STAMPA - articoli 961-980
(06 aprile 2003-16 aprile 2003)

     


 

 

 

980. Un pastore tedesco ucciso con il «solito» metodo delle polpette avvelenate.

 

 

 

SAN GIULIANO — Wolf è morto avvelenato.

Un altro cane è stato ucciso con il «solito» espediente delle polpette avvelenate a Pontasserchio.

L'ennesimo caso di violenza brutale e vigliacca contro un animale indifeso.

Questa la triste sorte di un bel pastore tedesco di 7 anni, di nome Wolf. Un animale sano, forte, sempre pronto a giocare e a far feste. E a dare tanta e tanta gioia ai suoi proprietari.

Che ora ne piangono la morte cruenta. Forse questo sfortunato pastore tedesco aveva, per così dire, due "torti", che probabilmente possono fornire l'assurdo «movente» della sua tragica fine.

Faceva il suo dovere di cane da guardia abbaiando quando estranei o cani lasciati impunemente liberi di scorazzare tra le abitazioni, senza il minimo controllo, si avvicinavano al cancello della cuccia a lui riservata.

Ma Wolf era anche un cane pastore ingenuo, buono con tutti, sempre pronto a porgere la zampa e a scodinzolare a tutti quelli che conosceva.

Probabilmente ha fatto così anche con colui che lo ha ammazzato.

Una persona il cui comportamento certo non merita ulteriori commenti, ma solo di essere condannato opportunamente, così come stabilisce la normativa vigente. Ciò, ovviamente, non riporterà Wolf all'affetto dei suoi proprietari.

Ma contribuità a impedire che altri inqualificabili casi del genere si verifichino ancora.


La Nazione - 16 Aprile 2003

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979. Allarme per i cani uccisi da bocconi avvelenati.

 

 

 

E' allarme per i casi di avvelenamento mortale di cani registrati negli ultimi tempi.

L'ultimo di cui sia stata data notizia è avvenuto dieci giorni fa.

Un uomo si è presentato per chiedere aiuto al Palaexpo, dove si stava svolgendo la grande manifestazione organizzata dai volontari dell'Arca.

L'uomo ha raccontato che il suo cane aveva mangiato un boccone avvelenato mentre stavano facendo una passeggiata sulle colline di Limite ed era morto quasi subito, dopo essere stato preso da forti convulsioni.

I volontari dell'Arca non hanno potuto fare altro che indirizzare il proprietario della povera bestia ai carabinieri per la denuncia contro ignoti, che l'uomo ha sporto il giorno stesso.

Non è la prima volta, raccontano i volontari del canile empolese, che persone segnalano la morte dei loro animali in seguito all'ingestione di bocconi avvelenati avvenuta nella zona collinare vicino a Empoli.

La raccomandazione ai padroni dei cani è di stare attenti e alle autorità preposte di vigilare affinchè lo spargimento delle esche non avvenga. Una notizia buona, invece, sul fronte del volontariato legato alla cura degli amici a quattro zampe arriva dall'Arca, che ha avuto molto successo per l'VIII esposizione dei cani di razza organizzata al PalaExpo.

Sono stati 101 i cani iscritti (16 per la speciale Dobermann e 21 per la Speciale Amici bastardini) provenienti da Toscana e Liguria.

Primo classificato per il Best in show il Rhodesian Ridgeback Makamo delle Cime Bianche di Fabio Filippo, 1° classificato per i dobermann Amy della Maga di Giuseppe Rosati, speciale bastardini 1° classificato per i piccoli Lucky di Yuri Nencioni e per le taglie medio-grandi Minni di Tiziana Spito.


La Nazione - 15 Aprile 2003

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978. Pinzano, altri due casi di avvelenamento di cani.

 

 

 

PINZANO - AL TAGLIAMENTO. Si torna a parlare di avvelenamento di cani nello Spilimberghese, dopo i casi di moria di quelli da caccia dell’ottobre 2002.

E’ fresca la denuncia contro ignoti, supportata da autopsia e referti, per un «probabilissimo avvelenamento doloso contro i miei cani», presentata alla Procura di Pordenone da Renzo Bortolussi,residente a Pinzano nella frazione Borgo Ampiano.

«Questo – lamenta Bortolussi – non è che l’ennesimo episodio di intimidazioni e minacce, a cui sono oggetto da anni. Da gatti neri ammazzati e gettati nel mio giardino ad altri episodi diretti ad intimorirmi». I cani vittime sono madre e figlio, di 5 e 3 anni, affini al pastore tedesco.

