|
LA CONVERSIONE DEL
BANDITO
Si narra che un bandito dopo aver
rubato la prima statua della Vergine col Bambino
(di M. Arana), fosse stato colpito da grave
malattia. Pensando che il suo male fosse
conseguenza dell'azione empia compiuta, pregò la
Madonna che lo facesse guarire promettendo di
fare il possibile per riportare la statua al suo
posto e terminare in penitenza gli anni che
ancora gli restavano da vivere. Pare che la
Madonna abbia ascoltato l'invocazione del bandito
pentito ed esaudito il suo desiderio.
|
Guarito, così, dal male terribile che
lo opprimeva, l'ex bandito vagò, per lungo tempo, per
molti paesi sulle tracce della refurtiva venduta nel
Nuorese, ma alla fine riuscì a recuperare soltanto le
due corone che ornavano il capo della Madonna e quello
del Bambino Gesù. Durante una notte tempestosa di tanti
anni fa, funestata da un violento temporale e spazzato da
un furioso vento, l'ex bandito, recatosi sul M. Arana
ripose le due corone al proprio posto. Qualche mese più
tardi, una mattina di maggio, le Noineras, le donne di
Bonnanaro che salivano al Monte per la Novena alla B.V.
ebbero la sorpresa di ritrovare la Madonna ed il Bambino
con le loro corone : si gridò al miracolo.
|
QUALE
FU LA CONCLUSIONE DELLA VICENDA DELLA STATUA RUBATA?
La statua dopo tante peripezie finì nelle
mani di un sedicente questuante che, profittando della
generosità dei fedeli, la portava in giro da un paese
all'altro della Sardegna, tenendola nascosta da una
coperta per occultarne le fattezze, non si sa mai che
qualche devoto di Bonnanaro, residente fuori, la
riconoscesse. Dell'effigie ne ostentava solo il viso che
faceva baciare ai credenti che lasciavano un'offerta.
Nei primi anni del '900, un bonnanarese che lavorava per
i paesi con i cavalli stalloni, capitò in quel di Fonni,
accompagnato dalla moglie e dalla suocera. Essendosi
trattenuti nel paese perché c'era parecchio da lavorare,
avvenne che le donne andate a Messa nella chiesa della
Madonna dei Martiri, intrattenute con alcune donne
anziane del luogo, seppero da esse che in quella chiesa
vi era una statua di Madonna col Bambino che era quella
originaria rubata dal M. Arana. Infatti, un frate di quel
Convento di Francescani l'aveva acquistata da quel
sedicente questuante collocandola nella chiesa dei
Martiri di Fonni. Però, per una sorta di miracolo, a
quanto si diceva in quel paese, questa Madonna aveva lo
sguardo e l'aspetto rivolti nella direzione di Bonnanaro,
come se la statua sentisse la nostalgia per il suo luogo
originario.
IL
FANTASMA DI MONTE ARANA
Una nobildonna dopo che morì il marito, al
tempo proprietario della Cappellania di Monte Arana,
avesse fatto disseppellire nottetempo dai suoi servitori,
la salma del marito dal cimitero di San Pietro del Piano
e lo avesse fatto tumulare sotto l'Altare della chiesa di
M. Arana. Per questo motivo, si dice che nel mese di
maggio le donne che andavano per fare la novena in onore
della B.V. vedevano frequentemente il suo fantasma seduto
sulla panca (sa pezza) di pietra appoggiata a un lato
della chiesetta.
IL
GELATO DELLE JANAS
Quando nevicava le piccole fate prendevano la
neve e la mettevano dentro "Sa rocca e sa niera"
e lì rimaneva per tanti mesi per la temperatura molto
bassa.
A San Giorgio e a San Pietro i mercanti la vendevano per
un soldo al calice.
La neve avvolta in bende di lino veniva usata anche per
abbassare la febbre.
LEGGENDA
In Sardegna sono state trovate molte aperture
scavate nella roccia dai prenuragici :le domus
janas , tombe dove si seppellivano.
Gli antichi abitanti della Sardegna credevano che in
quelle aperture vivessero delle janas, fate che uscivano
dalle loro case a mezzanotte. Erano alte un palmo, erano
belle come la luna, avevano unghie lunghe e affilatissime
e mani delicate che quando strappavano una foglia di
prezzemolo si ferivano.
Gli abitanti di Bonnanaro credevano che le janas
vivessero in Sa rocca 'e sa niera alle
pendici di Monte Pelao in aperture scavate nella roccia
dall'erosione.
Su queste janas sono sorte molte leggende.
Una leggenda narra che la notte le janas scendevano in
piazza di Santa Maria per ballare con i morti e quando
gli uomini si avvicinavano loro scomparivano.
Quando avevano sete volavano sino a Cantaru dove c'era
una bella fontana per bere. Un giorno mentre ballavano
sulla piazza di Santa Maria degli uomini riuscirono a
catturare 2 janas con dei lacci di seta.
Quando le presero si udirono delle voci provenire da
Sa rocca 'e sa niera: erano le altre janas
che dicevano:
Agnesa Agnesa!
Giradi e boltha
Mi chi ses presa !!!!!!
Angelina ,Angelina!
Bolthadi e gira
Mi chi ti faghen mina!!!!!!!!
Da quel giorno per il dolore e la paura le janas si
trasformarono in uccelli che ancora fanno i nidi nelle
cavità de Sa rocca 'e sa niera.
