STAMPA - articoli 81 - 100
(16 aprile 2000 - 20 settembre 2000)

 


 

 

100.  Un killer dei gatti ai Parioli 

Polvere avvelenata lasciata ai bordi dei marciapiedi - Una denuncia ai vigili urbani di Chantal Personè, consigliera Verde in II circoscrizione

 


AMBRA SOMASCHINI - Caccia al gatto nel cuore dei Parioli. Nella stessa zona in cui Edda Ciano figlia di Mussolini faceva portare squisiti bocconcini agli animali dai suoi camerieri. 
C’è qualcuno che sparge una polverina turchese a margine dei marciapiedi, ammazza i felini uno dopo l’altro come si fa con i topi di fogna. Quindici decessi intorno a piazzale delle Muse, poco meno in via Barnaba Oriani. Tanto da far arrivare la prima denuncia ieri pomeriggio nella stazione dei vigili urbani. 

L’ha presentata Chantal Personè, giornalista, neoconsigliera Verde in seconda circoscrizione. E chi dà da mangiare ai gatti prima del tramonto sospetta che il killer antianimalista sia un uomo di mezza età ben conosciuto nel quartiere. Nome e cognome sono già in un dossier, sì una specie di inchiesta aperta dall’ufficio competente in Campidoglio.

Storia di strada diventata celebre nei negozi, di fronte alle edicole, nei bar.
Ne sa qualcosa Annamaria de Georgio, 72 anni: «E’ una polverina azzurra, certamente un veleno sistemato negli ultimi giorni in via Denza. L’altra sera ho fatto in tempo a tirare via uno dei miei cani. Ma non sono più riuscita a trovare i gatti a cui do da mangiare almeno da dieci anni. Mi facevano pena, li nutrivo tutte le sere alle sette, riso, pasta, carne, avanzi, scatolette. Insieme alle altre signore della zona abbiamo fatto sterilizzare le gattine proprio per evitare che la colonia si allargasse a dismisura».

Aggiunge un pensionato che abita in Piazzale delle Muse: «Ultimamente hanno trovato un sacco di gatti morti qui e in via Barnaba Oriani. Tutti sanno chi è e nessuno ha coraggio di denunciarlo direttamente».

Incalza Chantal Personè, eletta, precisa, «con un programma animalista»: «Siamo sicuri, è un maniaco a lasciare i bocconi avvelenati! Vuole distruggere completamente la colonia felina che vive da anni tra via Denza e Barnaba Oriani. Purtroppo la legge italiana considera gli animali oggetti e non esseri viventi… Noi faremo di tutto per evitare che continui questo sterminio a cominciare dall’esposto che ho appena presentato contro ignoti. Tutti sappiamo chi è… purtroppo però non abbiamo le prove».

Un’idea ce l’ha Patrizia Tripepi, dell’Ufficio diritti animali in Campidoglio: «L’unica cosa è andare con una copia dell’esposto dal sospettato e cominciare una volta per tutte a mettere un po’ le cose in chiaro. L’ufficio animali farà un sopralluogo giovedì mattina. Però sono i vigili che devono intervenire ora, devono far scattare una sanzione per maltrattamento come prevede l’articolo 727 del codice penale, una multa che va da due a cinque milioni. Del resto non è una novità: da noi arrivano denunce per cadaveri di cani e gatti ritrovati ovunque, da Tor Bella Monaca, a Primavalle, fino ai Prati Fiscali, a Monte Sacro».

 

La Repubblica.it - 20 sett.2000

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99.   Sos Randagi: «Un killer avvelena gatti in città» 

 


CARRARA. L'associazione Sos Randagi segnala che da qualche tempo un misterioso killer avvelena gatti nella zona di via Canal del Rio in città. I gatti verrebbero eliminati «con bocconi contenenti veleni a base di fosforo, quali pesticidi e anticrittogamici che oltre a distruggere il sistema nervoso, provocano febbre altissima e bruciano l'apparato digerente (diagnosi fatta dal veterinario e confermata con l'autopsia)». 

La colonia felina che da anni popolava la zona, è scesa da dieci gatti a due soltanto,
orfanelli, in quanto la madre è stata trovata agonizzante giorni fa e inutile è stata la corsa dal veterinario per cercare di salvarla. 

Hanno anche ucciso un'altra gattina che poteva fare compagnia ai due micetti. 

Sos Randagi fa appello alla popolazoine per individuare il «losco individuo» che compie queste cattiverie. 

Le associazioni animaliste stanno controllanto il territorio.


Il Tirreno (internet) - 18 sett. 2000

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98.    Altri due cani avvelenati nelle campagne di Palaia

 


PALAIA. Due cani randagi sono stati avvelenati e per questo trovati morti sulla strada provinciale che da Palaia porta a Montopoli. 

