Vista del parco eolico di Maschito - Forenza

La recente installazione di generatori eolici visibili sulle colline a sud di Venosa, verso Maschito e fin oltre Forenza, ha attirato l'attenzione su un tema attuale e quanto mai discusso, che dalle aule dell' Università comincia finalmente a diventare oggetto di riflessione comune.

Siamo stati abituati sempre a pensare che l'energia necessaria per soddisfare i nostri bisogni quotidiani fosse inesauribile e che i processi per produrla fossero tanto sofisticati da essere praticamente innocui.

Questo non è evidentemente vero. Il consumo esasperato delle risorse naturali, considerate come giacimenti infiniti a nostra disposizione, è ormai un ricordo passato.

Diventa necessario, dunque, maturare la consapevolezza che il consumo delle risorse sia tale da non creare scompensi nell'equilibrio naturale sia per il loro esaurimento che per le trasformazioni ad esse legate. Un approccio attento e sensibile a principi del genere viene riassunto nel concetto di sostenibilità.

Un modo nuovo di pensare e risolvere i problemi: ogni risorsa non può essere considerata nostra, ma anche di chi è lontano nello spazio e nel tempo. Per questo abbiamo il dovere di utilizzarla in modo da permetterne la rigenerazione e divenire così parte di un ecosistema perfettamente funzionante.

Un concetto di civiltà molto fine che comincia a diventare necessità al cospetto di dati e previsioni preoccupanti che la comunità scientifica propone sull'uso e consumo che facciamo delle risorse.

La cronaca attuale ci propone quanto spesso sia difficile muoversi in tale direzione, esempio è l'attuazione del protocollo di Kyoto che trova difficoltà di applicazione presso quelle realtà in cui la conversione di modalità produttive e la limitazione di processi di trasformazione invasivi e nocivi costituiscono un grave danno alle rispettive economie nazionali.

 

Aerogeneratori installati sul monte Everest

 

Anche nella nostra realtà, per quanto piccola, il dibattito sulla utilità e la opportunità di utilizzo di sistemi alternativi attraversa fasi critiche, anche aspre. Questo, tuttavia, contribuisce alla presa di coscienza di problematiche fin ora ignorate che rischiano di farci sottovalutare i pericoli e le insidie che si nascondono sotto guadagni immediati al costo di inceneritori, discariche e depositi di scorie radioattive.

Il parco eolico, allestito tra i comuni di Maschito e Forenza, costituisce la prima forte occasione di utilizzo in loco delle fonti rinnovabili naturali: il vento.

I generatori eolici, o aerogeneratori, convertono l'energia cinetica del vento in energia meccanica, a sua volta utilizzata per la generazione di energia elettrica.

 

 

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO

La tipica configurazione di un aerogeneratore ad asse orizzontale è costituita da un traliccio di sostegno alla cui estremità è fissato il rotore (composto da un alternatore a magneti permanenti che genera energia elettrica) e sul quale sono montate le pale (1, 2 o 3 con un diametro da 10 a 40 m per macchine di media taglia).

Il rotore, posto sia sopravento che sottovento, è in grado di ruotare rispetto al sostegno allo scopo di mantenere l’asse della macchina sempre parallelo alla direzione del vento, motivo per cui l’aerogeneratore viene definito “orizzontale”.

Opportuni cavi convogliano l’energia elettrica prodotta in una centralina di regolazione e controllo, prima di raggiungere la batteria di accumulatori. Il quadro della centralina fornisce costantemente informazioni sulla corrente di carica e sul livello effettivo delle batterie.

La forma delle pale è disegnata in modo che il flusso dell’aria che le investe azioni il rotore.

L’aerogeneratore opera a seconda della forza del vento: al di sotto di una certa velocità la macchina è incapace di partire. Perché ci sia l’avviamento è necessario che la velocità raggiunga una soglia minima di inserimento, diversa da macchina a macchina (circa 4-5 m/s).

Spaccato della struttura superiore di un aerogeneratore

Durante il funzionamento la velocità del vento “nominale” è la minima velocità del vento che permette alla macchina di fornire la potenza di progetto (10-12 m/s per qualche centinaia di kW per macchine di media taglia).

Nel caso di raffiche violente (20-25 m/s), che potrebbero indurre nell’elica sollecitazioni eccessive, intervengono automaticamente un freno aerodinamico ed un freno ad induzione magnetica, comandato da un dispositivo elettronico di controllo, che si alimenta con l’energia fornita dallo stesso generatore. L'arresto può avvenire anche attraverso un freno a disco meccanico opportunamente predisposto.