IL
SASSO GIGANTE
Vicino alla chiesa di S. Maria c'era un sasso
che forse era un idolo prenuragico. Gli antichi Sardi,
vedendo che questo sasso aveva la forma di un uovo,
pensarono che viveva su Monte Pelau. Le fate scendevano
ogni anno il 25 Marzo per la festa dell'annunciazione.
Una volta mentre andavano a Santa Maria videro l'uovo.
Così innamorandosi di quel uovo per fare la cozzula, che
è un pane che si prepara a Pasqua dove c'è dentro un
uovo. Le janas non riuscendo a trasportalo dissero queste
parole:<ANCU TI FETTAS IN CRASTUS >.
Così da allora si trasformò in pietra.
Si dice che un podestà lo fece rotolare fino alle prime
case di Bonnanaro. Un'altra leggenda dice che fossero dei
ragazzi.
Si dice che sul sasso vi era scritto BIADA CHI
M'ADA A LODDURARE. Così i giovanotti del paese
fecero a gare per smuoverla. Quando riuscirono a
smuoverla era rimasta in evidenza la scritta COMO
ISTO MEZZUS. Dicono che quel sasso è rimasto li
per proteggere Bonnanaro dai fulmini e dalle tempeste.
Nel 1962 è stato fatto saltare per liberare la strada.
IL
NAUFRAGIO
A Bonnanaro in una chiesa che si trova sul
monte Arana e venerata la Madonna delle Grazie. La sua
statua venne rubata da un bandito. Così nacquero delle
leggende.
Una leggenda dice che dopo che era stata rubata la statua
della Madonna delle Grazie il sacerdote andò a Napoli
per comprarne un'altra, ma durante il viaggio di ritorno
arrivò una tempesta è così temete di morire nel
naufragio. Allora il prete pregò la Madonna e le disse
che se l'avesse salvato avrebbe passato gli ultimi giorni
della sua vita sul Monte Arana vicino alla chiesa a fare
l'eremita.
Come per incanto la tempesta fini e il sacerdote mantenne
la promessa. Dopo varie vicende questa statua fini nelle
mani di un questuante che la portava in giro per la
Sardegna coperta con un lenzuolo facendo vedere soltanto
la testa.
Ma poi un frate la comprò e la mise nella chiesa di
Fonni. Si dice però che la statua con il corpo e la
testa era rivolta nella direzione di Bonnanaro come se
avesse nostalgia della chiesetta dove era prima.
SAS
SURVILES
Tanto tempo fa esistevano sas surviles.
Erano di aspetto umano, ma erano donne indemoniate.
Queste surviles di notte si trasformavano in vampire, però
il giorno si potevano riconoscere la coda nascosta e il
fondo della schiena pelosa. Di notte volavano nelle case
del bambine non battezzate, le morsicavano e succhiavano
il loro sangue. Quando queste bambine morsicate
diventavano grandi si trasformavano in surviles.
Per difendersi da loro gli uomini mettevano nelle stanze
delle bambine un ferro di cavallo; davanti alla porta
della casa si metteva un forcone di quelli usati per
prendere la paglia, rovesciato, una scopa a punta come
quella degli spazzini e un tre piedi, entrambi rovesciati.
Non si è mai saputo quante fossero queste surviles e
come siano sparite.
PROVERBI
1. Mezzus carri ruju chi cori nieddu.
Meglio arrossire per una colpa confessata che nasconderla
e provare rimorso.
2. Pedde mala no nde moridi.
I cattivi hanno vita più lunga dei buoni.
3. Riu mudu trazadore.
Fiume silenzioso, carico di pericoli.
4. Cunfromm'a sa nàschida sa pàschida.
La condotta di vita dipende molto dall'ambiente familiare.
5. A bostasa un'istrobbu attidi fostuna.
Talvolta un disguido è foriero di fortuna.
6. Chie no baliat brullas no intret in giogu.
Chi non sopporta scherzi non entri in gioco.
7. Chie tantas nde faghet una nd'at a piangher.
Chi commette scelleratezze in abbondanza ne piangerà per
sempre qualcuna.
8. Si ti cherese sanu pesa chito a manzanu.
Se vuoi vivere in buona salute, alzati presto la mattina.
9. A chie su pagu no mesurat su meda pagu
durada.
A chi è incapace di misurare poco non dureranno molto le
grandi ricchezze.
10. Inue no b'at remediu no balet matana.
Nelle cose irrimediabili è inutile angustiarsi.
11. Mezzus zegu a un oju che zegu e su tottu.
Meglio vedere a un occhio che niente.
12. Mezzus caddu toppu che mostu.
Meglio avere un cavallo zoppo piuttosto che morto.
13. Mezzus dolore e' buscia, chi non dolore 'e
coro.
Meglio dolore di borsa che dolore d'animo.
14. Serrare un istampa et n'abberrere un'atera.
Chiudere un buco e aprirne un altro.
15. Sos bezzos a sinnu torranat de pizzinnoso.
I vecchi in quanto al senno, tornano a bambini.
16. Su bsonzu ponede su 'ezzu a currere.
Il bisogno fa correre anche il vecchio.
17. Trabagliu 'e notte, risu 'e die.
Lavoro di notte, riso di giorno.
18. Chie in janna anzena iscüstada males suos
intenne.
Chi origlia in case altrui rischia di sentire cose
sgradevoli su se stesso.