«Non abbiamo fatto in tempo a salvare i due animali - racconta al telefono la donna che li ha trovati - Li avevamo visti l'altro giorno ma non eravamo riusciti a trovare un posto dove portarli». In Valdera non ci sono canili municipali e «quando uno trova un cane abbandonato diventa un'odissea trovare un posto dove portarlo. Non c'è più un servizio di accalappiacani - continua la signora - tantomeno i Comuni sono attrezzati per accogliere cani randagi».

La signora, dopo aver visto i due randagi - un cucciolo meticcio nero e un pastore tedesco - si era rivolta al servizio veterinario. Ma quando i medici dell'Usl sono intervenuti per trovare una sistemazione ai due cani questi erano già stati avvelenati.

 «Una crudeltà inaccettabile - continua l'autrice della protesta - e non è la prima volta che succedono casi del genere. Il fatto ancora più grave è che i Comuni continuano a ignorare la legge che impone loro di realizzare canili municipali». 


Il Tirreno (internet) - 17 sett. 2000

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97.  Continuano le stragi di cani e gatti

 

 

ARIANO. Tra le campagne di Ariano Irpino, Melito e Grottaminarda deve necessariamente aggirarsi un nemico giurato di cani e gatti. 

La settimana scorsa una vera strage era avvenuta tra Melito e Grottaminarda; adesso è
la contrada Vascavino di Ariano Irpino il teatro della nuova violenza sugli animali.

Undici cani e sette gatti sono stati, infatti, uccisi da polpettine avvelenate. Sono stati gli abitanti del posto a fare la macabra scoperta.

Qualche cane è stato rinvenuto morto, infatti, nei pressi delle abitazioni dei padroni, mentre altri sono stati avvvelenati e scaraventati nelle scarpate circostanti.


Il Mattino (on line) - 15 sett. 2000

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96.   Altri due cani uccisi da esche avvelenate 

 


CITTA’ DI CASTELLO — Cani avvelenati. 

Due segugi sono morti a distanza di una settimana, stroncati probabilmente da polpette di carne intrise con un topicida. Il proprietario, un cacciatore di San Giustino, li ha visti cadere a terra in preda a forti dolori e convulsioni. Inutili i soccorsi del veterinario, che non ha potuto fare altro che constatarne il decesso per avvelenamento e chiedere le analisi all’Istituto zooprofilattico di Perugia.

Il responso sul corpo degli animali stabilirà con esattezza la causa della morte dei cani, ma i primi indizi non lasciano spazio a dubbi: si tratta sicuramente di un potente veleno, forse un topicida. 

Uno dei due segugi è morto sotto gli occhi del proprietario, nel corso di una battuta di caccia al confine fra le Marche e il territorio di Città di Castello, l’altro invece è incappato nei bocconi "killer" nei pressi di San Giustino. Due episodi inquietanti in pochi giorni che hanno gettato nello sconforto il cacciatore altotiberino, che già lo scorso anno aveva perso un altro cane, morto dopo aver ingerito delle esche di carne mischiata a stricnina.

«I segugi sono morti per emorragia causata con ogni probabilità da topicida o altro potente veleno — precisa il veterinario che ha visto i corpi degli animali — fra qualche settimana sapremo con precisione la causa del decesso». Proprio in avvio della stagione venatoria e con l’imminente apertura della raccolta della "trifola" (il tartufo bianco) torna l’incubo degli avvelenamenti dei cani. Ma questa volta non sembra proprio una questione di concorrenza tra tartufai. 


GIORGIO GALVANI - Il Messaggero (on line) - 12 sett. 2000

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95.  Scoppia la guerra delle esche avvelenate

 

Qualche divisione sul problema esche avvelenate tra i tartufai. 

Alessandro Ghigi, leader dei duemila tartufai dell’Alto Tevere con licenze della Comunità Montana, mette nero su bianco il suo sostegno alla proposta Ripa di Meana, affermando che «occorre una legge con regole certe per fermare e punire i killer degli animali». Ed aggiunge «noi siamo i primi amici dei cani, li tiriamo su con amore e sacrificio, siamo pronti a difenderli da ogni situazione a rischio, avere in Umbria una legge che riconosce l’avvelenamento dei cani come un attentato alla salute pubblica, costituisce un vero salto di qualità civica». 

Proprio in Alto Tevere i bocconi avvelenati hanno colpito duro, molti cani sono stati uccisi, i tartufai si sono mobilitati per arginare il fenomeno.

Diversa invece la posizione di Gualtiero Amici, segretario dell’Associazione Tartufai Ternana, che sostiene «questa proposta di legge è illegittima». Poi sottolinea che la Commissione consultiva regionale, da creare presso l’assessorato all’Ambiente, «prevede 4 rappresentanti di associazioni ambientaliste e non altre organizzazioni», mentre non si affronterebbe il problema delle specie nocive in campagna.