«Nel marzo scorso – racconta Bortolussi – rientrando a casa ho notato che i due cani mostravano segni di grande sofferenza (bava, paralisi agli arti posteriori, tremori).

Immediatamente portati dal veterinario Benedet, sono stati sottoposti a trattamenti antibiotici e antitossine del caso. Il veterinario dichiarava riservata la prognosi, per le gravi condizioni in cui versavano i due animali e per la sintomatologia di avvelenamento, che presentavano contrastante.

Purtroppo il cane maschio moriva il giorno seguente, per cui veniva sottoposto all’autopsia nel laboratorio zooprofilattico di Pordenone.

La madre invece da quel giorno, pur guarita, ha cambiato atteggiamento verso le persone». (m.ma.)


Messaggero Veneto - 15 Aprile 2003

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977. Denunciata la strage dei randagi.

 

 

 

È ormai strage di cani randagi nella cittadina marinara. In una settimana sono almeno quindici gli animali stroncati da pasti al veleno, consumati in mezzo alle strade del paese, trasformatesi in molti tratti in veri e propri cimiteri.

Gli ultimi «caduti» sono cani sterilizzati appena qualche giorno fa e rimessi in libertà dopo l'effettuazione dell'intervento costato al Comune circa 4 mila euro. I tre randagi sono stati stroncati dalla stessa sostanza che altri cani avevano ingerito nei giorni scorsi, con uguali effetti.

A chi assiste in silenzio a questo massacro, consumato davanti alla gente della strada, si contrappone la reazione di Assuntina Rametta, responsabile dell'associazione empedoclina per la protezione dei randagi.

La battagliera volontaria amica degli animali ha deciso di rompere gli indugi, decidendo di recarsi dai carabinieri per presentare denuncia contro gli ignoti che hanno ammazzato i «suoi» cani: «E' una vergogna che deve fare interrogare tutti sull'umanità di chi ha seminato per le vie del paese le buste contenenti il veleno per la derattizzazione.

Chiedo e otterrò giustizia per questa barbarie, consumata senza che nessuno abbia mosso un dito, lasciandomi sola dinanzi a questo drammatico spettacolo».

Assuntina Rametta non ha dubbi sulla causa della strage dei cani, puntando l'indice verso la ditta che per conto del Comune, ha effettuato sparso per le vie del paese la prima «dose» di derattizzante, piazzando nei pressi dei tombini le bustine contenenti il Racumin, un presidio farmaceutico che ingerito dai roditori, finisce per stroncarli in tempi brevi.

Una bustina serve ad ammazzare un buon numero di topi dunque, ma tante bustine potrebbero causare danni fatali a chi li ingerisce inavvertitamente, come in questo caso, i cani randagi che, fino a qualche giorno fa, popolavano numerosi il paese.

A chiarire la posizione dell'amministrazione comunale verso le accuse mosse da Rametta contro la ditta incaricata di effettuare la derattizzazione, sono i responsabili dell'ufficio Ecologia del municipio: «E' impensabile che dopo un accurato intervento di sterilizzazione, sia proprio il comune a decidere di uccidere in modo così atroce i cani randagi.

E' chiaro che se il randagio ingurgita tre o quattro bustine muore fanno sapere dall'ufficio Ecologia. Intanto, per fare totale chiarezza sulla vicenda, condurremo una mini inchiesta interna, per stabilire eventuali responsabilità».

Intanto, l'amministrazione comunale è impegnata a smaltire le carcasse dei cani morti, da destinare in un'apposita area del paese, adibita a questo tipo di operazioni.

Ma non è tutto. Quando si dice «vita da cani», anche nella caserma «Anghelone» della polizia agrigentina tre cani sono stati avvelenati da non si sa chi. Uno è morto, gli altri due sono in cura a spese degli agenti.


La Sicilia - 15 Aprile 2003


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976. «Troppi animali avvelenati o maltrattati».

 

 

 

VITTORIO VENETO. Torna il problema del maltrattamento degli animali.

Cani e gatti rimangono nel mirino di ignoti che ne provocano la morte avvelenandoli o per mezzo di altri strumenti. Edy Paier residente in val Lapisina a San Floriano, si fa portavoce di molti residenti.

«Alcuni cani vengono lasciati legati per diversi giorni, con i proprietari che spesso non vengono a portar loro neanche da mangiare - sostiene Edy Paier - spesso capita di vedere cani legati con soltanto qualche centimetro di catena, animali che avrebbero bisogno di metri di giardino dove correre.

