali e soprattutto rispetto della caccia e del
territorio».
R. F.
La Nazione - 3 febbraio 2003
Allarme ieri mattina al comando di polizia municipale a seguito di una denuncia presentata al commissariato di pubblica sicurezza da parte di un cittadino che segnalava la presenza di alcune polpette di carne avvelenate, trappole messe dai residenti della zona di contrada Pantanello per potersi sbarazzare dallo schiamazzo notturno dei randagi.
A segnalare il caso al commissariato di pubblica sicurezza è stato con un verbale di denuncia querela contro ignoti il proprietario di un bredon di due anni di colore bianco arancio che aveva la sera prima portato a spasso il cane per la passeggiata notturna come abitualmente fa. Rientrato a casa ha notato che il proprio cane era tremolante, con chiari sintomi di avvelenamento.
Ha ricollegato il fatto a quel pezzo di pollo, (pensava lasciato lì casualmente), che il cane aveva ingerito mezz'ora prima in una strada adiacente al Viale P. S. Mattarella, comunemente chiamata 24 metri.
Soccorso dal veterinario questi diagnosticava avvelenamento causato dal cibo ingerito e salvava l'animale curandolo. Subito allertati i vigili urbani hanno immediatamente fatto un sopralluogo nella zona segnalata ed hanno rinvenuto sei polpette di carne fresca appena posizionate sulla zona.
«Esche per i cani - afferma l'assessore ai Vigili Urbani Rossetta Basile - posizionati da parte di qualche residente poco sensibile per eliminare l'inconveniente dei randagi che la notte pattugliano quella zona alla ricerca di cibo.
Abbiamo preso i pezzi di carne e consegnati al veterinario che da una sommaria e superficiale analisi ha potuto constatare che queste polpette erano intrise con un veleno che non è immediatamente mortale ma provoca problemi all'organismo.
Non dobbiamo però
creare allarmismi fra la popolazione. La situazione è al momento sotto
controllo e stiamo facendo il possibile per identificare con la polizia i responsabili
di un gesto insano». E' stato annunciato il potenziamento del controllo
da parte dei vigili urbani.
S. R.
La Sicilia- 2 febbraio 2003