Clima surriscaldato insomma nella sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni, dove si è combattuto il primo scontro di questa guerra delle esche avvelenate. Ma alla fine Carlo Ripa di Meana ha raccomandato a tutti di «smobilitare i pregiudizi e cercare una intesa comune», ricordando un articolo uscito sul "New York Times" sulle stragi di animali in Umbria.


LUCIANO GIANFILIPPI - Il Messaggero (on line) - 8 sett. 2000

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94.  Cani avvelenati nel centro abitato - E si alza la protesta dei cittadini


 

Melito Irpino. Decine di cani e gatti avvelenati da sconosciuti, non solo cani randagi, ma anche bestiole che erano state regolarmente denunciate presso l'anagrafe canina. 

Il ritrovamento degli animali uccisi è avvenuto nella tarda mattinata di ieri quando molte famiglie si sono accorte della presenza di carogne per i cattivi odori che queste emanavano.

È stato il vigile urbano Teodoro Mustone a far rimuovere le tante carcasse rinvenute persino in pieno centro abitato, lungo viale degli Astronauti, e presso la piazza del Garofalo.
Gli sconosciuti avvelenatori avrebbero agito nel giro di due notti, durante le quali avrebbero potuto indisturbatamente per liberare indegnamente il paese dalle povere bestie. 

Non è la prima volta che a Melito Irpino si registrano episodi di questo tipo; già lo scorso anno, infatti, furono avvelenati oltre trenta animali. Da allora l'amministrazione comunale, per far fronte al fenomeno del randagismo, si è attivata, insieme ad altri comuni, perchè si creasse un canile intercomunale.
Ma nonostante l'approvazione del progetto del canile, i cui esosi costi gestionali non possono essere certamente sostenuti dal solo comune di Melito Irpino, resta l'esigenza di creare un consorzio intercomunale col comune di Bonito; tanto più che i finanziamenti regionali non sono mai arrivati. Per questo lungo ritardo burocratico e per la crescente preoccupazione di un incremento del fenomeno, l’amministrazione
comunale di Melito ha precauzionalmente provveduto ad instaurare un'anagrafe canina e ha esortato l'Asl di competenza affinchè si attivi per garantire ai molti proprietari di animali altri servizi, tra cui quello già presente nel comune di Savignano Irpino che garantisce il processo di sterilizzazione dei cani e quindi riduce, negli anni, il fenomeno della proliferazione smisurata ed incontrollata. 

Intanto molti dei proprietari dei poveri animali hanno presentato denuncia contro ignoti ai carabinieri della vicina stazione di Grottaminarda che hanno avviato serrate indagini per risalire agli artefici di questa assurda bravata.

Ora la gente aspetta una risposta concreta dagli enti preposti alla risoluzione del fenomeno del randagismo per il quale la preoccupazione di contaminazioni patologiche (considerato che molti degli animali morti erano affetti da malattie) investe, oggi ancora più di ieri, l'intera comunità melitese.


Il Mattino (on line) - 6 sett. 2000

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93.  La lega nazionale lancia l’allarme: bocconcini alla stricnina nel giardino di via degli Orti della Farnesina e animali impiccati alla Giustiniana. - Polpette avvelenate al parco: caccia al serial killer di Fido

 


Cani uccisi, strangolati con il fil di ferro, altri avvelenati con polpette al topicida oppure farcite con il vetro. Chi si accanisce contro "Fido" e "Wolf", amici dei piccini, fedeli compagni degli adulti, con una efferratezza che di civile non ha proprio nulla?

Gli amici degli animali si mobilitano, i cittadini pure. Ma c’è chi preferisce tenere la bocca cucita. Perchè?

I volontari della Lega per la difesa del cane , ieri, mentre cercavano randagi da accudire e proteggere nella tenuta della Castelluccia, alla Giustiniana, hanno scoperto una femmina di maremmano pendere da un albero. Era stata impiccata con un fil di ferro spinato. Una morte orribile, ma anche malvagia: c’erano i cuccioli, appena partoriti, morti di fame. Chissà la paura di trovarsi senza la protezione della mamma, in un mondo ostile, pronto a ricambiare con la morte la fedeltà e l’amicizia dei cani.

«E’davvero scioccante - denuncia Andreina Andreotti, della Lega nazionale per la difesa del cane - che queste forme così violente contro gli animali possano essere tranquillamente fatte e raccontate, anche nei bar.
Chiediamo alle autorità competenti di adottare misure per evitare il ripetersi di questi atti». 

E già, gli episodi di crudeltà contro i cani continuano a ripetersi. Le denuncie dei cittadini, intanto, sono sempre più numerose. L’allarme, ieri, è scattato anche nel parco, riservato ai cani e attrezzato per loro, all’angolo tra via dell’Alpinismo e via degli Orti della Farnesina. C’è il cartello che ne indica la destinazione e, poco più in là, una paletto verde sostiene la cassetta che contiene le bustine di plastica, quelle per la "popò" dei cani. Peccato, dal parco mancano proprio loro, i cani.