 

COSTI DI INVESTIMENTO

L’investimento per la realizzazione di una centrale eolica è, in media, dell’ordine di 2 milioni di lire per kW di potenza installata.

Il costo annuo di esercizio e manutenzione è, in genere, pari al 3% dell’investimento, e la cosiddetta “disponibilità” delle macchine (rapporto tra il numero di ore durante il quale l’aerogeneratore è “disponibile” per la produzione di energia e il numero di ore dell’anno) è vicina al 98%.

Il costo dell’energia, dipende anche dalle condizioni anemologiche del sito.

Queste cifre indicano chiaramente che l’eolico ha raggiunto un buon livello di maturità tecnologica e costi di produzione dell’energia elettrica sufficientemente bassi da consentirne, in presenza di tariffe che ne riconoscano il basso impatto ambientale, la diffusione nel mercato energetico.

 

IMPATTO AMBIENTALE

Una delle maggiori perplessità sulla installazione di centrali eoliche, da parte dei politici e delle popolazioni locali, dipende dalle preoccupazione sul loro impatto ambientale.

E’ quindi opportuno sottolineare le caratteristiche di questa fonte il cui impatto ambientale è limitato, specialmente attraverso una buona progettazione: l’energia eolica è una fonte rinnovabile, in quanto non richiede alcun tipo di combustibile, ma utilizza l’energia cinetica del vento; è pulita, perchè non provoca emissioni dannose per l’uomo e per l’ambiente. Gli aerogeneratori non hanno alcun tipo di impatto radioattivo o chimico, visto che i componenti usati per la loro costruzione sono materie plastiche e metalliche.

Gli aspetti ambientali che vengono presi in considerazione sono invece correlati a possibili effetti indesiderati, essi sono:

• occupazione del territorio
• impatto visivo
• rumore
• effetti elettromagnetici
• interferenze elettromagnetiche
• effetti su flora e fauna

La costruzione degli impianti deve comunque avvenire valutando attentamente l’impatto ambientale in tutte le fasi del progetto. A tale proposito esistono norme del Ministero dell’Ambiente che recepiscono le direttive europee in materia concernenti la valutazione d’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati.

Sono comunque nella maggior parte dei casi le autorità regionali a valutare (con legge o caso per caso) se sia necessario procedere a uno studio di impatto ordinario o, semplicemente, a uno studio preliminare dei rapporti tra progetto e ambiente.

 

Occupazione del territorio

In base al rapporto tra la potenza degli impianti e il terreno complessivamente necessario (anche per la distanza delle macchine), la densità di potenza per unità di superficie è circa di 10 W/m². Tuttavia le macchine eoliche e le opere di supporto (cabine elettriche, strade) occupano solamente il 2-3% del territorio per la costruzione di un impianto, quindi la densità di potenza ottenibile è da considerarsi nettamente superiore, dell’ordine delle centinaia di W/m². Bisogna ricordare che la parte del terreno non occupata dalle macchine può essere impiegata per altri scopi, come l’agricoltura e la pastorizia, senza alcuna controindicazione.

 

L’impatto visivo è un problema di percezione e integrazione complessiva nel paesaggio; comunque è possibile ridurre al minimo gli effetti visivi sgradevoli assicurando una debita distanza tra gli impianti e gli insediamenti abitativi. Sono state individuate, inoltre, soluzioni costruttive tali da ridurre tale impatto: impiego di torri tubolari o a traliccio a seconda del contesto, di colori neutri, adozione di configurazioni geometriche regolari con macchine ben distanziate. L’aspetto dell’impatto visivo è ormai oggetto di approfonditi studi.

Impatto visivo

Gli aerogeneratori per la loro configurazione sono visibili in ogni contesto in cui vengono inseriti, in modo più o meno evidente in relazione alla topografia e all’antropizzazione del territorio. Un aerogeneratore da 500 kW di potenza ha un diametro del rotore e un’altezza della torre di circa 40 metri, mentre uno da 1500 kW misura, per questi due valori, circa 60 m. L’impatto nel paesaggio tra i due tipi di macchina è moderatamente diverso, per cui aumentare la taglia delle macchine potrebbe ridurre, a parità di potenza globale installata, l’impatto visivo.