Oltre a ciò le loro cucce sono proprio sotto il sole. Adesso, con questo clima non proprio primaverile il problema non esiste, ma d'estate il pericolo aumenta.

E' una situazione strana e particolare, che qualsiasi amante degli animali noterebbe senza problemi. Ma non è tutto. Due anni fa in un solo giorno vennero trovati morti ben nove gatti».

Nei mesi scorsi sono stati trovati altri cani morti «Ci siamo rivolti agli organismi competenti, polizia municipale e protezione animali, i quali hanno promesso un loro interessamento - dice Edy Paier - Stiamo attendendo che una soluzione venga trovata».


Tribuna Treviso - 14 Aprile 2003

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975. ODERZO Un medico accusa: «Sono morti dopo atroci sofferenze». Gli abitanti della zona ora vigileranno.

 

 

 

Oderzo (Treviso). Bocconi avvelenati in via Miganza, muoiono cani e gatti, gli amici dell'uomo.

Il veleno è potentissimo, sembra del tipo usato per combattere le lum ache negli orti, gli abitanti sono indignati.

Perchè l'azione, oltre ad essere davvero vergognosa, è pericolosa per le stesse persone. Non va dimenticato che in via Miganza ci sono famiglie con bambini.

Cosa succederebbe se uno di loro, ignaro, trovasse uno di questi bocconi? In totale sono morti almeno cinque cani e cinque gatti, bestiole di piccola taglia che non facevano del male a nessuno.

Fra le famiglie colpite anche quella di un noto professionista opitergino che aveva una cagnolina da or mai una decina d'anni, diventata la mascotte di famiglia.

Una bestiola sopravvissuta all'assalto di alcuni malviventi che, anni fa, le avevano tagliato la gola per farla tacere, per farla smettere di abbaiare a più non posso mentre lei cercava in tutti i modi di avvisare i padroni dei ladri in casa.

Bimba, così si chiamava la bestiola, non è sopravvissuta agli effetti del potente boccone avvelenato.

«E' stata una cosa fulminante - racconta la signora Granzotto - mi sono accorta che il nostro c ane stava male quando l'ho visto andare mogio mogio in cantina. L'ho portato all'aperto ma non c'è stato nulla da fare.

E' morto nel giro di dieci minuti, in un bagno di sudore, in preda a dolori atroci. Non sono cattiva, ma auguro a coloro che hanno sparso questi bocconi avvelenati, di provare gli stessi dolori. A noi sono mancati anche alcuni gatti».

Nella famiglia del dottor Bonotto che vive alcune decine di metri più in là dai Granzotto, lungo la strada, i due cani sono stati salvati in extr emis.

Una corsa contro il tempo del veterinario, una cura durata diversi giorni, alla fine una parcella da pagare. «Il veterinario - conferma il dottor Bonotto - ci ha confermato che si è trattato di bocconi avvelenati.

Un veleno potente, tipo i molluschicidi utilizzati per le lumache. I nostri cani han dovuto stare diversi giorni in osservazione, ancora non so come abbiano fatto a salvarsi.

Tutto questo comunque è vergognoso, è inaudito che ci siano persone che vadano in giro a buttare boccon i avvelenati. Quest'azione è proibita per legge ed è molto pericolosa.

Siamo anche stati in Comune a protestare ma, purtroppo, non siamo stati presi in grande considerazione». Resta da capire perchè venga sparso questo veleno, considerando che questi cani e questi gatti sono bestie innocue che non fanno del male a nessuno.

Gli abitanti della zona comunque sono all'erta e sono ben decisi a non lasciar passare liscia questa vile azione.

Sono state viste delle persone sconosciute transitare nei pre ssi ed essi ora hanno deciso di tener d'occhio i movimenti strani.


Il Gazzettino - 12 Aprile 2003

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974. Strage di gatti e di colombi con esche al veleno.

 

 

 

CENGIO (Savona). Ancora episodi di violenza contro gli animali.

In via Marconi, nel centro del paese, un gatto è morto dopo aver ingerito bocconi avvelenati, e decine di colombi hanno subito analoga sorte.

Ci sarebbero alcuni testimoni, ma forse per timore di ritorsioni hanno pr eferito non presentare alcuna denuncia o segnalazione.

Una vicenda che si aggiunge quella che nelle scorse settimane aveva spinto un gruppo di residenti di Cengio-Chiesa ad esporre uno striscione contro l'avvelenatore.