«Il mio dobermann, ieri, insisteva per avvicinare il musetto in un cespuglio - racconta Paola De Stefani - si comportava in modo strano. Io cercavo di allontanarlo, e lui voleva tornare». Poi sono arrivati gli addetti del Servizio Giardini: «Signora, tenga il cane al guinzaglio e lontano dai cespugli - l’hanno avvertita - questa mattina ne è morto uno avvelenato da una polpetta». 

Non è la prima volta che accade. Chi è stato? Perchè lo ha fatto? «Ne ho visti alcuni morire tra atroci sofferenze - rivela Lucio Spatola - e poi ho visto che c’erano polpette farcite con frammenti di vetro». Altri confermano la circostanza.

«Io cerco di non portare qui il mio cagnolino - spiega Francesca Capizzi - è pericoloso, a cominciare dai cani grossi che azzannano quelli di piccola taglia». E Mario Terraca, padrone di un magnifico "lupo": «E’ uno splendido parco per cani. Peccato che non c’è una fontanella e manca la recinzione. E’ terra di nessuno, dove tutto è possibile». 

Paura per il proprio "amico"? «Tanta - rispondono gli interpellati - Molti li amano ma altri non li vogliono proprio sotto casa». Inutile chiedere una conferma: c’è chi dice di
non saperne nulla e chi, con un’alzata di spalle, mostra tanta voglia di sfuggire ad un argomento che scotta. 


SALVATORE SPOTO - Il Messaggero (on line) - 6 sett. 2000

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92.  Animali uccisi da bocconi avvelenati - Enpa chiede una legge 'anti-strage'

 


Oltre mille animali domestici muoiono, nella nostra provincia, ogni anno a causa dei bocconi avvelenati. Questa la stima fatta dall'Enpa di Modena a nome della quale è intervenuto il vicepresidente Alfonso Medici.

«A fronte di questa strage vi è la grave assenza delle autorità preposte alla vigilanza e alla prevenzione dei reati oltre al grave pericolo che queste dosi di veleno sparse sul territorio possano costituire un pericolo per gli umani soprattutto bambini. 

L'Enpa propone pubblicamente alla Regione Emilia Romagna e alla Provincia di Modena di vietare la caccia e ogni altra attività venatoria in quei territori ove sono stati ritrovati bocconi avvelenati o dove si sono riscontrate morti per avvelenamento. 

L'Enpa propone altresì di vietare la detensione e il trasporto di tali bocconi o parti di essi, ad esempio il detenere uova sode e diserbante sulla macchina e di sanzionare la violazione a questi precetti con multe pesanti oltre alla confisca e al sequestro obbligatorio del materiale di cui sopra. L'Enpa invita i consiglieri regionali a formulare una proposta di legge regionale che limiti questa strage che colpisce indiscriminatamente tutti gli animali domestici e selvatici». 


La Gazzetta di Modena - 31 agosto 2000

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91.  Veleni vietati. Il sindaco si schiera con gli animali

 

 


Polpette avvelenate? Il sindaco di Foligno scende in campo ed emette un’ordinanza in cui fa divieto assoluto a chiunque di confezionare, detenere o disseminare sul territorio comunale bocconi o esche avvelenate o comunque nocivi per l’uomo e per gli animali. 

Il provvedimento, fa sapere ancora Salari, è stato notificato al Prefetto e alle Forze dell’Ordine oltre che al servizio di igiene pubblica dell’Asl e questo perchè vengano tempestivamente segnalati sia il tipo di veleno usato che la zona in cui esche e bocconi avvelenati sono stati rinvenuti. 

Un bel gesto, non c’è che dire. E non pare che sia stato fatto solo per far scena: Salari fa sapere che se esche e bocconi avvelenati saranno trovati in zone agro-silvopastorali il Comune potrà arrivare a vietare ogni attività venatoria e cinofilo-venatoria nella zona interessata per un anno. Come avviene per le zone colpite da incendi.

Il che vuol dire che non si scherza. Che quell’ordinanza non è semplicemente un bel gesto o un gesto dovuto o, peggio ancora, un contentino agli animalisti. 

Un solo dubbio: ma chi ci va a controllare il territorio? 

 

Il Messaggero (on line) - 30 agosto 2000

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90.  La denuncia del brissinese Gianfranco Rossi, gestore del Dopolavoro ferroviario di Chiusa teatro del grave episodio - «Qualcuno avvelena i gatti col topicida» - In soli tre giorni cinque mici sono morti e tre sono in fin di vita

 


BRESSANONE. Killer di gatti in azione al Dopolavoro ferroviario di Chiusa. Lo denuncia l'ex agente municipale brissinese, Gianfranco Rossi, che, con il figlio Ivan, gestisce la struttura ristrutturata nei pressi della stazione. In soli tre giorni il killer ha avvelenato con il topicida cinque gatti, mentre altri tre sono in fin di vita. Rossi chiede un immediato intervento della Protezione Animali.