 

 

INDAGINI IN GRAN BRETAGNA SULLE REAZIONI DEI RESIDENTI ALLE CENTRALI EOLICHE

Gli atteggiamenti delle popolazioni locali alla installazione di una nuova centrale eolica sono sempre più al centro di indagini da parte delle compagnie che progettano tali insediamenti.

E’ di recente cronaca l’opposizione ad una centrale di 9 MW (20 turbine da 450 kW) a Gilfach Goch in Galles da parte degli abitanti di un villaggio vicino. Due aspetti sono curiosi in questa vicenda: il primo è che in un altro villaggio, nelle immediate vicinanze della centrale, il 70% degli abitanti ha appoggiato la sua costruzione ritenendo che la presenza delle turbine rendeva il paesaggio più interessante e l’eolico una risorsa utile per l’ambiente; l’altro aspetto si riferisce al fatto che le autorità della cittadina contraria (dista 500 metri dagli aerogeneratori), che aveva da sempre convissuto con la presenza di una miniera di carbone, ritenevano la centrale, soprattutto prima e durante la sua installazione, ad elevato impatto ambientale (pessima visuale, interferenze alla ricezione televisiva, rumori, ecc.).

Un’altra recente indagine svolta presso la centrale di Novar, a nord di Inverness in Scozia, ha valutato le reazioni della popolazione abitante presso gli impianti (34 turbine da 500 kW situate su una collina a 600 m di altitudine). Dalle interviste si deduce che il 68% è estremamente favorevole alla centrale, solo il 3% vi si oppone e il 29% non ha alcuna opinione in merito. Tra i favorevoli, l’eolico viene percepito come favorevole alla creazione di posti di lavoro e come un vantaggio per l’economia locale.Le indagini svolte sul territorio britannico dimostrano chiaramente che l’accettazione di una centrale eolica, da parte degli abitanti residenti nei suoi pressi, cresce una volta che essa entra effettivamente in funzione. In particolare, la parte della popolazione locale che risponde affermativamente all’asserzione “le turbine eoliche guastano il paesaggio” crolla dal 56% (prima della costruzione) al 28% dopo che esse sono state installate.

Questo dimostra come sia fondamentale una corretta informazione sulla tecnologia e soprattutto sugli aspetti relativi al suo impatto visivo, al rumore e alla sua valenza ambientale. E’ tuttavia vero che le risposte sugli impatti visuali non possono essere trattati come una pura questione estetica, ma piuttosto dovuti ad aspetti di natura psicologica. Secondo lo studio ExternE della Commissione europea ci si può aspettare che essi dipendano dall’insieme di tre fattori:

1) gli atteggiamenti verso il paesaggio e la bellezza naturale;

2) l’esistente livello di amenità visiva;

3) gli atteggiamenti verso le turbine eoliche.

 

Impatto acustico

Il rumore emesso da una centrale eolica non è percettibile dalle abitazioni, poiché una distanza di poche centinaia di metri è sufficiente a ridurre il disturbo sonoro. In generale, la tecnologia attuale consente di ottenere, nei pressi di un aerogeneratore, livelli di rumore alquanto contenuti, tali da non modificare il rumore di fondo, che, a sua volta, è fortemente influenzato dal vento stesso, con il risultato di mascherare ancor più il contributo della macchina.

 

Interferenze sulle comunicazioni

La macchina eolica può influenzare: le caratteristiche di propagazione delle telecomunicazioni (come qualsiasi ostacolo), la qualità del collegamento in termini di segnale-disturbo e la forma del segnale ricevuto con eventuale alterazione dell’informazione.

Una adeguata distanza degli aerogeneratori fa sì che l’interferenza sia irrilevante.

Aerogeneratori a ridosso dei ripetitori radio di Monte Caruso (898 m.slm) Maschito (PZ)

 

Flora e fauna

Sulla base delle informazioni disponibili, si può affermare che le possibili interferenze di qualche rilievo degli impianti eolici con la flora e la fauna riguardano solo l’impatto dei volatili con il rotore delle macchine. In particolare, le specie più influenzate sono quelle dei rapaci; gli uccelli migratori sembrano adattarsi alla presenza di questi ostacoli. In genere le collisioni sono molto contenute.

