"Occhetto, non dovevi andare in Israele"
"Serri, di Rifondazione comunista, considera la visita
"un errore politico in questa fase"

di Paolo Griseri [il manifesto, 26 luglio 1991]

L'attacco al Pds è stato sferrato da Rino Serri, responsabile della politica estera di Rifondazione comunista in un dibattito pubblico al primo festival nazionale in corso a Viareggio. Al dibattito ha partecipato il delegato generale di Palestina Nemer Hammad, che ha spiegato la posizione dell'Olp rispetto alle proposte americane per avviare un processo di pace in Medio Oriente. Nel dibattito, Serri ha promesso anche che Rifondazione darà battaglia sulla Nato.

VIAREGGIO - "Per il modo in cui si è svolto e per il momento delicato in cui è stato realizzato, il recente viaggio di Achille Occhetto in Israele è stato un grave errore politico. Chiediamo ufficialmente che il segretario del Pds si impegni a modificare la sua posizione nel più breve tempo possibile".

Rino Serri, responsabile della politica estera di Rifondazione comunista, ha scelto un pubblico dibattito alla prima festa nazionale del suo movimento per incalzare i dirigenti della Quercia sulla delicata questione palestinese. "La visita di Occhetto in Israele - ha spiegato Serri- è giunta in un momento quanto mai inopportuno e ha finito per contribuire ad alleggerire la pressione che stanno esercitando sul governo Shamir le forze democratiche di molti paesi. Per non parlare - ha concluso l'esponente di Rifondazione - della discutibile rivisitazione del sionismo fatta dal segretario del Pds, una posizione assai dubbia anche storicamente".

La polemica di Serri è giunta a sottolineare il ruolo centrale che Rifondazione comunista attribuisce alla questione palestinese nel suo programma di politica estera. Così il dibattito sul rapporto nord-sud in programma mercoledì sera a Viareggio è stato in larga parte dedicato ai problemi dell'area mediorientale. Ne hanno discusso, insieme a Serri, Giovanni Russo Spena e il rappresentante dell'Olp in Italia, Nemer Hammad. "Pur rappresentando molto di meno di quanto il nostro popolo sogna - ha detto Mammad - abbiamo adottato un atteggiamento flessibile di fronte alle proposte di Baker perché non vogliamo dare aditi a chi si oppone alla pace. Ma il governo di Israele mette in discussione gli stessi cardini della proposta americana e non accetta che la conferenza di pace sia basata sulle risoluzioni dell'Onu che impongono il ritiro dai territori occupati e la restituzione di Gerusalemme est". E' comunque chiaro che l'Olp non accetterà soluzioni che mettano in discussione la sua titolarità a rappresentare i palestinesi: "L'Olp - ha detto Hammad - non è un partito ma rappresenta tutto il popolo della Palestina".

Il rappresentante di Arafat in Italia ha anche voluto fare cenno alle polemiche sulle uccisioni di palestinesi che collaborano con l'esercito israeliano: "Voglio essere molto chiaro su questo punto - ha detto - perché è stato oggetto di diverse strumentalizzazioni. La nostra organizzazione è assolutamente contraria a qualunque giustizia sommaria. L'unico organismo titolato a decidere sui comportamenti dei palestinesi è il Comando unificato dell'Intifada. Ma quando si accerta che qualcuno collabora o addirittura è stato infiltrato dai servizi segreti israeliani, non ci si può chiedere di considerare legittimo il suo atteggiamento. In questi casi qualunque movimento di liberazione è sempre stato legittimato all'autodifesa". A un ragazzo del pubblico che, con continue interruzioni, contestava all'Olp di "attentare alla sicurezza di Israele", Hammad ha pacificamente risposto che "il vero integralismo è nel fanatismo religioso del governo israeliano. Noi - ha concluso - lottiamo perché ogni popolo abbia il suo stato e costruiremo uno stato palestinese laico e democratico". […]

Lettera di replica al manifesto (rimasta inedita)

Viareggio, li 27 luglio 1991

Sono quel ragazzo che, secondo il Manifesto del 26 luglio, avrebbe -in occasione del "dibattito pubblico" organizzato il 24 luglio al festival nazionale di rifondazione-, "con continue interruzioni", contestato all'Olp di "attentare alla sicurezza di Israele".

Amaramente, il vostro giornalista non s'è accorto che ero restato ad ascoltare in rispettoso silenzio gli interventi dei relatori e la prima esternazione di un intervenuto al "dibattito"; presi poi la parola, primieramente per protestare contro la faziosità d'un "dibattito" al quale non era presente un rappresentante della parte sotto accusa, e secondariamente per ricordare alcuni fatti storici (tra i quali: il piano di spartizione della Palestina occidentale tra uno Stato ebraico ed uno arabo, votato dall'Onu nel 1947 ed osteggiato violentemente dalle Nazioni arabe, che presero ad organizzare milizie "volontarie" votate alla distruzione di Israele; l'assoggettamento, tra il 1948 ed il 1967, dei territori -ora occupati da Israele- alla dominazione di Egitto e Giordania -durante la quale, mentre non fu creato alcuno Stato arabo-palestinese, si costituì l'Olp, con il precipuo obiettivo di distruggere Israele e di ricacciare in mare gli israeliani-; l'evidente dissonanza tra le affermazioni bellicose contenute nella Carta dell'Olp -mai modificate dal legittimo titolare della facoltà di emendare la Carta- e la "mano tesa alle popolazioni arabe" dalla Dichiarazione d'Indipendenza d'Israele), senza peraltro esprimere valutazioni né sull'attuale Governo israeliano, né sulle persone dei relatori -anche perché, dopo pochi minuti, mi fu tolta la parola, nonostante fossi stato più volte interrotto dal pubblico con insulti, rivolti a me, al Governo ed alla popolazione israeliani-.

Ascoltai poi in silenzio -o meglio, ammutolito- le repliche dei relatori -anche quando uno di essi affermò che "in Palestina non è mai stato ucciso nessun ebreo" (!)-; i relatori di rifondazione non risposero ad una sola delle mie domande; e così anche il rappresentante dell'Olp, che, per eludere le questioni da me sollevate, iniziò ad insultarmi -"pacatamente"-, dandomi dell'ignorante, del razzista e dell'intollerante: fu allora che l'interruppi, invitandolo ad un atteggiamento più corretto e civile, ed a rispondermi nel merito; dal pubblico, con crescente aggressività, si levavono altri insulti isterici e, quando fu riaperto il "dibattito" -senza che uno solo dei temi da me posti fosse stato affrontato-, decisi di andarmene, protestando.

Concludo queste mie (vane?) precisazioni, e vi saluto.

Emilio Colombo

 

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