Un killer di gatti si aggira, dunque, nei pressi del Dopolavoro ferroviario di Chiusa seminando la morte tra i micini randagi ospiti della struttura situata all'interno della stazione ferroviaria.

«Non capisco che male facciano questi gattini che curo personalmente, dandogli da mangiare e portandoli anche dal veterinario a sterilizzare - spiega l'ex agente di polizia municipale brissinese, Gianfranco Rossi, gestore con il figlio Ivan del Dopolavoro ferroviario di Chiusa -.

Fino a tre giorni fa avevamo undici gatti. Tutti micini carini a cui davamo da mangiare ogni giorno e che non davano veramente fastidio a nessuno. Poi tre giorni fa, arrivato in mattinata al locale, ho scoperto che tre gattini giacevano immobili nei pressi della struttura. Li ho presi, ho cercato di rianimarli ma non c'è stato nulla da fare. Ho subito pensato che ci fosse qualcosa di strano in quelle morti, ma ci sono passato sopra. Ma due giorni dopo, ed è allora che mi sono veramente arrabbiato, ho trovato altri due gatti morti e sempre vicino al Dlf. E cinque gatti morti in tre giorni poteva voler dire solo che qualcuno li avvelenava.

La prova lampante che si trattava di un avvelenamento l'ho avuta questa mattina (ieri per chi legge) - ha proseguito il brissinese Gianfranco Rossi - Sono infatti arrivato al locale e ho trovato altri tre micini in fin di vita. A questo punto ho deciso di rivolgermi ad un veterinario, il quale, dopo aver visitato le tre bestioline mi ha confermato che sono state avvelenate con un topicida. Per loro non ci sono molte speranze di salvezza ma farò di tutto per scoprire chi è il colpevole di questo massacro e lo denuncerò.

Non capisco perchè questa persona si accanisca contro i gatti del Dopolavoro ferroviario. Intorno alla stazione di Chiusa ci sono tante abitazioni con persone che hanno cani ed anche gatti. Mi sono informato e so con certezza che a nessuna di queste bestie è stato torto un capello. Nel mirino del killer ci sono dunque solo i miei gattini. Prima che sia troppo tardi e cioè prima che questa persona tanto sensibile colpisca a morte anche gli altri tre gatti ancora in salute chiedo che qualcuno mi aiuti.

Mi riferisco alla Protezione Animali che ha sede a Bolzano o alle altre associazioni animaliste. Se vengono a rendersi conto di persona di quel che sta accadendo al Dlf di Chiusa forse potremo fare qualcosa per fermare il killer. I gattini randagi di cui mi occupo non fanno veramente male a nessuno - conclude amareggiato il brissinese Gianfranco Rossi - Qualcuno mi aiuti a salvarli prima che sia troppo tardi».

 

Tiziana Campagnoli - Alto Adige (internet) - 28 agosto 2000

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89 . Pongo, salvato dal suicidio e morto avvelenato

Polpette ad altri due cani di Spello: uno si salva ma muore quello che aspettava la padrona nel mare di Pescara

 


Anche Bongo. Il vecchio "bergamasco", il cane-coraggio famoso per uno straordinario gesto di abnegazione e di fedeltà nei confronti della sua padroncina morta suicida, di cui le cronache si occuparono alcuni anni fa, è stato ucciso dal veleno. Pure lui colpito a morte dalla stessa mano che da qualche tempo sta spargendo, ancora impunita, polpette imbottite di un potente diserbante, facendo strage di tanti suoi compagni di sventura che, in casa di Antonella Giordanelli ad Acquatino di Spello, erano stati accolti con tanto amore e dedizione.

Erano quattordici, qualche mese fa, i cani della signora Giordanelli ed ora sono rimasti in sette. Dimezzati, quindi, e tutti nello stesso orribile modo, senza contare quelli che pur avendo mangiato anch’essi i bocconi avvelenati, si sono salvati. 

Tra questi c’era anche l’anziano pastore bergamasco che però, purtroppo, questa volta non è riuscito a sfuggire al mortale agguato. Un colpo al cuore, la sua morte e non solo per Antonella ed i suoi figli che anni fa lo avevano salvato, ma per quanti si sono commossi alla sua storia. Perché Bongo, dopo aver cercato inutilmente di aiutare la sua giovane padrona che si era lasciata morire annegata nel mare di Pescara ed aver recuperato e portato a riva il suo corpo, era rimasto fermo sulla spiaggia per giorni e giorni, guardando con gli occhi umidi il mare e rifiutando il cibo. Poi, aveva notato la figlia della signora Giordanelli che nuotava in mezzo all’acqua e, come spinto da un impulso irrefrenabile, era corso a "salvarla". E da allora non ha più lasciato questa famiglia seguendola fino a Spello.