 

 

EMISSIONI EVITATE

La produzione di energia elettrica mediante combustibili fossili comporta l’emissione di sostanze inquinanti e di gas serra. Il livello delle emissioni dipende dal combustibile e dalla tecnologia di combustione e controllo dei fumi. Ecco i valori delle principali emissioni associate alla generazione elettrica:

CO2 (anidride carbonica):     1.000 g/kWh

SO2 (anidride solforosa):    1,4 g/kWh

NO2 (ossidi di azoto):    1,9 g/kWh

Tra questi gas, il più rilevante è l’anidride carbonica (o biossido di carbonio), il cui progressivo incremento potrebbe contribuire all’effetto serra e quindi causare drammatici cambiamenti climatici.

Altri benefici dell’eolico sono: la riduzione della dipendenza dall’estero, la diversificazione delle fonti energetiche, la regionalizzazione della produzione.

 

 

I BENEFICI OCCUPAZIONALI

L'eolico è caratterizzato, come le altre tecnologie che utilizzano fonti di energia rinnovabili, da costi di investimento elevati in rapporto ai ridotti costi di gestione e manutenzione. A parità di costo dell'energia prodotta, tale specificità può avere il vantaggio di essere trasformata in occupazione, in quanto si viene a sostituire valore aggiunto al combustibile utilizzato negli impianti convenzionali.

Secondo un'analisi del Worldwatch Institute, l'occupazione diretta creata per ogni miliardo di kWh prodotto da fonte eolica è di 542 addetti, mentre quella creata, per la stessa produzione di elettricità, dal nucleare e dall'utilizzo del carbone (compresa l'estrazione del minerale) è, rispettivamente, di 100 e 116 addetti.

L'occupazione nel settore eolico è associata alle seguenti principali tipologie di attività: costruzione (generatori eolici, moltiplicatori di giri, rotore - cioè pale e mozzo - torre, freni, sistemi elettronici, navicella) installazione (consulenza, fondazioni, installazioni elettriche, cavi e connessione alla rete, trasformatori, sistemi di controllo remoto, strade, potenziamento della rete elettrica) e gestione/manutenzione.

In Italia l’occupazione nel settore eolico era fino a pochi anni fa concentrata nelle attività di ricerca, sviluppo e dimostrazione. Grazie alla costruzione di impianti commerciali si possono avere, oggi, le prime indicazioni sulla creazione di posti di lavoro associata ad attività industriali. Se escludiamo l’occupazione presso l’ENEL e gli enti pubblici, i dati ci provengono essenzialmente da 3 industrie: Ansaldo West, Riva Calzoni e Italian Vento Power Corporation (IVPC).      

  • Nello stabilimento di Taranto, l’Ansaldo West impiega direttamente 80-90 persone per le fasi di lavorazione in materiale composito di pale, serbatoi e isolanti, qualificazioni di siti, montaggio navicelle, realizzazione e manutenzione centrali. La società possiede attrezzature per la costruzione di pale fino a 60 m di lunghezza.                                                               

  • La Riva Calzoni, che ha inaugurato nel settembre scorso la nuova fabbrica di Foggia (Riva Wind Turbines srl), nell’ambito della sua strategia di spostamento delle proprie attività nell’area eolica apulo-campana, ha occupate una decina di persone che, entro la fine del ‘98, diventeranno 15. Nella sede di Bologna sono 25 le persone impegnate nel settore tecnologia delle macchine e 15 quelle che si occupano delle attività necessarie alla costruzione di impianti (sitologia, anemologia, progettazione, ecc.). Vanno aggiunte altre unità nel campo delle consulenze locali (in Campania e Puglia) e per l’occupazione indiretta associata alla costruzione delle torri (a Parma e Anagni) e delle pale, in parte costruite a Lioni (AV). Entro il 1998, la Riva Calzoni intende spendere il 70% del budget per la costruzione delle macchine nel Mezzogiorno.

  • L’Italian Vento Power Corp. (IVPC) di Avellino costruisce centrali eoliche con macchine importate dalla Danimarca e con i suoi 60 MW è al primo posto in Italia per l’installato. Occupa direttamente oltre 20 persone e ne utilizza 5 per attività di consulenza tecnica e finanziaria. Le persone che gestiscono gli impianti in esercizio sono 40. La IVPC ha adottato come linea di condotta la massimizzazione del lavoro nelle zone interessate alle installazioni: le torri vengono costruite ad Altavilla Irpina (12 persone-giorno per torre); per il loro montaggio servono 30 persone per alcuni giorni. I trasformatori sono approvvigionati a Caserta, altri materiali di carpenteria ed elettrici sono costruiti in zona. Le opere civili sono realizzate da ditte locali e, per il futuro, la IVPC non esclude che le navicelle siano costruite in Italia.                                                        

 

Gli impianti eolici in Italia

 

 
Dopo il breve inquadramento sulle caratteristiche tecniche e di esercizio di un impianto di turbine eoliche, possiamo approfondire le caratteristiche del parco allestito nei comuni di Maschito e Forenza.