In quel caso erano stati uccisi sette gattini. Nello stesso periodo, in frazione Lidora, a Cosseria, altri quattro gatti erano morti per esche avvelenate.

Episodi sui quali ora stanno indagando i volontari delle associazioni animaliste.


La Stampa - 12 Aprile 2003

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973. Strage di gatti a Bibano.

 

 

 

GODEGA S.URBANO. Continua a Bibano la persecuzione contro i gatti di Gianfranco Cella. Ieri il giovane ha portato dal veterinario l'ennesimo micio deceduto l'altra sera nei pressi della sua abitazione, con i sintomi tipici dell'avvelenamento.

Toccherà a un veterinaio stabilire con precisione la causa della morte del felino.

Ormai è un autentico stillicidio.

«Negli ultimi tre anni me ne hanno ammazzati almeno una ventina - spiega Cella - altri sono letteralmente spariti e ancora non riesco a capire chi ce la possa avere tanto con me».

Alcuni dei gatti, trovati con pallini conficcati addosso, sono stati probabilmente presi di mira da qualche cacciatore. Altri sono stati trovati nei fossati, nei campi, alcuni sono stati sicuramente avvelenati.

La denuncia pubblica di qualche giorno fa, intervenuta dopo decine di denunce ai carabinieri, non è bastata a risolvere il problema e tuttora non esistono sospetti precisi sull'autore di queste ripetute uccisioni. Il giovane animalista accudisce da diversi anni decine di gatti.

La Lega per l'Abolizione della Caccia, intanto, ha comunicato l'intenzione di occuparsi del caso, nella speranza che la strage non continui.


La Tribuna di Treviso - 10 Aprile 2003

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972. Sterminio di cani, due quelli ancora vivi.

 

 

 

Daniela D'Alimonte
SALLE. Allarme in paese per il ripetersi di morti sospette di cani padronali: nel giro di poco tempo ne sono rimasti in vita solo due.

Da qualche settimana ormai si assiste a Salle a decessi inspiegabili di amici a quattro zampe e che non si tratti quasi mai di morte naturale è stato ormai accertato, ma proprietari e amanti degli animali non riescono a capire chi e perché uccida queste bestiole, tra l'altro procurandogli una agonia dolorosa.

Ciò che stupisce gli abitanti del paese è che a essere presi di mira non sono i soli randagi, spesso vittime di bocconi avvelenati, ma cani domestici, regolarmente tenuti e custoditi dalle famiglie del piccolo comune ai piedi del Morrone.

La situazione tra l'altro sembra precipitata negli ultimi giorni: da sabato scorso a ieri sono stati cinque i casi di cani morti all'improvviso. Le cause dei decessi sembrano identiche in tutti i casi finora registrati: i veterinari chiamati di volta in volta dai padroni, allarmati perché il loro animale mostrava segni di abbattimento e sofferenza, hanno riscontrato sempre una emorragia interna che portava irrimediabilmente la bestiola al decesso, nonostante le cure tempestive.

E' stato ipotizzato che sia stata fatta ingoiare a questi cani della soda caustica, mescolata magari a bocconi di carne, oppure, peggio ancora, che gli siano stati dati da mangiare pezzi di vetro o materiali taglienti nascosti nel cibo e capaci di provocare, una volta ingeriti, gravi lesioni interne.

Tra i proprietari la rabbia per l'assurdità di un gesto crudele e senza senso si mescola allo sconcerto per le orribili modalità con cui le bestiole sono state uccise.


Il Centro - 10 Aprile 2003

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971. «Autopsia» sui gatti avvelenati.

 

 

 

Vallelunga Pratameno. Ha suscitato impressione e svariati commenti la strage di gatti a Vallelunga.

La sera stessa della strage, i resti dei gatti, che probabilmente sono stati uccisi col veleno da mano ignota (è difficile ipotizzare un'epidemia letale), sono stati quasi tutti rimossi dai giardinetti dov'erano andati a morire.

Non è dato sapere che fine hanno fatto le carcasse. Dopo avere raccolto la denuncia, i carabinieri che hanno avviato un'indagine, si sono recati sul posto per un sopralluogo e l'acquisizione anche fotografica dell'avvenuta uccisione di così tanti gatti.

Molte carcasse erano comunque già state rimosse, non è dato sapere da chi, forse per evitare che la putrefazione dei corpi, provocasse problemi igienici.