Adesso, Antonella ed i suoi ragazzi piangono lacrime amare. «Mi sono allontanata di pomeriggio per appena due ore - racconta - e l’ho trovato già morto, coperto dalle mosche. 
Un’altra cagnetta, Zair, che già manifestava i sintomi dell’avvelenamento, sono riuscita a salvarla appena in tempo.
Ormai la situazione sta diventando insostenibile, fanno morire i miei animali ad uno ad uno». 

Una situazione molto delicata, come noto. C’è un paese spaccato: da una parte la Giordanelli e l’amore per i suoi cani, dall’altra alcuni residenti che li accusano di aver provocato la morte di pecore ed animali da cortile. Antonella però nega disperatamente questa circostanza. Secondo lei si tratta di crudeltà pura: «Le denunce servono a poco, sappiamo chi è il colpevole, ma bisognerebbe coglierlo in flagranza
di reato». Una soluzione, comunque, va trovata al più presto, per impedire che la strage continui.


E.G. - Il Messaggero on line - 28 agosto 2000

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88.   Enpa: 'Un'altra strage di cani avvelenati a Sozzigalli' - L'ente denuncia un pazzo che uccide gli animali con polpette e spugne

 


SOLIERA. E' di ieri la clamorosa denuncia pubblica dell'Enpa: anche in alcune aree della Bassa, a Sozzigalli in particolare, c'è un pazzo che se ne va in giro ad assassinare i cani. E non sarebbe neppure la prima volta.

«Dopo qualche mese di silenzio - riferisce una nota di Alfonso Medici, presidente provinciale dell'Ente Protezione Animali - ecco ricominciare i casi di avvelenamento di cani a Soliera. C'è una persona che si aggira tra le case di Soliera, in particolare tra Sozzigalli e la località Secchia, seminando morte tra i cani di proprietà dei cittadini. La tecnica è sempre la stessa - specifica la nota dell'Enpa: abbandono di polpette avvelenate o di spugne fritte in strutto e gli animali sono condannati ad una morte
atroce».

«Da quanto appreso sarebbero almeno dieci gli animali morti sin d'ora. 
Solo due animali si sono salvati grazie al tempestivo intervento dei proprietari che li hanno fatti ricoverare dal Veterinario di fiducia. Nei bar della zona qualcuno sostiene che ci sono testimoni o persone che hanno visto, ma la reticenza e la paura impediscono di fare chiarezza sulle responsabilità. 

Di certo la situazione avvelenamenti e lo stillicidio che ne consegue è poco considerato dalle Autorità preposte e i casi si ripetono specie in prossimità della liberazione di fagiani o altra fauna da ripopolamento», accusa Enpa.

«I casi di Soliera sono però gravi, trattandosi di animali di proprietà solitamente custoditi presso abitazioni private e in cortili chiusi o posti alla catena, quindi innocui per la fauna selvatica di ripopolamento. 

L'Enpa di Modena sollecita ed invita chi sa a farsi avanti contattando la Sede di Modena in via San Pietro n. 21 tel 059/218070»


Nuova Gazzetta di Modena - 28/8/2000

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87.   Allarme dell'Enpa: «Bocconi avvelenati uccidono cani e gatti»

 

VAIANO. Il caso del cervo trovato morto nei giorni scorsi nei boschi di Cicignano, sulle colline di Montemurlo, non sembra essere isolato. La sezione pratese dell'Enpa, l'ente nazionale per la protezione degli animali, ha scritto al sindaco e ai vigili urbani di Vaiano, al Wwf, alla polizia provinciale e alla Forestale, per segnalare casi di bocconi avvelenati.

Bocconi avvelenati con stricnina e diserbanti sono stati ritrovati nel comunale di Vaiano. A rimetterci sono stati cani e gatti della zona, trovati morti dai proprietari che, a pochi metri dalle abitazioni, hanno trovato le trappole velenose. Alcuni animali sono stati sottoposti ad autopsia e il referto ha messo chiaramente in evidenza la causa del decesso. 

Chi possiede animali domestici, e in Vallata non sono pochi, è in allarme, ma chi può avere interesse a distribuire bocconi avvelenati?
Secondo alcuni i motivi si ricollegano a interessi di caccia, ma chi può dimostrarlo? 
Il pericolo poi, fa rilevare l'Enpa, non è soltanto per gli animali, ma anche per le persone, in particolare i bambini, che potrebbero accidentalmente venire a contatto con il veleno. L'ente protezione animali sollecita pertanto l'intervento del sindaco di Vaiano, affinché adotti provvedimenti per vietare la caccia nelle zone dove sono stati rinvenuti i bocconi. E il problema, come si evince dal ritrovamento del cervo a Montemurlo, non riguarda soltanto il comune di Vaiano.