Il progetto è stato realizzato dalla IVPC, società con sede ad Avellino e attualmente più grande e più importante riferimento dell'eolico in Italia.

 

Realizzazione delle Centrali Eoliche e Descrizione.

Il lavoro iniziale della costruzione di un parco eolico ha inizio con le opere civili necessarie per costruire e livellare le strade per consentire il passaggio di macchinari grossi e voluminosi necessari per consegnare ed installare le turbine eoliche, la creazione di aree di sosta per le turbine, le fondazioni delle turbine (che di norma sono del tipo a pilastro, dai 12 ai 20 m. di profondità), e l'installazione di cavi sotterranei).

 

Per questi parchi la IVPC ha utilizzato le turbine del tipo V42-600 KW e V44-600 KW della Vestas, una ditta danese leader mondiale nella costruzione di turbine eoliche.

Le turbine venivano inizialmente fabbricate in Danimarca dalla Vestas, ma più di recente sono state realizzate dalla Italian Wind Technology, una joint-venture fra Vestas e Ansaldo di Taranto, Italia.

 

Vista interna delle torri a traliccio del parco di Maschito - Forenza

Il rotore è a tre pale, 30 giri al minuto.

Le turbine eoliche vengono montate su torri a traliccio in acciaio ad alta resistenza, alte 40 metri per le V42 e 50 per le V44. Le basi misurano m. 6,20 x 6,20 per le torri da 40 metri e m. 8,30 x 8,30 per quelle da 50.

In cima esse si restringono a m. 1,70 x 1,70. Le torri vengono costruite impiegando acciaio di alta qualità, che viene tagliato e forato prima di essere zincato, processo questo che conferisce la colorazione grigia all'acciaio.

Le torri vengono quindi consegnate in sezioni ai siti, dove vengono installate grazie alla manodopera ed alle gru.

 

La corrente viene generata nella turbina a 690 Volt e trasmessa alla base della stessa, dove viene trasformata da 690 Volt a 20.000 Kv.

Queste cabine di trasformazione ospitano anche le unità di controllo di ciascuna turbina ed alcune unità di corrente reattiva, oltre alle apparecchiature di controllo per il monitoraggio centrale.

Di quì, interrati a 1,80 m. partono i cavi  di collegamento a 20.000 Kv che adducono la corrente alla “sottostazione” che, a sua volta, immette l’energia prodotta (150.000 Kw) in rete Enel.

Cabina di trasformazione del parco di Forenza

Vista particolare dei cavi che collegano la turbina con la cabina alla base del traliccio di un aerogeneratore installato nel parco eolico di Maschito - Forenza.

In questi cavi viene trasferita la corrente generata e i segnali per il controllo del sistema da terra.

Una volta terminata la costruzione il parco eolico entra in produzione, ed entrano in funzione i sistemi di monitoraggio dei computer di bordo di ogni singola navicella che segnaleranno ai tecnici eventuali anomalie.

Questo per garantire una perfetta efficienza e funzionalità degli impianti.

Particolare del cartello all'ingresso della cabina

 

La Italian Vento Power Corporation (IVPC) e la società affiliata di recente formazione IVPC 4 realizzano nuovi impianti eolici nelle aree dell’Appennino meridionale. Sono state inaugurate nuove wind farm: sono in esercizio 47 nuove turbine da 660 kW di potenza (modello Vestas V47) nella centrale di Bisaccia-Andretta (AV) per una potenza complessiva di 31 MW; inoltre, già immettono elettricità nella rete elettrica 15 turbine dello stesso modello nella centrale di Lacedonia-Monteverde (AV) e altre 40 turbine aggiunte successivamente per un totale di oltre 36,3 MW di potenza.

La IVPC è controllata pariteticamente dalla IVPC Energy BV (filiale olandese del gruppo americano Upc) e dalla giapponese Tomen Power Corporation, ed ha attualmente una potenza eolica installata di 170 MW localizzata in 10 siti in Campania e Puglia.