I carabinieri hanno comunque trovato altre carcasse di gatto a riprova che la moria di felini c'era stata. Avvisato di quanto avvenuto, il magistrato ha dato disposizione di contattare l'ufficio veterinario per eseguire dei prelievi e degli esami sui resti, al fine di individuare, se possibile, la causa del loro decesso.

Purtroppo non è la prima volta che nei comuni del Vallone, qualcuno, disturbato dalla presenza di cani e gatti, non trova di meglio che ucciderli con il veleno.

In questi dovrebbero intervenire i servizi preposti tendenti a scoraggiare il proliferare di randagi, evitando così di ricorrere all'avvelenamento incontrollato.

Nessuno può infatti prevedere le conseguenze del boccone avvelenato.


Il Piccolo - 9 Aprile 2003

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970. Santarcangelo Polpetta avvelenata per Lilla. Sono in aumento le uccisioni di cani e gatti.

 

 

 

E' riuscita a trascinarsi fino a casa. Ma poi Lilla, un bel pastore maremmano nero di cinque anni, non ce l'ha fatta.

E' morta fra le braccia del veterinario, dove il suo padrone, Nicola, l'aveva portata dopo che l'aveva vista contorcersi dal dolore. «E' il terzo cane che mi uccidono, sono a pezzi.

Ma come ci possono essere persone capaci di simili gesti?». Già perché Lilla è stata avvelenata nelle campagne di Santarcangelo, a Canonica, dove Nicola abita con il resto della famiglia.

«Il veterinario non ha dubbi: è morta per aver mangiato una polpetta avvelenata.

Probabilmente una di quelle che i cacciatori della zona mettono nei dintorni, per far sparire volpi e cani che possono 'rovinargli' le prede di caccia».

Quella delle polpette avvelenate è purtroppo una piaga ormai consueta nelle campagne fra Santarcangelo e la Valmarecchia. In questi mesi sono morti decine di cani e gatti. Anche di recente sono stati uccisi con lo stesso brutale metodo diversi amici a quattro zampe.

A Poggio Berni, dopo una lunga serie di avvelenamenti nella località di Trebbio, era intervenuto addirittura il sindaco Antonio Valli per un sopralluogo insieme a vigili e carabinieri.


Il Resto del Carlino - 9 Aprile 2003

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969. Bocconi, strage di cani.

 

 

 

E' allarme per i bocconi avvelenati. Nei giorni scorsi ne sono rimasti vittime quattro cani, morti sotto gli occhi dei padroni, fra atroci sofferenze. A cadere sotto i colpi di ignote mani due setter, un bracco italiano ed un meticcio di piccola taglia.

Il fatto è accaduto a pochi pa ssi dal centro cittadino: lo scenario, un campo appena sopra il mercato, dove i cani sono soliti, sotto lo sguardo vigile dei padroni, scorrazzare in libertà, ignari che si possa nascondere tra l'erba un'insidia mortale. Il fazzoletto di terra, un campo di proprietà privata, incolto da tempo, si trova in località «Maghina», appena sopra via Filzi a poca distanza dal campo sportivo e dall'oratorio Don Bosco.

Come se mpre, anche nei giorni scorsi i proprietari degli animali hanno portato i loro amici a quattro zampe a fare la consueta scampagnata nel solito posto: una corsa all'aria aperta che non disturbava nessuno o almeno così sembrava fino all'altro giorno.

Dopo un po', due setter hanno cominciato a star male, ma nonostante il tempestivo intervento di un veterinario, per essi non c'è stato più niente da fare. Stessa sorte pe r gli altri due cani, morti anch'essi fra atroci sofferenze. I sintomi non hanno lasciato alcun dubbio: subito è parsa chiara la morte per avvelenamento. Il proprietario dei due setter, ancora sconvolto per quanto è accaduto, ha provveduto ad avvisare il servizio veterinario dell'Ausl di Fidenza e a sporgere denuncia ai carabinieri.

Come ha raccontato, il pomeriggio stesso i funzionari dell'Ausl sono andati a fare un sopralluogo nel campo, trovando fette di salame e altre alimenti sospetti, probabilmente appetitosi bocconcini per i cani, contenenti il potente veleno che ha ucciso i quattro animali.

Purtroppo si tratta di un copione già visto molte altre volte: sono state centinaia infatti in questi anni gli animali, soprattutto cani e gatti, rimasti vittime dei micidiali bocconi, spesso gettati addirittura dentro giardini pr ivati da mani ignote. Avvelenamenti che in questi ultimi tempi si sono registrati anche fra esemplari della fauna selvatica.