Il Tirreno-Internet - 28/8/2000

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86.  VELENO AI CANI: DENUNCIATO UN PENSIONATO

 

AREZZO, 13 MAGGIO - Un pensionato di 63 anni è stato denunciato dai carabinieri per uccisione di animali. È ritenuto l' autore dell'avvelenamento di due cani da caccia e tre gatti domestici trovati uccisi con polpette alla stricnina.

L' uomo è stato trovato in possesso di un sacco con all' interno diciannove bocconi avvelenati, intrisi di stricnina e anticrittogamici. Il pensionato si è giustificato dicendo di aver disseminato le esche nel bosco vicino al suo terreno per impedire che animali selvatici potessero danneggiate le colture di sua proprietà.

L' indagine è partita grazie agli elementi raccolti dal carabiniere di contatto ambientale che ogni giorno opera a Piandiscò e Castelfranco di Sopra. Il militare ha informato il comandante della stazione di Castelfranco che ha avviato indagini. 

I proprietari degli animali morti hanno presentato querela.


Il Resto del Carlino.it - 22/8/2000

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85.     Romanina / Avvelenati Principessa e Tommy - La padrona: «I miei cani uccisi da un criminale»


 

Principessa è morta tra dolori atroci, nel cortile della casa dove viveva da anni: Tommy invece lotta tra la vita e la morte. 

Principessa e Tommy, due cani randagi raccolti dalla strada e molto amati dai loro padroni sono stati avvelenati con delle polpette lanciate da una mano assassina nel cortile della casa di via Francesco Di Benedetto 127, alla Romanina. 

«Veri criminali», accusa Carmela Artegiani, «Quei cani erano di mia nuora, li aveva allevati e non davano fastidio a nessuno, erano sempre nel cortile a giocare. Non capisco perché tanta crudeltà.

Ho denunciato tutto ai carabinieri: mia nuora e mio figlio hanno un bambino di due anni, e poteva succedere di peggio, le polpette avvelenate poteva mangiarle anche lui. I bambini, si sa, sono curiosi e si portano tutto alla bocca.

Davvero, per quello che è successo, ho solo parole di disprezzo».


Il Messaggero (on line) - 30/7/2000

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84.   Ordinanza del sindaco contro i bocconi avvelenati

 

 

TAVARNELLE - Sono sempre più numerosi gli episodi di cani avvelenati da esche o bocconi abbandonati lungo strade o giardini. Un fenomeno che ha spinto anche il sindaco di Tavarnelle Val di Pesa, Stefano Fusi, ad emettere un'ordinanza contro questo triste, ma diffuso fenomeno.

Nell'ordinanza, nella quale si ricorda come esche e bocconi avvelenati "possono mettere in serio pericolo anche la vita, la salute e l'incolumità fisica degli esseri umani, in particolare i bambini", si vieta di "confezionare, detenere e disseminare sul territorio comunale bocconi o esche contenenti sostanze velenose".

Un'ordinanza nella quale si fa appello a i veterinari perché denuncino tutti i casi di avvelenamenti, il tipo di veleno usato e la zona.


LA NAZIONE - lunedì 17 aprile 2000

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83. UN VOLANTINO PER INFORMARE DEI PERICOLI - Bocconi avvelenati il Comune lancia l'allarme

 

 

VICCHIO - Anche quest'anno il territorio di Vicchio è stato interessato dal fenomeno dei bocconi avvelenati, in poco tempo vi sono state numerose segnalazioni in tutto il Comune di animali domestici, in particolar modo cani, morti per questo motivo.

II caso più grave è stato quello verificatosi a Bricciana dove un bambino di tre anni ha rischiato di ingerire parte della polpetta avvelenata che ha ucciso il suo cane. È stato lo stesso padre del piccolo a raccontare, in una lettera aperta il rischio che ha corso il figlio, l'uomo che stava lavorando all'interno della propria abitazione è stato attirato fuori dai latrati del cane. Se malauguratamente l'uomo non avesse sentito niente probabilmente il bimbo di tre anni avrebbe rischiato l'avvelenamento.

Vista la gravità dei fatti accaduti l'amministrazione comunale di Vicchio insieme al coordinamento Associazioni Ambientaliste ed Animaliste ed all'Ordine dei Medici veterinari di Firenze e di Prato ha preparato, come già aveva fatto la scorso anno, un volantino di informazione e di denuncia contro i bocconi avvelenati. Il documento sottolineerà per prima cosa l'importanza di denunciare i casi di avvelenamento, per permettere alle autorità di avere un quadro preciso della situazione e di individuare le zone più a rischio. Il volantino ricorderà ai cittadini che questa pratica è un reato punito severamente dalla legge, inoltre verrà sostenuto il fatto che i bocconi "sono mezzi di morte incontrollabili che possono colpire qualunque animale e addirittura -come si é dimostrato- mettere in pericolo essere umani e soprattutto i bambini".

