RCS on Line - Corriere della Sera

Lunedí, 24 gennaio 1994


Serra: abbiamo sbagliato
Il questore sul mancato intervento della polizia
contro gli autonomi scatenati in piazza del Duomo
"Ma non potevamo prevedere l'assalto alla tenda dei referendum"

di Alessandra Arachi

Il questore china la testa. E allunga le labbra per quel baciamano da galateo che l'onorevole Tiziana Maiolo accoglie con una punta di civetteria. Poi, finalmente, sorride. Ora che il caso è chiuso Achille Serra si concede anche una risata leggera davanti all'insistenza degli attivisti del Club Pannella che vorrebbero trascinarlo nella tenda danneggiata, lì alle spalle del Duomo, per fargli pure firmare i referendum.

Il caso è chiuso. Tiziana Maiolo non chiederà più la rimozione del questore di Milano. E Serra scivola dentro la macchina blu, e sembra avere anche il cuore leggero oltre al sorriso. Per cinque lunghissimi minuti le sue labbra erano rimaste tese in una smorfia di costernazione.

Per cinque interminabili minuti ieri alle tre del pomeriggio Achille Serra ha cercato tutte le parole di scusa davanti a Tiziana Maiolo e a Lorenzo Strick Lievers, militante del Club Pannella. Voleva cancellare in fretta, Serra, tutte le polemiche di quel maledetto incidente di sabato pomeriggio, quell'irruzione dei leoncavallini nella tenda del Club Pannella che i suoi uomini hanno osservato senza muovere un dito.

Parole ufficiali, le prime: "C'erano donne e bambini in questa piazza durante la manifestazione di sabato. Era impossibile fare una carica a quel gruppetto del Leoncavallo. E poi è stato tutto così veloce, il dirigente del servizio non poteva prevedere quello che è successo. I poliziotti sono rimasti fermi per evitare incidenti peggiori".

Quindi il rammarico personale: "Vorrei risarcire con il mio stipendio i danni alla tenda, se soltanto vorrete accettare la mia offerta". Ma Serra si concede anche commenti fuori verbale pur di convincere Tiziana Maiolo della buona fede sua e di tutta la polizia: "Mi creda, il rammarico sincero. E sono d'accordo con Pannella: anche per me quelle del Leoncavallo sono squadracce".

Serra scivola nella macchina blu. Ma davanti alla tenda del delitto rimane qualche strascico. Emilio Colombo sabato si è ferito una mano per difendere i fogli delle firme che in quella tenda sta raccogliendo dall'inizio di dicembre: "Non volevamo cariche. Alla polizia avevamo chiesto aiuto e prevenzione: un cordone per proteggerci, visto che quelli del Leoncavallo ci avevano già attaccato, un mese fa". Gli fa eco Lorenzo Ceva, un altro giovane militante: "Non è vero che quegli incidenti non si potevano prevenire. E non è vero che son durati una manciata di secondi. Io c'ero e per dieci minuti infiniti ho visto quei ragazzi agitare lame di coltelli, strappare fogli, rovesciare tavoli".

Ma è lo sgomento che prevale davanti alla tenda in piazza Duomo. O, forse, il dispiacere. Quello di Tiziana Maiolo in prima linea: "Chiedo ai ragazzi del Leoncavallo di venire qui a scusarsi. Non possono pretendere rispetto e diritti soltanto per loro. E io, del resto, per i loro diritti mi sono sempre battuta".

I giovani liberali sono molto meno teneri. Con una nota fanno sapere che contro i leoncavallini presenteranno un esposto alla Procura ipotizzando il reato di riorganizzazione del partito fascista. Non scherzano. E spiegano: "Riteniamo che l'associazione centro sociale Leoncavallo persegua finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza come metodo di lotta politica".

 

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