Gazzetta di Parma - 9 aprile 2003

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968. Cucciolo muore, dopo terribile agonia, avvelenato da una polpetta alla stricnina.

 

 

 

AULLA (Massa Carrara)— Assurdo gesto di crudeltà nei confronti di un cane: qualcuno ha disseminato l'area in cui la bestiola correva felice di "polpette" imbottite di stricnina.

E a nulla sono valsi i disperati tentativi dei proprietari del cucciolo, di nome Linda e dell'età di d ue anni, di correre ai ripari: il cane è deceduto prima dell'intervento del veterinario.

Il brutto episodio è si verificato l'altro giorno a Canova, frazione del comune di Aulla, dove Linda era stata portata per trascorrere una giornata di relax all'aria aperta dai suoi padroni, Marco e Claudia che risiedono a Milano.

Ma al momento di risalire in auto per rientrare a casa, Linda ha cominciato a sentirsi male, tremando, per poi crollare rigida in agonia. I medi ci che hanno visitato la bestiola non hanno dubbi: si tratta di decesso per avvelenamento da stricnina.

E il caso della affettuosa Linda, che amava correre nei prati, non è l'ultimo della serie. In questo periodo si sono verificati altri avvelenamenti di gatti nel comune di Fivizzano e di un altro cane, sempre nel territorio aullese.

Pessimi esempi di "civiltà" da parte di qualcuno senza scrupoli, che non esita a uccidere animali indifesi, i quali port ano solo gioia a chi li circonda e non chiedono nulla se non un po' di affetto.


La Nazione - 9 aprile 2003

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967. Bocconi avvelenati nel parco giochi.

 

 

 

Bocconi alla stricnina nel parco giochi dei Monti Cimini, nella zona del Barco.

A farne le spese è stata Camilla, una yorkshire di cinque anni, uscita domenica verso le 18 a fare la solita passeggiata serale con il suo padrone.

Come abitudine Camilla ha girato un po’ intorno annusando e giocando, poi il ritorno a casa dove, non appena è tornata, ha cominciato a barcollare, a camminare storta e a vomitare.

Immediatamente allertati, i proprietari hanno telefonato al pronto intervento veterinario che ha indicato il medico di turno, in questo caso il dottor Giovanni Costantini. Il suo intervento è stato immediato ma non ha potuto far niente per salvare Camilla, soltanto constatarne il decesso provocato, a quanto sembra a un primo sommario esame e stando alla descrizione dei sintomi, da ingestione di stricnina.

"Abbiamo sporto denuncia ai carabinieri - racconta il colonnello Ferruccio Cannoletta, padre della proprietaria di Camilla - sottolineando non solo il dispiacere per la morte della cagnolina ma il pericolo che questi bocconi avvelenati rappresentano per i bam bini.

Mio nipote ha tre anni e a volte lo accompagnano in quel parco dove c’è una zona di verde attrezzato con giochi per i più piccoli. Se a un ragazzino cade una caramella, non ci pensa un attimo a raccoglierla e a rimettersela in bocca e a un adulto, per quanto attento, può sfuggire un movimento del genere o può intervenire quando è troppo tardi".

Sulla cagnolina verrà effettuato anche l’esame autoptico in modo da sapere con esattezza da quale veleno è stata uccisa.

L’allarme circola gi à tra i vari proprietari di cani della zona preoccupati di questo nuovo pericolo per i loro amici a quattro zampe, ma sono soprattutto allertati i genitori dei tanti bambini che anche in questo periodo, magari nelle ore più calde del pomeriggio, vanno al parco per trascorrere qualche minuto di relax con i figli e devono fare i conti con la stricnina che, è noto, resta attiva sul terreno per lungo tempo anche dopo abbondanti piogge.


Il Messaggero - 9 aprile 2003

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966.  Polpetta avvelenata per Lilla. Sono in aumento le uccisioni di cani e gatti.

 

 


E' riuscita a trascinarsi fino a casa. Ma poi Lilla, un bel pastore maremmano nero di cinque anni, non ce l'ha fatta.

E' morta fra le braccia del veterinario, dove il suo padrone, Nicola, l'aveva portata dopo che l'aveva vista contorcersi dal dolore. "E' il terzo cane che mi uccidono, sono a pezzi.