Anche il Sindaco Alessandro Bolognesi ha ribadito l'impegno suo e di tutta l'Amministrazione per combattere il fenomeno che, afferma il primo cittadino vicchiese, "si verifica in periodi sospetti, quando cioè, vengono effettuate le immissioni di selvaggina per uso venatorio". Gli ultimi avvenimenti secondo Bolognesi confermano che: "questa pratica barbara è assolutamente irrispettosa della natura, deve essere scoraggiata facendo soprattutto un'opera di educazione, e perseguita, penalmente". II motivo principale di questa pratica, secondo il sindaco, é legata, come avevamo detto prima, alle immissioni di selvaggina. Per proteggere queste immissioni si fa in modo che predatori (come ad esempio la volpe) o cani randagi non possano ostacolare il ripopolamento.

Il sindaco richiede anche alle associazioni venatorie una presa di posizione comune nei confronti di un problema così grave che mette a repentaglio la vita non solo degli animali, ma anche quella degli esseri umani.


G.C. - IL CORRIERE DI FIRENZE - Domenica 16 aprile 2000

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82. I bocconi alla stricnina ora sono davvero fuorilegge

 

 

FIESOLE - Ecco l'ordinanza antibocconi. E' ufficialmente fuorilegge la confezione, la detenzione e la dispersione di polpette ed esche contenenti sostanze velenose o nocive per l’uomo e per gli animali.

"Abbiamo ritardato qualche giorno - spiega l'assessore all'ambiente Enzo Bufera perché aspettavamo un parere dell’Asl. Butera vuole anche rispondere alle accuse di disinteresse mosse dagli animalisti, ricordando che Fiesole ha da tempo pubblicato e distribuito un depliant.

"Inoltre il nostro Comune è preso ad esempio proprio per la sua politica di tutela ambientale, animali compresi. Basti ricordare le visite al canile al Banti, cui hanno partecipato anche bambini e ragazzi di scuole Fiorentine".

L'ordinanza antibocconi vede come attori fondamentali, nella lotta i veterinari, per i quali si prevede l'obbligo di denuncia all'Asl e al Comune di tutti i casi di avvelenamento di cui vengono a conoscenza. La vigilanza è, invece, affidata oltre che alle autorità sanitarie e agli organi di Polizia competente, anche ai vigili urbani. Per i trasgressori si prevedono sanzioni amministrative e denunce davanti all'autorità giudiziaria per l'applicazione delle relative sanzioni penali. Non é stato, invece recepito l’invito e vietare la caccia nelle zone interessate dal problema.


Daniela Giovannetti - LA NAZIONE – FIRENZE 14 aprile 2000

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81.  Assurda follia: ucciso col veleno anche il cagnolino di una famiglia inglese in vacanza

 

 

RUFINA - Un'altra vittima dei bocconi avvelenati. Stavolta a farne le spese è stato Giacomino, un piccolo meticcio. I padroni, una famiglia di origine inglese alla Rufina per le vacanze, non hanno fatto in tempo neanche a tentare un salvataggio.

"Nel primo pomeriggio di due giorni fa - ha raccontato la signora Candida Belfrage - abbiamo portato Giacomino a fare una passeggiata in campagna. Non erano passati neanche cinque minuti da quando eravamo ritornati che l'animale ha iniziato a stare male, si è irrigidito e successivamente è morto tra spasmi atroci".

In base ai sintomi, sembrerebbe trattarsi di uno dei famigerati bocconi alla stricnina che tante vittime hanno mietuto tra gli animali domestici. La famiglia Belfrage trascorre spesso le ferie nel comune della Valdisieve; quanto accaduto però ha lasciato molto amaro in bocca.

"Abbiamo saputo - ha aggiunto la signora - che lo scorso anno sono morti nella stessa maniera circa 40 animali, da gennaio a ora dovremmo essere a 16. L'altro giorno raccontavo a una conoscente quello che è successo al nostro cane, e mi ha parlato di altri casi. Non è possibile essere così crudeli, ma il pericolo non è solo per cani e gatti. Penso a cosa potrebbe accadere se un bambino dovesse toccare una di queste esche avvelenate".

Un pericolo non così remoto in una zona di campagna. La stricnina procura spasmi atroci e il cane muore dopo aver sofferto in maniera incredibile. Se invece l'avvelenatore ha usato del veleno per topi, l'azione è forse peggiore. "Fido" muore per una inarrestabile emorragia interna. I veleni però sono numerosi e per la maggior parte lasciano lucido l'animale, che quindi soffre fino alla fine.

Il consiglio è denunciare i casi di avvelenamento alla Asl e alla Polizia provinciale, nonché alle associazioni animaliste che si battono contro i bocconi. Solo con la denuncia sarà possibile fare una stima certa dei casi e prendere provvedimenti a tutela degli animali.

Giacomino era simpatico a tutti, ma qualcuno ha deciso che non doveva più vivere.


di Fabrizio Morvíduccí - La Nazione 16 aprile 2000

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