Anche la IVPC4 è controllata per il 50% dalla IVPC Energy BV, ma per la parte restante fa capo alla Edison Mission Power Italy BV, filiale con sede in Olanda del colosso statunitense Edison.

 

 

 

Centrali della IVPC

Campania
Montefalcone di Valfortore (BN) MW 25,8
S. Giorgio La Molara (BN) MW 19,8
Foiano Valfortore (BN) MW 5,4
Baselice (BN) MW 7,2
Molinara (BN) MW 14,4
S. Marco dei Cavoti (BN) MW 11,4

Puglia
Anzano di Puglia (FG) MW 7,2
Monteleone di Puglia (FG) MW 16,8
Alberona (FG) MW 36
S. Agata di Puglia (FG) MW 25,2

 

 

Centrali della IVPC4

Campania
Rocca S. Felice (AV) MW 2,4
Andretta (AV) MW 3

Bisaccia (AV) MW 27
Lacedonia (AV) MW 33,66
Monteverde (AV) MW 5,94
Greci (AV) MW 17,16
Montaguto (AV) MW 6,54

Molise
Monacilioni (CB) MW 15,18
S. Elia a Pianisi (CB) MW 1,98
Pietracatella (CB) MW 9,9

Puglia
Volturara Appula (FG) MW 4,2
Motta Monte Corvino (FG) MW 10,8
Celle S. Vito (FG) MW 6,6
Roseto Valfortore (FG) MW 18
Panni (FG) MW 19,8

Basilicata
Forenza (PZ) MW 23,76
Maschito (PZ) MW 15,84
Avigliano (PZ) MW 22,44

Sardegna
Bortigiadas (SS) MW 17,82
Aggius (SS) MW 9,24
Viddalba (SS) MW 2,64

 

 

Lo stabilimento produttivo di turbine eoliche a Taranto

Container IWT nel parco di Forenza-Maschito

L’unica realtà produttiva in Italia di turbine eoliche per impianti commerciali è la IWT - Italian Wind Technology S.r.l., società del Gruppo Vestas Wind System A/S.

La IWT, fondata nel giugno ‘98, produce nello stabilimento di Taranto turbine danesi Vestas, soprattutto per il mercato italiano.

 La Vestas è leader mondiale dell’industria manifatturiera eolica, con una quota di mercato globale pari al 24%. Il trasferimento tecnologico alla IWT ha riguardato, oltre al prodotto, il processo produttivo e tutte le attrezzature necessarie ed opportunamente integrate per costituire le linee di produzione.

Lo stabilimento IWT, ubicato nell’area industriale, ha una capacità produttiva di 6 turbine/settimana (oltre 250 all’anno). I modelli prodotti sono V42/V44 e V47, rispettivamente da 600 kW e 660 kW di potenza nominale. L’attività in officina è organizzata in tre principali reparti:

- Assemblaggio elettro-meccanico delle navicelle (componenti della macchina dell’aerogeneratore, effettuati il cablaggio dei cavi, i collegamenti oleodinamici e l’installazione del sistema di regolazione);

- Produzione delle coperture delle navicelle (covers) e delle ogive (nose-cone) in fibra di vetro (GRP) che rivestono il mozzo;

- Produzione di pale in fibra di vetro e di componenti in materiale composito.

La IWT provvede anche alle attività di montaggio delle turbine in sito, nonché ai test di collaudo e di avviamento delle turbine.

Un reparto si occupa del servizio di assistenza e manutenzione degli aerogeneratori installati.

Sono, inoltre, disponibili differenti sistemi per il controllo remoto ed il monitoraggio diretto delle turbine.

Ad oggi sono stati assemblati oltre 200 aerogeneratori e 1000 pale per turbine per campi eolici italiani in Italia e per Vestas, per ordini relativi ad installazioni in Europa e nel bacino del Mediterraneo.

 

Scorcio del parco eolico di Forenza - Maschito (PZ)

 

 

Credits: Particolare ringraziamento merita Aldo Iurino per il prestito della sua fotocamera digitale HP e il piacevole giro in moto necessario per l'acquisizione delle immagini.

Per chi, curioso, volesse ripercorrere l'itinerario e curiosare tutto da vicino, consiglio una tappa d'obbligo a Forenza che conoscevo e ho riscoperto bellissima e caratteristica.