Ma come ci possono essere persone capaci di simili gesti?". Già perché Lilla è stata avvelenata nelle campagne di Santarcangelo, a Canonica, dove Nicola abita con il resto della famiglia. "Il veterinario non ha dubbi: è morta per aver mangiato una polpetta avvelenata.

Probabilmente una di quelle che i cacciatori della zona mettono nei dintorni, per far sparire volpi e cani che possono 'rovinargli' le prede di caccia".

Quella delle p olpette avvelenate è purtroppo una piaga ormai consueta nelle campagne fra Santarcangelo e la Valmarecchia. In questi mesi sono morti decine di cani e gatti.

Anche di recente sono stati uccisi con lo stesso brutale metodo diversi amici a quattro zampe.

A Poggio Berni, dopo una lunga serie di avvelenamenti nella località di Trebbio, era intervenuto addirittura il sindaco Antonio Valli per un sopralluogo insieme a vigili e carabinieri.


Il Resto del Carlino - 9 aprile 2003

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965. Strage di colombi in centro città.

 

 

 

Strage di colombi nel centro cittadino. Almeno un centinaio di volatili sono stati trovati morti l’altra mattina, probabilmente avvelenati, in piazza del Popolo.

Sulla vicenda sono ora in corso indagini da parte delle guardie zoofile dell’Enpa (l’ente nazionale preotezione animali) che intendono da una parte chiarire che cosa ha provocato la moria di colombi e dall’altra (nel caso appunto di avvelenamento) individuare gli autori della strade.

Le ipotesi avanzate dai volontari dell’Enpa sono due.

La prima è che qualcuno abbia distribuito mangime avvelenato per sopprimere i colombi.

La seconda è quella di un’accidentale presenza, al suolo o sui tetti, di sostanze che hanno inquinato gli alimenti o ricoperto le penne dei volatili.

Le carcasse dei colombi sono state tutte recuperate dalla polizia municipale e dagli uomini dell’Ata, l’azienda di tutela ambientale: alcuni esemplari verranno nei prossimi giorni consegnati all’Istituto zooprofilattico per le analisi del caso.


La Stampa - 8 aprile 2003

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964. Le polpette al veleno continuano a fare strage fra i cani.

 

 

 

Spiega il professor Bruno Fedi, anatomopatologo presso l’ospedale di Terni per 30 anni ed attualmente docente di urologia alla Sapienza di Roma: «In genere negli individui normali l’infezione da toxoplasmosi è priva di sintomi.

Se viceversa si infetta una donna incinta ne possono derivare aborto o danni al feto. Ma questo non avviene, in quanto in gravidanza è obbligatorio effettuare il cosiddetto toxotest.

Se positivo bastano sei compresse di un antibiotico specifico come l’acromicina, per guarire.

Anche il gatto, peraltro, si può curare con successo. Per cui, a parte casi estremi di subciviltà su cui non mi dilungo, si tratta tutto sommato di un falso problema, se si sa come affrontarlo».

Dalla paura dell’uomo per le malattie degli animali... alla morte degli animali causate dall’uomo.

Solo nello spoletino, negli ultimi giorni - come racconta il veterinario Giulio Albagini che li ha avuti in cura - sono stati colpiti con micidiali polpette al veleno tre cani.

Due sono stati salvati, uno è morto. E la strage continua.


Il Messaggero - 8 aprile 2003

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963. Quattro cani avvelenati.

 

 

 

GUASTALLA – Bocconi avvelenati destinati agli animali domestici. Un fenomeno preoccupante che non interessa solo la zona appenninica o polemiche legate al mondo della caccia.

Anche nella Bassa sono tornati a manifestarsi episodi che hanno rischiato di portare alla morte animali domestici, custoditi in cortili privati dai loro proprietari. E' la zona di Solarolo di Guastalla a essere stata interessata negli ultimi tempi dal problema.

Nel quartiere, nell'arco di breve tempo, si sono verificati quattro casi, di cui due con le classiche polpette a base di un'alta dose di veleno, in grado di uccidere un animale di taglia grossa in poche ore.

Il tempestivo intervento dei proprietari ha permesso di salvare la vita ai due cani. Il primo episodio ha riguardato la zona di via Viazzolo lungo, nel cortile di un artigiano che è riuscito a salvare l'animale con l'immediato trasferimento nell'ambulatorio del veterinario di fiducia.

Nella stessa zona una sorte analoga è accaduta al cane di una donna. E non si tratta, secondo i residenti, di episodi legati a contrasti di caccia.

Ma l'assenza di prove certe sul «movente» non ha permesso finora di intraprendere azioni giudiziarie vere e proprie, anche se ai carabinieri questi episodi sono stati segnalati, affinchè sia possibile avviare un pur minimo accertamento.

Già lo scorso anno si erano avuti episodi misteriori nella Bassa reggiana, soprattutto nella zona fra Boretto, Brescello e Poviglio, con bocconi avvelenati destinati ai cani custoditi in cortili privati, soprattutto in zone periferiche. Alcuni degli animali non avevano resistito, con il veleno risultato letale. Le indagini, in quel caso, non avevano portato a risultati positivi.

Intanto, il consigliere provinciale leghista Angelo Alessandri insiste sulla necessità di un maggior impegno contro tale fenomeno: «Non va dimenticato – scrive – che le polpette alla stricnina possono rischiare di causare gravi problemi anche a persone o, peggio, ad ignari bambini.

I bocconi, ricordiamolo, vengono buttati anche a ridosso delle abitazioni…».

E si è tornati a parlare del Numero verde per raccogliere segnalazioni e per sensibilizzare i cittadini alla lotta a un comportamento pericoloso per l'incolumità di animali domestici e dei proprietari.


Il Resto del Carlino - 8 aprile 2003

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962. Strage di gatti, avviata indagine.

 

 

 

Vallelunga Pratameno. Strage di gatti a Vallelunga. Qualcuno ha sparso bocconi avvelenati che, una volta inghiottiti dai mici affamati ed ignari, hanno prodotto il loro devastante effetto, seminando ieri di carcasse di gatti i giardinetti attorno alle case popolari di via Leonardo da Vinci.

Ora si cerca di individuare “l'avvelenatore” dei gatti delle case popolari. Di certo qualcuno che non ne sopportava i miagolii né, probabilmente, sopportava la loro presenza nei giardinetti.

Comunque ci sono modi civili e indolori per risolvere problemi di siffatta portata, bastava ad esempio fare intervenire l'ufficiale sanitario e segnalare quanto avveniva.

I fatti. La signora G.M., casalinga, sposata, vive in via Leonardo da Vinci. Da tempo possiede un bel micio al quale è molto legata e e non lesina neppure un po' d'affetto agli altri mici, ai quali spesso dà da mangiare.

Ieri la signora non ha visto il suo micio: lo ha chiamato, lo ha cercato in casa ma non lo ha trovato. Uscita nei giardini ha continuato la sua ricerca imbattendosi in alcune carcasse di poveri mici. Pochi metri più in là altri gatti morti.

La signora presagendo già il peggio ha continuato a cercare il suo amato gatto. Infine lo ha trovato morto nel balcone del fratello della signora. Era quella infatti la strada che il micio percorreva per uscire e rientrare in casa.

La povera signora, provata da quello che aveva visto e finalmente realizzando che qualcuno aveva compiuto un autentico misfatto, punibile a norma di legge, (maltrattamenti e uccisione di animali sono reati da codice penale), si è recata dai carabinieri ed ha denunciato tutto quanto.

Quasi certamente ci si trova di fronte ad un caso di avvelenamento volontario, ma per stabilire il tipo di veleno utilizzato bisognerebbe eseguire l'autopsia ad almeno un paio di mici, ma in questi casi il magistrato dovrebbe nominare il medico legale e via di questo passo. Troppo complicato.

Intanto c'è un problema impellente da risolvere che è quello di rimuovere le carcasse. Poi si vedrà. Qualche sospetto sugli eventuali avvelenatori è chiaro che si nutre ma nessuno si sogna di fare dei nomi.

Rimangono tante fredde carcasse di gatti disseminati nel verde, a ricordarci che anche da noi gli animali si ammazzano con crudele facilità.


La Sicilia
- 8 aprile 2003

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 961. S. Benedetto Avvelenato un altro cane.

 

 

 

SAN BENEDETTO (L'Aquila). Un cane di razza è stato avvelenato in paese.

Il fatto si è verificato in via Pace. L'animale, dopo aver ingoiato una polpetta con antiparassitari, è stramazzato a terra.

Del l'accaduto si è subito accorto il proprietario che ha portato immediatamente il cane al servizio veterinario di Avezzano ma non c'è stato nulla da fare: l'animale è morto dopo alcune ore.

Nel giro di qualche mese sono stati uccisi a San benedetto con bocconi avvelnati diversi cani, non solo cani randagi ma anche di razza.


IL CENTRO - 6 Aprile 2003

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